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Autore: AliceMiao    30/10/2015    2 recensioni
Kate, è questo il mio nome. Da quando mio padre ha detto di non essere mio padre la mia vita è cambiata. Da quando ha cercato di uccidermi ho capito che non posso fidarmi di nessuno. Un ragazzo mi ha salvata quel giorno. Ma chi è veramente? Chi sono io?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Simon Lewis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Un lieve raggio di sole entrava dalla finestra. Incredibile, era già mattina. Ero stanchissima! In effetti avevo dormito solo poche ore dato che ero andata a dormire tardissimo, ma capitemi, c'era una festa e non potevo andarmene presto! E poi mio padre mi lasciava sempre stare fuori quanto volevo, quindi non c'era nessun problema. Beh forse uno ce n'era... Mentre ero fuori non avevo notato nessun cacciatore e la cosa era strana.
Un po' contrariata sbadigliai emi alzai andando a fare una doccia L'acqua mi accarezzava dolcemente e mi riscaldava, dato che fuori faceva un freddo incredibile. Avvolta nella salvietta tornai in camera e scelsi i vestiti da indossare. Mi guardai allo specchio e vidi una ragazza di circa 17 anni dai capelli neri con delle ciocche bionde qua e là, occhi color ambra molto luminosi, mi domandavo spesso da chi li avessi presi ma poi lasciavo stare e non ci pensavo avevano dei riflessi grigi. Quel giorno indossavo un paio di jeans neri aderenti, una maglietta e una giacca di pelle dello stesso colore, con un paio di stivali anch'essi neri. Inutile dire che ero armata fino ai denti anche se nascondevo le armi un po' per necessità e un po', perchè non volevo finire alla polizia. Dopo essermi data una leggera passata di trucco scesi a fare colazione. Sul divano trovai Kitty, la nostra gattina , che sonnecchiava beatamente.
Quando raggiunsi la sala da pranzo venni colpita da un profumino invitante: tè e torta al cioccolato e nocciole. Pancia mia fatti capanna! Mi sedetti al capotavola, di fronte a mio padre. Lui era il cacciatore più temuto di tutti, Valentine Morgesten il più grande Shadowshunters di tutti i tempi un vero esempio. Iniziai a sorseggiare il tè, mentre quel silenzio mi soffocava. Se mio padre stava in silenzio voleva dire che c'era qualcosa che non andava. E questo includeva qualcosa che avevo detto o fatto.
Di solito più che altro si parlava di cose che non avrei assolutamente dovuto fare o dire.
Con la tensione alle stelle uscii per andare a scuola. Ma mentre correvo perchè ero un tantino in ritardo andai a sbattere contro qualcosa. Anzi contro qualcuno.

(Simon)

Stavo voltando l'angolo quando qualcuno mi sbatte addosso, io la afferrai al volo. era una ragazza dai capelli lunghi e neri con ciuffi biondi. La guardai e i suoi occhi ambrati mi ricordarono terribilmente qualcuno.
- Scusa, non guardavo dove stavo andando! - dissi subito per scusarmi. lei mi guardò sbuffando appena per poi sorridere. Capii subito che quel sorriso era di "cortesia" perchè non incrociò il mio sguardo.
- Tranquillo, non mi sono fatta niente - disse fredda.
-Meglio così. Io sono Simon, piacere di conoscerti- risposi io tendendole la mano in modo calmo e amichevole. Restai basito dalle parole che disse poi:
-Senti sono di fretta Diurno-
Diurno? Solo i vampiri mi chiamavano così! Non mi sarei mai domandato chi fosse in realtà fino a quando non arrivò anche Jace. La faccia che fece quando la vide mi lasciò non poco perplesso. Aveva sgranato gli occhi quasi sorpreso
-Che c'è?- Anche lei era perplessa sospirò annoiata e se ne andò in un attimo
-Hei amico Sembra che tu abbia appena visto un fantasma- dissi un po' sconcertato ma lui invece di rispondere corse via. Potevo immaginare dove fosse diretto: molto probabilmente stava andando a casa.

(Kate)
Non era raro trovare in giro qualche Nascosti. Francamente non mi importava se esistevano o meno. Qualcuno mi colpì alla nuca con un pugno leggero: era Sebastian mio fratello maggiore.
- Andiamo a casa sì o no? - domandò spazientito, sospirai annuendo e tornammo a casa insieme.
Una volta a casa salii in camera per studiare, ma non riuscivo a concentrarmi. Continuavo a pensare a quel ragazzo. Solo in quel momento mi resi conto che un po' mi assomigliava. Che strano!
Dopo un'ora passata a non studiare nulla qualcuno bussò alla porta e poi entrò senza attendere una risposta. Era mio padre. E aveva uno sguardo serio.
-Siediti lì- Indicò il mio letto. Il suo tono era fermo e deciso e non ammetteva repliche.
Feci come mi aveva detto e una volta seduta lui fece il giro e si mise dietro di me.
-Ho fatto qualcosa di male?- Ora iniziava a spaventarmi. E anche tanto.
-Sì, una cosa l'hai fatta: nascere- Cosa?! Non feci in tempo a voltarmi che lui mi aveva messo un braccio attorno al collo e aveva iniziato a stringere. Voleva uccidermi.
Mio padre voleva uccidermi. -Lasciami!  Mi stai soffocando...!-
Iniziava a mancarmi l'aria. Non sapevo quanto ancora sarei resistita.
-Sta zitta-.  
-Padre. Perchè fai così?-.
-Io non sono tuo padre. Ho solo finto di esserlo per poterti uccidere-.
Non potevo credere alle mie orecchie. Non volevo crederci.
Una finestra si sfondò e un ragazzo entrò. Era il tipo di quella mattina. Ma perchè mi stava aiutando?
-Esci. Forza!-. E lo feci, con lui che mi seguiva e mio padre (o quello che avevo creduto lo fosse) che urlava alle guardie di fermarci.
Ma fummo più veloci.
-Grazie per avermi aiutata-.
-Hai un posto dove andare?-. Giusto. Dove sarei andata?
-Emh... no...-.
-Vieni con me-.
Mi portò a casa sua. Da quando varcai la soglia della porta capii che niente sarebbe stato più lo stesso da quel momento.

Note: ringrazio Stardust 94 che mi ha aiutata a scrivere il capitolo dato che non ne so ancora molto di questa saga (anche se mi sto informando :) ). Detto questo spero che vi piaccia!
Baci AliceMiao

 

   
 
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