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Autore: kamy    25/10/2015    0 recensioni
E se Tony Stark, figlio di Howard Stark, fosse stato cresciuto da Lex Luthor?
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lex Luthor, Nuovo Personaggio
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa al Drawlloween 2015. Prompt: 22 Candy



Cap.3 Il numero 6

"Prima mi costringi ad avere un figlio, mi fai sformare e imbruttire. E poi, nemmeno lo vuoi" si lamentò Maria. Si sedette in poltrona, accavallò le gambe e appoggiò le mani sui braccioli. Schioccò la lingua sul palato e piegò di lato il capo, facendo ondeggiare i capelli biondi cotonati.
"Eppure lo sapevi che il nostro rapporto si doveva basare solo sugli affari, nonostante il matrimonio" brontolò. Giocherellò con l'orecchino di pasticcio di diamanti.
Lionel porse a Howard un bicchiere di whisky, sorseggiandone un altro.
"Howard te lo ha già spiegato. Non è che non voleva il bambino, è che gli sembra troppo fragile per gestire le redini della sua azienda" spiegò.
Lex sbatté un paio di volte gli occhi, osservando i tre adulti attraverso la porta socchiusa.
Howard mise la mano su quella di Lionel, ne carezzò il palmo e prese il bicchiere; bevve accavallando le gambe.
"È grande ormai, eppure sembra molto fragile. E non dico fisicamente, ma mentalmente. Non voglio affidare l'America ad un folle".
Lex chiuse la porta e scosse il capo, massaggiandosi il collo.
"Grande? Ha solo quattro anni" si lamentò. Si allontanò correndo, salì le scale saltando due a due i gradini, tenendosi per il corrimano in legno.
Passò accanto a una cameriera che stava passando silenziosamente una pezza su una finestra.
- In questa casa la servitù sembra sempre non far rumore - pensò. Raggiunse una porta con disegnate delle formule matematiche, la aprì ed entrò. Richiuse la porta, su di essa era appeso un poster di Capitan America.
"Fratellino?" chiese.
Tony uscì da sotto il letto, alzò la testa e sorrise.
"Ciao. Ti sei annoiato dei grandi?".
Lex mise la mano in tasca e ne tirò fuori una caramella.
"Ti va?" chiese. Raggiunse il letto, vi si sedette e porse la caramella a Stark.
Tony saltò, l'afferrò e la scartò. La mise in bocca, succhiò rumorosamente.
"Il circuito elettrico funziona, ma il reattore usato non va" disse.
Si mise seduto in terra a gambe incrociate, dondolando sul posto.
Lex si sdraiò sul letto e guardò il soffitto.
"Fratellino, quante lettere ha il mio cognome, lo sai?" chiese.
Tony mugugnò, mise le dita davanti agli occhi, le abbassò tutte e alzò il pollice.
"Sei" disse.
Lex alzò i piedi sul letto e si deterse le labbra con la lingua.
- Devo farlo concentrare sulle cose semplici, da bambino normale, altrimenti impazzirà con il suo genio - rifletté.
"Sai, ho scoperto un sacco di significati legati al sei. Ti piacerebbe saperli?" domandò.
Tony saltò in piedi, annuì ripetutamente saltellando.
"Dimmelo, dimmelo!".
Lex si voltò verso di lui, le sue iridi grigie divennero liquide. Allungò la mano e prese quella del più piccolo nella sua.
"Il sei è legato alla curiosità e ama riconoscere i collegamenti" spiegò.
- Alla dipendenza e alla sessualità - pensò. Lasciò andare la mano del più piccolo, che era calda, mentre la propria era gelida.
Tony gli riprese le mani, le strinse alzando il capo con gli occhi dilatati e liquidi.
“Collegamenti con cosa?” chiese.
Piegò il capo, storse le labbra e mugugnò.
“Cose da grandi?”.
Lex si mise la mano davanti al viso e guardò le proprie dita affusolate.
"Collegamenti tra le persone. Sentimenti, psicologia, cose così" spiegò. Osservò la luce del sole che entrava dalla finestra far brillare di bianco le proprie unghie.
"Però oltre che agli altri, c'è un'attenzione a sé stessi. Amore verso di sé, conoscenza di sé, la percezione di sé". Enumerò, socchiudendo le labbra rosee.
Tony sporse le labbra, salì sul letto e prese tutte e due le mani fredde di Lex tra le proprie piccole e calde.
"È strano. Come fai ad amare te stesso e gli altri nello stesso modo?" chiese.
"Vuoi che gli altri ti vogliano bene come te ne vuoi da solo e perciò gli dai a tua volta tanto affetto" spiegò Lex. Fletté il bacino, si mise seduto sul letto e baciò la fronte di Tony, sotto i capelli arruffati.
- E questo porta ingenuità e conflitti - si disse.
Tony si sporse tenendogli le mani, ne carezzò le dita affusolate.
"Quindi ... vuoi che gli altri ti vogliano bene solo con il sei nel nome? Non è normale volerlo?".
Lex gli sorrise e piegò di lato il capo.
"La numerologia è come l'astrologia, non è una scienza. Sono solo dicerie, ma sono belle" mormorò.
Tony gli passò le dita sulle unghie.
"Posso saperne altre?".
"Sempre sul sei?" chiese Lex. Si piegò in avanti e strofinò il naso su quello del più piccolo.
- Vorrei avesse conosciuto Julien, sarebbero coetanei adesso -.
Tony ridacchiò socchiudendo gli occhi.
"Su tutto!" esclamò.
Lex gli sorrise e gli passò la mano tra i capelli, sfiorandogli un ciuffetto castano che saliva verso l'alto.
"Finendo di parlare del sei, posso dirti che sono creativi. Vogliono sempre provare nuove cose e possono essere d'ispirazione per gli altri" spiegò.
Tony strofinò la testa contro la sua mano, sorrise.
"Sai un sacco di cose belle, fratellone!" esclamò.
Lex lo prese in braccio, se lo appoggiò al petto e lo cullò.
"Ti è piaciuta la caramella?" chiese.
Tony annuì, alzò la testa e sbatté le ciglia.
"Sai anche qualcosa sul mio, di nome o cognome?" chiese, con tono dolce.
Lex annuì e gli accarezzò la guancia.
"Sì, ma te lo racconterò dopo pranzo" disse gentilmente.
  
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