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Autore: HermioneGranger22    30/10/2015    1 recensioni
Lei e lui si conoscono da sempre. Sono amici d’infanzia, hanno condiviso momenti davvero belli insieme ma. Da quando si sono messi in mezzo i sentimenti, tutto è cambiato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Non era ancora l’alba quando Irene decise che non aveva più alcuna intenzione di stare a letto e balzò in piedi. Era rimasta sveglia tutta la notte per via dei pensieri che la affliggevano. Nel pomeriggio avrebbe dovuto prendere un aereo per Firenze e rimanere lì per frequentare una famosa accademia di fotografia. Aveva ancora tante cose da fare, tantissime ma pensò che forse le sarebbe stata utile una bella passeggiata in quella fresca mattina di settembre. Quindi indossò un paio di jeans e una maglietta, pettinò i suoi lunghi capelli rossi e uscì di casa, diretta verso il parco. Ah, quel parco! Era stato la sua seconda casa da bambina, passava lì tutti i pomeriggi a giocare con Giulia, Marco e Fabio… Ricordò che la sera in cui Giulia e Marco erano partiti per trasferirsi in Francia lei era rimasta lì, tutta sola a dondolarsi sull’altalena. Aveva soltanto 12 anni quand’era accaduto, ma Giulia era la sua migliore amica e ne sentiva terribilmente la mancanza, anche a distanza di poche ore dalla separazione. Ripensò anche che quella stessa sera, dopo aver accompagnato Marco e Giulia all’aeroporto, Fabio era tornato da lei per consolarla e le aveva dato un lunghissimo abbraccio, di quelli che ti capitano poche volte nella vita. Quell’abbraccio era per loro una promessa, una… « Forse non è il caso di pensare a lui» disse fra sé e sé. Ma in realtà continuò a farlo per molto tempo ancora, dondolandosi sulla stessa altalena di 6 anni prima.  Si, perché in fondo Irene aveva sempre avuto un debole per Fabio, per quel ragazzo sbadato con i folti capelli neri e grandi occhi color nocciola, un anno più grande di lei che la difendeva quando i compagni la prendevano in giro perché era più piccola. Per carità, Fabio non si era mai accorto dell’ interessamento di Irene nei suoi confronti, né tantomeno lei si era mai dichiarata e dunque con il procedere degli anni continuarono a passare del tempo insieme, a frequentare la scuola insieme, ad uscire con le stesse persone.
Fabio era stato il primo a cui Irene aveva confessato il suo desiderio di andare a studiare fuori, anche un po’ per vedere la sua reazione, ma lui niente! Sempre impassibile le aveva detto che era una cosa meravigliosa, che certamente se fosse riuscita ad entrare in quella prestigiosa accademia le sarebbe mancata un po’ ma che tutto sommato era contenta per lei. Ma principalmente, cosa stranissima da parte di Fabio, voleva essere informato su tutto, continuamente.
Irene era felice del fatto che Fabio si preoccupasse per la sua carriera universitaria, ne era piacevolmente sorpresa. Ciò che la turbava era che ogni qualvolta si toccasse l’argomento Università il ragazzo pronunciasse quattro fatidiche paroline che  suonavano alle sue orecchie come stilettate al cuore « Speriamo vada tutto bene!» le diceva in continuazione.
Poco prima dell’uscita dei risultati però, Fabio perse una zia. Lei andò al funerale e gli fece sapere che gli era vicina, ma il ragazzo si chiuse in se stesso. Lei non lo sentì più! zero, niente, nada, nisba.
Per questo voleva smettere di pensare a lui. Irene capiva che l’amico stesse passando un  momento difficile ma lei gli aveva detto che avrebbe potuto contare su di lei e lui non si era fatto più sentire
Si era fatto tardi quando la rossa si destò dai suoi pensieri e decise di tornare svelta a casa, ma nel farlo pensò bene (o forse no?) di passare davanti casa di Fabio: avrebbe potuto incontrarlo per strada e dirle che si sarebbe trasferita in giornata visto che lui ancora non lo sapeva.
E così accadde infatti. I due si scontrarono a pochi passi dalla casa del ragazzo e iniziarono a parlare
F: Ciao.
I: Ciaoo, non ci vediamo da tanto tempo. Come ti senti?
F: Meglio adesso. Mia mamma mi ha detto che sei entrata a Firenze. Quando parti?
I: ah, allora hai già saputo.. Avrei voluto dirtelo io ma non sapevo come stavi, non ci sentiamo da settimane. Parto pomeriggio.
F: Ah ok. scusa ma sono di fretta, devo andare.
I: Va bene no preocc…
ma Irene non era riuscita a finire la frase che già Fabio era scomparso.
Si stava maledicendo in tutte le lingue del mondo per aver fatto la strada che passava per casa del suo migliore amico, lo stesso con il quale aveva passato gran parte della sua vita e che non le aveva neanche detto buona fortuna o buon viaggio. Amareggiata come non mai, imboccò la strada di casa, non vedeva l’ora di partire da quella stupida città per lasciarsi TUTTO (o forse sarebbe meglio dire LUI) alle spalle.
   
 
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