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Autore: neverenough    29/10/2015    1 recensioni
Un sogno svanito significa l’ascesa... e il declino del proprio splendore.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Izaya Orihara, Shizuo Heiwajima
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sayonara


La pioggia batteva scrosciante sullo spoglio prato verde, tamburellando sulle sculture di marmo che si trovavano sparse ovunque in quel luogo. Il cielo era grigio, ma la notte era ormai imminente e ciò conferiva all’aria un’immagine un po’ più scura e inquietante. Tuttavia, quegli accenni di buio sembravano volerlo abbracciare e quasi confortare. Sembrava un dolce invito a immergersi nel nulla e a lasciarsi andare, trovando in quell’abbraccio qualcosa che lo avrebbe aiutato a trovare un luogo a cui appartenere. Ma lui un posto a cui appartenere ce lo aveva già, e non era quello.
La pioggia continuava a battere, senza accenni ad aumentare o a diminuire. Sembrava intonare una dolce melodia. Una melodia che in sé aveva racchiuse parole mai dette, e pensieri mai affacciatisi alla mente. Pensieri che portano con sé attimi passati, che trascorrevano davanti ai suoi occhi velocemente, seguendo in un certo senso quella melodia che imperversava solo e soltanto nella sua mente.
Alzò gli occhi, spostando l’ombrello e lasciando che le gocce di pioggia gli colpissero il viso, confondendosi con le sue contrastanti emozioni che non avrebbe mai permesso venissero fuori. Da quel giorno niente sarebbe stato più come prima.
“Un capitolo sta per chiudersi. Una nuova storia per iniziare.”
Quelle parole continuavano a divagare nella sua mente, alla ricerca del puzzle in cui potersi incastonare. Ma quel puzzle, era stato creato e distrutto nello stesso istante. Perché lui aveva finito di battere. Perché quel cuore non aveva resistito oltre.
Chiuse gli occhi, abbassando la testa e sospirando. Quando li aprì, una figura evanescente era ferma davanti a lui e lo fissava. Quegli occhi li riconosceva, e persino quel sorriso, ma non il suo sguardo. – Così... sei venuto – gli disse. La sua voce sembrava distante, quasi appartenere a un’altra realtà.
– Non mi abbandonerai mai, vero? – ribatté il ragazzo con un velo d’ironia, sentendo dell’amaro in bocca.
– Non ricordi? La cosa migliore che so fare è spingerti fino al limite, così che tu possa odiarmi con tutte le tue forze.
– Beh, a quanto pare Ikebukuro troverà finalmente un po’ di pace.
– E tu? Troverai la pace che cerchi?
Il ragazzo sorrise tristemente, senza riuscire a distogliere lo sguardo dagli occhi. – Hai già la risposta, non è vero?
La figura, che sembrava sul punto di scomparire, allungò il braccio, e la sua mano sfiorò la guancia dell’altro, ancora fermo sotto la pioggia. Quest’ultimo attendeva di avvertire quel tocco, di sentirlo per la prima e ultima volta. Ma non provò niente, e la delusione si fece largo nei suoi occhi sotto forma di lacrime.
– Adesso piangi, Shizu-chan?
– Sta zitto! Sei petulante – ribatté seccato, passandosi la manica della camicia sugli occhi per asciugarli. Entrambi sapevano bene cosa quella risposta celava, ma nessuno dei due lo avrebbe mai ammesso.
– Ti dispiace?
– No – rispose, sorridendo di nuovo, ma in maniera dolce mentre i capelli tinti di biondo iniziavano ad appiccicarsi alla fronte. – Non mi mancherai affatto.
L’altro ricambiò il sorriso dolce, soddisfatto di quella risposta. – Lo so. – Ci fu un attimo di silenzio, poi continuò a parlare, avanzando di un passo senza realmente potersi avvicinare. – Ricordi? Un sogno svanito significa l’ascesa...
... e il declino del proprio splendore – terminò per lui, sentendo la gola raschiare dolorosamente. – Ricordo.
– Io lo avevo dimenticato. – La figura scrollò le spalle, senza smettere di sorridere. – Adesso è tardi.
– Quella... è stata una tua scelta.
– E non la rimpiango. – Si avvicinò ulteriormente all’altro, guardandolo dal basso verso l’alto per non perdere il contatto con i suoi occhi. – Tu invece avrai rimpianti. Sei troppo buono.
– Sono umano.
Il tempo sembrò congelarsi per un attimo, poi la figura che stava sempre di più dileguandosi chiuse gli occhi, beandosi di un qualche tipo di sensazione che solo lui poteva avvertire. – L’ho sempre saputo – sussurrò.
Un battito di ciglia, e niente più fu davanti al ragazzo con l’ombrello ormai basso al suo fianco. Era rimasto definitivamente solo mentre le lacrime si confondevano con la pioggia. Tuttavia, una timida folata di vento trasportò via quelle che furono le ultime parole di una persona che apparteneva al passato: – Ci becchiamo in giro, Shizu-chan.
Abbassò lo sguardo sul pugno chiuso e, lentamente lo aprì. Al suo interno, c’era il coltello a serramanico e gli anelli che la figura ormai sfuggita portava per abitudine agli indici delle mani.
Alzò gli occhi al cielo e sussurrò piano, quasi per far trascinare via quelle parole dalla pioggia: – Addio, Izaya.





Buonasera!
Questa è la seconda OS che pubblico in questo fandom, e mi rendo conto che praticamente nessuno sa chi io sia.
Questa piccola storia mi è venuta in mente mentre stavo guardando delle foto, e ho trovato un affascinante Shizuo in abito elegante e con un ombrello in mano. Niente di particolare, ma in qualche modo sono stata ispirata ed ecco quello che ne è venuto fuori. E poi la frase dell'introduzione, che è presente nel secondo episodio di durarara x2 ten (se non erro, il 14 della seconda stagione) è stata la ciliegina sulla torta che mi ha permesso di mettere in ordine tutte le mie idee.
A dire la verità l’ho scritto circa un mese fa, ma avevo intenzione di pubblicarla solo in onore del Lucca Comics, per il quale partirò stesso domani! **
La smetto con questo sproloquio e mi dileguo. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Un bacio
Yogurt
   
 
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