Anime & Manga > Slayers
Ricorda la storia  |      
Autore: Tye Menkauhor    21/02/2009    4 recensioni
Una brevissima one-shot su Zel, poco prima dello scontro con Shabranigdo...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zelgadis Greywords
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Credere di poterlo battere. Che assurdità.

Loro erano stati spazzati via come polvere dal vento. No, meno di polvere, non era rimasta nessuna traccia. Non era vero neanche quello: il loro ricordo, ecco la loro traccia. Zolf e Rodimas. Mai, non li avrebbe mai dimenticati, mai avrebbe scordato il loro orgoglio nell’affiancarsi a lui, nel sostenere senza ombra di dubbio che loro erano al suo servizio, non al servizio di Rezo.

Amici?

Poteva essere lui degno di ritenerli tali? Avrebbe voluto conoscerli meglio, poter davvero pensare che forse, nonostante lui fosse così diverso, sarebbero potuti diventare amici.

Invece Rezo aveva dissolto anche questo minuscolo sogno. Nel suo bozzolo di egoismo mascherato di buone intenzioni, aveva mostrato a lui fin da piccolo la falsità del mondo, distruggendo uno dopo l’altro tutti i suoi sogni. Cosa gli era rimasto? Nulla. Non c’erano più sogni, e la speranza in un momento simile, vacillava vertiginosamente osservando il precipizio.

Shabranigdo non avrebbe risparmiato i sogni di nessuno.

Rezo stesso per i suoi occhi non lo avrebbe fatto. Non si era fermato davanti a nulla. Lui lo sapeva, lo conosceva bene, con Rezo era cresciuto e aveva sperimentato la sua ossessione. Aveva guardato il monaco rosso prodigarsi per gli altri, con il sorriso sulle labbra, mentre sperimentava su di loro incantesimi ed intrugli che dovevano portare una soluzione al suo problema. La falsità del mondo. Un uomo come Rezo era ritenuto un saggio. Oh si, saggio si. Un pozzo interminabile di sapienza, le sue conoscenze in ogni campo erano enormi. Ma Rezo era anche ritenuto un santo. Può un santo avere il volto di un uomo che agisce in tal modo solo per ottenere i propri scopi? Può un santo permettere, pur di vedere il mondo con i propri occhi, che attraverso di lui si risvegli chi quel mondo lo vuole distruggere con le proprie mani?

Si fissò le  mani. Dure. Il colore innaturale gli strappò un ghigno autoironico: come posso io che sono un mostro, giudicare lui? Invece poteva. Se lui era un mostro, la colpa era solo di Rezo. Un’altra cavia per i suoi esperimenti.

Ma a chi voleva raccontarla? Poteva gridare ai quattro venti che il mostro era Rezo, ma nel suo cuore, sotto quello strato di roccia, sapeva benissimo che la colpa era solo sua. La sua ostinazione era molto simile a quella del monaco rosso: voleva diventare più forte, il più abile mago, il più potente spadaccino che ci fosse in circolazione. Il suo nome doveva diventare famoso, voleva essere amato e temuto ad un tempo. Voleva che la sua fama li raggiungesse, dovunque fossero. I suoi genitori.

Per loro. Per lui. Si, per se stesso, voleva che il suo nome fosse ricordato, che, risuonando nelle orecchie di chi lo aveva abbandonato, riecheggiasse fino a far sanguinare loro i timpani. Che si pentissero del loro gesto, che chiedessero il suo perdono. Perché lui voleva vendetta. Perché lui il perdono non lo avrebbe concesso. Perché alla loro richiesta, lui li avrebbe abbandonati.

Allora, in fondo, quale era la differenza tra lui e Rezo? Per il suo scopo era stato disposto a tutto, si era mostrato determinato, e Rezo lo aveva accontentato. Oh certo, era diventato più forte. E forse, con un aspetto del genere, avrebbe potuto far correre il suo nome velocemente sulle bocche di molta gente.

Ma si era nascosto. Coperto il viso di pietra, un cappuccio sui capelli duri come aghi di metallo. Persino il credere di avere una determinazione incrollabile, anche questo Rezo gli aveva tolto. Non era vero, non era determinato al punto di vedere il suo corpo tramutato in quel mostruoso rimescolamento di carne e roccia.

Ecco la differenza. Lui si era disperato della sua stoltezza, e voleva trovare un modo per tornare indietro. Rezo non si era pentito di ciò che aveva fatto, e ormai per lui non c’era più possibilità di tornare indietro.

Voleva sognare di poter sconfiggere Shabranigdo, ma sapeva che il suo sogno si sarebbe frantumato in milioni di pezzi…

Credere di poterlo battere. Che assurdità.

Era un viaggio verso la morte. Cosa c’era oltre? Se anche avesse valicato quel sottile confine che divide la vita dalla morte, e vi avesse trovato Zolf e Rodimas, sarebbe stato felice. Perché non sarebbe stato solo. Loro non lo avevano abbandonato.

Una pietra lo colpì in testa con forza. Dietro di lui Lina e Gourry lo stavano fissando.

«Avevi forse intenzione di lasciarci qui da soli? Abbiamo deciso di combattere insieme, rinuncia all’idea di volerci precedere!»

E se… e se invece la maga e lo spadaccino fossero in grado di rendere reale quel sogno?

 

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slayers / Vai alla pagina dell'autore: Tye Menkauhor