Serie TV > I Cesaroni
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Autore: kibachan    19/02/2009    3 recensioni
mio primo tentativo di fic sui Cesaroni. adoro Rudi e Alice e questa fic parla di loro. di loro che si punzecchiano ma si difendono, che si voglioni bene anche se professano l'esatto contrario. Io ce li vedo benissimo come fratelli più che come fidanzati come spera qualcuno, quindi avverto che questa non sarà una storia d'amore. ps: aggiornerò circa un cap alla settimana. recensite!!!
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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In cortile Alice fingeva di ascoltare le raccomandazioni che Jolanda le stava facendo, soffermandosi invece a sbavare alla bellissima vista di Umberto che rideva coi suoi amici a circa 10 km di distanza da loro. Jolanda si bloccò accorgendosi di colpo dell’aria assente della sua migliore amica. Incrociò le braccia con aria canzonatoria.
“si e quindi Alice, come ti stavo dicendo, penso che Rudi sia fighissimo spogliato” buttò li con tono piatto.
“ahan.. sono d’accordo” rispose senza neanche girarsi Alice. Poi un secondo dopo si rese conto dello scambio di battute appena avvenuto “SCUSA COME HAI DETTO??”
Jolanda scoppiò a ridere
“ecco vedi? Era per provarti che non mi stavi a sentire..” le disse con  finto tono di rimprovero.
Alice assunse una aria angelica
“perdonami Jo… e che” buttò li un lungo sospiro “lui è così bello…” aggiunse trasognata.
“si ma non è possibile che per attirare la tua attenzione devo schifarti con frasi assurde su tuo fratello!” incalzò l’amica.
“hai ragione scusa… e comunque FRATELLASTRO prego!” precisò sputando quella parola come un insulto.
“ma finiscila!” la canzonò Jolanda dandole una spinta al braccio “tanto lo so che anche se fai così ti sei affezionata!” aggiunse.
“ma che stai scherzando?!” ribatté Alice “ma se mi sto guadagnando un posto in paradiso solo per sorbirmelo tutti i giorni h24!!”
Jolanda fu colta da una nuova crisi di risate.
“s-senti…” boccheggiò quando si fu ripresa “adesso spiegami meglio sta cosa della gelosia.. come intendi far sapere ad Umberto del tuo appuntamento al buio?” le chiese.
“non vedevo l’ora che me lo chiedessi!!” ammise Alice con un gridolino eccitato “dunque allora….”

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“allora tutto chiaro?” ripeté Rudi per la decima volta “quando Alice va dal suo spasimante..”
“si, si afferrato. Noi facciamo macello così la Zuppanti non ti vede..” lo interruppe Lorenzo
“e tu vai a fare le foto compromettenti” concluse il piano Budino.
“su, basta ripeterti Rudi! Che sennò… diventi noioso!” si lamentò Lorenzo. Tutte le volte che si scaldava, il suo accento del nord si evidenziava in maniera irritante.
Rudi non fece in tempo a rispondere all’amico per le rime, perché la professoressa entrò marciando in classe, con la sua solita camminata isterica, e un tonante:
“SEDUTI!!” che fece tremare i vetri.
Ciò che fece cominciare ad agitare i famosi tre dell’ultima fila, non erano però le urla della loro prof di lettere, quanto piuttosto il fatto che, a quarta ora largamente cominciata e prof in classe, Alice non fosse ancora rientrata.
“ma porc.. si vede che è andata direttamente all’appuntamento!” soffiò Lorenzo avvicinandosi ai compagni.
“niente panico… piano B!” rispose Rudi iniziando a rovistare nello zaino alla ricerca della macchinetta digitale.

“signorina Bellavista!” trillò la professoressa all’indirizzo di Jolanda “posso sapere che ne è stato dell’altra parte del duo del gatto e la volpe?? Dov’è Alice Cudicini?? Prima c’era!”
“è in bagno professoressa..” rispose la ragazza con voce angelica.
Mentre la Zuppanti si lanciava in una predica sul fatto di andare al bagno all’inizio e non alla fine della ricreazione, Rudi si gettò la digitale nella tasca dietro dei pantaloni e scattò in piedi. Doveva accelerare i tempi o sarebbe arrivato al piano del liceo a cose finite.
“Rudi Cesaroni..?” trillò la Zuppanti nel vederlo in piedi “che stai facendo di grazia??”
“eeeeee… professoressa… io devo andare in bagno!” buttò li.
“pure tu?! ma che siete collegati tu e Alice??” risatina di sottofondo. Principio di imbarazzo sul viso di Rudi. “non se ne parla.. seduto!”incalzò la donna.
“ma professoressa Alice ce l’ha mandata!” ribatté il ragazzo imperterrito.
“a voler essere precisi.. il permesso se l’è preso da sola...” puntualizzò la Zuppanti “e poi se dico no è no!! Non insistere!” aggiunse con una sempre più crescente nota di isterismo nella voce.
“prof.. o al bagno, o qui” sentenziò Rudi mettendo mano alla zip dei pantaloni facendo scoppiare a ridere mezza classe.
La donna assunse tutte le tonalità del rosso e del viola per poi urlare “PER CARITA’!! VA BENE VAI VAI!!”
Il ragazzo sorrise malefico e prese di corsa la porta mentre la Zuppanti lamentava l’avanzare del solito esaurimento nervoso.

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Rudi aveva fatto tutte le scale e i corridoi di corsa e, una volta arrivato davanti alla porta del bagno del liceo, si prese un attimo per tirare il fiato nel corridoio deserto.
Quindi armò la sua digitale, preparò il sorriso da schiaffi da mostrare ad Alice insieme alle foto, e si affacciò dalla feritoia della porta leggermente socchiusa.
Ciò che vide però non era neanche lontanamente quello che si aspettava. Uno spettacolo che gli fece ghiacciare il sangue nelle vene: Alice era lì, con due ragazzi di almeno due anni più grandi. Uno le teneva una mano premuta sulla bocca, e l’altra a bloccarle le braccia dietro la schiena. l’altro ragazzo le stava passando a forza le mani sotto la camicia. Alice tentava di divincolarsi ma sembrava non ce la facesse neanche ad urlare.
Rudi, incredulo, ci mise un paio di secondi a capire cosa stava succedendo. Fu quando vide il tipo davanti ad Alice infilarle le mani sotto la gonna, tra le cosce, che il cervello gli andò completamente fuori servizio, e senza neanche pensare a quello che faceva, spalancò la porta entrando a valanga nel bagno.
“OH! TOGLIETE LE MANI DI DOSSO A MIA SORELLA BRUTTI SCHIFOSI!” urlò afferrando quello di spalle  e strattonandolo via da Alice.
Colpì l’altro di sorpresa con un pugno, facendogli mollare la presa e barcollare un po’ indietro.
Alice rimase immobile. Come sotto shock a fissare i tre terrorizzata.
Il primo dei due aggressori colpì Rudi con un pugno, mentre l’altro invece si ritirava mantenendosi il naso sanguinante.
Sotto gli occhi della ragazza la rissa durò qualche istante… poi si concluse con la ritirata del liceale.
Rudi, anche se più piccolo, menava forte. Un’eredità dei geni di Giulio.

Nel bagno calò il silenzio. Interrotto a tratti dal respiro affannoso di Rudi, che voltava le spalle ad Alice e fissava la porta. Della serie provaci a rientrare e ti concio.
Il ragazzo si strofinò la mano sullo zigomo offeso dando tempo allo stress da adrenalina di scemare, e al contempo cercando il coraggio per guardare in faccia Alice dopo quello che era successo.
Ora stava ricostruendo nella testa gli ultimi minuti, in cui era stato solo accecato dalla rabbia.
Aveva inavvertitamente beccato due tizi che stavano per….. non voleva pensarlo… stavano… mettendo le mani addosso ad Alice. Alla sua Sardina. Lui era entrato, li aveva fermati, e li aveva pestati. Quasi. Bhè… si trovò a sperare di avergli fatto almeno un po’ male.
Ora il fatto di non sentire la vocetta irritante di Alice che faceva qualche commento sul suo comportamento… se si credesse, che ne so, Batman o qualcosa del genere, lo preoccupava non poco. Il suo silenzio soffocato.. lo uccideva.
Si costrinse a forza a voltarsi.
“Alice! Come stai??” le disse con tono concitato andandole incontro.
Nessuna risposta.
“Alice..” la chiamò di nuovo, sfiorandole la spalla. Cercando di risultare rassicurante.. e di ignorare il modo in cui lei tremava… e stava zitta.
Impresa a dir poco titanica per un tredicenne poco sensibile e pure un po’ imbranato.
“Alice mi rispondi?? Si può sapere che è successo??” le chiese ancora a voce più alta.. e poi senza riuscire a trattenersi sbottò “ti prego dimmi almeno che le tue mutande sono ancora al loro posto!”
lei non rispose e non si mosse.
Però l’occhio di Rudi cadde sulla sua vita. Dal bordo della gonna poteva veder spuntare l’elastico delle sue mutandine di Dolce&Gabbana, proprio come quella mattina.
Si lasciò sfuggire un impercettibile sospiro di sollievo, non volendo domandarsi cosa avrebbe fatto se la risposta alla sua domanda di prima fosse stata: no.
“senti ma si può sapere perché non hai fatto niente?” sbottò di nuovo lui che, non capiva perché, ora si stava pure arrabbiando. “cioè, insomma… mi pare che a Budino gli hai fatto mangiare la polvere l’anno scorso!” insistette “e perché adesso non ti sei difesa???” si stava ancora domandando come mai la stesse sgridando.
S’ero messo una paura cane… ecco perché. Ora capiva perché suo padre, tutte le volte che gli diceva di essersi preoccupato per lui, gli urlava addosso.
Lei tuttavia non mosse neanche un muscolo. Neanche alzò gli occhi da terra.
“senti.. vado a chiamare Stefania ok?” disse ancora lui con tono più dolce.
Fece per voltarsi, ma in quel momento Alice scattò e gli afferrò il braccio trattenendolo.
“no” disse solo con voce strozzata “ti prego no. non chiamare.. nessuno” ripeté.
Rudi si girò di nuovo di fronte a lei.. guardandola come a chiedere allora cosa doveva fare..
La ragazza alzò gli occhi a guardarlo.. e le si riempirono di lacrime.
Scoppiò a piangere sommessamente, facendo cadere la fronte sulla spalla di Rudi e abbracciandolo strettissimo intorno alla vita.
Il ragazzo era terrorizzato. Non aveva idea di come comportarsi con una Sardina in quello stato.
La sentiva singhiozzare. Le sue spalle sussultavano appena.
Non sapendo cosa fare ricambiò l’abbraccio.. un po’ timidamente.
La sentì stringersi a lui ancora di più… perciò immaginò che andasse bene, e l’abbracciò in maniera più convinta accarezzandole la testa.

“erano in due” la sentì gemere dopo un po’ “mi hanno colta di sorpresa…” gli stava spiegando cos’era successo “mi hanno afferrata talmente in fretta che non ho capito nemmeno cosa succedeva” disse ancora lei “ho avuto paura… ho avuto paura… mi dispiace..” disse infine. La risposta alla sua domanda sul perché non si fosse difesa da sola. Adesso Rudi si sentiva un vero schifo ad averle urlato poco prima.
“ti prego Rudi non lo dire a nessuno!” proruppe Alice di colpo con più vigore nella voce, ma senza staccarsi dalla sua spalla. “non lo dire a nessuno, non lo dire a nessuno di quello che è successo! Ti prego, faccio tutto quello che vuoi ma non lo dire a nessuno!!”
inconsciamente la strinse di più.
“non lo farò!” rispose in fretta per farla smettere di supplicarlo “non lo dirò a nessuno lo giuro.. e tranquilla… una volta ogni tanto te lo tengo anche gratis un segreto.” Aggiunse sperando di farla ridere…. Anche arrabbiare gli sarebbe andato bene. Ma non ottenne nessuna delle due cose.

Alice smise di piangere dopo qualche minuto. Rudi la allontanò da se di un passo, e distolse fulmineamente lo sguardo da lei quando notò che la sua camicia era completamente aperta sul davanti, i bottoni erano stati strappati dalle loro sedi.
La ragazza sembrava più tranquilla, ma nonostante ciò non pareva far caso alla situazione in cui vertevano i suoi vestiti… -altrimenti mi avrebbe già ammazzato..- si ritrovò a pensare Rudi.
Il ragazzo si spremette le meningi per qualche istante. Non potevano tornare in classe così.. e poi Alice non sembrava in grado di seguire l’ultima ora, in quelle condizioni.
“senti… vuoi che andiamo a casa?” le chiese.
Lei si limitò ad annuire.
“ok! Perfetto! fuori un ora prima! Non è splendido?” incalzò Rudi sorridendo ma non ricevendo ancora risposta. “si però… direi che non puoi andare in giro così” continuò imperterrito il suo monologo “tò… ti presto questa.. si chiama Pietro* però, chiaro?” aggiunse sfilandosi la maglietta a maniche corte che portava sopra a quella a maniche lunghe.
W la moda del vestirsi a strati e chi l’ha inventata.
Alice afferrò soprappensiero la maglietta che Rudi le porgeva, la poggiò sul lavandino, e si tolse con uno scatto la camicia rovinata. Rudi fece un balzo dalla sorpresa e si voltò di scatto
“oh sei matta! Dammi almeno il tempo di girarmi!” le disse in imbarazzo.
Lei lo ignorò deliberatamente.
Quando ebbe finito aspettò che il ragazzo di decidesse a guardarla di nuovo e poi gli rivolse un debole sorriso.. sperava di tranquillizzarlo un po’… anche se lei si sentiva tutt’altro che bene.
Tuttavia parve sufficiente a far tirare a Rudi un sospiro di sollievo.
“su andiamo..” le disse sospingendola fuori dal bagno.
  
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