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Autore: Dark_Squall    07/03/2005    5 recensioni
Dopo la morte di Gauron ogni pericolo sembra debellato, ma nessuno può prevedere cosa il destino abbia in serbo per la giovane whispered...
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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PROLOGO

PROLOGO

 

Kaname Chidori era sul punto di addormentarsi, il volo di ritorno per il Giappone si era rivelato più lungo del previsto per colpa di un guasto ad uno dei mo= tori del grande aereo da trasporto C-130 Hercules. Il malfunzionamento aveva obbligato il pilota ad effettuare un atterraggio d’emergenza ad una base della NATO, dove la riparazione della turbina= era stata effettuata in un lasso di tempo estremamente breve.

Poco più di un’ora più tardi l’aereo era in vista di Tokyo, e si preparava all’atterraggio, allineandosi lentamente con la pista dell’aeroporto.

La ragazza non aveva fatto molto caso al volo, sebbene avesse lo sguardo fisso fuori dal finestrino.

Quando Sousuke le aveva pr= oposto di passare un week-end con lui su di un’isola tropicale non si sarebbe aspettata certamente una cosa del genere. Sicuramente non avrebbe mai immaginato di passare il tempo in una base militare segreta! Ciò che però la deluse maggiormente fu lo scoprire che l’idea non era = stata del ragazzo ma di Tessa.

Ma nessuno avrebbe previsto gli eventi che si sarebbero scatenati in quei giorni. L’improvviso intervento della Mithril per un attacco terroristico, il ferimento di Melissa, la presa del Tuatha De Danaan da parte di Gauron, la sua connessione con il computer di bordo ed infine il combattimento tra Sagar= a ed il terrorista nell’hangar del sottomarino.

Quell’avventura ed il dirottamento aereo di qual= che tempo prima, erano state due esperienze a dir poco shockanti, e si sorprese= di essere così tranquilla in quel momento.

Doveva ammettere però che si era anche divertit= a in quel fine settimana, sia durante la festa in suo onore che quando era andat= a a pescare con Sousuke prima di partire. Quell’ultima cosa le era particolarmente piaciuta, non tanto per l’atto in se,  ma per il= fatto di essere lì da sola con lui. Per di più il freddo ed insensi= bile sergente era riuscito a parlarle con il cuore e non con il suo solito atteggiamenti da militare impeccabile.

“Quando sono con te mi sento bene!”

Erano delle parole che non si sarebbe mai aspettata di sentirsi dire da lui, anche se le stava aspettando di diverso tempo. Non er= ano una dichiarazione vera e propria, ma si sentiva felice del fatto che il rag= azzo provasse qualcosa per lei, anche se non sapeva cosa di preciso. Doveva anco= ra riuscire a capire come aveva fatto ad innamorarsi di lui, perché di amore si trattava, sebbene non l’avesse mai ammesso in pubblico. Inizialmente non facevano altro che litigare, ed a volte anche violentement= e. Non riusciva a trattenersi dal rimproverarlo fisicamente! Però a mano a = mano il loro rapporto andava migliorando sempre più. Pensò che le esperienze che avevano condiviso avevano contribuito enormemente a instaura= re quell’intesa che ora possedevano, anche se quando erano con altre per= sone lei tendeva a mantenere la solita linea dura ed intransigente nei confronti= del sergente. A volte non riusciva a sopportare le sue fissazioni e si arrabbia= va maggiormente per tutti i pandemoni che provocava quando scambiava una situazione assolutamente normale per un ‘attacco alla vita del sogget= to da proteggere’.

“Si.” pensò chiudendo gli occhi “Anch’io sto bene con te.”

Si lasciò andare nel confortevole sedile, ma pr= oprio quando si rilassò una mano le toccò la spalla.

“Signorina Chidori, = stiamo per atterrare. La prego di allacciare la cintura di sicurezza.”

“Si, certo!” disse riaprendo gli occhi e f= acendo come le era stato detto.

Il soldato le sorrise e si voltò ritornando sui= suoi passi, verso la prua del velivolo.

Dopo circa un quarto d’ora l’aereo stava rullando sulla pista, rallentando sempre più sino a fermarsi nella z= ona di sbarco. La ragazza si alzò lentamente. Si sentiva leggermente intorpidita dallo stare seduta per tutto quel tempo. Prese il suo borsone e= si avvicinò al portello.

“Spero di riaverla presto a bordo!” esclamò il comandante uscendo dalla cabina di pilotaggio.

“Lo spero anch’io!” rispose sorriden= do. Lo pensava veramente. Sebbene lungo, il volo era stato calmo e piacevole, ma f= orse era troppo impegnata a riflettere per apprezzarlo a pieno.

Non le sarebbe dispiaciuto però ritornare sul D= e Danaan e passare un po’ di tempo con Tessa e Me= lissa, ma questa volta senza crisi di tipo militare in corso!

Una volta uscita dall’aeroporto lasciò ca= dere a terra il borsone guardandosi intorno. Prima di lasciare l’isola aveva chiamato Kyoko e l’aveva avvertita del suo ritorno. Era una giornata calda ed assolata, solo una fievole brezza riusci= va a dare un po’ di respiro.

Prima che potesse pensare che non erano venute a prend= erla, vide un flash con la coda dell’occhio, prova inconfutabile della presenza = dell’amica.

“Piccola Kana!” esclamò la ragazza salutandola e correndole incontro “Ti sei divertita?”

Chidori osservò l&#= 8217;amica e sorrise “Tutto sommato…”

“Ti ha fatto arrabbiare?” chiese Mizuki raggiungendola lentamente.

“Beh…” disse ripensando alla lite che aveva avuto con il sergente quando aveva cercato di confortarlo dopo che Melissa era ritornata ferita dalla missione “Non molto.”

“Se lo dici tu!” disse Kyoko dubitando un poco delle parole di lei.

“Dove ti ha portato? In una base militare?” esclamò ridendo la ragazza dai capelli corti. Anche lei si mise a ridere, pensando che in fondo non poteva aspettarsi nient’altro da Sousuke. La prossima volta che il ragazzo le avrebbe proposto di fare un viaggio insieme, avrebbe chiesto a Melissa se fosse per= icoloso, dato che ogni volta che lui le rispondeva di no, era il contrario.

“Ma lui dov’è?”

“Non è venuto con me.”

“E perché?” chiese Mizuki non capendo.

A quella domanda si bloccò, chiedendosi la stes= sa cosa. Probabilmente dovevano aspettare che il sottomarino venisse riparato, visti i danni inferti all’hangar. Ma una possibilità la spaventava, e se non avesse più potuto vederlo?

Gauron, l’uomo che a= veva provato di rapirla era morto. Con lui forse era svanito il pericolo per lei= , e quindi non avrebbe avuto più bisogno di una scorta. Scosse la testa, come per cancellare quel pensiero dalla mente. Non voleva pensare di non po= ter vedere più i suoi amici della Mithril, e= d in special modo Sagara.

“Cos’hai?” chiese Kyoko notando l’amica intristirsi.

Kaname sorrise e si mise i= n spalla il borsone “Non è niente! Non preoccuparti!” esclam&ogra= ve; incamminandosi con le due amiche verso la stazione della metropolitana.

  
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