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Autore: wivnter    25/10/2015    1 recensioni
Mi volto verso Fiona che mi guarda scioccata. Non lascio loro il tempo di ribattere che riprendo a parlare. "Non sono qua per chiedervi il permesso, volevo solo dirvelo. Lui sta con me, chiaro?"
gallavich, come avrei voluto che fosse.
Genere: Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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GIOVANI E LIBERI.



consiglio l'ascolto di "heaven"



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Fisso la sua immagine da ore, disteso sul mio letto lo guardo, il viso pallido, alcune piccole ciocche di capelli di quel color arancione carota cadere sopra la sua fronte, passo con lentezza i palmi delle mie mani sopra gli occhi. Come siamo arrivati a questo? La colpa è mia, ho scatenato tutto questo, perché è così difficile confessare i propri sentimenti, perché non sono come uno di quei ragazzi che urla al mondo di essere gay, nascondermi da questa realtà a portato solo guai. Sollevo lo sguardo di nuovo sulla sua figura, sento le gambe tremare ma decido di alzarmi, avvicinandomi così lentamente al lui e mi chino sul suo corpo, avvicinando lentamente le mie labbra alla sua fronte. Lascio così un piccolo bacio su di essa, chiudendo poi gli occhi sussurro "Ti porterò via da qua, promesso".
Mi alzo dal letto avvicinandomi così alla porta, accorgendomi poco dopo della figura di mia sorella Mandy; osserva il mio volto con due occhi lucidi. "Non sta bene", dice.
Scuoto la testa mentre la oltrepasso. "Lo so benissimo, ci penso io a lui", affermo e afferro la giacca poggiata sulla sedia vicino alla tavola da pranzo.
"Chiedi aiuto a qualcuno, stupido."
Dopo essermi portato l'ennesima sigaretta tra le labbra, alzo la mano destra verso di lei e le mostro in tutta risposta il dito medio.

Cammino con un passo svelto verso casa dei Gallagher. Non impiego molto tempo ad arrivare visto che abitano a pochi isolati da me. Poggio la mano sopra la porta, per poi sbatterla sul legno e mi guardo intorno mentre aspetto che qualcuno apra la porta, sentendo poi il cigolio che aspettavo. Torno con lo sguardo su di essa, davanti a me trovo Fiona.
"Mickey? È successo qualcosa a Ian?" chiede preoccupata, mi faccio spazio e entro, trovandomi davanti Philipp e Carl, gli altri due fratelli del mio ragazzo.
"Che succede?" chiedono preoccupati.
Cazzo, penso, vorrei anche io un fottuto parente che si preoccupi per me e invece mi ritrovo con un padre omofobo che vorrebbe uccidermi e una sorella che in testa ha solo cazzi.
Tornai concentrato su di loro e scossi la testa. "Sta bene, sono solo preoccupato. Voglio portare Ian via da qua."
Mi volto verso Fiona che mi guarda scioccata. Non lascio loro il tempo di ribattere che riprendo a parlare. "Non sono qua per chiedervi il permesso, volevo solo dirvelo. Lui sta con me, chiaro?"
Mi volto verso Lip e lo vedo poggiare una mano sopra la spalla di Carl, tiene la testa bassa. Sento i passi di Debbie e Liam fermarsi a metà scale così da sentire la nostra conversazione.
"È nostro fratello, come possiamo lasciarlo andare?" afferma Lip mentre si avvicina a me. "Proprio per questo dovreste farvi da parte" dico alzando il tono della voce infastidito dalla sua presenza.
"Tu hai portato solo dolore nella sua vita."
Sento le parole di Lip e stringo un pugno mentre mi avvicino a mia volta alla sua figura, con la coda dell'occhio vedo Fiona che si porta una mano davanti alle labbra mentre cerca di trattenere le lacrime.
"Io sono innamorato di tuo fratello. Non sai un cazzo Philipp, vaffanculo." Spingo il ragazzo indietro, lasciando così che cada sul divano, mi volto andando così verso la porta ma un passo da questa mi fermo e inclino di poco il viso per rivolgermi ancora a loro. "Avrete notizie, ma Ian viene con me."
Sbatto la porta mentre lascio la loro casa, inizio a correre; sento il vento sulla pelle, mille pensieri mi invadono la mia mente, ma solo uno riesce a farmi star bene, solo uno riesce a farmi sentire libero, ed è lui, è Ian, la ragione per cui sono cambiato. Il fiato si fa sempre più forto, non appena vedo casa tiro un sospiro di sollievo. Ian mi sta aspettando.
Alzo gli occhi verso la porta e lo vedo sorridere mentre osserva la mia figura dal porticato, accenno un sorriso ricambiando il suo sguardo. Di fretta salgo gli scalini fino ad arrivare all'entrata e poso lo sguardo su di lui.
"Dove sei stato? La colazione è pronta."
Accenno una risata mentre sento le sue parole e senza pensarci due volte mi avvicino a lui, poggiando così una mano sulla sua guancia, per premere le labbra contro le sue. In un primo momento rimane sorpreso dal mio gesto, ma poco dopo sento la forchetta che teneva tra due dita cadere per terra e poggia con delicatezza la sua mano sopra il mio fianco. Sento il suo sapore nelle mie labbra e questo mi manda in bestia; lui è il mio fottuto punto debole. Lo sento muovere qualche passo e capisco le sue intenzioni, così lo assecondo e mi lascio spingere verso la camera da letto. Mi stacco lentamente da quel bacio, in modo da sussurrare "Voglio essere la tua colazione" col tono più provocante che riesco ad avere. Ian sorride alla mia affermazione.
"Ti ricordo che tu devi succhiarmi il cazzo, quando voglio" risponde, guardandomi con un'aria vagamente divertita. Accenno una risata mentre chiudo con la mano libera la porta e scrollo le spalle subito dopo. "Con piacere, capitano."
Mi lascio sfuggire una risata emntre mi avvicino a lui, che se ne sta già seduto sul letto, così decido di portarmi in ginocchio tra le sue gambe e porto le mani ai bottoni scuri dei jeans. Alzo per un breve attimo lo sguardo verso il suo viso; si tortura il labbro inferiore. Non capisco come possa essere così fottutamente bello, qualunque sia il suo movimento o qualunque sia la sua parola.
Riporto lo sguardo sui suoi boxer e noto un rigonfiamento, così decido di liberare la sua erezione; avvicino le labbra alla sua punta, lascio così dei piccoli baci umidi e decido di portare anche la mano a reggere la sua asta. I suoi leggeri mugolii cominciano a riempirmi le orecchie, non riesco non lasciarmi scappare un sorriso sulle labbra e subito dopo apro le labbra e prendo tutta la sua erezione dentro la mia bocca. Inizio a succhiare, muovendo contemporaneamente la mano; le sue dita raggiungono i miei capelli, li stringe, e capisco che il mio lavoro è di suo gradimento. Aumento la velocità in modo da farlo venire, non passa molto tempo, accompagnandosi col suono delle sue stesse parole.
"Dio, Mickey...", ansima piano, mentre lascio che il suo seme finisca tra le mie labbra. Rialzo lo sguardo verso il suo, passandomi la lingua sul labbro inferiore. "Ho sempre amato il tuo sapore, Ian."
Mi tiro su dalla mia posizione e mi fermo vicino alle sue labbra, lasciandovi un piccolo bacio a stampo sopra. Prima che io possa spostarmi, le sue mani si poggiano sulla mia schiena e mi trascinano così sul letto insieme a lui. Mi lascio sfuggire una sonora risata. "Non fare il coglione, Gallagher."
Lui ride con me e avvicina il viso al mio. "Sta zitto, Milkovich."

La noiosa luce del sole puntata sul mio viso interrompe il mio beato sonno post-sesso, così sbatto le palpebre per qualche secondo e alzo lo sguardo sulla sveglia poggiata sul comodino; sono le otto e quaranta di mattina. Dovevo mettere in atto il mio piano. "Ora o mai più" ripetevo dentro la mia testa.
Mi volto verso di lui. "Ian" sussurro. Non mi sente, così decido di poggiare una mano sopra la sua spalla e scuoto con poca forza il suo corpo in modo da attirare la sua attenzione.
"Per una volta che dormo, lasciami dormire" biascica in risposta il ragazzo.
"Dobbiamo partire, quindi alza quel fottuto culo e prendi quello che può servirti" affermo alzandomi dal letto per dirigermi verso la sedia e prendere pantaloni e maglia poggiati lì sopra poche ore prima.
"Ti ho sbattuto così forte da prendere anche il cervello?" risponde confuso - ma stavolta più sveglio e attento - non capisce il motivo del mio comportamento.
Dopo essermi infilato la maglia guardo il ragazzo. "Quanto puoi essere stupido?" scuoto la testa mentre afferro la sua maglia e gliela tiro. "Questo posto rovinerà tutto, voglio un futuro con te lontano da qua. Inizieremo un nuovo libro, senza tutta questa merda."
Lui si alza di fretta, tenendo la maglia stretta nella propria mano e mi fissa negli occhi fermandomisi davanti. "La mia famiglia?"
Roteo gli occhi mentre poggio entrambe le mani sulle sue guance. "Per una volta pensa a te stesso. Ci faremo sentire, non spariremo mica del tutto."
Fisso i suoi occhi speranzoso; sorride e poggia le labbra sulle mie. Chiudo gli occhi mentre mi gusto quel bacio.
Tutto quello che avevamo creato non poteva finire, io non potevo permetterlo.
Mi stacco con malvoglia dalle sue labbra. "Prepara tutto, prendo alcune cose e andiamo."
Mi avvio alla porta, mentre Ian schizza verso l'armadio, iniziando così a tirar fuori maglie e pantaloni, seguiti da mutande e calzini, fino a che non si blocca per voltarsi verso di me.
"Ma... dove andremo?"
Bella domanda, Ian. Non lo so, dove il mondo può sorridere.
"Via da qua" dico soltanto ed esco definitivamente dalla camera andando in cucina, dove trovo Mandy in piedi davanti al tavolo che mi guarda. Ad un tratto sorride, mi viene incontro e mi abbraccia, e io rimango spiazzato. Non è mai così affettuosa verso di me, però non mi è mai dispiaciuto questo lato di lei, così le poggio le mani sulla schiena e la stringo a me.
"Sono fiera di quello che stai facendo... Resti un frocio del cazzo, ma ti voglio bene" sussurra al mio orecchio e quelle parole mi rimbombano in testa. Sorrido, perché finalmente avevo sentito quello che aspettavo da tanto tempo.
"Ti voglio bene Mandy, anche se pensi solo al cazzo." Accenno una risata mentre lascio un bacio sulla sua fronte, indietreggiando di qualche passo in modo da poterla guardare e noto che poggia una busta sul tavolo. Sentendomi smarrito, avvicino la mano verso di essa e vi do una sbirciata dentro; pezzi e pezzi di verdoni. Riporto lo sguardo verso di lei, in un misto tra l'incredulo e lo sconvolto per quella visione inaspettata.
"È il mio regalo per voi, non potevo lasciarvi partire senza un soldo."
Non mi aspettavo certo tutto ciò, da lei, ma forse stava soltanto aspettando che io facessi la cosa giusta e adesso quel momento era arrivato. "Grazie Mandy, davvero" affermo toccandole il braccio. Sento quindi arrivare Ian.
"Andiamo?" chiede e io mi volto verso di lui per annuire, lo lascio salutare mia sorella - con la quale è amico fin da quando io lo detestavo a morte. "Dì alla mia famiglia che starò bene, e mi farò vivo."
Mandy annuisce alle sue parole, poi lui viene verso di me e mi prende la mano, abbasso lo sguardo su di esse per poi stringere di poco la presa, intrecciando così le nostre dita. Ci voltiamo entrambi verso mia sorella e noto che sul suo volto stanno cadendo delle lacrime; non dico niente, lascio che il mio sguardo parli da solo. Usciamo dalla porta e ci avviciniamo alla vecchia macchina di mio padre e dal momento che quel bastardo marcirà in prigione, questa potrà essere mia, quindi apro la bauliera e metto le nostre piccole valigie dentro di essa. Ian è già seduto in macchina, lo vedo felice ed è questo che voglio... vederlo star bene, tutti i giorni.
Mi avvicino allo sportello del posto di guida e prima di salire lascio che il mio sguardo vaghi sul quartiere. Troppi ricordi tornano nella mia mente. "Non dimenticherò questa merda" sussurro, poi prendo un profondo respiro cacciando via quanti più pensieri possibili ed entro in macchina; una volta davanti al volante, inserisco le chiavi nel cruscotto per accendere il motore, ma non voglio ancora partire, prima devo prendere il coraggio e lasciar andare qualcosa che voglio dire da molto tempo. Questo è il momento giusto, sono pronto per questo, è il momento giusto.
Mi volto verso di lui che sta guardando fuori dal finestrino e parlo. "Ti amo, Ian."
Sento le mani tremare con violenza, così afferro con più forza il volante, fino a farmi diventare le nocche bianche. Il ragazzo si volta immediatamente verso di me e vedo con la coda dell'occhio i suoi farsi lucidi.
"Puoi ripetermelo ancora un po'?" sussurra, così mi volto verso di lui per guardarlo.
Porto una mano sopra al suo ginocchio scrutando attentamente i suoi lineamenti. "Abbiamo tutta la vita."
Gli sorrido appena e porto la mano fino alla sua guancia in modo da catturare una lacrima sfuggente, per poi bagnare distrattamente le labbra e distogliere lo sguardo dal suo; lo riporto davanti a me, afferro il volante con una mano, inserisco la marcia, do gas, mando a fanculo il passato, prendo la sua mano con quella libera in modo che intrecci le dita alle mie, e sorrido al futuro.
"Ti amo, Mickey" lo sento dire e inclino per qualche attimo il viso verso di lui sorridendo.
Ne sono convinto, è l'uomo della mia vita.





note d'autrice;
salve a tutti, inizio col dire ho preso ispirazione da una scena di mickey, mi sono chiesta e se fosse andata come tutti vorremmo? e così ho avuto questa idea, so benissimo che in molti mi direte 'non esistono solo ian e mickey' ma sinceramente sono la mia coppia preferita e amo il loro ruolo.
ringrazio geliantis per il suo aiuto col banner e la sua collaborazione nella revisione del testo, e per il suo amare shameless tanto quanto me.

spero che possa piacervi. se avessi scritto io shamless, loro sarebbero finiti così, ma la speranza è l'ultima a morire. mi piacerebbe un piccolo commento, bello o brutto che sia, qua sotto le recensioni!

grazie in anticipo,
chiara.

   
 
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