Fanfic su artisti musicali > Queen
Ricorda la storia  |      
Autore: Sick_Unicorn    29/10/2015    2 recensioni
Questa storia è stata scritta da una mia amica su un forum e, dopo aver avuto il suo consenso, l'ho pubblicata qui su EFP.
I Personaggi nell'opera sono alcuni reali ed alcuni frutto della fantasia di questa mia amica che, in questo forum, si chiama ~Delilah Hutton~ (uso il nome del forum per la privacy sul suo vero nome)
Ringrazio chiunque leggerà questa storia in precedenza :)
Genere: Erotico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Freddie Mercury, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
You can't send me to hell after showing me heaven
Freddie era uscito da scuola con il massimo dei voti, con una laurea ed un sogno nel cassetto: Diventare una star. No anzi, diventare una leggenda della musica! Dopo svariate ricerche di giovani ambiziosi e talentuosi come lui era riuscito ad entrare in una band e diventarne il leader, cambiando radicalmente logo e nome della band. Nel frattempo, mentre la sua fama cresceva, sentiva che dentro di se c'era un vuoto che non poteva essere colmato solo da una ragazza e.... così fu. Mentre era a fare compere, conobbe una cassiera che, a suo dire, lo completava. Dopo svariati mesi decisero di andare a vivere insieme ed i genitori di Freddie ne era più che felici. Non è una soddisfazione per una mamma o un papà vedere il proprio figlio realizzarsi? Una sera andò a registrare con la sua band e a notte, finita la sessione, salutò tutti e prese il bus per tornare a casa.
Passò un po' di tempo e si accorse che si stava allontanando sempre di più dal punto che voleva raggiungere
"Mi scusi" chiese al conducente "Ma questo non è il 19?"
"Fino alle 24. Dopodiché diventa 18"
"Ed è diretto...?"
"Fuori città"
Fred entrò nel panico! Era tardi, non sapeva dove stava andando, né come sarebbe tornato a casa. Non avevo soldi con se per telefonare a Mary. Insomma, si era perso. Ormai era l'unico sull'autobus che si fermò in un posto buio.
"Ti consiglio di scendere e aspettare il prossimo"
"E quando passa?"
"Fra 1 ora, 1 ora e mezzo. Ma più aspetti per scendere e più dovrai aspettare per risalire"
Così, nell'oscurità totale, si mise accanto alla pensilina, cercando di occupare il tempo. Sentiva in lontananza alcune persone che parlavano e ridevano. Poco dopo si accesero delle luci intermittenti e faretti puntati in aria con i fasci che si muovevano a destra e sinistra. Fred dovette aspettare un po' perché i suoi occhi si abituassero a quella luce. Una discoteca! Avrebbe potuto sedersi, bere qualcosa, magari fare nuove amicizie in attesa che passasse l'autobus per casa. Così si incamminò verso il locale e mano a mano che si avvicinava, la musica aumentava di volume e sentiva tremare sotto ai piedi per i bassi.
Non notò il nome della discoteca che troneggiava in cima allo stabilimento e.... forse avrebbe dovuto fare più attenzione. Entrò e si diresse subito sul soppalco dove c'erano i tavoli per bere ed il bar. Così si sedette, prese una birra e si mise ad un tavolo vicino alla ringhiera, per vedere le persone che ballavano al piano sottostante.
"Strano" pensò "Qui le ragazze non sono tanto belle, allora perché ci sono così tanti ragazzi?"
Va beh, non ci si soffermò più di tanto, anche perché forse la sua vista era distorta dai laser che lo stavano lentamente accecando e per preservare quel poco che ne era rimasta, si girò.
Non l'avesse mai fatto! C'erano più ragazzi che si baciavano che sedie nel locale. E guardandosi intorno capì che le ragazze erano brutte in quanto ragazzi travestiti.
"Oh merda, sono in un gay club" pensò cercando di apparire il più naturale possibile. Sorseggiò quelle gocce rimasta nella bottiglia per alzarsi andarsene via, benché mancassero ancora 55 minuti all'arrivo del mezzo che lo avrebbe "salvato”. Appena poggiò la bottiglia sul tavolo vide che un ragazzo, che lo aveva puntato fino a quel momento, si stava avvicinando. Il contatto visivo fu inevitabile e voltarsi sarebbe stato troppo sospetto.
"Già vai via? Perché non resti di più? La notte è ancora giovane" il suo tono era così provocate che Freddie non poté fare a meno di fare una smorfia per il disgusto e si affrettò a rispondere.
"No no io non sono uno di voi" E se ne pentì subito. Insomma, era una frase chiaramente omofoba... Il ragazzo, approfittò della situazione in cui Fred si era cacciato per farlo restare.
"Hai qualcosa contro i gay?"
"No solo che"
"Hai qualcosa contro i gay?" Ripeté ad alta voce attirando l'attenzione di alcune persone
"NO!"
"Allora... perché non resti?"
Si dovette arrendere e si mise a parlare con, scoprì parlando, Ken Watkins che beveva e a sua volta offriva da bere, anche se Freddie non voleva. Ogni scusa che tentava di usare, Ken gli diceva "Che vuoi che sia un bicchiere in più?"
Così Freddie, che già reggeva poco l'alcol, arrivò a non capirci più nulla e si era pure scordato il motivo per cui si trovava lì, fino a che non glielo ricordarono.
"Te perché sei qui?"
"All'una e mezza dovrebbe passare il pullman per riportarmi a casa"
"Sono le 2, mi dispiace dirtelo bellissimo"
"Io non posso aspettare ancora un'ora e mezza..."
"Un'altra bevutina e poi ti accompagno a casa io"
E così fu. Freddie sali sul pulmino Volkswagen di Ken e si avviarono a casa.... Peccato che non era la casa dove abitava con Mary.
"Ma questa non è casa mia...Mary! Mary!"
"Ha detto che arriva fra poco. Perché non occupare questo tempo in maniera proficua?"
Lo accompagno in camera, tirò giù il letto dal muro e ci si buttò sopra invitando Fred a giacere accanto a lui e, seppur titubante, accettò.
E mentre erano l'uno accanto all'altro, Ken si girò ed iniziò ad accarezzare il viso di Freddie teneramente, per poi baciarlo sulla fronte, sulla guancia ed infine sulla bocca. Dapprima un leggero bacio, ma Ken voleva altro. Finirono a baciarsi sempre più appassionatamente e Freddie sentiva di non avere la situazione sotto controllo. Di solito era lui a comandare in certi casi, ma ora no, e la cosa non gli dispiaceva.
Ormai non ragionava più. Un po' per la sbornia, un po' per l'eccitazione, seguiva solo quello che gli suggeriva il corpo e in quel momento sentiva che i pantaloni gli andavano stretti. Così se li tolse e Ken lo seguì.
Poco dopo Fred sentì una mano addentrarsi nelle mutande e un'altra che gliele stava sfilando.
"Che... che stai facendo?"
"Zitto" gli impose Ken. Freddie sentì una vampata di calore all'inguine seguita da un intenso piacere. Così chiuse gli occhi e fu un susseguirsi di movimenti. Inarcava la schiena, girava la testa da un lato all'altro, impuntava i piedi, stringeva le coperte e poi le lasciava. Ansimava, ogni tanto gemeva. Insomma, Ken era un maestro in queste cose, anche se ogni tanto i suoi modi non erano delicati. Freddie ormai era in estasi e qualche secondo dopo tutto finì. Non ne restò deluso ma ne voleva ancora.
"Un'altra volta" chiese quasi implorandolo.
"No, ora tocca te!" Si tirò giù le mutande e aspettò mentre Freddie stava a fissarlo sotto l'ombelico, senza sapere cosa fare, senza sapere da dove cominciare.
"Io... non l'ho mai fatto in vita mia..."
"Ci sarà sempre una prima volta! Avanti sbrigati" disse spazientito. Non aveva mica sprecato le sue energie per niente. E lui voleva anche di più di quello che aveva fatto.
Così Fred avvicinò la mano intimorito ed iniziò pian piano
"Non sai fare di meglio?" gli urlò contro. Così cercò di velocizzarsi. Ken ormai aveva perso quasi tutta la pazienza, ma mantenne la calma e mise una mano nulla nuca di Freddie e gli accompagnò la testa più vicino.
"Io non l'ho mai fatto" ripeté guardandolo negli occhi, preoccupandosi di non deludere e di non far innervosire.
"Provaci!"
Così Fred si immaginò a grandi linee come potesse essere, come potesse fare per soddisfarlo al meglio e.... Lo fece! "D'altronde" pensò "Sarà come con un cono gelato"
Così Fred prima iniziò a leccare, dal basso verso l'alto per un paio di volte poi continuò con la punta, facendoci girare la lingua sopra. Poi però capì che non poteva continuare così all'infinito e si decise a farlo nella maniera classica.
Da sopra sembrava non ci fossero disappunti sui suoi modi, ma per sicurezza alzò gli occhi e incrociò con lo sguardo quelli di Ken, che gli sorrise compiaciuto prima che chiudesse gli occhi per il piacere.
Così continuò andando avanti ed indietro cercando di non farsi intralciare il lavoro dai denti. Poi arrivò alla fine e si sentì venire in bocca.
Si staccò, si girò e sputò. Ken, sbalordito e furioso allo stesso tempo, gli diede uno schiaffo dandogli della puttana e si mise a dormire.
Freddie rimase inerme a massaggiarsi la guancia al buio, poi si distese e cadde in un sonno profondo ed intenso. Niente lo avrebbe potuto svegliare.
 
***

La mattina, verso le 9 circa, Freddie si trovò in quello stato di dormiveglia. Allungò il piede e sentì che c'era qualcuno nel letto con lui che gli dava le spalle. Così, senza pensarci, lo abbracciò, dandogli dei baci sulla schiena.
Ken, inevitabilmente si svegliò e si mise supino e Freddie poggiò la testa sul suo petto, con una mano poggiata sulla pancia. Poco dopo girò la testa verso il viso di Ken, che poté vedere il brutto livido che gli aveva procurato lo schiaffo della sera precedente.
In quel momento, Ken provò sensazioni nuove. Tutti quelli con cui era stato, la mattina dopo, erano Freddie, distanti. Alle volte non gli rivolgevano neanche la parola. Ma per lui era normale così. Nessuno prima d'ora lo aveva mai ricoperto di così tante attenzioni. Nessuno l'aveva mai baciato, ne abbracciato, ne usato come cuscino. Davanti a quello spettacolo di un così bel ragazzo contuso che lo stava "coccolando", si pentì di averlo sfruttato, ingannato ed infine picchiato.
Non rimase con le mani in mano. Con un braccio cinse Fred e poggiò l'altra mano su quella di Freddie ed iniziò ad accarezzarla.
Dopo un po' Freddie si stirò e aprì gli occhi. Dopo qualche secondo di nebbia si trovò faccia a faccia con Ken.
Inutile dire come reagì. Si alzò di scatto urlando, perse l'equilibrio, casco dal letto urtando il comodino portandosi dietro le coperte.
"Ti sei fatto male?" chiese sinceramente preoccupato Ken che si avvicinò per aiutarlo
"NON MI TOCCARE!"
"Stai bene?"
"CHI SEI?" Freddie era davvero terrorizzato! Non si ricordava niente, non sapeva dove si trovava, e cosa aveva fatto.
"Sono Ken... non ti ricordi?"
Fred si portò la mano alla guancia e la sentì gonfia
"Mi hai picchiato. Ho perso i sensi e hai abusato di me! Ecco cosa hai fatto!"
"No no te eri consenziente, avevi tanto. Lascia che ti aiuti"
"STAMMI LONTANO!" Prese la sua roba e si allontanò dalla camera.
"Mi dispiace per il livido... davvero non ti ricordi quello che abbiamo fatto? Pensavo ti fosse piaciuto..."
"BASTA! Io non mi ricordo niente e non voglio ricordare niente! Spero tu non mi abbia derubato o cosa. Addio!"
"Ma Freddie"
"ADDIO!" Chiuse la porta e scappò via diretto verso casa. Non aveva intenzione di aspettare autobus o altre cose. Chissà cosa gli sarebbe successo! A Ken si infranse il cuore in mille pezzi. L'unico ragazzo che lo aveva trattato dolcemente era scappato adirato e non l'avrebbe più rivisto...
Fred raggiunse casa affannato e Mary lo abbracciò in lacrime
"Ma dove sei stato? Ero così spaventata! Ho temuto il peggio!" e quando vide il livido si preoccupò il doppio. "Chi ti ha picchiato? Cosa ti hanno fatto"
"Senti Mary, non lo so neanche io, non mi ricordo nulla e non voglio ricordare nulla. L'importante è che ora sto bene solo... voglio fare una doccia"
In bagno, sotto l'acqua quasi bollente, Freddie, un po' alla volta si ricordò i fatti.
Aveva bevuto un po' troppo... Aveva conosciuto un ragazzo... Era salito su un pulmino... Era arrivato a casa e
"Oh cazzo!" Si, si era ricordato tutto. Ogni singolo particolare, sensazione, parola. Tutto nei minimi dettagli.
"Che schifo!" pensò disgustato. Tuttavia non poté fare a meno di vedere con grande preoccupazione la sua felicità nel ripensare a quei momenti.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Queen / Vai alla pagina dell'autore: Sick_Unicorn