TECNICHE MILITARI E NON

Clarke si sporse in avanti, una mano poggiata sul petto di Bellamy, l'altra a carezzargli il collo, poco più giù dell'attaccatura dei capelli. 
Il moro dal canto suo le stringeva con decisione i fianchi. 
"Bellamy" soffiò Clarke sulle labbra dell'altro. 
Erano soli nel magazzino delle scorte. 
Bellamy sospirò e chiuse gli occhi. Non ricordava perchè fossero lì e di certo non gli importava sapere come c'erano finiti, l'importante era la mano della bionda che premeva gentile sul suo petto. L'importante erano i suoi occhi, incollati alle sue labbra. 
Amava quella parte di Clarke, quella decisa ed intraprendente che sapeva cosa voleva e sapeva come ottenerla. 
Non riuscì a trattenere un gemito quando sentì le labbra fredde della principessa baciargli il collo e risalire poi su, fino alla mandibola. Un piccolo morso proprio sulla fossetta che gli si formava sulla guancia quando sorrideva. 
Poco prima di baciarlo però, di baciarlo davvero, con tutta quella passione che si era accumulata fra loro con il passare del tempo, Clarke si fermò. 
Un sorriso furbo sulle labbra. 
"Bellamy" ripetè trattenendo a stento una risata. 
Il moro aprì di scatto gli occhi scuri ed inarcò un sopracciglio, insoddisfatto. 
Clarke fece un passo indietro, rimettendo fra di loro qualche centimetro di distanza. 
"Grazie mille per il tuo generoso sacrificio!" esclamò sventolandogli sotto al naso l'ultima barretta energetica rimasta. 
Bellamy assottigliò gli occhi arrabbiato e Clarke scappò via ridendo prima che il moro riuscisse a prenderla. 
Maledizione alla principessa! Quella era la sua barretta!! Piccola ninfetta approfittatrice e malefica che non era altro. Usare le sue "doti feminili" per ingannarlo! 
Con uno scatto le si mise subito alle calcagna ed in breve la riuscì a fermare, afferandola per la maglietta. 
Caddero uno sopra l'altro. 
"Allora" sussurrò Clarke guardando Bellamy con occhi innocenti "ce la smezziamo?" 

Quando Octavia entrò nel magazzino incuriosita dai rumori che i due avevano provocato, li trovò ancora per terra, a pochi centimetri di distanza, che piangevano dal ridere. 
In silenzio gli si avvicinò e, senza farsi notare, raccolse dal pavimento la barretta energetica, l'ultima. Era tutto il giorno che ne sognava una.