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Autore: Stella Dark Star    19/10/2015    0 recensioni
[Le cronache di Narnia]
C’è odore di novità nell’aria! La guerra è finita, Peter si è stabilito definitivamente in America, Edmund e Vera sono prossimi al matrimonio ed hanno già una casa dove andare a vivere. Proprio la mattina del matrimonio riaffiorano vecchi problemi e se ne presentano di nuovi. Come faranno a sposarsi se Peter, il testimone, non si presenta al matrimonio? In loro soccorso arriva una nuova avventura nel mondo di Narnia, che coinvolgerà anche la dolce Lucy e, suo malgrado, il cugino Eustace. I ragazzi dovranno affrontare le loro più segrete paure e le loro debolezze a causa di un inaspettato ritorno di Jadis, la regina del ghiaccio. Anche se per Edmund e Vera è una gioia poter vivere ancora accanto all’amato figlio Caspian, che nel frattempo è cresciuto di altri dieci anni, si ritroveranno ad affrontare il passato e il futuro contemporaneamente e saranno costretti a prendere una difficile decisione.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 12
Appello alle ultime forze
 
Drinian entrò nella cabina privata di Caspian e s’inchinò.
Lui ed Edmund stavano indossando le armature, in previsione di quello che avremmo potuto incontrare sull’Isola delle Tenebre.
“Vostra maestà, gli uomini sono pronti. Ognuno di loro è armato, i cannonieri sono in posizione, il marinaio di vedetta ha aguzzato la vista in caso di pericoli anticipati.”
Caspian disse serio: “Ben fatto, capitano. Io e mio padre siamo quasi pronti. Avete notizie di mia madre e della guaritrice?”
“Sì, maestà. La guaritrice ha attrezzato la sua cabina per curare i feriti. Vostra madre, la principessa, sta riposando.”
Edmund si allarmò: “Ancora? Da quando le è passata la nausea è stata assalita dal sonno. Lucy non ha qualche antidoto per aiutarla?”
“Non saprei, principe comandante. Se volete vado ad informarmi.”
“No, lasciate. Lo farò io.”
Caspian congedò Drinian: “Potete andare. Tra poco vi raggiungerò al timone.”
Non appena fu uscito, Edmund disse: “Caspian, andresti a vedere tua madre? Non vorrei che si arrabbiasse ancora vedendomi. Io nel frattempo vado a chiedere consiglio a Lucy.”
“Non c’è problema. Vado subito.”
 
Mi svegliai sentendo uno scricchiolio. Vidi Caspian seduto sul bordo del letto: “Mi sono addormentata di nuovo, scusami. Devo ancora prepararmi.”
“Mamma sei sicura di stare bene?”
“Sì, ho solo dormito.” Mi alzai e mi sciacquai il viso con l’acqua del catino.
“Sai, papà è preoccupato. E’ andato a chiedere aiuto a Lucy.”
Vide che temporeggiavo con la scusa di asciugarmi il viso con il telo, allora continuò: “E’ stato un malinteso ciò che è accaduto sull’isola. Non essere in collera con lui.”
Posai il telo sulla cassapanca e sorrisi: “Non lo sono più! Ho avuto un attacco di gelosia. Ho visto quella ragazza bellissima, ho visto come lui la guardava e mi sono lasciata trasportare da sentimenti burrascosi. Io amo tuo padre.”
Sorrise a sua volta: “Lo so! Si vede che non potete stare lontani.”
Presi la mia armatura dalla cassapanca e la indossai, poi sistemai la spada regale al mio fianco. Caspian rimase a guardarmi senza dire una parola.
D’improvviso ripensai a ciò che mi aveva detto e…: “E’ andato da Lucy? Oh no! Devo fermarlo prima che…”
Mi imposi di tacere e corsi fuori dalla stanza come un fulmine, lasciando Caspian ad interrogarsi.
Mi precipitai nella cabina di Lucy, dove li trovai entrambi: “Sto benissimo, non mi serve niente!”
Edmund mi venne incontro: “Tesoro, non puoi combattere in queste condizioni.”
Mi allarmai: “Quali condizioni?”
Mi guardò storto prima di rispondere: “Sei stanca e affaticata.”
Feci un sospiro di sollievo: “Ah! In quel senso! No, sto bene. Sono carica e pronta alla sfida.”
“Non so se voglio crederti.”
Lucy venne in mio aiuto: “Edmund, non riuscirai a fermarla.”
Lui ci rifletté un po’ prima di prendere una decisione: “Va bene. Allora andiamo al ponte di comando.”
 
Raggiungemmo Drinian e Caspian, che stavano ultimando i preparativi per la difesa della nave. Ci trovavamo nei pressi dell’Isola delle Tenebre, avvolti da una fitta nebbia nera che rendeva impossibile la visuale e con  le scie della nebbia verde che fluttuavano nell’aria.
Caspian iniziò il suo discorso all’equipaggio: “Qualunque sia l’esito di questa missione, sappiate che siete uomini valorosi. Ho scelto ognuno di voi personalmente e posso dire con orgoglio che non avrei potuto scegliere uomini migliori di voi per affrontare questo viaggio. Grazie per tutto ciò che avete fatto per me e per Narnia.”
Edmund era così orgoglioso di Caspian, che i suoi occhi parlavano per lui. Lo sguardo di un padre fiero del proprio figlio. Il momento fu così commovente che sentii il bisogno di portargli le braccia al collo: “Amore mio, qualunque cosa accada sappi che ti amo e che per me sei l’unico.”
Lui mi strinse a sé: “Anch’io ti amo. Ti ho sempre amata. Ti sgriderei per tutte le volte che hai pensato il contrario.”
Invece di ridere alla battuta, sentii le lacrime salire agli occhi: “Eddy, io vorrei dirti che…”
“Cosa vuoi dirmi?”
“Che…” Non trovai il coraggio: “Che non ho mai dubitato del tuo amore. E che ti ho amato dal primo istante in cui ti ho visto, anche se ancora non lo sapevo.”
Come i protagonisti di un film romantico, unimmo le nostre labbra dolcemente, per trasmetterci l’un l’altra tutto il calore possibile. Le sue braccia che mi tenevano stretta erano come lacci d’amore che mi tenevano legata a lui. Adoravo il contatto con il suo corpo, adoravo il modo in cui mi parlava, adoravo il modo in cui mi guardava, adoravo il modo in cui mi dimostrava il suo amore, adoravo quando facevamo pace. E tutto questo lo adoro ancora!
Caspian richiamò la nostra attenzione: “Le scie ci stanno venendo incontro per tentarci. Resistete a qualunque cosa vi dicano.” Poi infilò una mano sotto all’armatura: “Papà, ho una cosa per te. L’avevo dimenticata.”
Gli porse la torcia elettrica che era rimasta a Narnia per dieci anni: “La mia torcia! L’hai conservata! Grazie!” Provò a spingere il pulsante e una luce potente gli inondò la faccia: “Incredibile, funziona ancora! Vera, dobbiamo comprare altre pile come quelle che ci sono qui dentro!”
Detto questo  scese i gradini, mentre io mi avvicinai al parapetto per vedere se oltre al nero c’era qualche forma di vita.
 
Nell’arco di pochi minuti, ogni persona presente sulla nave dovette fare i conti con le proprie paure o con i propri desideri. Noi non fummo risparmiati, nonostante quello che avevamo già passato. Il fantasma di Edmund era Jadis, che gli volteggiava intorno facendo promesse: “Farò di te un re. Avrai un regno tuo. Devi solo prendere la mia mano e seguirmi.”
Lui scuoteva la testa: “No. Non voglio. Non ti ascolto.”
Il mio era Peter, che mi tentava: “Tu mi desideri. E io desidero te. Potremmo vivere amandoci fra le lenzuola, proprio come vuoi tu.”
Io cercavo di non ascoltare, continuando a ripetere a me stessa: “Io amo Edmund e posso resistere alla lussuria. Io amo Edmund e posso resistere alla lussuria.”
Questa volta, ebbi modo di sapere qualcosa sul fantasma di Caspian, poiché lo sentii dire: “Basta con questo ticchettio! L’orologio che cerco non si trova qui. E’ solo una trappola.”
Non so come, ma tutti riuscimmo a resistere fino a quando la nebbia verde decise di andarsene.
 
Dopo aver vagato nella più completa oscurità, avvistammo l’isola dritta di fronte a noi. Un grido ci fece raggelare il sangue.
Caspian si fece sentire: “Chi siete? Cosa volete da noi?”
Edmund  illuminò con la torcia nel punto dove si trovava l’uomo: “La sua spada. Caspian, è il settimo Lord!”
“Signore, vi aiutiamo a salire a bordo. Non vogliamo farvi del male.”
Questo gridò ancora: “No! Andatevene! O morirete tutti!”
Eustace lo afferrò con gli artigli e lo portò a bordo in un attimo. Caspian gli si avvicinò per fermargli il braccio con cui brandiva la spada: “Non dovete temere. Sono re Caspian. Con me ci sono anche i miei genitori.”
Il Lord si guardò attorno e si soffermò su me ed Edmund: “Miei sovrani, siete davvero voi!”
Stavamo per rispondergli qualcosa, ma lui gridò contro Drinian: “Invertite la rotta. Dobbiamo andarcene o lei ci ucciderà.”
Caspian confermò: “Sì, ora abbiamo la spada. Torniamo a Ramandu.”
Di nuovo il Lord strillò: “Non pensate a niente! Se qualcosa di terrificante attraverserà le vostre menti lei farà in modo che prenda vita.”
Edmund rise un attimo: “Come no! Non esiste nemmeno quello che sto pensando!”
Appena terminò la frase, uno scossone alla nave rischiò di farci cadere tutti.
Chiesi subito: “Edmund, a cosa stavi pensando?”
Lui capì di aver commesso un grosso sbaglio e corse al parapetto: “Oh no. Sono un vero idiota.”
Una figura uscì dall’acqua e si alzò su di noi in tutta la sua altezza: un serpente marino più alto dell’albero maestro della nostra nave, senza occhi e con una bocca enorme da cui spuntavano più file di denti aguzzi.
Edmund si ritrovò faccia a faccia con il mostro che lui stesso aveva immaginato, la sua prima reazione fu di rimanere pietrificato dalla paura.
Il serpente lo mirò e partì con la testa con l’intenzione di divorarlo. Caspian gridò: “Papà, attento!”
Lui non riusciva ancora a muoversi, ma Caspian lo portò in salvo buttandosi su di lui.
Gli uomini dell’equipaggio si diedero un gran daffare nel lancio di frecce, lance e spade, senza però ottenere risultati, la pelle del serpente sembrava corazzata.
Per un’oscura ragione, ad un certo punto il serpente puntò su di me, e nonostante la mia prontezza nello scattare di lato, riuscì a colpirmi di striscio e a scaraventarmi contro l’albero maestro.
Edmund accorse subito al mio fianco: “Vera!” Mi sollevò in braccio e avvisò Caspian: “La porto sottocoperta. Ha bisogno di cure.”
Spalancò la porta della cabina di Lucy con un calcio. Lei ci corse incontro: “Cosa le è successo?”
Lui mi posò sul letto: “Il serpente. Credo sia solo svenuta ma non ne sono certo. Ha battuto di schiena contro l’albero.”
Lucy tastò le mie ossa sia sul torace che sulla schiena: “No, non ha niente di rotto. Quando si sveglierà sarà un po’ ammaccata ma non è nulla di grave. Ma di quale serpente parlavi?”
“Lucy, io torno sopra, devo sconfiggere quel mostro.”
 
Corse come una furia per arrivare al ponte, quindi sguainò la spada e disse con tono di sfida: “Vieni  a prendermi. Non ho più paura di te.”
Il serpente non se lo fece ripetere e lo inseguì per tutta la nave. Questa volta, Edmund lottò come un vero guerriero per tentare di ucciderlo.
Io, essendo svenuta, mi persi il combattimento, ma una parte di me è come se fosse stata accanto a lui per tutto il tempo, perché nella mia mente vedevo delle immagini in cui lui combatteva, dava ordini all’equipaggio, si muoveva in sintonia con Caspian.
Eustace venne accidentalmente colpito dal Lord, che gli aveva lanciato contro la propria spada in un momento di follia, perciò fu costretto a ritirarsi dalla battaglia. Volò via, lasciando tutti senza speranze. Ormai, tutto sembrava perduto.
Pronto a sacrificarsi pur di vincere, Edmund salì in cima alla testa di drago che decorava la prua della nave e sfidò il serpente faccia a faccia: “O io o te, mostro.”
Il serpente si aprì come un mantello composto da migliaia di serpenti, il cui centro componeva un volto ben noto.
Edmund rimase sbalordito: “Jadis. Sei tu l’autrice di questo.”
Il volto si staccò dal serpente  e prese lentamente sembianze umane da capo a piedi. Con il suo inconfondibile sguardo di ghiaccio, provò ancora a tentarlo: “Mio Edmund. Io posso darti tutto ciò che desideri. Nessuno ti comanderà più. Insieme governeremo su tutta Narnia.”
“Non ti crederò mai, brutta strega. Io ho già tutto quello che desidero.”
“Oh sì, povero sciocco! La ragazza che hai sposato a Narnia e che stavi per sposare nell’altro mondo. Ti ricordi quando ti ha tradito? Sì che lo ricordi! Hai sofferto parecchio! Mio caro, ho una notizia per te. Lei ti ha tradito una volta e ti tradirà ancora.”
Edmund urlò isterico: “Non è vero!”
“Lo farà. Finché ci sarà Peter lei non sarà mai completamente tua. Lo ha ammesso lei stessa! Se vieni con me, ti libererai sia di lei che di lui. Io non ti tradirò mai.”
La forza psicologica di Edmund era al limite. Le lacrime gli scendevano dagli occhi, le braccia gli tremavano per lo sfinimento.
Fu un attimo, la sua spada d’argento si illuminò di azzurro e gli ridiede la forza di andare avanti. Con un fendente ben assestato, squarciò il ventre di Jadis, creando una sorta di esplosione. Il corpo della regina ritornò un cumulo di serpenti, che poco alla volta si dissolsero e il serpente gigantesco fece altrettanto dopo essere caduto in mare con un tonfo. 
  
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