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Autore: Raeiki    25/10/2015    1 recensioni
Anno 2015. Lo squattrinato e poco fortunato scienziato Paul Drake sta lavorando a un progetto che sarà destinato a dare una svolta alla scienza moderna: un'evoluzione della realtà aumentata che permetterà alle persone di vivere attraverso un avatar. Il progetto ha richiesto anni di lavoro, ed è quasi giunto al termine. All'inizio doveva rimanere un segreto, ma ora inizierà a introdurre il programma a suo figlio, Alexander.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Alexander, ma almeno stai ascoltando quello che ti sto dicendo?" "...eh?". Alex era troppo soffermato sul panorama fuori dal finestrino per ascoltare la voce di sua madre. Era in ansia per il primo giorno di scuola dopo e vacanze di Natale, non aveva nessuna voglia di andarci. Era praticamente uscito dalla crisi adolescenziale avendo compiuto diciott'anni, ma l'ultimo anno di scuola era uno dei suoi problemi centrali. L'altro era suo padre.

Paul Drake era un uomo sulla quarantina riservato, chiuso, mostrava poche emozioni. Era differente rispetto a suo fratello Mark, anche lui sposato e con un figlio. Il ragazzino era più piccolo di Alex di sei anni e si chiamava Albert. Alex e Albert andavano d'accordo sempre e comunque, si potevano considerare quasi migliori amici. Forse era Albert stesso l'unico conforto dell'infanzia e adolescenza di Alex.
La maggior parte del tempo che aveva, Paul lo usava per lavorare. Entrava nel suo studio verso mezzogiorno, per poi uscirne la sera tardi a mezzanotte. Le uniche volte che poteva permettersi di uscire erano le urgenze (il bagno). Mary Flakes, sua moglie, non sapeva che lavoro faceva Paul. O meglio si, lo sapeva; era uno scienziato, abbastanza sfortunato e senza uno stipendio davvero eclatante. Almeno fino a qualche anno prima. 
Improvvisamente infatti Paul cominciò a portare a casa più denaro del solito. Cercava di comprare dei videogiochi ad Alex per distrarlo, quasi come se volesse levarselo dai piedi. Il ragazzo se n'era accorto, e ha sempre tenuto le distanze dal padre, nonstante cercasse comunque di capire quale fosse la causa di questo aumento improvviso.

La verità è che Paul stava lavorando insieme a un suo superiore, Loyal Sealight, a un progetto molto, MOLTO, importante per la storia della scienza e non poteva permettersi di rivelarlo alla sua famiglia. Avrebbero iniziato a fare domande, a cercare di conoscere di più sul progetto, e lui non aveva intenzione di fare accadere ciò. Quindi preferì mantenere tutto segreto e parlò alla famiglia di un aumento del signor Wilson, il suo capo.

Alex non osava entare nello studio di suo padre: una volta aveva provato, e ci era anche riuscito per qualche minuto. Aveva visto strane apparechiature, non capì l'utilità di molti degli oggetti presenti in quella stanza. Poi Paul entrò nello studio e trovando suo figlio all'interno si infuriò tanto da metterlo in punizione per un mese. 

"Drake Alexander." "...ah, si. Presente." "Va tutto bene? Ti vedo un po' a terra." "Non si preoccupi, è il sonno." "Capisco...va bene. Pasen Stewart." "Presente...". Alex non fece caso al resto dell'appello. Non gli interessava dei suoi compagni, non parlava con nessuno di loro, tantomeno ci faceva amicizia. 
Attese la fine delle lezioni con noia, per poi salire sul pullman. Si sedette in fondo, vicino al finestrino, quando una voce gracchiante e fastidiosa lo chiamò: "Alex, non ci saluti?" "Pasen, sparisci. Se non vi ho salutati prima c'era un motivo." "Ooh, come siamo freddi oggi. E non chiamarmi Pasen, sa molto di formale. Preferisco Pasey." "Come se suonasse meglio...adesso lasciami solo, per favore. Sto ascoltando la musica." "Come vuoi...uno cerca di essere gentile...". Pasen si allontanò insieme a quegli idioti dei suoi amici. Li odiava così tanto. In giro li chiamavano "Creeps", ovvero persone sgradevoli, detestabili. In più con loro aveva iniziato a girare uno più piccolo, dell'età di Albert, che vai a sapere come si chiamava.

Appena Alex arrivò a casa gettò lo zaino sul divano e si stravaccò di fianco a esso, accendendo la tv. Sua madre entrò in salotto, con la fronte corrugata: "Non saluti neanche?". Alex la ignorò, per poi mugugnare un "ciao". "Ma si può sapere che hai?" "Niente mamma, niente. Non stavi facendo qualcosa di là?" "Senti bene, ragazzo mio. Non credere di restartene qui in casa a fare niente tuttiìo il giorno. Hai la patente da almeno due anni e non usi mai la macchina. Vai a fare un giro con i tuoi amici!" "Quali amici? Non ne ho neanche uno." "Ma perchè no?! Qual è il problema?!". Alex stava per replicare quando una figura si mise in mezzo ai due: Paul stava guardando Alex con un'espressione meditabonda, quasi come se si stesse pentendo di essere uscito dalla sua stanza. "Vieni con me un attimo, Alex.". Il ragazzo non parlò, rimase con gli occhi spalancati a fissare il padre: non era mai uscito dal suo ufficio così presto, ed era da tempo che non gli rivolgeva la parola, e di colpo gli chiede addirittura di andare nello studio con lui. Che volesse fargli una lavata di capo per come trattava sua madre? Nulla di simile.

Paul mostrò a suo figlio il monitor del computer: "Cosa vedi sullo schermo?" "Ehm...è una domanda trabocchetto?" "Rispondimi." "Ok..." Alex guardò lo schermo e non vide nulla di particolare: c'era una pagina aperta in mezzo al desktop, con una scritta che diceva: "Progetto: LOGIN AND LIVE". "Vedo una scritta...cos'è?" "Questa, Alex, è l'evoluzione." "Ah...posso tornare a guardare la tv ora?" "Sciocco, non capisci? Questo è il lavoro a cui tanto tengo e che ho dovuto tenervi segreto. Questo è il progetto Login and Live. Grazie a esso, puoi creare un avatar personalizzabile in tutti i modi possibili e...beh, vivere tramite quello stesso avatar. È un passo enorme per la realtà aumentata, e un passo enorme per scienza, tecnologia e psicologia umana. Ora: ti starai chiedendo perchè te lo mostro, immagino". Alex era rimasto senza parole. Si limitò ad annuire. "Beh, te lo sto mostrando perchè voglio che tu mi aiuti con i test.". L'adrenalina di Alex sparì. "Una cavia?" "Detto così suona male, ma tecnicamente si, mi servi come cavia.". Allora era questo per lui. Una cavia umana. "E io che mi illudevo che tu fossi umano. Cosa hai nel cervello? Usare il tuo stesso figlio come cavia? Ma hai ancora delle emozioni dentro di te?" "Non hai capito. Ho già provato Login and Live, è sicuro. Ho solo bisogno di giudizi esterni al mio parere. Devi essere sincero e imparziale, se trovi delle imperfezioni o dei problemi non esitare a dirmelo. Chiaro? Ora ti illustro come funziona. Avvicinati.". Alex non era convintissimo, ma per la prima volta stava facendo qualcosa insieme a suo padre, e poteva essergli utile in qualcosa. Dunque si avvicinò al computer.

"La chiave di tutto è la webcam. Una volta lanciato Login and Live dovra consentire alla webcam di agire, e la telecamera analizzerà il tuo volto trasmettendo i caratteri principali all'avatar. Posizionati davanti alla webcam, Alex.". Il ragazzo obbedì, fissando l'obbiettivo: "Sta facendo qualcosa?" "Si, ti sta studiando. A breve appariranno le opzioni...ecco, guarda.". Come previsto, apparì una serie di opzioni: "Entra", "Personalizza Avatar", "Esci." I settaggi non erano presenti, poichè non c'era di fatto nulla di cambiabile. Alex cliccò su "Personalizza Avatar", e apparve effettivamente un personaggio uguale a lui. Lo rese un po' più alto e ben piazzato, senza modificare altro. "Bene, ora che hai l'avatar direi che puoi accedere. Però ora è tardi, domani hai scuola. Quando torni da scuola domani proveremo il primo Login effettivo del programma."
Alex non stava nella pelle, per la prima volta aveva uno scopo. Ringraziò suo padre, che in tutta risposta sorrise. 
Il ragazzo ancora non sapeva...
...che da quel programma era destinato a nascere qualcosa di molto, molto più grande.
   
 
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