Non
sapeva cosa fosse, se le luci colorate che rendevano
confusa la vista, il rumore dei bassi che sentiva anche dentro le
tempie, l’alcol
che circolava nel suo corpo, rendendolo più caldo del
normale. Non avrebbe mai
dovuto bere quel goccio di Jack Daniel’s, lui
l’alcol non lo reggeva per
niente.
Stiles
se ne stava appoggiato al bancone del bar. Osservava
la folla di corpi che si muovevano a ritmo di musica, ad occhi chiusi e
a mente
spenta, cercando di riconoscere gli occhi brillanti di Scott, le labbra
rosse
di Kira, il corpo di Malia. Accanto
a
lui, Lydia si aggiustava il trucco, ordinando un altro Martini, che le
venne
offerto dall’ennesimo messicano che cercava di fare colpo su
di lei. Poveri
illusi, ci voleva ben altro per impressionare una come Lydia, Stiles lo
sapeva
bene. Tanto che aveva smesso di provarci.
Ora,
l’unica cosa che gli interessava, era trovare i suoi
grandi occhi blu elettrico e tenerla sotto controllo. Quella ragazza
era un
uragano, era ribelle, era selvaggia, era perfetta, per Stiles. Ed era
anche al
centro della pista, che si muoveva lentamente, facendo ondeggiare i
fianchi e
danzare i suoi lunghi capelli castani. Malia non era mai stata tanto
desiderabile come in quel momento, con le lunghe gambe scoperte e
l’espressione
beata in viso, le palpebre abbassate e la bocca leggermente aperta.
Stiles
percepì il proprio respiro farsi pesante e le guance
colorarsi di rosso.
-Smettila
di guardarla in quel modo-
-In
quale modo?-
-Come
se fosse nuda- il ragazzo osservò Lydia ad occhi
sgranati, la quale ricambiò lo sguardo con aria impassibile.
Aveva gli occhi
lucidi, segno che quel Martini aveva fatto il suo dovere.
-Io
non la guardo come se fosse nuda- si strinse nelle
spalle, le guancie bordò.
-Sì
che lo fai. E sinceramente non ne colgo il motivo. Lei
non è abbastanza bella per essere guardata in quel modo da
qualcuno, e tu non
sei abbastanza per guardare
qualcuno
in quel modo- Stiles si sentì ferito, nonostante sapesse che
era l’alcol a
parlare per lei. Ma gli ubriachi dicono sempre la verità, e
lei lo era di certo.
Tornò
a rivolgere lo sguardo su Malia, e sentì la gola farsi
improvvisamente secca, tanto che persino respirare era faticoso. Malia
era
circondata da parecchi ragazzi, e loro la guardavano sul serio come se
non
avesse vestiti addosso. Strinse forte i pugni.
-Lei
non sarà mai come me- disse Lydia con leggerezza, ed un
mezzo sorriso si dipinse sul volto di Stiles.
-No,
infatti. Lei è meglio- affermò semplicemente, e
Lydia
lo guardò a bocca aperta, osservandolo mentre si staccava
dal bancone e spariva
tra la folla.
Non
sapeva neanche lui cosa avesse intenzione di fare;
sapeva solo che vederla in mezzo a tutti quegli stupidi messicani che
guardavano la sua Malia, gli faceva
male. Improvvisamente, lei aprì gli occhi e li
fissò dentro i suoi, continuando
a muoversi, ancheggiando forse più di prima. Man mano che si
avvicinava
continuando a guardarla negli occhi, il suo cuore rallentava. E quando
la
raggiunse, mentre lei gli sorrideva e gli allacciava le braccia attorno
al
collo, il tempo sembrò allungarsi; e i secondi diventarono
minuti, e i minuti
ore, e Stiles sorrise. Iniziò a muoversi con Malia, ballando
come non aveva mai
fatto con nessuno, e quando i suoi occhi iniziarono a brillare di blu
intenso,
appoggiò la fronte contro la sua e chiuse i propri.
Ora,
sentiva la mente svuotata da qualunque pensiero, la
lingua a corto di parole, ed il cuore pieno di lei. E quando le loro
labbra si
incontrarono, dopo essere state così tanto tempo lontane,
non poté fare a meno
di pensare che ciò che aveva detto a Lydia era vero. Che Malia
non sarebbe mai
stata come lei, perché era migliore. Che non sarebbe mai
stata come lei, perché
era leale. Che non sarebbe mai stata come lei, perché lo
amava.
Che
non sarebbe mai stata come lei, perché era semplicemente
Malia. Ed era perfetta.