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Autore: ComeWhatKlaine__    29/10/2015    1 recensioni
"Ed è diventato un po’ un compagno di viaggio, quel brivido: si ripresenta, puntualmente, ogni volta che mi guardi, quasi a voler costantemente celebrare quell’attimo"
Una lettera per ricordare. Una lettera per celebrare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Cara anima gemella,
ricordo che la prima volta che ti ho incontrato indossavi una camicia marrone scuro e, con quella addosso, i tuoi occhi sembravano ancora più brillanti.
Non ho mai visto occhi splendenti come i tuoi e, oggi come cinque anni fa, faccio ancora fatica a definirne il colore;  credo che, probabilmente, se qualcuno me lo chiedesse, non saprei rispondere e questo, forse, mi farebbe passare per una persona orribile.
La verità è che a descriverlo verrebbe sminuito: i tuoi occhi devono essere vissuti, un po’ come, in effetti, devi essere vissuto tu.

Ricordo che la prima volta che ti ho stretto la mano, tu l’hai stretta più forte mentre ti presentavi con un sorriso e poi hai coperto le mie nocche con la tua sinistra. La tua pelle era così calda, era come se il calore del tuo sorriso gentile si diffondesse attraverso quella stretta.
E io, ironicamente, ho sentito un brivido.
Ed è diventato un po’ un compagno di viaggio, quel brivido: si ripresenta, puntualmente, ogni volta che mi guardi, quasi a voler costantemente celebrare quell’attimo.

Ricordo che la prima volta che ti ho visto ridere ho riso anch’io alla vista delle piccole rughe che ti si erano formate agli angoli degli occhi: il tuo viso sembrava danzare e la tua risata era tra le cose più genuine che avessi mai sentito.
A volte le giornate sono tremende e, in quei momenti, io penso alla tua risata, a quel suono che ho tatuato sul cuore da allora e a quel punto mi sembra di tornare a respirare.

Ricordo che la prima volta che siamo usciti insieme era anche lo stesso giorno in cui ci siamo presentati e questo è da pazzi. Ma io ho detto sì: tu me lo hai davvero proposto e io ho detto sì. Era giusto dire sì.
Ed è assurdo ed è strano ed è impensabile. Ed è nostro.
Ti direi quel sì altre mille volte.


Ricordo che la prima volta che ho sentito le tue labbra sulle mie stavo letteralmente urlando dentro, ma il battito del mio cuore era così forte da coprire anche il suono della mia voce interiore.
Il tuo sapore mi ricordava qualcosa, qualcosa che non riuscivo bene ad identificare, ma che ora credo di poter definire come “casa”.
Le tue labbra erano morbide e abili e familiari: dovevo aver già vissuto quell’attimo, in chissà quale altra vita.
Mentre rispondevo al richiamo della tua bocca sul divano di casa tua, con gli spartiti dimenticati sul pavimento e la musica di “Candles” che risuonava nella stanza, mi sentivo finalmente al posto giusto. Forse per la prima volta nella mia vita.

Ricordo che la prima volta che mi hai detto “ti amo” ho avuto la netta sensazione di cadere da un'altezza sconfinata, ma con la sensazione delle tue braccia attorno a me e la consapevolezza di poter, in ogni momento, spalancare le ali per tornare in alto e cadere poi di nuovo, beandomi dell’aria fresca sul viso.
Ho avuto questa identica sensazione anche con il tuo "ti amo" di stamattina e ancora tutte le altre volte che me lo hai ripetuto negli ultimi anni.

Ricordo che la prima volta che abbiamo fatto l’amore è stata anche la prima volta in cui ti ho visto piangere e, in quel momento, mi sei sembrato quasi inumano per quanto eri bello.
Sentivo il tuo profumo ovunque, potevo addirittura toccarlo per quanto mi inebriava: da allora è un marchio a fuoco sulle mie narici.
L’orgasmo interiore che mi ha scosso l’anima fino a farla tremare è ancora in atto, da quella notte.


E adesso siamo arrivati qui, io e te.
Sono passati cinque anni e io non faccio che domandarmi, ogni singolo giorno, come sia possibile che questo principe sia potuto arrivare all’improvviso a sconvolgermi la vita.
 Certo, a volte, forse più che da principi ci comportiamo da ranocchi, ma in fondo è ciò che ci rende perfettamente imperfetti.

E forse sto provando a fare il poeta, ma la verità è che quando si tratta di te non riesco ad essere bravo con le parole.
Non quanto vorrei almeno.

In effetti, Dare, credo solo di volerti dire ancora una volta che ti amo.”

 
  
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