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Autore: I knew you were trouble 8    25/10/2015    0 recensioni
“ti ricordi che ti ho promesso di proteggerti vero? “ pronunciò la corvina mentre accarezzava la schiena di Jamie che più volte aveva visto priva di vestiti che la coprissero, e più volte si era soffermata a studiare ogni singolo particolare delle cicatrici che ormai come tatuaggi ricoprivano il corpo di Jamie.
“ hai promesso di farlo a costo della vita, me lo hai promesso quella notte “pronunciò la mora poggiando una mano sulla gamba incrociata all’altra di Ruby mentre con un piccolo slancio si avvicinava alle sue labbra lasciandole un lieve e soffice bacio. Era da mesi che andavano avanti così, non amavano definirsi una coppia, che cosa vuole dire essere una coppia? Nessuna delle due lo sapeva, una troppo ingenua e troppo bambina per saperlo, l’altra troppo libertina e avventurosa.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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‘’ merda’’ sibilo a denti stretti una ragazza alta poco più di un metro e sessantaquattro dai lunghi capelli mori e dagli occhi verdi smeraldo.
Notò dietro di se dei ragazzi che la rincorrevano maligni con le loro maschere sataniche.
Non aveva mai avuto paura dell’oblio e della sua follia, ma qualcosa la induceva a credere che sarebbe morta tra le braccia di satana.
Prese a correre lungo le stradine di quella città invasa dal buio pesto che la ricopriva come un enorme fazzoletto nero lutto.
Sentiva il gelo intorno a se farsi persistente, nuvolette di aria condensata le uscivano dalle labbra mentre correva sfiorando i muri dei vicoletti con le mani. Il primo salto le fu facile, era una ragazza allenata, il suo hobby era il parkour ed era una delle migliore da dove veniva.
Ma qualcosa la blocco qualche salto dopo, una della maschere spettrali maligne le afferrò la caviglia scaraventandola faccia a terra, senti invadersi dal terrore mentre qualcosa di affilato le squarciava la pancia …

Un gridò simile a un lamento e un tocco caldo sulla sua faccia madida di sudore, ebbe modo di cogliere il luogo e la cognizione del tempo che la circondava.
Riconobbe il viso della sua coinquilina e si lasciò andare sospirando rassegnata tra le sue braccia stringendo forte la presa delle sue mani sulla sua schiena.
Lasciò che le lacrime le rigassero il volto mentre scivolavano lentamente lungo la canotta della seconda ragazza che imperterrita le accarezzava i capelli calmandola.
“ quando deciderai di parlarne con qualcuno piccola? “ domandò la ragazza che stringeva la più piccola e spaventata.
“ ho paura che loro mi prendano Ruby, ne ho una paura folle” pronunciò rannicchiandosi appena contro il petto della corvina mentre quest’ultima la rassicurava.
In cuor suo Ruby sapeva da quale situazione venisse la piccola Jamie, era stata torturata fin da piccola e il suo era un trauma continuo, di giorno una pacata e tranquilla venticinquenne qualunque, con i suoi hobby pericolosi e la sua voglia di sfidare la morte, la notte una bambina impaurita da ciò che era il suo passato, da ciò che lei stessa era e sarà sempre.
Non era affatto facile essere l’unica sopravvissuta alla strage di una banda che la teneva custodita gelosamente come un premio.
Non aveva mai visto soffrire cosi tanto davanti ai suoi occhi cosi tante persone care.
Sua madre, una dolce donna fedele al marito, sua padre un uomo distinto elegante e dolce, la sua piccola sorellina Helena una bimba graziosa e solare.
Di suo fratello gemello non sapeva nulla, Silver era scomparso nel nulla, lo vedeva spesso nei suoi sogni, era lui che incatenava Jamie nei sogni uccidendola con una lentezza modica di un sadico assassino.
Strinse ancora di più la presa sulla schiena di Ruby, ripensare al ghigno malefico di Silver le faceva male al cuore, ripensare a colui che da piccoli gli dava sicurezza e pace interiore in un momento di folle agonia e paura.
La corvina riuscì a calmare la mora che ormai aveva smesso di piangere e tremare, sapeva bene quanto Jamie avesse bisogno di aiuto e quante volte lei lo rifiutasse quando gli si presentava occasione.
La moretta aveva smesso di fidarsi di chiunque le fosse minimamente vicino, e di chiunque le rivolgesse la parola senza che lei ne capisse davvero il significato in tempo cacciandolo spesso in malo modo.
Nel corso del tempo si era fidata di una sola ed unica persona a cui sapeva bene poteva affidare la vita.
Ruby Parker. La sua coinquilina e colei che riusciva spesso a garantirle quella pace che ormai da tempo non c’era più nella sua mente contorta.
“ ascolta piccola devi parlarne però, ti fidi di me? Loro non ti toccheranno finche ci sono io qui con te “ pronunciò pacatamente la corvina mentre portava una mano dietro la schiena della mora accarezzandogliela piano.
La reazione che Jamie ebbe non era nuova a Ruby, la mora scattò in avanti evitando il contatto con la mano della corvina fino a quando poco per volta non tornava ad appoggiare la schiena delicatamente contro la sua mano.
Era buffo che si conoscessero loro due, il loro incontro non era stato di certo dei migliori …

“ Nome: Ruby Parker, Età: vent’anni Obbiettivo: addestrarla per diventare la futura compagna di Kitsune capo della banda” un ragazzo alto ameno un metro e novanta con una maschera simile a uno spettro stava scrivendo queste parole su un quaderno nero con una penna stilografica rosso fiammante.
La ragazza in questione se ne stava in piedi al centro della stanza mentre sentiva gemiti di dolore disperati rimbombare nell’aria, non era una situazione nuova per Jamie essere torturata perché non ubbidiva ai voleri di Kitsune.
Il capo della banda che prendeva questo nome, portava una maschera di volpe scarlatta con un ghigno malefico e sadico.
Successivamente dietro di lui una ragazza mora in ginocchio rassegnata mentre tremante portava le mani al viso implorando in una lingua sconosciuta alla banda che qualcuno l’aiutasse a uscire da quell’incubo.
Jamie era di Cordoba cresciuta a Los Angeles, aveva conservato gelosamente la sua lingua madre e spesso per evitare ulteriori punizioni imprecava e implorava pietà di se in argentino.
Fu all’ora che lo sguardo di Ruby cadde su Jamie intenta a rinnegare le lacrime che minacciavano di scendere furiose lungo il suo viso segnato da un enorme livido rosso acceso.
Era passata ormai una settimana da quando Ruby si aggirava per quel luogo, era finita spesso in una sottospecie di sotterraneo a contemplare Jamie che sembrava così piccola e indifesa mentre se ne stava rannicchiata contro il muro stringendo a se quella che doveva essere l’ultimo ricordo dei suoi genitori.
Se ne stava a gambe incrociate di fronte le sbarre di quella cella e fissava ogni particolare della moretta.
La corvina le fece cenno di avvicinarsi ed essa ubbidì ormai spaventata da cosa le chiedesse di fare quella ragazza così strana.
Ruby esegui un unico gesto portando la sua mano aperta sulle sbarre, aspetto qualche gesto di Jamie che sembrava tardare ad arrivare.
Fu così per settimane, ormai la corvina stava perdendo le speranze di poter godere di un contatto minimo con quella strana ragazza.
Una sera invece a dispetto di ciò che pensava, quando per l’ennesima volta aveva poggiato la mano sulle sbarre, dopo vari tentennamenti Jamie poggiò la sua mano decisamente più piccola di quella di Ruby in prospettiva delle sbarre.
Solo allora iniziarono a fidarsi l’una dell’altra, solo allora riuscirono a scappare assieme e a nascondersi in una città nuova per entrambe.

“ti ricordi che ti ho promesso di proteggerti vero? “ pronunciò la corvina mentre accarezzava la schiena di Jamie che più volte aveva visto priva di vestiti che la coprissero, e più volte si era soffermata a studiare ogni singolo particolare delle cicatrici che ormai come tatuaggi ricoprivano il corpo di Jamie.
“ hai promesso di farlo a costo della vita, me lo hai promesso quella notte “pronunciò la mora poggiando una mano sulla gamba incrociata all’altra di Ruby mentre con un piccolo slancio si avvicinava alle sue labbra lasciandole un lieve e soffice bacio.
Era da mesi che andavano avanti così, non amavano definirsi una coppia, che cosa vuole dire essere una coppia? Nessuna delle due lo sapeva, una troppo ingenua e troppo bambina per saperlo, l’altra troppo libertina e avventurosa.
Non erano fatte per una relazione stabile, il loro era un patto, una dimostrazione d’affetto.
Ruby non voleva che Jamie le dedicasse quelle attenzioni solo perché l’aveva liberata da quella vita bastarda che conduceva.
“vieni qui” pronunciò la corvina mentre si stendeva dalla sua parte di letto dove poco prima aveva sentito la moretta lamentarsi disperata.
Aveva le braccia aperte e chiamava costantemente l’altra ragazza che gattonando si avvicinò a lei poggiando la testa sulla sua spalla, poggiò una mano sulla pancia di Ruby stringendo appena la canotta di lei mentre la corvina stringeva a se Jamie lasciandole un bacio tra i capelli cullandola, almeno per quelle poche ore che la mora dormiva voleva che le passasse tranquille e stringerla era un modo per tenerla calma e farla riposare nella quiete di un dolce sonno.
   
 
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