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Autore: Avenal Alec    30/10/2015    2 recensioni
La storia comincia alcune settimane dopo il termine della puntata 2x16 ed è incentrata sui personaggi di Bellamy e Clarke.
Bellamy e Clarke non sono più sottoposti alla tensione della sopravvivenza a tutti i costi. Dovranno affrontare non solo i fantasmi del loro passato ma la consapevolezza che la Terra è realmente la loro nuova casa e dovranno scegliere come vivere in questo nuovo mondo. . A complicare il tutto, la "quiete" in cui vivono li porterà a fare i conti con il tipo di legame che li lega :)
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The 100 - Welcome to the new world'
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CAPITOLO 23
Il tempo sembrò cristallizzarsi mentre i loro sguardi s’intrecciavano, consci di quella vicinanza. Una titubanza, un momento che nemmeno loro riuscivano a comprendere fino in fondo. 
Tra quelle braccia Clarke si sentiva protetta eppure, in quel momento, non era ciò che voleva provare. 
Bellamy gli aveva chiesto di baciarlo e maledizione l’avrebbe fatto.
Si sporse lentamente verso di lui fino a quando le loro labbra non si trovarono.
Quella vicinanza incendiò i loro sensi, fece fremere i loro corpi. 
Clarke cercò un contatto più profondo, Bellamy si aprì a lei, sentì le sue braccia cingerla e stringerla a se.
Intrecciarono le loro lingue, assaporarono le loro bocche liberando tutto il desiderio di cui, fino a quel momento, non erano mai stati del tutto consapevoli. 
Nessun pensiero razionale solo la travolgente tempesta dei loro sensi. 
Bellamy infilò una mano sotto gli strati dei vestiti di Clarke, le sfiorò la schiena. La ragazza emise in gemito, sciogliendo il contatto delle loro labbra.
Si inarcò a quella lieve carezza che, come una scossa elettrica, aveva squassato il suo corpo.
Bellamy sentì Clarke, aprì gli occhi divorati dal desiderio. Il collo reclinato di Clarke, il suo viso rivolto verso l’alto, le sue labbra tumide e semi aperte erano la visione più erotica che avesse mai visto.
Scostò la schiena dalla branda e avvicinò la sua bocca al collo candido della ragazza, lo sfiorò con la lingua, un percorso che fece sussultare Clarke.
Il corpo della ragazza cominciò a muoversi conto di lui.
Il ragazzo non ci pensò un istante, voleva Clarke sotto di se, voleva baciare il suo corpo nudo.
 La trascinò a terra. Infilò il ginocchio fra le sue gambe mentre si impossessava delle sue labbra.
Sentivano i loro cuori battere, i loro corpi vibrare.  
Lasciò scivolare la mano verso la cintura dei pantaloni di Clarke e oltre fino ad accarezzare il centro pulsante del suo piacere. 
Clarke si incurvò a quel contatto, il suo respiro si mozzò mentre assorbiva il calore che la invadeva.
Aprì gli occhi e incontrò gli occhi neri di Bellamy che si beavano della vista del suo corpo, del suo sguardo perso nel piacere di quel contatto. 
Il legame che li aveva sempre uniti deflagrò in tutta la sua potenza raggiungendo la loro anima. Seppero in quell’istante che non avevano più bisogno di nulla se non l’uno dell’altro. 
Bellamy fece scorrere lentamente la mano sul suo corpo. Una carezza che trasformava la tempesta che li aveva avvolti fino a quel momento in una tensione ancora più insopportabile perché ineffabile. 
La sua mano scivolò sulle labbra della ragazza, sfiorò le sue gote, allontanò una ciocca di capelli biondi dal suo viso. 
“Sei bellissima, principessa” sussurrò Bellamy “la cosa più preziosa della mia vita”
Lacrime di commozione spuntarono sul viso della ragazza.
Ecco come ci si sentiva ad essere amata e compresa. Parole le sgorgarono dal cuore
“E io ti appartengo Bell” bisbigliò Clarke prendendo il suo volto fra le mani.
Lo baciò. 
Un contatto dolce come una carezza, intenso come le emozioni che non riuscivano più a trattenere. 
Si baciarono con tenerezza facendo aderire i loro corpi sempre di più fino a quando Clarke si stacco da lui, il viso soffuso dal colore della passione, il respiro affannoso.
“Voglio assaporare il tuo corpo, vederlo, toccarlo” sussurrò sfrontata.
Bellamy sentì un brivido correre lungo il suo corpo.
“Dovrei esplorare io il tuo corpo sempre nascosto al mio sguardo, tu conosci il mio” le bisbigliò roco il ragazzo senza poter trattenere un sorriso.
Ogni disinibizione ormai sciolta.
Clarke non rispose subito, poggiò le sue mani sulle spalle di Bellamy forzandolo a distendersi. “Era diverso, noi eravamo diversi” gli sussurrò.
Bellamy si lasciò guidare fino a quando si trovò steso sulla schiena, i suoi occhi non riuscivano a smettere di osservare il viso di Clarke.
C’era qualcosa di magico nel modo con cui riuscivano a essere in connessione, non si erano lasciati trascinare dall’impellente desiderio fisico che turbinava dentro di loro.
 Non volevano la fuga nella pace dei sensi; volevano ogni cosa, la scoperta, il gioco e, solo alla fine, quando ogni barriera fosse crollata, ogni angolo della loro anima fosse stato messo a nudo, avrebbero lasciato esplodere la passione che li avrebbe uniti.
Clarke lentamente fece scorrere le sue mani su di lui, lo aiutò a togliersi la giacca e il maglione, solo una T-shirt ormai copriva il suo torace.
Le sue mani avevano cominciato a giocare con il bordo della maglietta, sollevandola quanto bastava per accarezzare l’addome sottostante e quel punto esatto in cui terminava il bordo dei pantaloni. 
Bellamy si sentì in apnea, mentre tutto il suo corpo fremeva da quel lieve, impalabile contatto. 
Credette di impazzire quando Clarke appoggiò le sue labbra su quella striscia di pelle, la sua lingua faceva lo stesso percorso delle dita. In quel momento Bellamy avrebbe voluto trascinarla verso di se assaggiare quella stessa lingua, entrare dentro di lei. 
Strinse le mani a pugno per non sfiorarla e la lasciò fare. Lo sguardo di Clarke concentrato sul suo viso, lo scrutava con malizia, era consapevole di ciò che stava facendo al suo corpo.
Gli sorrideva impertinente.
Per lunghi minuti continuò la sua esplorazione, dove prima passavano le mani ad alzare la maglietta poi passava la sua bocca.
Esplorò ogni centimetro del suo torso, tracciando con la lingua i solchi dei suoi addominali, la forma dei suoi pettorali.
Clarke si divertì facendolo ansimare quando le labbra prima, i suoi denti poi, cominciarono a giocare con i capezzoli.
Si stacco da lui solo il tempo di toglierli finalmente la maglietta. 
La ragazza si beò della vista del fisico scolpito di Bellamy. L’aveva già notato in passato, ma era stato uno sguardo disinteressato. Ora il solo godere di quella visione accendeva i suoi sensi. 
Bellamy notò la passione negli occhi di Clarke e il frenetico desiderio di toccarla superò ogni limite.
“Voglio toccarti” le disse mentre convulsamente le sfilava le maglie.
Bellamy rimase incantato dalla vista delle nudità di Clarke, era così perfetta in ogni sua forma. La luce fioca delle lanterne dietro di loro giocava con le ombre trasformando la pelle di Clarke in velluto. 
Lasciò che le sue mani scorressero sul corpo della ragazza, godendosi ogni fremito . Accarezzò i suoi seni ma ormai nulla bastava voleva baciarli come lei aveva fatto prima con lui. Circondò con le mani i fianchi di Clarke, la spostò sopra di se a cavalcioni.
I pantaloni erano ancora una barriera ma entrambi sentirono la potenza del contatto, promessa del piacere futuro.
Bellamy continuò la sua esplorazione, trasse a se Clarke per poter baciare le sue spalle, il suo collo e i suoi seni.
Ormai non avevano più controllo sulle loro azioni, toccavano, sfioravano, baciavano ovunque potessero arrivare, i loro respiri ansimanti e i loro gemiti rimbombavano fra le pareti del rifugio. 
Con febbricitante impazienza cominciarono a togliere gli ultimi indumenti che li separavano.
Ora ogni parte del loro corpo poteva sfiorare senza barriera il partner, toccare, saggiare, accarezzare in un tentativo folle di diventare l’uno parte dell’altro.
Il ritmico movimento del bacino di Clarke ormai persa nella passione stava portando Bellamy ogni oltre limite.
“Ti voglio Clarke” riuscì solo a sussurrare. Si avventò sulla sua bocca trascinandola di slanciò sotto di se.
Continuarono a baciarsi mentre il contatto fra i loro corpi si faceva sempre più intenso e appassionato.
Entrambi erano ormai stavano raggiungendo il culmine, non potevano più resistere al desiderio divorante che riempiva ogni fibra del loro essere.
I loro corpi caldi erano velati dal sudore, le loro carni bruciavano dal desiderio. 
Bellamy staccò la sua bocca da quella di Clarke, puntò i gomiti quanto bastava per poterla osservare nuovamente.
Si guardarono, videro le loro anime.
Bellamy fece scivolare la sua virilità fra le gambe umide di passione di Clarke, stuzzicando il nodo del piacere della ragazza.
Le dita di Bellamy s’intrecciarono fra i capelli di Clarke mentre quest’ultima si inarcava contro di lui. Le mani di lei si aggrappavano alla schiena di Bellamy intensificando il piacere che vibrava ad ogni movimento.
“Non scapperai Clarke?”  sussurrò roco Bellamy continuando quella lenta tortura.
“No, non scapperò” rispose in un singulto Clarke mentre sentiva la sua anima, il suo corpo riempirsi di un fuoco mai provato prima.
“Sarai sempre mia Principessa?” 
“Si Bell, sarò sempre tua” mormorò Clarke gettando il capo all’indietro, mentre il suo corpo si muoveva smanioso.
Bellamy intensificò quel contatto e lentamente lasciò che la sua virilità riempisse Clarke.
Le gambe della ragazza s’intrecciarono attorno ai fianchi di Bellamy rafforzando il contatto, lasciando che i loro corpi si unissero e si mescolassero in un tutt’uno.
I loro ansiti e gemiti riempirono la stanza mentre le spinte di Bellamy divennero sempre più ritmate e potenti.
Nulla avrebbe potuto fermarli, né il dolore del corpo di Bellamy, né le paure ormai spazzate via dalla bellezza di quell’unione che finalmente riusciva a riempire un vuoto che entrambi non sapevano nemmeno di avere.
Si erano trovati, le loro anime si erano incontrare e non si sarebbero mai più lasciate.
Vennero assieme e le loro anime si ruppero in mille frammenti.
I loro corpi non esistevano più. 
L’estasi del momento li aveva catapultati per alcuni istanti in una bolla nell’infinito. 
Giacquero inermi l’uno nelle braccia dell’altro, i loro respiri affannosi si mescolavano. Inconsapevoli del mondo che li circondava, proiettati all’interno di se stessi. 
  
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