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Autore: funny1723    19/10/2015    2 recensioni
Dal testo:
"Laurel sbadigliò, cullata dal battito regolare del cuore di Frank steso sotto di lei. Dalla finestra socchiusa entrò una folata d’aria fredda che la fece rabbrividire.
“Ci pensi mai?” chiese d’improvviso la ragazza, rompendo il soddisfacente silenzio post sesso.
“A cosa?”"
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frank Delfino, Laurel Castillo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DIMMI QUALCOSA DI VERO

Laurel sbadigliò, cullata dal battito regolare del cuore di Frank steso sotto di lei. Dalla finestra socchiusa entrò una folata d’aria fredda che la fece rabbrividire. 
“Ci pensi mai?” chiese d’improvviso la ragazza, rompendo il soddisfacente silenzio post sesso. 
“A cosa?” 
Frank le carezzo i capelli e se ne attorcigliò una ciocca attorno all’indice. 
“A lasciare tutto… Sai il lavoro, qualunque cosa tu faccia, lo studio legale, Annalise.” 
L’uomo corrugò la fronte. 
“No, non ci ho mai pensato.” 
Bugia. Spesso mentre risolveva l’ennesimo casino commesso da uno di quei ragazzini o accorreva in aiuto di Annalise si era chiesto il perché. Perché continuava a restare? Perché non andarsene, non sposarsi magari e mettere su famiglia. Perché non essere come tutti gli altri? Normale. 
Poi però ricordava lo sguardo di Annalise, carico di un dolore sordo, nascosto dietro a freddezza calcolatrice. Lo sguardo di un cadavere. E si diceva che non poteva andarsene e lasciare tutto, che non voleva. 
Frank era un drogato di sofferenza. 
Amava circondarsi inconsapevolmente di gente disperata. Rotta. 
“Tu invece? Te ne vuoi andare?” 
Laurel non rispose subito, esitò un attimo, si prese tempo e Frank temette davvero che avrebbe risposto di sì.
Non si era mai reso pienamente conto di quanto effettivamente quella ragazza gli piacesse. La giovane e sociopatica Laurel. 
“Non lo potrei mai fare.” disse in fine. 
Non era una vera risposta quella, Frank lo sapeva, eppure per la prima volta in vita sua ebbe troppa paura per chiedere chiarimenti. 
“Meglio. Sarebbe stata una seccatura dover conquistare la tua sostituta.” 
Laurel rise. 
“Dimmi qualcosa di vero.” scherzò poi, la voce impastata dal sonno. 
Frank le fece scorrere la mano lungo la schiena, seguendo il contorno della spina dorsale. Qualcosa di vero… 
Strinse la ragazza a sé ed in un sussurro le disse l’unica cosa che non aveva mai detto a nessuno. Quella stessa rivelazione che aveva giurato di portarsi nella tomba. 
“Ho ucciso io Lila Stangard.” 
Non seppe mai perché lo disse. Forse era stato spronato dal calore del corpo di Laurel steso sopra il suo o dal suo sorriso. Forse era stata quella piccola ed ultima parte umana dentro di lui, che per un istante aveva preso il sopravvento. 
Forse era solo stanco di tenersi dentro quel segreto così ingombrante. 
Fatto sta che lo disse. 
Era pronto a ricevere ogni genere di insulto o scenata, qualsiasi espressione sconvolta, ma non arrivò niente; poiché Laurel si era già addormentata. 
 
   
 
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