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Autore: Daeva    08/03/2005    0 recensioni
Ecco il mio simpatico Crossover/AU, ambientato nell'immaginaria NegaCity, metropoli ultramoderna tra il Blade Runner e Neon Genesis Evangelion o__O
Allora, essendo un Crossover utilizzo personaggi da varie serie, eccovi di seguito l'elenco dei coloro che ho usato e ho intenzione di usare:
Rei Ayanami, Shinji Ikari, Asuka Langley, Gendo Rokubungi, Kozo Fuyutsuki, Ritsuko Akagi } Neon Genesis Evangelion
Lain Iwakura, Masami Eiri } Serial Experiments Lain
Motoko Kusanagi } Ghost in the Shell
Kenji Asai } Eden
Conseguentemente utilizzo anche tratti e spunti da tutte queste serie per arricchire il tutto... Mi sembra poi corretto citare, per l'ispirazione, sia 'Dark Minds' (il comic di Pat Lee) che il film 'The Cell'.
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MENTAL SIEGE -- Infornography
"Fill my heart with song,
And let me sing for ever more
You are all I long for,
All I worship and adore
In other words, please be true
In other words, I love you.."

9 -- Infornography
E ora siediti, ti dirò tutto quello che vuoi sentirti dire.


Aprì gli occhi chiari con fatica.
Li sentiva stoppacciosi, stanchi.
Provò ad alzarsi dal letto, ma non vi riuscì.
Posò gli occhi sul soffitto.
Un soffitto bianco.
Un soffitto sconosciuto.
Mosse lo sguardo lungo l'orizzonte che poteva permettersi.
Pareti chiare. Forse verdine. O azzurrognole.
Un ospedale? Era una stanza d'ospedale?
Provò ancora ad alzarsi, ma una fitta alla tempia lo sbloccò.
Il respiro si fece difficoltoso, tossì.
Tossire gli fece male.
Sentì la porta della stanza aprirsi.
Era preoccupato.
Più di quanto avesse mai immaginato.
Si trovava in un luogo che non conosceva, impossibilitato nei movimenti e per motivi che ignorava.
Cosa gli era successo prima?
Si sforzò di tornare con la memoria a mezz'ora prima, ventiquattr'ore prima, una settimana prima, un mese prima.
Non vi riuscì.
All'improvviso si rese di conto di non ricordare neanche chi fosse.
Un camice bianco vicino il suo letto.
Odiava i camici bianchi.
Odiava i dottori...
Non ricordava per quale motivo, ma li odiava...
Diffidava di loro, e vederne uno vicino al suo letto lo rese ansioso.
Specialmente se non era in grado di ucciderlo.

Una voce di uomo.
-Ben svegliato, Asai.-

------------------

Asuka era sfinita.
Questa missione la stava sfruttando più di quanto inizialmente avrebbe supposto.
Stanca, aveva perso il suo passo fiero ed elegante, e ormai si trascinava lungo la via del ritorno con lentezza e rassegnazione.
Guardò il proprio riflesso su una vetrina di vestiti.
La sua pelle era più pallida di quanto ricordasse... Smunta e opaca, la sua bella pelle di pesca.
Il risultato delle settimane chiuse nell'alloggio davanti il portatile o nella bliblioteca comunale.
Chiusa, sempre al buio e nella penombra.
Asuka si sentì inadeguata, all'improvviso senza forze.
Detestava non poter esercitare al meglio le sue capacità, detestava sentirsi rinchiusa in lavori da topo da biblioteca...
Perchè queste cose non le facevano fare a quel patetico robot?
Ecco, qual'era il contributo di quel pupazzo a questa missione? Cosa le stavano facendo fare?!
E anche il direttore, i responsabili di reparto, gli ingegneri e tutti gli altri... Perchè tergiversavano? Perchè erano così lenti?
Cosa stavano aspettando a salvare Ikari? Cosa aspettavano a chiudere definitivamente questa storia?
Informazioni, informazioni... Nessuno chiede altro.
Chiedono solo informazioni, anche se alla fine non gli servono a un cazzo.
E lei, lei era la debole pedina che doveva rispondere a tutte le domande... Mentre gli altri guardavano e aspettavano.
Un giramento di testa.
Asuka si accasciò a terra, davanti la vetrina del negozio.

------------------

-Yui? Yui?!-
Gendo non riusciva a vedere bene...
La sua vista era appannata, e sentiva la testa strana, come se qualcuno l'avesse deformata, sbilanciandola.
Lo sguardo appannato, la necessità di chiudere gli occhi.
Odore metallico, salmastro.
Sangue, odore di sangue.
Quell'odore pungente gli si infilò nelle narici, fino a solleticare le nauseanti scene nascoste negli anfratti del suo cervello.
Gendo vomitò, vomitò sul vestito a fiori di Yui, che restava immobile, sporca di sangue.
Tossì, si mosse in modo scomposto, cercando di liberarsi dalle lamiere dell'auto distrutta.
-Yui?! Rispondimi...Yui!-

Il braccio destro non lo resse, Gendo cadde sul corpo fermo di Yui.
Solo allora Gendo si accorse che era freddo e non respirava.
Solo allora si accorse che tutto quel sangue veniva da una ferita sull'addome.
E che tutto quell'odore era frutto del ventre stracciato di Yui.
-Yui...-
Gendo riuscì ad afferrarla per le spalle, riuscì a scavalcarla, e a gettarsi fuori dal finestrino distrutto, trascinandola fuori.
La testa gli faceva male, non riusciva a vedere.
Vomitò ancora, litri e litri di champagne e caviale, stavolta sull'erba verde, sull'erba subito prima del guard-rail distrutto.
-Yui...Mi senti?-
La sua bella Yui, gli occhi chiusi come se dormisse.
I capelli castani, morbidi e leggeri a incorniciarle in viso.
Sembrava una bambola di plastica, la sua Yui.
Gendo continuava a strisciare sull'intestino di lei.
Trasportava il suo torso sanguinante lungo la strada strisciando.
Come un verme, un verme ubriaco a cui hanno tagliato la testa.
Un verme ubriaco che non vede e non sente.

------------------

-...Scusa?-
-Dicevo, queste metropolitane sono sempre strapiene di gente...-
-Ah, beh...Che ci vuoi fare...-
-Tsk... Menomale che dicono che la crescita di popolazione annua è pari a zero...-
-Ah,ah, suvvia Fukuoka, quello è riferito ai neonati... Non sono mica i neonati a prendere la metro...-
-Bah, persone della nostra generazione certamente...-
L'uomo si sistemò la cravatta, mentre seguiva il collega che era riuscito ad aprirsi miracolosamente un varco.
-...Menomale che la nostra è la generazione della grande guerra, Eiri... La gente moriva di fame, ma il tempo per far figli cell'aveva...-
-Beh, in tempi come quelli forse è naturale che rapporti simili si rafforzino di più...-
-...Che rapporti?-
-I rapporti di una famiglia, Fukuoka.- mormorò tristemente Eiri -...Non credi che la famiglia sia la cosa più bella che possa avere un uomo..?-

------------------

Camici bianchi, tanti camici bianchi, tre uomini di spalle.
Kenji li seguiva, mentre le ferite dei pestaggi gli bruciavano.
Kenji li seguiva, con gli occhi freddi di un uomo che ha consacrato la sua vita alla morte.
Un uomo che ha consacrato la sua vita alla vendetta.
E nulla può vacillare, in un uomo dedito solo alla sua missione.
Nulla vacilla in un uomo che vuole morire, appena compiuta la sua missione.

I patetici tentativi per spaventarlo di quei macellai non avrebbero mai funzionato.
Gli avrebbe permesso di divertirsi ancora un pò.
Poi li avrebbe macellati anche lui.

-Eccoci qui, Asai.-
-Adesso ti faremo vedere cosa ti succederà se non sarai disponibile verso di noi...-
-Perchè tu lo sai, che noi vogliamo solo il tuo bene...E quello della gente che soffre...-

Si fermarono davanti una porta.
Una porta fredda da laboratorio, una porta sigillata da aprire con passwords e codici segreti.
Una porta, con una scritta sopra.
Una scritta nera, grande e minacciosa.

"Rifiuti".

------------------

-Cosa..? Chi, Rokubungi?-
-Mh, mh!-

Lo sguardo di Kozo si tinse di inquietudine.
Non era quello l'uomo che aveva immaginato per la sua bambina...

-Non mi sembra affatto una buona scelta, tesoro.-
-Oh, papà! E' solo che non hai avuto l'occasione di conoscerlo bene! E' un bravissimo ricercatore, e anche una persona molto affettuosa!-
-Affettuoso? Quello?-
-Sì!-
-Avanti, Yui, la tua ingenuità mi stupisce... Ammetto che alcune sue idee che mi hai sottoposto sono interessanti... Ma proprio il fatto che ti abbia chiesto di sottopormi dei materiali non ti sembra già abbastanza indicativo delle sue intenzioni? Quello vuole solo usarti per poter venire a lavorare qui, Yui.-
-Papà, il fatto che non riesca a fidarti mai di nessuno ti farà pentire del modo in cui hai condotto la tua vita.-
-Il problema è che tutte le persone di cui mi fido finiscono irrevocabilmente per tradirmi... Lo ha fatto tua madre...-
-Oh, papà, ancora questa storia di Naoko..?-
-...E lo stai facendo anche tu.-

Yui tacque.
Non sapeva che seguire la sua felicità fosse visto dal padre come un tradimento nei suoi confronti.
Tornò a sedersi sul divano.
Il dolcevita scuro le fasciava deliziosamente il corpo.
Spostò lo sguardo di lato, con noncuranza.
Dalla dolcezza dei suoi ventidue anni, Yui sapeva ancora mettere su il broncio come una bambina.

-Lo faccio solo per il tuo bene, Yui.-
-Non mi importa, papà. Ho intenzione di frequentare quell'uomo, e lo farò.-
-Cerca di essere ragionevole...-
-Non voglio essere ragionevole, non in questa circostanza. Non scegliamo noi di chi innamorarci, a questo mondo. E da questa relazione sono pronta ad accogliere gioie e dolori, in qualunque evenienza.-
-Credo che quresta relazione finirà prima di quanto tu creda.-
Yui aggrottò le ciglia, si sentì offesa.
Si alzò dal divano e si diresse verso camera sua.

------------------

-Asuka, tesoro? Cosa fai?-

La ragazzina sollevò i suoi grandi occhioni blu dal mare, le onde, la spuma, lì in fondo.
Si volse delicatamente verso la madre.
Appoggiata a quell'oblò, con un vestito di velluto blu sembrava proprio una bambolina di porcellana.
Kyoko nascose una punta d'orgoglio.
-Asuka vieni qui. Voglio presentarti dei signori.-
Asuka nascose una punta di indolenza.
-Sì, subito.-

Dal basso della statura di bambina, Asuka sollevò la testa, fino a incontrare il viso della madre.
Teso verso chi aveva di fronte, lontano da lei, poteva vederle con intensità solo il collo e il mento, da basso.
Asuka osservò a lungo i movimenti della mandibola di sua madre, in attesa di un richiamo, una pupilla lucida su di lei.

-...E questa è mia figlia... La piccola Asuka. Asuka, saluta i signori.-
-Buonasera.- disse accennando un piccolo inchino.
-OOoh, è assolutamente adorabile!-
-Un vero gioiellino, Kyoko... Sappiamo già chi diventerà da grande!-
-Hai intenzione di farle fare la modella? Già a quest'età potrebbe trovare un ingaggio!-
-Ah,ah!- rise pacatamente la donna -Asuka ha delle straordinarie capacità... Sarebbe uno spreco volerla solo impiegare per il suo aspetto fisico.-
-Prevedi per lei un futuro nell'editoria, come sua madre?-
-Sappiamo dei tuoi bei voti a scuola, piccola Asuka, lo sai?-
-E sei così carina! I vestiti li sceglie da sola, vero? Hsa già dei gusti così raffinati!-
-Mphf! In effetti è vero... E' già una piccola stilista! Vero, tesoro?-
Asuka distolse lo sguardo da quelle pupille e quel viso.

------------------

-Aaah, questo è un grosso guaio, sergente Smith!-
-Già, non avevamo previsto un attacco nemico da quel fronte.-

-Turutuuu! Turutuuuu!...-

-Ah, ah, uccideremo quei maledetti nemici!-
-Può contarci caporalMaggiore!-
-Come sono schierati gli uomini, Capitano?-
-Pronti ai posti d'attacco, signor sì!-
-Buahahah! Ne faremo poltiglia!-

-Pepperepè! Pepperepè!-

-Oh, no! Siamo circondati! E siamo in inferiorità numerica!-
-Che il gran dio onnipotente ci salvi, sergente...-
-Alla caricaaaa!-

-Puah! Sblergh! Taratà! Taratà! Tump! Aaah, stò morendo! Taratà! Taratà!-
-Sgrash! Sgraaash! Crepa, bastardo traditore!-

-Se continuerà così sarà una carneficina!-
-Sarà meglio rassegnarci, Sergente, e combattere almeno con onore.-

-...Ma a quel punto... Il cielo si aprì e sfolgorante apparì la mano di Dio...-

-Aaah! Cos'è quello, CaporalMaggiore?!-
-Santissimo cielo!-

-Taraaa-taraaaaa...-
-E la mano potente di Dio, cadde sui nemici, uccidendoli...-

-Sdrang! Sdrang! Sdrang! Aaah, Aiuto! Sdrang, sdrang, Misericordia di noi, Signo...Buaaaah! Dish! Dish! Sdrang!!-
-Crepate, maledetti nemici, mal..-

-...Shinji?-

Il ragazzo alzò gli occhi da terra, dove decine di eroicisoldatini di plastica erano testimoni del miracolo.
-Ah! Zia, cosa c'è..?-
-Ci sono dei tuoi amici.-
-Cos..?-

Da dietro la zia spuntarono Kensuke e Toji, con gli occhi fissi sugli ambiti soldatini.
Era raro che Shinji ricevesse visite dai compagni di scuola.
-Ah...ah,ah... Ciao ragazzi!- il ragazzino balzò in piedi, felice di vederli.
-Ciao Shinji... Eravamo passati a dare un'occhiata...-
-Allora?-

Toji posò una mano sul petto di Kensuke.
Il suo sguardo si vede d'un tratto supponente.
Shinji non aveva mai visto il suo migliore amico guardarlo così.
Ma certamente, non avrebbe mai voluto che qualcuno lo guardasse così...

-Ok, Kensuke, andiamocene, Shinji è occupato.-
-..Ma come, ve ne andate già..?-
-Sì, eravamo passati a darti un saluto perchè passavamo di qui... Ci vediamo a scuola, ok?-
-...Ok.-
-Ciao Shinji!-
-Ciao!-
-Ciao...-

-...-

Shinji distolse gli occhi dalla porta.
Si sedette sul suo letto e guardò il pavimento con i suoi soldatini.

-Perepè...- mormorò.

------------------

-Congratulazioni!-
-Congratulazioni!-

-Grazie, vi ringraziamo tutti!-

Lo dissero quasi in coro, lui stringendo la mano di lei, lei porgendogli un sorriso segreto.
Si alzarono in piedi per ricevere una nuova folata di applausi.
Erano straordinariamente belli, insieme, in quella cornice di tavoli, tra i ripetuti applausi degli invitati.
Persino Kozo, fino ad allora così serio ed austero, si era lasciato travolgere dall'entusiasmo, e batteva le mani, come per dire che, cavolo, erano davvero una bella coppia.

-Ehi, Yui! Cantaci una canzone!-
-Sì, Yui! Ti prego hai una voce così bella!-

-Mh, oltre che come ricercatrice avresti futuro anche come cantante..- le sorrise Kozo.
-Oh, papà! Falli smettere!- arrossì lei.
-..Perchè? Sei davvero così brava a cantare?- chiese Gendo, incuriosito.
-Oh, è un angelo del paradiso, te lo garantisco.-
-...Un "Angelo del Paradiso"! Ma papà!-
-Non è forse vero?-
-Ma fammi il piacere!-
-Mh, adesso sono incuriosito anch'io... Dai, fammi sentire qualcosa!-
-Ti ci metti anche tu, ora?-
-Ah, Gendo! Se non hai mai sentito Yui cantare, si può dire che non sai nulla dei piaceri della vita.-
-Papà! Smettila!!!-
-Davvero? Yui, devi assolutamente cantare qualcosa...-

-Avanti Yui, non farti pregare!-
-CAN-ZO-NE! CAN-ZO-NE!-

-Non ricordavo i nostri conoscenti così cafoni, papà...-
-Non fare la preziosa, dai!-
-Avanti..!-

Yui sorrise ai due uomini.
Erano entrambi così ugualmente importanti per lei...
Si alzò dal tavolo, sotto gli applausi divertiti dei presenti, mentre qualcuno intimava già il silenzio.

Fu un tacito accordo silenzioso, perchè Yui cantò quella canzone solo per loro, il giorno del suo matrimonio.
Una volta che le fu portato il microfono, si voltò verso i due.
Quel sorriso e quello sguardo erano già una dedica esclusiva.
Kozo e Gendo non si sentirono mai più così vicini e fortunati come in quel momento.
Yui socchiuse gli occhi, e le labbra iniziarono a tessere la melodia...

" ...Fly me to the moon,
Let me play among those stars
Let me see what spring is like,
On Jupiter and Mars..."
In other words, hold my hand
In other words, darling kiss me.."
   
 
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