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Autore: Caramel9999    25/10/2015    0 recensioni
Mi sono ispirata ad una rubrica sul forum di Dolce Flirt chiamata Cosa ne sarà di loro in futuro?
Semplicemente parlo di cosa accadrà (secondo me) ai ragazzi del Dolce Amoris nel loro futuro prossimo
su Dolce Flirt mi chiamo jessica28
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Grazie a chi legge le mie storie per la pazienza, ormai scrivo sporadicamente per via di vari impegni. Spero che questa breve storia vi piaccia ^.^ 

Fin da subito; prima ancora di finire il liceo, sapevo che la vita dell'impiegato non fa per me. Andare ad un colloquio con indosso quelle fastidiosissime cravatte che ti soffocano. Senti quel nodo opprimente e molesto, premere sulla gola, farsi sempre più stretto fino a costringerti a parlare con un filo di voce soffocato e spiacevole. Per non parlare della costante irritante e pruriginosa sensazione di essere sotto esame, l'interlocutore che domanda e tu rispondi, come un ebete; devi stare lì nell'incertezza che ogni tua risposta non sia quella corretta. Allora pensi “si te stesso”. Ma non vogliono te; vogliono il prototipo dell'uomo (o donna che sia) semplicemente perfetto. E quando alla fine smetti di seguire quello che dicono, allora.....è finita. “Le faremo sapere” è la frase che cela un significato più simile a “Nemmeno se la terra fosse attaccata dai robot alieni,e lei fosse l'ultima persona sulla terra, la chiameremo”, perciò tutti sappiamo che non si faranno mai più risentire. Così allentai la cravatta e buttai il mio curriculum nella pattumiera, al primo colloquio, ed uscì dalla stanza fiero di me. Purtroppo i miei genitori la pensavano diversamente. Si certo, ammetto che forse e dico forse non avrei dovuto rinunciare al primo tentativo, tuttavia, se non l'avessi fatto non sarei dove sono ora.

Passare davanti ad uno specchio e vedere il riflesso di quello che sono diventato, lo ammetto, mi piace, anche se all'inizio non è stato facile. Per trovare i soldi necessari per un biglietto di sola andata per New York ho fatto i lavori più disparati, e senza un minimo di credenziali; potete immaginare salti mortali che ho dovuto fare. Ed anche quando sono giunto nella “Grande Mela” facevo la fame, vivevo in un monolocale dove l'acqua che usciva dai rubinetti era color marrone schifo, la vista su di un meraviglioso cartellone pubblicitario sul filo interdentale, scarafaggi morti nella doccia, vicini decisamente...be...come dire.....singolari, per usare un eufemismo. Insomma non proprio rose e fiori. Intanto iniziai ad andare in giro per locali quelli più In, dove vanno i Vip e per farlo devi conoscere le persone giuste.

 

Regola n°1

Diventa amico dei buttafuori. Se conosci loro entri ovunque

N°2

Frequentare le persone giuste, quelle un po' folli che puoi incontrare solo sulla pista da ballo. Loro conosco tutti all'interno del locale o almeno quelli degni di nota.

N°3

Parenti, vice parenti, quasi parenti di persone famose bisogna assolutamente frequentarli, solo così puoi essere sicuro che ai tuoi aventi venga la gente “giusta”.

N°4

Divertirsi, SEMPRE, anche quando non ti diverti. Non importa quanti drink ci vogliono per lasciarti andare, bevili. Ma mai alzare troppo il gomito; a nessuno piacciono gli ubriachi molesti.

N°5

I social network. Devi essere attivo su ogni tipo di social. Quando ne inventano uno nuovo si il primo ad iscriverti.

 

E così scalerai le classi sociali all'interno dei Bar. Partirai diventando quello che conoscono tutti e che conosce “Tutti” e così sarai fornitore di Pass per le Discoteche fino a che non deciderai tu chi far entrare nella tua Lista. Fate in modo che la lista non sia né troppo lunga né troppo corta. Esclusiva al punto giusto. E man mano tutti vorranno entrarci.

Dopo che il mio lavoro di PR diede i primi frutti cominciai a frequentare una scuola per stilisti, poi uno stage in una Casa di moda dove mi hanno assunto, inizialmente come assistente. Lì ho incontrai il mio primo cliente. Stava cercando idee fresche per l'abito da indossare per un gala ed il mio capo incaricò tutti gli assistenti di disegnare dei bozzetti da sottoporgli. Ora sapevo che dopo aver scelto il migliore il “comandante” si sarebbe preso tutto il merito dell'idea, perciò mi trovai difronte ad una scelta durissima:

  1. Lasciare che gli eventi facciano il proprio corso, cioè mostrare gli schizzi al mio capo.

  2. Scavalcare il “Boss” e consegnare i disegni direttamente al cliente.

Lo so, rischiavo di essere licenziato in tronco, ma tutto sommato mi dissi: “O la va o la spacca” e così scelsi la seconda opzione. Quella mattina tranquillamente mi alzai in impugnai i miei bozzetti ed andai a lavoro. Era la mia occasione, so che non ne avrei mai un'altra, doveva funzionare con solo una cartellina con degli abbozzi in mano. Presi l'ascensore in cui era entrata la mia “vittima”. Deciso mi posi davanti al cliente, bloccai il saliscendi, e cominciai a parlare. Per qualche motivo non ero ansioso ma euforico, stava per presentarsi difronte a me un mondo nuovo, che fosse di successi o fallimenti, si decideva esattamente in quel fugace momento.  




   
 
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