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Autore: Janelle    21/02/2009    4 recensioni
Mai che ammettesse che, fra di loro, c’era effettivamente qualcosa. Una stima reciproca, ecco.
Quando le strane amicizie si trasformano in strani sentimenti, e quando a cercare di gestirli sono due asini (di cui uno reale).
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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fanfiction

 

“Io ti vorrò, anche se sbagli

E (se) la tua diversità a te mi legherà”

 

L’Anno Zero, Nek

 

 

 

 

 

Merlin sedeva distrattamente sulla seggiola di legno, stringendo fra le dita la fredda consistenza dell’elmo, mentre i raggi di luce si infrangevano sulla sue pelle pallida.

 

Un piccolo sorriso si delineò sulle sue labbra morbide, mentre la curvatura degli occhi si faceva più piacevole e lenta.

 

« Cos’hai da ridere? » domandò prepotentemente Arthur, inchiodando i suoi occhi azzurri in quelli del suo servo.

 

Il mago non trattenne un altro sorriso. « Pensavo alla faccia di Lady Muriel quando oggi le avete confessato di non essere stato voi a donarle quei fiori, e che si trattava di Henry, un servo. Sembrava proprio stravolta! ».

 

Un lampo di divertimento passò negli occhi cerulei del Principe, ma li riabbassò, stizzito. « Perché non pensi a lucidare l’elmo invece di bighellonare? » propose, imperscrutabile.

 

« Ma io lo sto facendo! » scherzò, passando distrattamente il panno sul ferro privo di ammaccature « Non vedete? » cinguettò, con un sorriso irrisorio.

 

Arthur lo fissò, immobile, chiedendosi quando gli avesse dato il permesso di prenderlo in giro così apertamente. E quando il loro rapporto aveva preso una piega così intima? Forse avrebbe dovuto punirlo per tale sfrontatezza...

 

« A me non sembra proprio » lo attaccò « Vedo giust’appunto una bella macchia al centro, e mi duole ricordarti che devi anche pulirmi la sella, riordinare la stanza, lucidarmi l’armatura e che questo pomeriggio c’è l’allenamento ».

 

Merlin lo fissò, debole. « M–ma... » tentò.

 

« Ah, giusto. Dimenticavo. La mia spada. E il mio scudo. Li voglio lucidi come mai prima d’ora » ordinò, facendo ondeggiare per aria la mano e portandosela dietro il capo.

 

« Ma certo, Sire » calcò il mago, riprendendo frettolosamente a fare il suo lavoro, come Arthur gli ricordava praticamente ogni giorno. Mai che ammettesse che, fra di loro, c’era effettivamente qualcosa. Una stima reciproca, ecco.

 

Sbarrò gli occhi, fissando un punto incerto del muro. Stima reciproca? Era indubbiamente impazzito, perché quello che lui provava per Arthur non era altro che disprezzo, visto l’evidente modo in cui lo trattava e le poche parole gentili che aveva speso nei suoi confronti.

 

« Davvero... è rimasta così sconvolta? » esclamò d’un tratto il Principe, lasciando che un mezzo sorriso gli illuminasse il volto diafano.

 

Merlin lo fissò, sbattendo vagamente le ciglia. Poi le aggrottò. « Beh, si... Non capisco come abbiate fatto a non notarlo » biasciò, tossicchiando « Ha aperto la bocca come un pesce, boccheggiando! Se l’avesse tenuta aperta ancora un po’ sarebbero entrate delle mosche... » concluse, abbassando gli occhi.

 

Arthur lo stava ascoltando.

 

Gli scappò una risata. « Non l’ho notato... » mormorò, carezzando con lo sguardo il lenzuolo bianco e facendo oscillare la gamba destra al di fuori del letto.

 

« Come avreste potuto? » sbottò il mago, ridendo nervosamente « Appena vi siete voltato verso di lei ha recuperato l’autocontrollo! Deve esser proprio rimasta delusa ».

 

Un lungo silenzio scese fra i due, e Arthur scrutò distrattamente il volto del suo servo, teso in una strana morsa di aspettativa. « È ovvio! È innamorata di me » berciò, superiore.

 

Povera lei! pensò Merlin, ridacchiando silenziosamente. Non augurava a nessuno di dover condividere tutta la vita – o anche solo qualche ora – con il Principe; era borioso, arrogante, e comandava tutto su tutti. Faceva fatica lui a sopportarlo... come avrebbe potuto farlo qualcun altro?

 

« Nessuna battutina? » domandò Arthur, aggrottando le bionde sopracciglia e tirandosi improvvisamente a sedere.

 

« Nessuna » rispose Merlin, scrollando le spalle « E ora, se non vi dispiace, mi aspettano i miei compiti » calcò, incamminandosi verso la porta.

 

Il Principe lo fissò, tanto sorpreso quanto offeso. « Merlin! Mi stai tenendo nascosto qualcosa? » domandò, penetrante.

 

Lui dissentì, innocente. « Ma certo che no ».

 

« Mi stai prendendo in giro? » lo accusò, velatamente, con una nota minacciosa nella voce.

 

Il mago sorrise, cercando di nascondere una soddisfazione interiore. Quell’asino di un principe era tanto bello quanto stupido, e questo non faceva che renderlo felice. « Affatto » trillò.

 

Arthur serrò la mascella, stortando vagamente il capo. « Merlin... non prenderti certe libertà che non puoi avere » gli intimò, fermo, stringendo convulsamente fra le dita il lenzuolo.

 

 

 

 

“Una fottuta guerra non verrà

Soltanto qualche schiaffo alla realtà”

 

L’Anno Zero, Nek

 

 

 

Merlin lo fissò, e vide distintamente la vista affievolirsi, come annebbiata. « Non auguro a nessuno di passare il resto della vita con voi, stupido borioso di un asino » rivelò, orgoglioso, chiudendosi freddamente la porta alle spalle.

 

Il Principe Arthur rimase immobile, fissando i cardini della porta sbattere e tintinnare nella sua testa. Una sensazione di insoddisfazione lo invase lentamente, come un viscido serpente in grado di annientarlo.

 

Stortò il capo, scocciato. « Ti meriti la gogna, Merlin » echeggiò, fissando oltre il vetro della finestra e lasciando che un raggio di sole si infrangesse sulla sua pelle.

 

Il silenziò divorò tutta la stanza, facendolo tentennare. Per un qualche strano motivo, quelle parole lo avevano ferito.

 

Sciocchezze; nulla poteva ferirlo, se non la lama affilata di una spada avversaria! Ripercorse i tratti del su servo inconsciamente, rimanendo incastrato nel ricordo di quegli occhi grigio–verdi rivolti verso di lui.

 

« La gogna » ripeté, sospirando, affondando le dita fra le coperte « non hai alcun diritto di prendere in giro l’erede al trono ».

 

Si tirò in piedi, rassettandosi le vesti e incamminandosi verso la porta. « Nessun diritto... » gli sfuggì ancora, girando il pomello della porta.

 

Per un qualche strano motivo, gli era parso che Merlin fosse ancora nella stanza. Lo vedeva seduto, al suo posto, il volto disteso in un pacato sorriso, la pelle color perla illuminata da un velato imbarazzo e la zazzera di capelli scuri.

 

Si chiuse la porta alle spalle, violentemente.

 

E i cardini tintinnarono ancora.

 

[nelle loro teste]

 

 

 

 

 

Oh–oh. Lasciamo perdere; questo era il mio primo tentativo slash, il mio primo tentativo su Merlin e il mio primo tentativo sul pairing Merlin/Arthur xD Quindi, vi chiedo venia per la banalità, ma volevo “solo” essere IC. Era il mio obiettivo, ecco U_U Spero di esserci riuscita, minimamente. 955 parole precise, senza le songsss.

Grazie anche solo a chi ha letto. Baci, Janelle.

  
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