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Autore: SofiFlo    30/10/2015    3 recensioni
In una grande città, dove la magia non esiste, Emma e Regina si sono conosciute perché la seconda è madre adottiva del figlio biologico della prima. Siccome Emma non ha scelto un’adozione chiusa, Regina la ha contattata per il terzo compleanno del figlio. Hanno organizzato insieme la festa, e da lì è sorta un’amicizia destinata a durare (e forse a trasformarsi).
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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In una grande città, dove la magia non esiste, Emma e Regina si sono conosciute perché la seconda è madre adottiva del figlio biologico della prima. Siccome Emma non ha scelto un’adozione chiusa, Regina la ha contattata per il terzo compleanno del figlio. Hanno organizzato insieme la festa, e da lì è sorta un’amicizia destinata a durare (e forse a trasformarsi).
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Quando Regina aveva chiesto ad Emma se le andava di andare a pattinare, pensava che sarebbe stato divertente passare un pomeriggio con la madre di suo figlio, ma non aveva considerato l’idea che il bambino si ammalasse proprio quella mattina. E, quando Emma si era presentata sotto casa tutta entusiasta, non aveva potuto fare a meno di accettare la proposta di chiamare la babysitter per un paio d’ore e andare comunque con lei a pattinare.  Quando erano arrivate sulla pista da ghiaccio affollatissima, Regina non aveva potuto fare a meno di pensare che tutti l’avrebbero vista cadere, come faceva sempre appena appoggiava un piede sul ghiaccio. Si sentiva sempre goffa quando aveva i pattini ai piedi, ma in realtà, se si escludevano i primi minuti sulla pista, era una delle persone più aggraziate che ci fossero. Emma, invece, era assolutamente incapace di pattinare.  La mora si era ritrovata con il fondoschiena congelato dopo pochi minuti, avendo fatto affidamento su Emma quando era entrata in pista, ma poi aveva dovuto sostenere la bionda per tutto il tempo.  Emma aveva avuto freddo per tutto il tempo, ma non aveva voluto ammetterlo, sostenendo che quella giacca di pelle, compagna di mille avventure, amica di una intera vita, fosse abbastanza calda anche per quel pomeriggio cupo e ventoso. Quando era arrivata a non sopportare più il freddo, aveva proposto a  Regina di entrare nel bar della pista a bere una cioccolata calda. Sin da piccola l’aveva amata con la panna e la cannella, quindi, nonostante Regina le avesse detto di volere solo un thè, ne aveva fatte preparare due, e aveva detto all’amica che non poteva vivere senza bere una cioccolata calda così buona. Regina aveva amato bere la cioccolata con Emma, nonostante quella bevanda fosse stata fino a quel momento, associata ad un ricordo negativo della sua infanzia.
Quando avevano ripreso a pattinare, senza accorgersene, avevano iniziato a lanciarsi vicendevolmente sguardi, senza mai che l’altra li notasse, senza mai rendersi conto di apprezzare veramente tanto la vista dell’altra. Regina si perdeva  a guardare quella donna mai veramente cresciuta che era così simile al figlio, nel carattere, nelle parole, nelle espressioni del viso. Emma era così teneramente goffa, così  distratta eppure delicata che la incantava e Regina distoglieva sempre lo sguardo un attimo prima che fosse Emma a voltarsi nella sua direzione. Emma si perdeva nei movimenti eleganti di quella donna così sicura di sé e così bella, forte e affascinante, si perdeva a rimirare la sovrana di quella pista, sulla cui strada nessuno avrebbe osato farsi trovare. Ed entrambe si sentivano così perse, ma non pensavano che potesse essere attribuito a chi avevano vicino, ma piuttosto a qualcosa che avevano dimenticato nella loro vita quotidiana nell’ultimo periodo. E forse non si accorgevano che quel che le turbava era strettamente legato a chi avevano accanto. Regina non notava che la sua voglia di vedere Emma continuava a crescere ed Emma non notava che si stava sforzando di passare sempre più tempo in compagnia di quella famiglia trovata grazie ad un figlio che aveva lasciato andare.  Mentre le due pattinavano sul ghiaccio, neanche si accorgevano di aver bisogno l’una dell’altra.
Ferme su una staccionata della pista, a parlare del più e del meno, si guardarono negli occhi – una volta, come tante altre, eppure diversa, in qualcosa che non sapevano descrivere. Emma scivolò, mentre si stupiva di sé stessa e di quello sguardo audace, ma nel momento in cui cadeva, Regina la prese al volo, afferrandole i fianchi mentre non interrompeva quel contatto visivo. E in quel momento capirono, ognuna di sé stessa quel che a chiunque le avesse osservate per un’oretta sarebbe stato subito chiaro. Si amavano l’un l’altra. Eppure quell’insicurezza, quella paura di non essere ricambiata c’era, e Regina si frenò in quel salvataggio e non raggiunse le labbra della bionda. Ed Emma si fermò, e constatò che forse era ora di tornare a casa, che forse avevano lasciato Henry solo per troppo tempo.  'La prossima volta, la prossima volta la bacerò, sarà tutto perfetto, e non ci penserò due volte. La prossima volta.'
[N.d.A."Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà della ABC che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione appartengono solo a me.”
Devo ammettere che ad una prima stesura ho odiato questa storia, ma che rileggendola mi sono resa conto di non essere così insoddisfatta del mio lavoro.
Grazie di cuore a tutti quelli che hanno letto fino ad ora e a chi vuole farmi sapere la propria opinione .  • Sofia]
 
   
 
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