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Autore: Christi    20/10/2015    3 recensioni
Tre ragazze e cinque ragazzi nella soleggiata Los Angeles.
Un'estate appena iniziata, che aspetta solo di essere vissuta.
Genere: Comico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlos, James, Kendall, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L.A. Baby!
Chapter Thirteen
Over Again.



Bekie rise per l'ennesima volta, mentre il ragazzo davanti a lei, cercava invano di disegnare. 
-Smettila di ridere- borbottò Logan, posando la matita sul tavolo. -Sono negato, non ci riuscirò mai- continuò, posando lo sguardo su quello che doveva essere un gatto. Era da circa mezz'ora, che cercava invano di disegnare un gatto e sinceramente non sapeva nemmeno per quale assurdo motivo lo stesse facendo.
-Sembra- Rebecca trattene le risate -Un, un albero- rise di nuovo, mentre Logan incrociava le braccia al petto.
Erano le prime ore del pomeriggio e Logan stentava ancora a credere di essere rimasto da solo con Rebecca, a casa sua.
Aveva parlato con James e Carlos, spiegando al latino di essersi preso una bella cotta per la sorella e che no, non poteva fare a meno di innamorarsi ogni giorno un po' di più. 
Solo dopo aver promesso che si sarebbe impegnato nel non ferire Rebecca e a trattarla come una principessa, Carlos gli aveva sorriso, augurandoli buona fortuna. Ed ora, averla davanti a se, che rideva allegra, lo faceva sentire veramente al settimo cielo. 
-Logan- 
La voce della ragazza lo riportò sulla terra e non poté fare a meno di sorridere, non appena si rese conto che entrambi si stavano fissando, senza battere ciglio.
Logan non si era innamorato troppo spesso e trovava che l'amore, non era affatto un gioco da ragazzi. 
Ma quando aveva rivisto Bekie dopo tanti anni, il cuore aveva preso il controllo su tutto il resto del corpo e non aveva potuto fare a meno di lasciarsi andare all'amore. 
-Bekie- 
Lei sorrise e Logan sentì il cuore accelerare. Sorrise di se stesso. Nemmeno con Ashley Deil, la sua prima cotta delle superiori, si sarebbe comportato così. 
-Non pensi sia assurdo?- domandò Logan e Bekie aggrottò le sopracciglia.
-Insomma devo dirtelo- continuò, portando le mani al viso. -Tuo fratello mi ucciderà- 
Bekie sorrise. Stava succedendo. Il ragazzo di cui era innamorata da ormai un bel po', finalmente, stava per fare la sua dichiarazione. 
-Facciamo così- parlò lei, sorridendo. -Se lo dico io per prima, mio fratello non potrà arrabbiarti con te- 
-Dirmi cosa?-
-Che mi sono innamorata di te, LogieBear- scherzò lei, sorridendo. 
Logan sorrise a sua volta, prima di afferrare la mano della ragazza davanti a lei. 
-Oh, anche io, anche io credo di essermi innamorato di te- sussurrò lui. 
Passò un secondo. Le labbra di Bekie sfiorarono lentamente quelle di Logan ed entrambi capirono di non aver sbagliato nulla.
Bekie aveva fatto la scelta giusta nel tornare dall'Italia e Logan non aveva errato nel rischiare la vita spiegando la situazione a Carlos. 
Ne era assolutamente valsa la pena. 
-Tuo fratello ci ucciderà- sussurrò Logan, sorridendo, mentre stringeva a se Rebecca. 
-Devo ammettere che per la prima volta, la cosa non mi spaventa- scherzò lei, prima di poggiare di nuovo le labbra dando a Logan un secondo bacio.
E ne era sicura, ne avrebbe perso il conto.




Ogni volta che le veniva detto che il grado di sopportazione di dolore nei ragazzi era minore rispetto a quello delle ragazze, scuoteva la testa divertita ma non dava molto peso alla questione. 
Solo adesso si rendeva conto di quanto fosse vero. 
Suo fratello era sempre stato un po' esagerato quando si parlava di febbre ed era vero, per lui una semplice febbricella sul trentasette e due diventava quasi mortale. Ma non si era mai approfittato della situazione ed aveva continuato a svolgere le semplici attività casalinghe indispensabili. 
Ma in quei due giorni aveva veramente esagerato. 
-Chris- 
La ragazza si voltò di scatto, fulminando il fratello, sdraiato sul letto. 
-Dimmi- sbilò, cercando di mantenere la calma. Quante volte l'aveva chiamata quella mattina? Ne aveva perso il conto. 
-Puoi portarmi un bicchiere d'acqua?- 
Christina posò il panno sulla scrivania del fratello e sbuffò, prima di sorridere ed annuire. 
Si avviò verso la porta, prima di bloccarsi sentendo di nuovo il fratello parlare. 
-Oh e, emh, anche un po' di frutta, sorellina- 
-Tagliata anche a pezzettini?- borbottò lei con tono sarcastico. 
-Potresti?- 
Christina spalancò gli occhi prima di voltarsi verso il fratello. 
Kendall le sorrise, sdraiato sul letto. La benda che portava al naso lo rendeva maledettamente buffo e Christina sapeva che non sarebbe riuscita ad arrabbiarsi con lui. 
-Certo fratellone, te la porto subito- 
La ragazza si incamminò per il corridoio, prima di raggiungere le scale e scenderle lentamente. 
Scosse la testa, quando il pensiero di dire qualcosa al fratello le attraversò la mente. I loro genitori sarebbero arrivati da un momento all'altro e l'ultima cosa che desiderava in quel momento era litigare con lui.
Afferrò un piatto dallo scaffale superiore della cucina e un arancia, iniziando a tagliarla con calma. 
Il campanello, seguito dallo squillo del telefono fisso la fece sussultare ed una fetta d'arancia cadde rovinosamente a terra. 
-Dannazione- sussurrò fra i denti, raccogliendo velocemente lo spicchio e correndo veloce verso il salotto. 
Afferrò il telefono ed aprì la porta in meno di due secondi. 
Rispose al cellulare con uno sbuffo, mentre sorrideva alla vista di Alexandra e James, sulla porta. 
-Oh, ehi, papà- disse, mentre i due ragazzi entravano in casa. -Sì, va, va benissimo, ci vediamo dopo- 
Christina lanciò il telefono sul divano, dopo aver chiuso e sorrise ad Alex e James che a loro volta le sorridevano divertiti.
-Kendall è su in camera, e fammi un favore portagli questi- 
Christina sparì per un attimo in cucina, tornando subito dopo con un piatto di fette d'arancia e zucchero ed una bottiglietta d'acqua. 
Alexandra le sorrise prima di afferrare i due oggetti e sparire per le scale. 
-E tu- Chritsina si rivolse a James -Abbracciami- 
James ridacchiò divertito, prima di aprire le braccia e lasciare che Christina si buttasse fra di esse. 
-Ti sta facendo impazzire non è vero?- domandò James, lanciando un'occhiata alle scale, riferendosi a Kendall. 
Christina si limitò ad annuire, mentre James si sedeva sul divano, tenendola vicina. 
-Noah e Joe sono arrivati a New York stanotte, mi hanno mandato un sacco di foto- iniziò James, facendo sorridere Christina. Ricordava ancora l'espressione di Joe quando Noah le aveva mostrato due biglietti aerei per New York. Sarebbero stati via per tutto il week-end ed era felicissima per loro. 
-Logan e Bekie erano a casa, l'ultima volta che li ho sentiti- 
-Hai parlato con Carlos?-
-Si è lasciato convincere- scherzò James -Anche se inizialmente non era molto contento all'idea che sua sorella potesse in qualche modo piacere a Logan e che lui potesse corteggiarla-
Christina batté le mani divertita. -Missione quasi compiuta- sussurrò James, prima di lasciarle un bacio a fior di labbra. 
Esattamente nello stesso momento, Alex aveva fatto la stessa cosa, prendendo Kendall di sorpresa. 
-Sei comodo?- domandò la ragazza subito dopo, sistemandosi accanto a lui sul letto. Kendall la teneva stretta a se con un braccio, mentre lei aveva adagiato la testa sul suo petto. 
-Mhmh- rispose lui, baciandole la testa -Mai stato meglio- continuò, facendo ridacchiare la fidanzata. 
-Alex devo parlarti di una cosa- 
La voce di Kendall aveva spezzato il breve silenzio che si era creato fra i due. 
Alexandra aveva alzato gli occhi, scontrandoli contro quelli verdi del suo ragazzo. 
-Sarei dovuto partire per l'Europa il prossimo week-end- 
Alexandra si tirò su di scatto e Kendall si sistemò, poggiando la schiena al muro. 
-Era un progetto che, che avevo da mesi. Sai, io e la mia chitarra, in viaggio in cerca di successo- borbottò quasi imbarazzato -Avrei visitato tutte le capitali europee, sarei stato via due mesi, per diventare qualcuno- 
Esitò, fissando la ragazza. Passò una mano nei capelli. -Prima di venire da te, il giorno che, insomma, hai capito- si grattò la nuca imbarazzato, quasi il loro primo bacio fosse il suo segreto più prezioso -Prima di venire da te ero distrutto dall'idea che avrei dovuto rinunciare a quel viaggio per te- 
Alex si sentì in colpa, e portò istintivamente una mano al cuore. Kendall sembrò accorgersene e le prese le mani, iniziando ad accarezzarle. 
-Ma poi- continuò, tranquillizzandola -Mi sono reso conto che non ho bisogno di diventare qualcuno per loro- si bloccò, sorridendo timidamente -Tutto quello di cui ho veramente bisogno è di essere qualcuno per te- 
Kendall non riuscì nemmeno a concludere la frase che Alex era scoppiata in una risata divertita e l'aveva baciato senza pensarci due volte. 
Fu il rumore del campanello e il richiamo di Chris a far staccare a malavoglia i due, dopo qualche minuto. 
-Mi dispiace- sussurrò Kendall, accarezzando per un'ultima volta il viso della fidanzata. 
Alexandra sorrise, prima di uscire dalla camera ed uscire dal retro. 
Kendall respirò profondamente prima di scendere le scale. 
Si fermò al penultimo gradino e cercò con lo sguardo sua sorella, seduta sul divano. Le sorrise, cercando di rassicurarla, ma per tutta risposta lei abbassò gli occhi e si lasciò sfuggire un colpo di tosse. 
Le sagome che fino a quel momento Kendall aveva fissato si voltarono e il biondo sentì la terra mancargli sotto i piedi. 
Gli occhi verdi del padre e quelli azzurri della madre lo fissavano, in religioso silenzio. 
Kendall provò un'insolita sensazione allo stomaco, nel riconoscere i visi dei genitori, che ormai non vedeva da anni. 
Camminò lentamente verso il divano e pochi attimi dopo essersi seduto, sentì la mano della sorella cercare la sua. Kendall la strinse, prima di lanciarle uno sguardo e sorridere. 
Christina ricambiò pacatamente il sorriso, prima di spostare lo sguardo sui genitori. 
Il silenzio nella stanza era calato velocemente e sembrava che nessuno volesse interromperlo. 
-Allora- la voce del signor Schmitd, Kent, ruppe il silenzio tremando. Christina e Kendall lo fissavano e l'uomo poteva sentire lo sguardo della moglie puntato su di lui. 
-Come va, ragazzi?- domandò. 
Christina si limitò ad alzare le spalle, mentre rispondeva con un sorriso allo sguardo gentile della madre, fresca di chirurgo. 
-Tutto bene papà, grazie- prese la parola Kendall -E a voi- 
-Oh benissimo- lo sguardo di Kent si illuminò ed il sorriso sul volto di Kathy, quasi spaventò i fratelli. 
-E portiamo grandi notizie- continuò il padre. 
Christina impallidì. Quella frase non le piaceva affatto. 
-La nostra azienda sta andando a gonfie vele e Kendall- spostò gli occhi sul primogenito, e quest ultimo si irrigidì sul divano -Sono giunto alla decisione di affidare parte del lavoro a te- 
Christina sentì la mano del fratello lasciare la sua, ed abbassò lo sguardo. 
-Siamo qua ad annunciarvi che Kendall otterrà a breve il titolo di vice direttore della Schmidt Immobiliare che si è trasferita anche all'estero- Kent sorrise di nuovo al figlio. 
-Oh che stupido- parlò dopo qualche attimo l'uomo, battendo una mano sul ginocchio. 
-Il tuo studio avrà sede a Parigi, Kendall. E' già tutto pronto, dovete solo preparare le valige- sorrise suo padre in conclusione. 
Kendall spalancò gli occhi, prima di spostare lo sguardo sulla sorella, che fissava il padre sbalordita. 
-Parigi? Papà ti rendi conto cosa ci stai chiedendo?- 
La voce di Christina fu interrotta dallo sguardo ammonitore del padre. 
-Tesoro- fu Kathy a parlare qualche attimo dopo -La capitale dell'amore, della moda! Sono sicura che te ne innamorerai subito- sorrise rivolta alla figlia. 
Kendall fece per ribattere, ma la voce del padre lo bloccò -Non voglio sentire lamentele Kendall. Ti devi impegnare, come primogenito ed unico figlio maschio, a mandare avanti l'azienda del tuo bisnonno. Sapevi che sarebbe arrivato questo momento- 
Kendall si alzò in piedi e strinse i pugni, sovrastando il padre, ancora seduto. 
Christina gli sfiorò la mano, tentando di calmarlo, ma lui la scostò, continuando a fissare il padre. 
-Al Diavolo- sibilò con rabbia fra i denti, prima di voltarsi ed imboccare velocemente le scale, per sparire al piano di sopra. 
Christina si ritrovò da sola e non poté non abbassare lo sguardo quando sentì una porta sbattere. 
-Partirete fra quattro giorni- parlò il padre qualche attimo dopo, già sulla porta. 
Christina si concesse il tempo di osservare i suoi genitori in silenzio, dopo così tanto tempo. 
Suo padre era vestito in maniera elegante e i suoi occhi verdi sembravano dolci. I capelli brizzolati erano pettinati a spazzola. Era ancora un uomo affascinante, pensò lei con una punta di rimpianto. 
Sua madre accanto a lui, aveva l'aspetto di una ventenne. I lunghi capelli biondi, le ricadevano in boccoli sulle spalle, ed il viso truccato dimostrava una felicità vana. 
-A presto tesoro- 
La madre le accarezzò il viso prima di chiudere la porta dietro le sue spalle. 
Fu nel silenzio del salotto, qualche minuto dopo, che Christina si lasciò andare alle lacrime, seduta contro la porta. 
Non ricordava quanto sarebbe stato doloroso.
Era come un pugno allo stomaco, avere la consapevolezza che a breve avrebbe perso tutto di nuovo. 
Ed avrebbe dovuto ricominciare tutto, di nuovo. 



 
Chris' corner
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH
Okay, non so con quale coraggio mi ripresento qua. 
SCUSATE IL RITARDO OH MIO DIO MI FACCIO SCHIFO DA SOLA.
Non so, come faccio a chiedervi scusa? Non c'è modo, insomma, più di un mese. 
E non ho altra giustificazione che non sia l'inizio della scuola e la fine del mio tempo libero. 
Quindi chiedo veramente SCUSA a tutti i miei lettori che forse mi credo morta ma che comunque mi hanno aspettato. 
Davvero, vi chiedo perdono. Dio, mi faccio così schifo. 
Il capitolo è quello che è, e chiedo perdono anche per questo.
E' diciamo un capitolo di passaggio in cui avviene una cosa bella (Miri, non ringraziarmi) ed una un po' più brutta. Sapete che le cose non possono essere sempre rose e fiori, perciò non odiatemi. 
Quindi che dire?
RINGRAZIO TUUUUTTI I MIEI LETTORI ed in particolare quei due ANGELI che hanno recensito:
Arcadia_
Sempreverde03

GRAZIE INFINITE, io, davvero, non so come farei senza di voi. 
Ora dato che devo correre a recensire un sacco di storie, vi lascio.
Vi prego di lasciarmi una piccola recensione e chiedo davvero il vostro perdono. 
Con tutto l'amore del mondo,
Chris
   
 
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