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Autore: Gwainel    29/10/2015    8 recensioni
Thorin aiuta il suo popolo a scappare da Erebor in fiamme. E' privo di fiducia e di speranza. Ha perso i suoi uomini e ora si ritrova perso nelle terre selvagge. Una ragazza lo ha aiutato in questa impresa, senza un'apparente motivo. Qui vengono riportati i pensieri di Thorin, figlio di Thrain, figlio di Thror; la salvezza del suo popolo.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non dimenticherò mai e non perdonerò mai

Stava lì seduto a fissare l'orizzonte; i prati ricoprivano la terra e le colline e il cinguettio degli uccelli rendevano l'atmosfera tranquilla e buccolica, il fruscio del vento scompigliava i capelli del giovane principe; esso però era piacevole in una giornata così faticosa di cammino e così calda. Le ultime giornate d'estate. Nulla poteva far sorridere il principe dei nani, il suo cuore era perso come il suo spirito e la sua mente. 


Erebor è persa; cosa faremo ora? La mia gente, la mia famiglia e i miei amici contano su di me; la realtà dei fatti è che io non ho idea su cosa fare. Non sono pronto per essere re, sono troppo giovane per questo; re di che cosa? Il nostro grande regno, la ricchezza del mio popolo è perduta, un drago veglierà su di essa fino a quando avrà vita.

 

La notte era vicina, il sole stava calando; il cielo si tingeva di un colore caldo quasi di fuoco mentre il sole tramontava dietro le montagne lontane. Lei si sedette vicino a lui, Thorin le sorrise e poi tornò a scrutare l'orizzonte; il sole era quasi calato, il caldo arancione si stava tramutando nel gelido blu della notte.

 

Perchè ci ha aiutati? Perchè mai avrebbe dovuto tradire il proprio re, intraprendere una causa che non le appartiene? Non può trattarsi solo di spirito di buona volontà o altruismo. Nessuna persona è così altruista. Il mio popolo ha visto il fuoco del drago, ne ha sentito il calore e ne ha subìto la distruzione; qualsiasi altra persona avrebbe voluto scappare da tutto questo, invece lei è corsa in nostro aiuto. Un elfo-femmina, una razza che noi abbiamo sempre considerato nemica del nostro popolo. Devo ammettere che ne sono affascinato, nessuna donna ha mai suscitato in me un sentimento del genere. Lei è un elfo! Come posso essere affascinato da uno stupido elfo silvano? Le loro figure sono così sottili e slanciate, pochi peli sul corpo, la pelle pallina, priva di imperfezioni e spugnosa; queste sono tutte caratteristiche che non ho mai voluto cercare in una donna. Sono un nano, per Durin! Ai nani piacciono le nane, i nani amano la bellezza delle donne del loro popolo.

 

Gwainel non gli rivolgeva la parola, continuava a guardare insieme a lui il cielo che si tingeva di blu notte.

 

Sono come sotto un incantesimo, non posso fare a meno di non guardarla, di non ammirarla. Per tutti questi anni non ho amato nessuna donna, nessuna mi ha mai fatto sentire così vivo e ora questa sconosciuta a fianco a me suscita in me sentimenti contrastanti. Non è come tutte le altre: sa difendersi, sa combattere, non ha bisogno di alcun principe e di alcun uomo che corra al galoppo per salvarla.

“Hai bisogno di qualcosa?” Gli chiese lei quasi preoccupata.

“Scusa?” Rispose lui perplesso.

“Mi stavi fissando”

Se ne sarà accorta? Si sarà accorta del fatto che non ammiro solamente la sua bellezza fisica ma prima di tutto la sua persona; così coraggiosa e altruista.

 

“Scusami, non volevo metterti in imbarazzo. Certe volte quando mi perdo nei miei pensieri, fisso il vuoto e in questo caso era nella tua direzione” Lo disse quasi balbettando, le parole gli fuoriuscirono senza un minimo di ordine lessicale. Doveva trovare una motivazione e doveva trovarla in fretta.

“Hai molto a cui pensare ora” Gwainel ritornò a fissare il paesaggio ormai illuminato dalla luce delle stelle.

 

Si ho molto a cui pensare, prima cosa fra tutte: la direzione di questa peregrinazione. Dobbiamo trovarci una nuova casa, ricostruirci una vita. Erebor. Quella era la nostra vita, quella era la nostra casa come posso ora averne un'altra? Sono nato e cresciuto lì, ho imparato a combattere, sono diventato comandante dei miei guerrieri, ho conquistato la fiducia e il rispetto dei miei uomini, ho reso fiero mio nonno. Lì ho visto i miei nipoti, Fili e Kili, nascere. Ricordo ancora quando Fili non aveva ancora imparato a camminare e scorrazzava a gattoni per tutta Erebor, e ogni volta Dìs correva da una parte all'altra disperata con quel pancione enorme.

 

Sul viso del principe si intravide un sorriso. Thorin non portava una lunga barba a differenza degli altri nani, forse perchè era ancora molto giovane. I suoi occhi erano blu, di un blu intenso come quello del mare. Li aveva presi da suo nonno, aveva il suo stesso portamento e le persone che non lo conoscevano bene sostenevano che era tale e quale a lui. In realtà Thorin era molto diverso da Thror, aveva un animo più gentile e aperto, non era attratto dalle ricchezze. Amava Erebor perchè era la sua casa, dove risiedevano i suoi ricordi di infanzia; era stata fondata dai suoi avi, era lo splendore della grande capacità dei nani di costruire grandi fortezze all'interno delle montagne. Nessuna città dei nani, nemmeno Moria poteva competere contro la bellezza della città fortezza.

 

Il drago ha bruciato ogni cosa, ha preso ciò che era nostro, che è nostro e lo sarà di nuovo. Io ci spero ancora, spero nella nostra vendetta, spero nel nostro coraggio. Ho visto il fumo nero che si diffondeva e tingeva il cielo di un grigio così triste e malinconico, poi le fiamme che lo illuminavano. Ma come posso credere in tutto questo? Il fuoco ha bruciato tutto: la nostra speranza, la nostra casa e anche la nostra anima. Il mio coraggio si è affievolito, la mia forza inizia a vacillare. Come riuscire a sopravvivere ora?

La vendetta. Questo mi terrà in vita, non il dolore per coloro che amavo e che sono morti, il dolore mi ha reso debole. Io ricorderò quel dolore, ricorderò la sofferenza provocata da Smaug, ricorderò la distruzione e la sua desolazione; ricorderò ogni cosa e tramuterò tutto in rabbia e rovina. La rovina arriverà anche a coloro che l'hanno provocata, perchè io non dimenticherò mai e non perdonerò mai.

 

   
 
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