우리 사랑하자 마라요 – Let's not fall in love

Le luci della città sfrecciavano davanti ai miei occhi, il finestrino abbassato.

Non sapevo come mi sentivo in quel esatto momento: dentro di me avevo solamente una profonda confusione.

Mi aveva illusa, di nuovo.

Gli avevo permesso di illudermi, di nuovo.

Il cellulare stava suonando. Sapevo chi era, non dovevo nemmeno controllare: sapevo che mi avrebbe cercata..poi avrebbe smesso...e poi si sarebbe fatto vivo di nuovo.

Non so quando sarebbe salita l'angoscia e sarei scoppiata a piangere, ma so che sarebbe successo presto.

L'immagine di lui, avvinghiato ad una delle tante ragazze che lo cercava solo per il suo nome, non voleva andarsene dalla mia mente.

“Eunkyung, stai bene?” la voce di Taeyang era ovattata, ma comprensibile. Annuì, senza nemmeno guardarlo, continuando a contemplare la città passarmi davanti.

“Quando capirete entrambi che non siete fatti per stare insieme...” mormorò lui, rassegnato.

Ecco...in quel momento iniziai a sentire l'angoscia bloccarmi lo stomaco e la gola, gocce salate riempirmi gli occhi.

“Io l'ho capito. Io mi sono rassegnata parecchio tempo fa. Ma lui è diventato quasi come una droga per me. Ogni volta che si rifà vivo, io ci ricasco. Ormai è un circolo vizioso che va avanti da quando ci conosciamo.” un singhiozzò interruppe il mio discorso e proprio in quel momento arrivammo sotto casa mia.

Taeyang mi prese le mani, come faceva sempre per tranquillizzarmi. “Ascoltami..lui è convinto che qualsiasi donna lo faccia innamorare, lo farà soffrire...ti tratta così perchè ti ama, a modo suo. Ti allontana perchè in realtà ti vorrebbe vicino a sé. Ma sono stanco di vederti così, sempre più distrutta, che credi sempre meno nell'amore. Sei una ragazza forte, Eunkyung. Non lasciarti usare e non farti incastrare in un amore malato.” dopo il discorso, mi sorrise. “Vai a dormire adesso. Ti chiamo domani.” aggiunse.

Annuì, scossa ancora da qualche singhiozzo silenzioso.

“A domani.” uscii dall'automobile.

Quando entrai dentro l'appartamento, non crollai in lacrime come mi aspettavo. Le parole di Taeyang mi avevano scossa, in qualche modo. Avevano smosso qualcosa dentro di me.

Andai direttamente in bagno e mi guardai allo specchio: il trucco era un disastro, il mascara colato sulle guance, il rossetto sbavato, la traccia del bacio che mi aveva dato prima di ferirmi per l'ennesima volta.

Mi spostai in camera e buttai la borsetta sul letto, che iniziò a vibrare per la milionesima volta.

Presi il cellulare, il suo nome illuminava lo schermo.

Seungri.

Un sorriso e una lacrima apparsero sul mio volto, mostrando le due parti di me in contrasto in quel momento: la lacrima, che mostrava il mio desiderio di provare ad amarlo, di far funzionare le cose; il sorriso, che simboleggiava la forza di andare avanti.

Per la prima volta, scelsi il sorriso e rifiutai la chiamata.

Addio...Seungri.