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Autore: Classicboy    21/10/2015    4 recensioni
Tutti almeno una volta hanno detto che Germania e Italia sarebbero una bella coppia, ma nessuno ha mai davvero pensato che ciò potesse accadere.
Ma se una mattina si venisse a scoprire che il misfatto è stato realmente compiuto?
Come la prenderebbe Prussia? E Ungheria? E America?
Ma soprattutto: come la prenderebbe Romano?!
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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QUANDO LA GERITA DIVENTA CANON

 

 

Germania aprì gli occhi nel suo letto, si stiracchio leggermente e si esibì in un sonoro sbadiglio.

Il suo capo gli aveva concesso un paio di giorni di stacco completo dal lavoro (più che altro glieli aveva imposti, visto che negli ultimi giorni aveva quasi beccato un esaurimento nervoso causa troppe poche ore di sonno) e lui se li stava godendo appieno.

Non sapeva bene perché, però quella mattina stava meglio del solito.

Assonnato si voltò nel letto e si trovò a fissare sorpreso la figura addormentata di Italia al suo fianco. Sorrise. Era proprio carino quando riposava, sarebbe potuto rimanere tutto il giorno lì a fissarlo.

Però continuava a pensare che c'era qualcosa che non andava...

Vabbé , nel frattempo sarebbe andato a mettersi qualcosa addosso, che nudo stava incominciando ad avere un po' di freddo.

Aspetta un attimo!

All'istante il giovane scattò a sedere. Era nudo nel suo letto con affianco Italia nelle sue stesse condizioni, e inoltre nella sua stanza pareva essere appena passato un tornado.

All'improvviso si ricordò di quando, ubriaco, l'altra sera lui e il suo fidanzato segreto si erano dati alla pazza gioia.

“Oh, no. Oh no no no no, così non va bene. Non va affatto bene” mormorò sentendo crescere dentro di sé la voglia di mettersi ad urlare.

In casa in quel momento c'era suo fratello, e non era affatto intenzionato a fargli scoprire nel modo peggiore possibile che lui e l'italiano stavano insieme. Si era impegnato tanto per far tenere nascosta la loro relazione, e non avrebbe certo mandato tutto a farsi benedire in una maniera così stupida. Non era da lui!

In quel momento sentì bussare alla porta e la tanto nota e temuta voce gracchiare: “Ehi West! In piedi dormiglione! Non è da te dormire fino a tardi anche se sei in ferie, stai bene?”

Ludwig andò nel panico e disse l'unica frase che non bisognava mai e poi mai pronunciare quando non si vuole che qualcuno metta piede nella propria stanza: “Non entrare!” urlò.

“Cos...? Bruder, ma stai bene?! Stammi a sentire: ora io entro sia ben chiaro!”

La porta si spalancò mentre il biondo stava ancora urlando “NO!”

Sul viso di suo fratello passò nel giro di pochi secondi una gamma di emozioni in maniera spettacolare.

Inizialmente preoccupato, il volto divenne poi confuso mentre lo sguardo andava a posarsi sul casino che c'era nella camera e al fatto che suo fratello era nel letto nudo assieme ad Italia, dopodiché divenne pensieroso, come se stesse analizzando la situazione, poi incredulo, come se la soluzione a cui era arrivato non fosse possibile, ripassò di nuovo con lo sguardo la stanza e infine assunse un'espressione divertita, spaventata, fiera, imbarazzata e incredula che si tradusse in un elegante...

“Scheiße!”

“N-non è come sembra!”

“Scheiße! Tutto ciò non è affatto magnifico! Tu e Feliciano... ma no, non è possibile... tu e Italia avete appena, appena... oh, sono cos' fiero di te, West! Il mio bruderline alla fine diventato grande! Ah, se ti potesse vedere il nonno... ehm, no. Effettivamente meglio che non ti veda, non in questo stato... però, verdammt! E chi se lo aspettava. Sono stupito. Ora però come facciamo con...”

“Preußen, ti spiegherò tutto più tardi” lo bloccò il minore “Ora però per favore esci e...”

“Ehi, Gil, amigo, va tutto bene?!”

“Mon amì, ti abbiamo sentito urlare, tutto a posto?!”
Ludwig sbiancò: “Mi stai dicendo che ci sono anche Francia e Spagna?” sussurrò mentre il suo viso diventava rosso per l'imbarazzo e la rabbia.

Prussia divenne imbarazzato: “Ehm, sì. Mi dovevo vedere con loro stamattina. Ero venuto a svegliarti per dirti che stavo per uscire. Però ora... scheiße! Siamo nei pasticci, se ti scoprono...”

“No! Non devono farlo!” sussurrò nel panico il teutonico. Già era imbarazzante che suo fratello lo avesse trovato, per dirla all'antica, “con le braghe calate”, ora ci mancava solo che lo vedessero anche i suoi due amici e la sua immagine di nazione dura e implacabile andava a farsi benedire.

“Ehi, amigo sbrigati, dobbiamo andare!” urlò Spagna dal piano di sotto.

Ludwig fece cenno al fratello nel panico di inventarsi qualcosa per mandarli via.

Prussia deglutì, si voltò verso le scale e urlò: “Arrivo ora, ma voi non salite su!”

Germania si colpì la fronte con una mano: ecco suo fratello non aveva fatto altro che complicare le cose come al solito!

Infatti subito si sentirono i passi affrettati delle due nazioni che salivano le scale.

“Prussia che sta succ...?!”

“Mon amì, cosa diavolo...?!”

“M-ma che fate?! Vi ho detto di non...!”

Tutti e tre i discorsi si fermarono non appena lo spagnolo e il francese ebbero la completa visione della camera di Germania con il suo occupante e Feliciano nudi intenti a dormire assieme.

E lì scoppiò il pandemonio.

“¡Por todos los tomates! Che-che diavolo avete fatto?! Quando lo verrà a sapere Romano...! Oh non vorrei essere di certo essere nei vostri panni! Dios mio, Dios mio, Dios mio...!”

“Mon Dieu, ma... ma qui è appena stato consumato l'amour! Oh, io sono davvero, davvero.... Questo è l'evento del secolo!”

Ed anche Gilbert aveva deciso di dare il suo contributo alla situazione, ormai degenerata completamente. Del resto: se non puoi sconfiggerli, unisciti a loro, no?

“West: io sono davvero fiero di te, però ,scheiße, non potevi di essere un po' più discreto?! Santo cielo, e io che pensavo di averti educato bene in questo ambito. Dobbiamo rivedere le basi, ragazzo mio...!”

Nel frattempo, mentre Germania cercava di calmare i tre ragazzi, Feliciano si era svegliato a causa del trambusto e ora stava sbadigliando sonoramente.

Non appena i quattro lo notarono ci fu il silenzio. Italia li guardò confuso per poi sorridere in direzione degli europei e cinguettare: “Buongiorno Spagna, buongiorno Francia, buongiorno Prussia!”

Non pareva essere per nulla scandalizzato dal fatto che lo avevano appena trovato a letto con Ludwig.

Il teutonico si schiarì la voce e disse: “Feliciano, loro ci-ci hanno appena scoperto”

Negli occhi dell'italiano passò prima un'espressione confusa, poi di comprensione ed infine sorrise.

“Oh, era ora!” esclamò stupendo tutti ancora più di prima “Era ora che finalmente qualcuno venisse a sapere della nostra storia. Sai ero davvero stufo di nascondere sempre tutto!”

“Aspettate un attimo!” urlò Gilbert “Mi state dicendo che voi due tenevate nascosta la vostra relazione?!”

“Ve, sì!”

“Italia!” urlò Germania mettendosi le mani di fronte al viso, che aveva assunto tutte le tonalità di rosso conosciute.

“E da quando?!”

“Mi sembra... otto, nove mesi. Solitamente per quanto riguarda gli appuntamenti li mascheravamo come incontri di lavoro. Invece per incontri più... privati e intimi, ci vedevano uno a casa dell'altro quando mio fratello o Prussia non c'erano”

“Italia, per favore!”

“Che c'è? Lud, me l'ha chiesto, sono tenuto a rispondere”

Nel frattempo ai tre ragazzi era caduta la mascella dallo stupore.

“Nove mesi... Lui, loro per nove mesi... sotto al mio tetto...” biascicò Gilbert.

“Pensò che sto per svenire. Questo è troppo...” mormorò Antonio.

Ma quello che pareva essere più scosso di tutti era Francis. Incominciò a tremare e gli altri due dovettero prenderlo di peso e metterlo a sedere su di una sedia. Prussia prese a fargli un massaggio mentre Spagna gli teneva la mano e Francia stesso si faceva aria con un pacco di documenti.

“Mon Dieu, nove mesi... E io per nove mesi non mi sono accorto di nulla! Per nove mesi è stato consumato l'amour tra il mio fratellino e il rozzo tedesco ed io... io non lo sapevo! Sto invecchiando, tra un po' mi verranno i capelli bianchi e diventerò brutto e pieno di rughe. Anzi, sento già la morte che avanza. Gilbert, Antonio, amici miei: pensate voi al mio testamento! Prendi nota Gil: a Seychelles lascio tutti i miei prodotti di bellezza, quella ragazza ne ha un sincero bisogno; a Monaco invece vanno i miei mobili pregiati, ma si scorda quella cassapanca carina che tengo in camera da letto, quella verrà con me nella tomba. Manca qualcuno? Ah sì: Canda invece riceverà le mie ville. Pensateci voi al resto dei miei possedimenti. E mi raccomando dite ad Arthùr che l'ho sempre amato. Adieù!” e si accasciò sulla sedia.

Dopo qualche attimo di silenzio Feliciano si mise ad applaudire presto seguito dagli altri due membri del BTT: “Ve, fratellone Francia sei sempre un bravissimo attore. Il migliore!”

All'istante il biondo si drizzò in piedi e incominciò lanciare baci ad un pubblico immaginario: “Grazie, Felì, grazie! Mi troverete qui fino a sabato! Vi adoro, grazie!”

Germania nel frattempo assisteva interdetto a tutta la scena. Certo che il suo fidanzato era davvero spensierato: come faceva a non preoccuparsi delle reazioni che avrebbero avuto gli altri a sapere della loro storia?

“Ora però basta!” proclamò Francia interrompendo gli applausi “Adesso abbiamo una cosa molto più importante da fare!”

“E sarebbe?” domandò preoccupato il teutonico, la cui espressione pervertita del francese non prometteva nulla di buono.

“Semplice... questo!” e all'istante tirò fuori il cellulare e scattò loro una foto.

“Oh oh oh oh, vado subito a mostrarla ad Arthùr e agli altri. Di pure addio alla tua immagine, Allemagne” e detto questo fuggì in direzione della porta di ingresso.

“Asp... maledetto!” ruggì Germania.

Nel frattempo lo sguardo di Antonio si era fatto allegro: “Devo essere il primo a portare a Lovino la notizia! Così se mi sverrà di fronte potrò fargli la respirazione bocca a bocca! Ci vediamo!” e scomparve anche lui.

Anche Gilbert pareva eccitato: “A me il blog ed ogni singolo social esistente! Questa notizia va diffusa in rete il più presto possibile. Ah, sorridete!” fece anche lui una foto “Perfetto! E guai a voi se osate disturbarmi, il magnifico sarà al lavoro!” e se ne andò. Ludwig sentì la porta della camera del fratello che sbatteva e la chiave girare nel lucchetto.

Il silenzio tornò a regnare incontrastato nell'enorme casa, interrotto solo di tanto in tanto dagli uccelli che cinguettavano fuori dalla finestra.

Germania non ci voleva credere: era finita! Presto tutto il mondo avrebbe saputo della sua storia segreta, e allora per lui sarebbe stata la fine.

Apparentemente ignaro dello stato d'animo del biondo, Feliciano si stiracchiò e si buttò addosso a Ludwig come un gatto, sorridendo: “Ve, Lud, ho fame! Andiamo a fare colazione, ti va?”

Il tedesco lo fissò sorpreso per un attimo prima di sorridere a sua volta: “Va bene, Feliciano. Dovrei anche avere da qualche parte la spremuta d'arancia fresca che ti piace tanto”

Tra un po' la sua vita sarebbe stata completamente rovinata, pertanto tanto valeva passare i suoi ultimi momenti felici con il suo fidanzato.

 

Austria faceva danzare le dita lungo la tastiera del pianoforte.

Ah, quanto adorava suonare. Per lui la musica (quella classica di Chopin, Beethoven e Mozart, perché quella robaccia moderna tutta urli e modifiche elettroniche non la si poteva certo definire musica, a suo parere) era qualcosa di celestiale portato sulla terra per alleviare le pene della vita mondana. Ed era certo che quando suonava niente e nessuno potevano interromperlo.

Assolutamente null...

“Oh! Mio! Dio!”

Le dita scivolarono e Roderich fece la più clamorosa stonatura in tutta la sua vita di musicista.

Indispettito si alzò e si diresse in cucina da dove era venuto l'urlo, ansioso di esprimere a parole la sua irritazione per l'inopportuna interruzione. Doveva ammettere però di essere anche un po' preoccupato: Ungheria sapeva bene che quando provava non ammetteva che si facesse alcun rumore. Pertanto che cosa poteva averla spinta a comportarsi in una maniera del genere?

Affrettò il passo mentre l'angoscia cresceva dentro di lui e orribili immagini si affacciavano nella sua mente.

Arrivato di fronte aprì la porta e urlò in ansia: “Elizabeta, cos'è successo?!”

Vide la castana ferma di fronte al pc, le dita tremanti, il viso atteggiato in una smorfia sconvolta. Con un filo di voce continuava a mormorare: “Non può essere vero, non ci credo...”

Sempre più preoccupato Austria la affiancò, la prese per le spalle e scrollandola le disse: “Eliza, riprenditi! Respira a fondo e dimmi cos'è successo!”

La ragazza parve riacquistare coscienza di sé. Sbattè le palpebre, dopodiché prese il computer e glielo mise di fronte, ordinando con voce imperiosa: “Leggi!”

Il giovane inarcò le sopracciglia, e i suoi dubbi aumentarono ancora di più quando vide che cosa si trovava di fronte agli occhi: “Ungheria, perché mi stai chiedendo di leggere un post sul blog di quel bifolco di Prussia? Non dirmi che è per via di una delle bugie che ha messo on-line che hai urlato? Sinceramente: ti credevo più intelligente e responsabile, e inoltre...”

“Vuoi tacere e leggere?!” urlò la ragazza che in quel momento pareva simile ad un demonio con una chioma castana.

La nazione impallidì e si affrettò a fare come gi era stato ordinato.

Sottovoce prese a leggere, storcendo di tanto in tanto la bocca quanto incontrava certe espressioni usate dall'albino che non gli andavano a genio o errori di ortografia. Arrivato ad un certo punto però sbiancò. Afferrò lo schermo e se lo portò più vicino al viso, come per accertarsi di non aver letto male.

Alla fine alzò gli occhi e col viso bianco come un lenzuolo disse con voce roca: “È sicuramente una balla di quel mitomane”

“No! Anch'io lo credevo, ma guarda!” detto questo la ragazza fece scorrere lo schermo fino a che i due non si trovarono di fronte la foto di una camera da letto nel disordine più totale che ritraeva Germania con la mano alzata nell'atto di fermare il fotografo mentre Italia sorrideva ingenuamente. Ed entrambi erano inequivocabilmente nudi.

Ad Austria cadde la mascella: “Questo è... questo è-è... è...”

“È un sogno che si realizza!” ruggì Ungheria slanciando le mani in aria e guadagnandosi un'occhiata confusa da parte dell'ex alleato.

“Elizabeta, non credo di comprendere che cosa ci sia di così...”

“A me il cellulare: le ragazze devono saperlo subito! E anche Kiku! E anche Feliks! Devo diffondere la lieta novella: la GerIta è canon!” e prese a ridere in maniera maniacale mentre smanettava con l'apparecchio telefonico.

Austria si ritrasse spaventato. Non aveva mai visto la giovane in quello stato, ma era certo che fosse ancora più pericolosa del solito...

 

Giappone se ne stava pacificamente sulla veranda di casa sua a bersi il suo thé mentre guardava i ciliegi in fiore.

Sorrise pacifico mentre osservava un petalo cadere lentamente nel laghetto dietro casa sua.

<< Questa sì che è vita: pace e tranquillità! Nessuna guerra, nessuna riunione stressante, nessuno strano occidentale che ti tartassa. Se solo potessi, rimarrei così per sempre. Ah, che silenz... >>

I suoi calmi pensieri furono interrotti dal cellulare che prese a squillare prepotentemente.

Con un sospiro si alzò e andò a prenderlo. Notò che gli era arrivato un messaggio sul gruppo “Yaoi” da parte di Ungheria -san.

Erano poche parole: “Andate sul blog di Prussia IMMEDIATAMENTE! Siamo ad una svolta epocale!”

Confuso fece come gli era stato detto. Lentamente accese il computer e andò fino al sito dell'albino. Le pupille presero a leggere pigramente le righe.

“... stamattina sono più magnifico che mai, bla bla bla, dovevo uscire con i miei, meno di me ma comunque magnifici, amici, bla bla bla, così sorpreso mi ritrovo mio fratello, il caro West, a letto con Italia completamente nudi nella stanza sfasciata, bla bla bl...”

“Aspetta, cosa?!” urlò Kiku spalancando gli occhi.

In fretta tornò su e rilesse quanto scritto dal prussiano.

Secondo quanto postato non solo i suoi due migliori amici erano stati beccati dopo aver fatto sesso, ma Italia in persona aveva ammesso che i due avevano una relazione clandestina da oltre otto mesi.

Vedendo che c'era anche un appunto che diceva che c'era anche una foto, andò in fretta a vederla e si trovò di fronte la stessa immagine vista da Austria.

Dopo qualche secondo il suo naso cominciò a sanguinare copiosamente mentre pensieri decisamente poco casti passavano per la sua testa.

In quel momento gli arrivò una chiamata. Tamponandosi il naso rispose: “Brondo?”

“Giappone!”

“Underia -sand!”

“Hai letto?”

“Ho fidido adesso”

“Ma che hai? La tua voce è strana”

“Perdonami, emorragia nasale da eccessiva esposizione a Yaoi, ma ora sto meglio”

“Ah, capisco. Ad ogni modo, sai che significa quell'articolo?”

“Ovvio che sì!”

In fretta l'orientale andò in un angolo della stanza e scostò una parte del tatami rivelando tutto il suo materiale di lavoro da mangaka.

“Doujinshi GerIta R18!” urlarono in contemporanea i due attraverso la cornetta mentre gli occhi si illuminavano di milioni di idee.

 

Inghilterra sorseggiò il suo thé con l'ultimo numero del Times aperto di fronte a sé.

“Ah, un po' di pace mattutina: niente rane gracidanti, niente ingrate ex-colonie assillanti, niente fratelli pedanti. Sarà una grande giornata!” si disse sorridendo il biondo.

Presto però dovette ricredersi.

“Angleterré! Angleterré, presto aprimi! Non indovinerai mai e poi mai che notizia succulenta il fratellone ti abbia portato, oh oh oh!” urlò Francia fuori dalla porta premendo in contemporanea e assiduamente il campanello di casa Kirkland.

L'inglese afferrò con forza il pezzo di carta. Come non detto: quella sarebbe stata una giornata nera.

Ormai di pessimo umore andò ad aprire: “Bloody hell, you damn frog! Possibile che mi devi irritare anche a queste ore?!”

Francis lo ignorò e lo scostò facendosi strada dentro la casa.

“Ehi!” protestò Arthur.

“Sht, zitto, mon amour Arthùr. Mi perdonerai le mie scortesie dopo aver visto... questa!” e gli parò di fronte il suo cellulare aperto su di una foto.

Inghilterra alzò le (imponenti) sopracciglia al cielo: “Un'altra delle tue stupide fotografie?”

“Mon amour, prima di criticare: guarda con attenzione”

Stizzito, l'inglese fece come gli era stato detto. Però non appena i suoi occhi registrarono quanto visto, tutta la sua irritazione svanì per lasciar spazio alla sorpresa più pura e genuina.

“Vista?” chiese Francis con un sorriso malizioso.

Il britannico cominciò a boccheggiare. Strappò il telefono dalle mani dell'altro, dopo pochi secondi alzò la testa dallo strumento e mormorò con gli occhi fuori dalle orbite: “ È un bluff. Questo foto è sicuramente un falso...”

“Non non non, mon amour Arthùr. Quello che hai di fronte non è altro che la più pura, limpida e cristallina verità” lo smentì sorridendo Francia.

“Ma-ma...”

“Lo so, è uno schock pensare che il piccolo Felì si sia davvero alla fine messo con quel buzzurro privo di qualsiasi buongusto di Allemagne, però è la verità. Inoltre ho scoperto che in realtà stavano insieme già da molto”

“Che cosa?”

“Ouì ouì! Nove mesi per essere precisi”

“Mi stai dicendo... mi stai dicendo che questi due per ben nove mesi hanno avuto una tresca amorosa alle nostre spalle?! Bloody hell, tutto ciò sembra impossibile!” guardò sospettoso il biondo “Non è che mi stai tendendo un qualche tipo di scherzo con i tuoi amici scemi?”

Francia fece un'espressione profondamente offesa: “Arthùr! Mi ferisce sapere che hai questa considerazione di me! Tutto sta' esattamente come ti ho descritto”

Inghilterra alla fine cedette e prese a guardare di nuovo l'immagine imbarazzante di Germania e Italia seduti assieme nello stesso letto.

Sorrise malefico.

Poco ma sicuro: alla prossima riunione quell'immagine sarebbe stata appesa ovunque nella sala meeting.

Ci avrebbe pensato personalmente.

 

Canada metteva un piede dietro l'altro mentre cercava di radunare le energie per stare dietro al fratello.

Di quei tempi America aveva la fissa per il jogging e lo aveva convinto ad andare ogni mattina a fare un paio di giri assieme per “mantenersi in forma”.

In una situazione normale la cosa non lo avrebbe disturbato più di tanto, però c'era da tener conto che il suo partner era il suo adorato gemello che univa alla corsa il racconto delle sue, presunte, eroiche imprese interrotte solo quando si fermava per sfotterlo o per dirgli che era davvero lento.

Ad un certo punto il cellulare di Alfred prese a squillare (l'inno americano, ovviamente) e lo statunitense si fermò a rispondere con un allegro: “Hello?!” dandogli così tempo per riprendere fiato.

“Oh, hi England! A cosa devo questa telefonata così matti...?” si fermò bruscamente attirando l'attenzione del canadese “No! No, tu mi stai dicendo una bugia! Come sarebbe a dire che... No, aspett... aspett.. wait a minute: cosa vuol dire che ci sono anche delle foto?! Testimoni oculari?! Che testimoni oculari?! Francia, Spagna e Prussia?! Non ci credo... Oh, sì, sì sta pur certo che ci penserò personalmente a occuparmi dei festeggiamenti! Ok, bye, Iggy, bye!” e chiuse la chiamata gongolando.

In quel momento si volto verso Matthew con gli occhi che gli brillavano: “Canada: ho una notizia fenomenale!”

“Di che si tratta?” chiese cauto il biodno.

“Germania e Italia stanno insieme!”

La notizia fu talmente improvvisa e lo colse talmente impreparato che per poco il canadese non caddè per terra.

“È una balla” fu l'unica cosa che riuscì a dire mentre osservava con gli occhi fuori dalle orbite il fratello.

“Ma no! Ecco, guarda: sono sul sito di Prussia e dovrebbero esserci... Ecco qui!” mostrò orgoglioso al fratello l'immagine ormai nota delle due nazioni europee colte sul fatto.

Matthew osservò esterrefatto la scena: “Oh. Mio. Dio” fu l'unica cosa che riuscì a dire.

Dal canto suo Alfred era molto eccitato e l'unica cosa che riusciva a fare era saltellare sul posto mentre continuava a sparare le sue cavolate: “Oh, ma io l'ho detto da subito che si sarebbero messi assieme! Sono la coppia che deve esserci in ogni squadra di supereroi: il forte muscoloso e la lady delicata (sorvoliamo sul fatto che Feliciano sia un uomo)! Inoltre una relazione tra personaggi gay farà aumentare le tiratura! Oh, mi è appena venuta l'idea per il mio prossimo film, adesso devo solo andare da Ludwig e Feliciano e far loro firmare la liberatoria sull'uso di immagine! Oh, Matthie bro: vuoi che te la racconti?! Allora: c'è questo eroe, interpretato ovviamente dal sottoscritto, che...!”

 

Era una mattinata tranquilla nella casa dei cinque rappresentati degli stati del nord.

Danimarca stava preparando uno dei suoi deliziosi dolci mentre fischiettava allegramente, Finlandia dava da mangiare ad Hantamago coccolandola di tanto in tanto, Svezia se ne stava seduto al tavolo con il giornale di fronte mentre continuava a osservare con attenzione sua moglie, Norvegia sorseggiava il suo caffè lanciandosi talvolta in acidi commenti per fare star zitto il danese e Islanda mangiucchiava la sua colazione dandone nel frattempo alcuni pezzi a Mr Puffin.

Proprio in quel momento il cellulare di Lukas squillò. Il ragazzo, dopo aver insultato di nuovo Mathias, andò a prenderlo e notò che gli era arrivata una notifica sul gruppo “Magic trio”.

Lo aprì pigramente mentre continuava a sorseggiare l'amara bevanda.

L'attimo dopo però sputò il liquido addosso al fratello minore e ad un'indignata Pulcinella di mare mentre urlava perdendo tutta la sua calma: “CHE COSA?!”

All'istante l'attenzione di tutti i nordici fu puntata su di lui.

“Che succede, Nornor?”

“Mi hai sputato il caffé in faccia...”

“Nor-kun, tutto bene?”

“Mi hai sputato il caffé in faccia”

“Mgh?”

“Mi hai sputato il caffé in faccia!”

Il norvegese costrinse il proprio respiro a tornare regolare mentre imponeva alla sua mente la calma più assoluta. Cosa non facile vista la notizia.

“Ok, Arthur deve essere ubriaco già a quest'ora...” concluse il norvegese. Perché una notizia del genere non poteva che essere frutto di una sbronza di quelle enormi.

Alzò la testa e si trovò di fronte gli sguardi curiosi dei suoi quattro coinquilini.

“Embè? Che c'è?” domandò seccato Lukas.

“Beh, Nor-kun, il fatto è che tutt'a un tratto hai esclamato 'Che cosa?!'...”

“Sputandomi addosso il caffé”

“Per poi fissare il cellulare per tre minuti buoni...”

“Mi hai sputato addosso il caffé!”

“E infine te ne esci con un 'Arthur deve essere ubriaco'... Siamo curiosi: che succede?”

“Io sto ancora sgocciolando caffé, vi ricordo!”

“Ehi, Icey, ma lo sai che sei bagnato di caffé?” domandò Danimarca per prenderlo un po' in giro.

L'islandese si limitò a esibirsi nel sorriso più sarcastico che gli altri avessero mai visto, prima di tornare a concentrarsi sul fratello: “Chiedimi scusa!”

“Tu chiamami 'fratellone caro' ”

Quella frase bastò a far tacere il minore.

Gli altri però continuavano a tartassarlo.

“Allora allora?! Su, avanti Norge, diccelo: che succede?!” lo pregò Mathias con gli occhi che brillavano.

Il ragazzo storse le labbra: “È solo il frutto di una mente annebbiata dall'alcol. Lasciate stare”

In quel momento gli arrivò un altro messaggio, una foto, sempre da Arthur.

Diffidente la aprì e strabuzzo gli occhi mentre diventava sempre più pallido.

“Ma allora è vero...” riuscì solo a mormorare.

Danimarca, stufo di tutti quei misteri, gli levò il cellulare dalle mani.

Questo bastò a far tornare in sé Norvegia: “Anko, ti prego ridammelo!”

“Ah, no! Se tu non ce lo vuoi dire, allora scopriremo da noi che cosa ci stai nascondendo!”

“Idiota, lo dico per il tuo bene! Tu... Voi non siete pronti a ciò che state per vedere! Vi prego datemi ascolto!”

“Il re del nord non ascolta nessuno! Ah ah ah a...!” il biondo si fermò nel bel mezzo della risata non appena i suoi occhi videro l'immagine. Dopo un paio di secondi svenne.

“Dan, che succede?!” domandò spaventato Finlandia prima di prendere il cellulare. L'attimo dopo sbiancò e lo lasciò andare esibendosi in un urletto isterico decisamente poco maschile.

Svezia fu all'istante affianco alla moglie. Fece per guardare a sua volta il cellulare ma fu prontamente bloccato da Norvegia: “No! Svezia almeno tu salvati! Dammi retta!”

Il biondo lo fissò combattuto mentre lo sguardo continuava a passare dal cellulare all'amico alla moglie (in un apparente stato di shock). Alla fine non resistette alla curiosità e sbirciò. L'attimo dopo si bloccò completamente, quasi fosse una statua di pietra.

Islanda e Norvegia si guardarono negli occhi. Lukas non avrebbe permesso mai e poi mai che al fratellino succedesse ciò che era appena successo ai suoi amici, però Emil voleva a tutti i costi quel cellulare.

All'istante scattarono in direzione di Svezia.

“Non lo prenderai!” urlò il mago “Troll: fermalo!”

Purtroppo però anche il suo fedele compagno aveva visto la foto ed era rimasto traumatizzato.

Islanda invece poteva contare su di un prezioso alleato: “Mr Puffin: piano diversivo 12 barra Z alfa K4!”

La pulcinella si avventò con ferocia sul norvegese permettendo così al giovane di impossessarsi dell'apparecchio.

Norvegia fece in tempo a lanciarsi in un teatrale “NOOOOOOO” prima che il fratello guardasse il cellulare.

La reazione però non fu quella che si era aspettato. Islanda infatti storse la bocca prima di alzare deluso lo sguardo: “E questa sarebbe la novità? Santo cielo, io direi era ora che l'ammettessero. Andiamo: di questi tempi era così palese”

 

Lituania sospirò sonoramente di fronte al bollitore.

Come al solito si trovava a casa di Russia. Il gigante slavo era di nuovo riuscito a “convincere amichevolmente” lui e i suoi due compagni a venire a svolgere i lavori di corvé a casa sua.

In quel momento il telefono di casa Braginski cominciò a squillare sonoramente.

Sorpreso Toris andò a rispondere.

Chissà chi era talmente pazzo da voler chiamare Ivan?

“Pronto, parla Lit...”

“TIPO LLIIIIIIIIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEETTT!!!!”

Il castano staccò la cornetta dall'orecchio destro, ormai mezzo sordo, per portarlo a quello sinistro e rispondere sorpreso: “Polonia, sei tu? Che succede? Hai avuto un incidente?! Germania o Russia ti hanno di nuovo invaso?! Il pony Priscilla sta di nuovo male?! In negozio non avevano più quel vestito rosa che ti piaceva tanto?! Hanno sospeso 'My Little Pony'?! Insomma rispondimi!”

Attirati dal trambusto, anche Lettonia e Estonia si erano accostati per sapere che cosa avesse spinto il polacco a cercare l'amico.

“No, tipo Liet, è qualcosa di molto più shockante! Cioé, forse meno della sospensione di 'My Little Pony', ma siamo comunque su quei livelli... È cioè tipo una notizia vitale, quella che mi è arrivata!”

“Feliks, per favore: vai al punto” chiese il il ragazzo che già si aspettava a questo punto qualcosa di decisamente non poi così vitale.

“Allora, stavo tipo facendo colazione con i miei amati piernik, quando, tutt'a un tratto, mi è arrivato tipo un messaggio da Ungheria dove c'è scritto di andare totalmente sul blog di Prussia! Io all'inizio ero tipo 'ma che si è tipo fumata stamattina questa qui?' poi però ci sono andato comunque. Tipo ero appena entrato, e qui ho incominciato a pensare che potrebbe anche aggiungerci un po' più di rosa, quel bifolco, altrimenti è tutto tipo così scuro e demodé. Inoltre non pubblica neanche una foto di pony. Devo andare a parlargli alla prossima riunione di questa sua grave mancanza...”

“Feliks, il punto” lo riprese Lituania.

“Oh, scusami Liet. Comunque stavo tipo guardando i suoi post e storcendo la bocca mentre notavo tipo gli epiteti con cui mi ha descritto... Liet mi ha tipo dato della checca travestita. Si è forse dimenticato che anni fa gliel'ho fatto a strisce? Poi vediamo chi è la checca. Lui che le prende da una donna...”

“Polonia!”

Sentì il biondo prendere il respiro dall'altra parte della cornetta per poi urlare a tutto spiano: “GERMANIA E ITALIA STANNO TIPO ASSIEME!”

Per poco Toris non lasciò andare il telefono, mentre Eduard spalancava la bocca e Raivis sussultava interrompendo i suoi costanti tremiti.

Lituania fece per rispondere quando sentì una voce dolce dietro di lui: “Ma che succede qui?”

Tutti e tre i baltici si bloccarono per poi voltarsi e incontrare l'allegro sorriso di Russia.

“S-Signor Braginski...” fu l'unica cosa che il castano riuscì a dire mentre dall'altra parte del telefono Feliks continuava a chiamarlo: “Liet? Tipo Liet ci sei? Ma hai tipo sentito la notizia? Ma è tipo caduta la linea? Perché ci sono tutti questi tremiti? Ehi, Liet!”

Nel frattempo Ivan continuava a osservarli: “Allora, che cosa è successo di così importante al punto da farvi dimenticare di servirmi la mia vodka mattutina?”

Toris deglutì: “Ehm, vede signor Russia, il fatto è che, come posso spiegare... vede...”

“Il signor Germania e il signor Italia si sono messi assieme” mormorò Raivis anticipando l'amico.

“Lettonia!” urlarono gli altri due baltici.

Russia assunse un'aria sorpresa: “Ma davvero? Sul serio alla fine si sono fidanzati? Oh, sono felice per loro!”

“Sul serio?” chiesero stupiti i tre.

Annuì continuando a sorridere: “Certamente! E poi adesso che stanno assieme sarà più facile renderli entrambi un tutt'uno con me”

Raivis stava già per lanciarsi in un altro dei suoi inopportuni commenti quando si sentì un'aura gelida invadere la stanza e Ivan fu stretto in una decisa morsa intorno al petto.

Il biondo incominciò a tremare mentre si sentiva la vocina di Bielorussia dire: “Fratellone: facciamo come loro e fidanziamoci. Sarà solo un gradino in più verso il matrimonio”

Feliks sentì un urlò disumano provenire dall'altro capo della linea e intuì che c'era in corso la solita partita ad acchiapparello tra fratelli a casa Braginski.

 

Spagna arrivò in fretta di fronte a casa di Romano.

Durante il viaggio aveva ricevuto una chiamata da Belgio e Olanda curiosi di sapere se la notizia di cui tutti parlavano era confermata.

Col fiatone si fermò di fronte alla porta di casa Vargas e suonò il campanello con quanta più enfasi possibile.

“Ma si può sapere chi cazzo rompe a queste ore?!” sbraitò una voce sopra di lui facendogli prendere un colpo.

Antonio alzò la testa e vide fermo sopra di sé Romano ancora in pigiama che si sporgeva dalla finestra della camera da letto.

“Spagna, sei tu? Ma che cazzo vieni a suonare all'alba, bastardo pomodorofilo?!”

Il castano aggrottò confuso le sopracciglia: “Ma, Roma, sono le undici e mezza...”

“Appunto! L'aurora!”

L'italiano doveva essersi alzato col piede sbagliato...

“Beh, ad ogni modo mi vieni ad aprire?” chiese Antonio continuando a sorridere.

Lovino ci penso su per poi pronunciare un lapidario: “No”

“Cosa?! Ma perché?!”

“Perché non ti voglio in casa mia, bastardo. Ed ora vattene”

“Lovi, ti prego...”

“Sto chiudendo la finestraaaa...”

“E una notiziona!”

“Non ti sentooooo...”

“Riguarda tuo fratello!”

Queste parole bastarono ad attirare la sua attenzione. Lovino si bloccò, fece salire di nuovo il vetro, osservò con sospetto Antonio per poi sospirare: “Aspettami lì. Mi cambio e arrivò”

Dopo cinque minuti buoni la porta venne aperta rivelando un seccato Italia del Sud. Sgarbatamente lo fece accomodare ed andarono a sedersi in soggiorno.

“Embè? La notizia?” chiese l'italiano squadrandolo “Se era una balla giuro che ti prendo e ti caccio fuori a calci in culo”

“Non era una balla Lovi, solo... Ecco, non so quanto bene potrai prenderla...”

“Che intendi dire?” chiese perplesso e leggermente preoccupato il mediterraneo.

“Beh, ecco...”

“Bastardo, mi stai preoccupando: che cazzo è successo a quell'impedito mangiapasta di mio fratello?!”

Romano poteva cercare di comportarsi come se non gli interessasse nulla, ma in realtà era chiaro come il Sole che al fratello ci teneva più della sua stessa vita.

“Lovi, calmati. Non è nulla di così serio. O almeno credo...”

“Me lo vuoi dire o vuoi che mi incazzi sul serio?! Sputa il rospo!”

Antonio prese un profondo respiro e tutto d'un fiato sganciò la bomba: “Tuo fratello e Germania stanno insieme!”

Cinque secondi... dieci secondi... venti secondi...

Arrivato a trenta Spagna aprì lentamente gli occhi, sorpreso di non aver sentito nessuno scoppio da parte dell'altro.

Vide che era fermo seduto sul divano, la bocca spalancata gli occhi assenti, le mani abbandonate lungo i fianchi.

“Ehm, Lovi? Romanito stai bene? Che ti succ...?”

“QUEL BASTARDOOOOOOOOOOOO!!!!”

Antonio fece un salto indietro mentre Romano si alzava in piedi per andare fino all'ingresso. Da un comodino prese fuori alcune pistole.

“Romano?! Cosa credi di fare?!” domandò nel panico Spagna.

“Ucciderò quel bastardo, ecco cosa farò! Ed è una fortuna per lui non aver osato attentare alla virtù di Feliciano!”

“Attentare alla...? Oh, tu intendi il sesso! A dire il vero, li abbiamo beccati che avevano appena finito”

Cinque secondi perché Antonio realizzasse cosa aveva appena detto.

“Oh, mierda...”

Lovino sbiancò ancora di più prima di andare verso un armadio e tirare fuori un fucile: “Per quel bastardo le pistole non sono abbastanza!” ringhiò.

“Ma Lovino, calmati. Non era certo la prima volta che lo facevano. Stanno assieme da nove mesi e l'hanno tenuto nascosto...”

Antonio si morse il labbro rendendosi conto di aver peggiorato ancora di più la situazione.

“Bene, ora il conteggio dei cadaveri e salito a due: il crucco e quel cretino di mio fratello!”

“Roma, asp...!” la porta sbattè dietro ad un furioso Lovino che andava in cerca di sangue tedesco.

 

Erano le due di pomeriggio ed erano ancora vivi!

Questo era il pensiero che passò per la testa di Ludwig mentre guardava Feliciano mangiarsi un piatto di pasta.

Che la notizia fosse circolata era ormai ovvio.

Continuavano ad arrivargli mail di congratulazioni dalle altre nazioni, ed anche dei pacchi, tra cui spiccavano dei sigari inviatigli da Cuba, un set di pentole da Cina, del cioccolato da Liechtenstein (che era in qualche misterioso modo riuscita a convincere il fratello a spendere del denaro per loro), una maschera tribale della buona sorte da Australia e dei soprammobili da parte di Corea.

“Ci inviano regali neanche ci fossimo sposati...” mormorò il biondo osservando la montagna di doni che gli affollavano il salotto.

“Ve, io trovo che siano stati molto gentili!” disse sorridendo il castano.

Germania sorrise: “Hai ragione”

Detto questo si avvicinò e fece per baciarlo quando si sentì un esplosione e la porta di casa sua volò per il salotto.

“VIENI FUORI!!!” urlò una voce fin troppo nota.

Il teutonico sospirò: “Direi che tuo fratello ha scoperto della nostra storia” e si alzò dirigendosi verso l'ingresso.

Fermo tra le macerie di quella che era stata, fno a quel momento, la sua immacolata casa, Germania trovò Lovino che stringeva con forza un fucile.

E quest'ultimo particolare lo preoccupò non poco.

“Ehm, ciao Romano...” riuscì a dire prima che l'altro alzasse l'arma e gli si dirigesse contro.

“TU!” urlò mentre Ludwig si vedeva costretto ad indietreggiare “Tu, bastardo di un crucco mangiapatate, pervertito tedesco, attentatore alla virtù di poveri fratelli innocenti, traviatore di mangiapasta impediti! È giunta la tua ora!”

Deglutì già temendo che l'altro fosse in procinto di attuare i suoi propositi, quando tra di loro si pose Italia: “Ve fratellone, fermati!”
“Togliti di mezzo Feli, lasciami compiere il mio lavoro da fratello maggiore” ringhiò il ragazzo cercando di spostare il fucile per puntarlo di nuovo sul tedesco, ma Veneziano continuava a spostarsi.

“No” replicò testardo il più giovane “Ora tu mi ascolti bene: io amo Ludwig, e Ludwig ama me. Se avessi potuto te l'avrei detto subito che stavamo insieme, ma non l'ho fatto proprio perché sapevo che la tua reazione sarebbe stata questa. Io ti voglio bene, ma tu non sei la mamma, né il nonno. Tu non puoi decidere con chi posso o non posso stare. Quindi ora posa quel fucile, perché qualunque cosa farai io non cambierò idea mai e poi mai!”

I due fratelli si guardarono a lungo negli occhi.

Alla fine il maggiore sospirò abbassando l'arma, prima di portarsi una mano dietro la testa: “Quand'è che sei diventato così grande, eh? E va bene: puoi stare col crucco. Ehi tu, mangiapatate!”

Ludwig inarcò un sopracciglio.

“Stammi a sentire: io ti odio, ti ritengo un pervertito e un cretino, un poco da buono e un deficiente, sei il più grande bastardo che io abbia mai incontrato e tutto ciò non cambierà mai e poi mai...”

“Grazie, Lovino”

“... però ti concedo la mia benedizione”

Veneziano sorrise. Poi Romano si avvicinò al biondo per stringerli la mano. Approfittando di quel momento gli sussurrò: “E sappi che se lo farai soffrire proverai sulla tua pelle le mie abilità di cecchino” e caricò il fucile.

“Ve grazie mille fratellone” disse allegro Veneziano abbracciandolo mentre Ludwig deglutiva nervoso.

“Sì sì, ma adesso levati, chigi. Ed ora vado a casa. Dopo una giornata come questa l'unica cosa di cui ho bisogno è un bel pomodoro...” mormorò il mediterraneo andandosene.

“E mi raccomando: usate le protezioni!” urlò prima di scomparire definitivamente lasciandoli parecchio imbarazzati.

Rimasti soli, i due fidanzati rimasero in silenzio per alcuni minuti.

Fu Germania a romperlo con un sospiro: “Devo essere sincero? Ciò che più mi preoccupava di tutta la faccenda era la reazione di tuo fratello, ma direi che ce la siamo cavata bene, no? Sei stato fenomenale, Italia”

“Ve grazie!” esclamò il castano prima di abbracciarlo “Ora che abbiamo la benedizione del fratellone direi che siamo ufficialmente una coppia. È il caso di festeggiare!”

Il biondo aggrottò le sopracciglia: “Vuoi che ti porti a cena fuori stasera? Va bene”

“Ehm, no pensavo a qualcosa di più... nell'immediato”

“E che cosa? Vuoi che andiamo al cinema o a farci un giro?”

“No no. Insomma Lud! Tuo fratello è uscito, siamo soli in casa, Romano ci ha interrotti un attimo prima che ci baciassimo...”

Dopo un paio di secondi finalmente il tedesco arrivò alle conclusioni dell'altro e arrossì di botto: “Ah... Ehm... va bene”

Detto questo lo prese in braccio e si diressero in camera di Germania, che stavolta si premunerò bene di chiudere la porta a chiave.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Salve gente!

È un bel po' che non pubblico, però avevo questa idea in cantiere già da un po' e avevo voglia di pubblicarla.

Approfitto di questo spazio per scusarmi con tutti coloro che leggono la mia fic a quattro mani “Canto di maghi, tornei e amore” ma purtroppo la scuola è importante e tra una cosa e l'altra ci distrugge la vita sociale. Speriamo di riuscire ad aggiornare il più presto possibile

Tornando alla storia: lo so che è una cosa lunghissima (15 pagine di Open Office a carattere 14), e infatti a volte sono passati anche più giorni tra la stesura di una sezione e l'altra, ma spero che comunque siate stati abbastanza coraggiosi e abbiate avuto abbastanza pazienza da riuscire ad arrivare fino a qui.

Spero che abbiate apprezzato, e se è così spero che mi lascerete anche una recensione.

Ci si vede alla prossima Shot, bye!!!!!!!!

   
 
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