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Autore: MistressDaisuke    31/10/2015    1 recensioni
[ SPOILER ALLERT!! ] [ S e a s o n 0 9 ]
Estratto, Cap. 01:
«L'anziana signora che abitava al secondo piano ha tirato le cuoia,» cominciò la bionda, iniziando a gesticolare «quindi oggi è arrivata una ragazza che pare abbia affittato l'appartamento!»
Genere: Angst, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Penny, Rajesh Koothrappali, Sheldon Cooper, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
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Cosa potrebbe mai esserci di meglio di una bella partita a Dungeons & Dragons, il sabato sera, trascorsa in compagnia dei soliti tre e intellettualmente inferiori amici?

Niente, appunto. Il terzo sabato che ne conseguiva ogni tot settimane era la serata D&D. Le discussioni non erano minimamente consentite; soprattutto se stupide e irrilevanti. Quindi intollerabili e decisamente fuori luogo.

Sheldon aveva calcolato tutto nei minimi dettagli, perciò se ne stava tranquillo e rilassato nel suo amato e comodo posto; il quale gli dava una maggiore e magnifica vista da qualsiasi angolazione, facendogli percepire un confortevole calore procurato dal termostato; il quale gli donava una temperatura perfetta e ottimale.

Ciò era solo un piccolo assaggio del perché quel posto venisse considerato dal Fisico “Il proprio ed unico posto prediletto”.

Ci avrebbe messo ore a spiegare ogni cosa; se non persino giorni.

«Ad un certo punto, ecco che di fronte ai nostri eroi si para davanti un enorme colosso corazzato, dal viso deforme e dall'alito infernale; proprio come il posto in cui loro si trovano adesso:» Howard sapeva essere davvero persuasivo. Narrare sembrava essere il suo forte; per questo Sheldon aveva deciso che sarebbe stato lui il Dungeon Master, al posto di quello scansafatiche di Leonard «afoso e maledettamente cupo!»

Sheldon si girò verso Rajesh – che stava seduto alla sua sinistra, sul pavimento – con le mani che cominciavano ad accarezzare piano le spalle.

«Spettacolare: ho persino la pelle d'oca!» esclamò il Fisico, sinceramente sorpreso. Mentre Raj si limitava a guardarlo di sottecchi, scuotendo piano il capo.

Leonard ancora non mandava giù il fatto che il proprio migliore amico preferisse le performance di Wolowitz; ma non glielo avrebbe mai fatto notare.

Primo: perché si parlava pur sempre di Sheldon.

Secondo: perché si parlava pur sempre di Sheldon.

E, terzo, ma non meno importante: lo avrebbe imbarazzato parecchio e, semplicemente, l'avrebbe fatto sembrare anche immaturo.

Poi si parlava pur sempre di Sheldon.

Quindi, egli, continuò a guardare l'Ingegnere in attesa del continuo della narrazione:

«Quindi?» domandò, giustamente.

Tuttavia, proprio nel momento in cui Howard spalancò la bocca e pronunciò la prima sillaba, la porta dell'appartamento s'aprì di scatto, facendo apparire una Penny decisamente stupita.

«Ehi, ragazzi, avete notato?»

«Se intendi aver notato la tua scurrile entrata in scena che avresti potuto sinceramente evitare; sì. L'ho perfettamente notato.» Sheldon, come sempre, – o nella maggior parte dei casi – non comprendeva le metafore o comunque i modi di dire. Per questo finiva per esporre monologhi che alla fine non sembravano attrarre l'interesse di alcun essere umano sano di mente all'interno della stanza. Sebbene quel suo intervento fosse avvenuto per semplice puntualizzazione.

Infatti, Penny, lo guardava con gli occhi sgranati e increduli, per ben quindici secondi netti. La bocca leggermente schiusa rappresentava tutta la sua inquietudine. E dire che ci era abituata.

Successivamente parve riprendersi, ignorando del tutto ciò che le era stato precedentemente detto:

«Si tratta del secondo piano!»

Leonard inarcò un sopracciglio, già incuriosito a riguardo della nuova faccenda. Come lo erano tutti gli altri, del resto.

Tutti tranne Sheldon.

«Potresti andare dritta al punto?» chiese Howard, sistemandosi meglio sul divano.

Almeno lui può starci, sul divano.” Pensò Raj, sistemandosi anch'egli, alla ben e meglio, sul liscio pavimento.

Penny annuì, sebbene stesse ancora cercando la parole giuste per informare gli amici e il marito: cosa che si stava rivelando alquanto ardua; altro che il Ménage à trois ai tempi del ballo studentesco.

«L'anziana signora che abitava al secondo piano ha tirato le cuoia,» cominciò la bionda, iniziando a gesticolare «quindi oggi è arrivata una ragazza che pare abbia affittato l'appartamento!»

«Oh, davvero?» sorrise Howard «Forse dovremmo andare a presentarci!»

«Ma se voi non abitate nemmeno qui!» osservò l'occhialuto.

«Fino a prova contraria neanche tu, adesso che abiti in compagnia della tua dolce metà.»
Affermò l'indiano.

«A dire la verità, ciò è invero quanto no: affermativo è che Leonard abita con Penny, nell'appartamento che affianca questo; ma a giorni alterni dormono entrambi qui. E, sotto il paragrafo sei, della pagina milleottocento del Contratto tra Coinquilini, viene senza alcun dubbio nominata la presenza del caro e buon mio assistito all'interno di queste mura.

Di conseguenza, egli abita ancora qui.»

Ci tenne a sottolineare il Fisico, lasciando il povero mulatto senza parole.

«... Ehm, guardate che ci sarei anche io!»
Cercò di far notare la bionda, nervosa per la scena che s'era andata a creare.


* * *


Scatoloni e scatoline erano riposte ordinatamente una sopra l'altra fuori la soglia, accanto all'aperta lignea porta di casa. Dove, al suo interno, una giovane ragazza vestita con un largo maglione color verde radio-attivo, con sopra disegnato l'emoticon dell'alieno di Whatsapp in giallo – anch'esso decisamente accesso – e con indosso dei pantaloncini neri, quasi nascosti dalla maglia, – e di conseguenza inesistenti – sembrava star meditando: gambe conserte, occhi totalmente chiusi, respiro leggerissimo.

I lunghi e corvini capelli neri – che le arrivavano all'incirca sopra il fondoschiena – erano ornati con un nero cerchietto borchiato; affilate e luccicanti punte metalliche facevano capolino dalla liscia e morbida chioma.
Sembravano perfino vere.

«Sicuri che sia una buona idea?» domandò Sheldon, a bassa voce, vicino il sotto ascensore, rivolgendosi ai suoi amici che lo avevano, secondo lui, obbligato con volgari e veritiere osservazioni sulle buone maniere a presentarsi lì in quel momento.

E quelle, nolente o meno, devono essere sempre rispettate, secondo il proprio principio di vita «Tutto ciò non promette nulla di buono.»

Leonard non poteva credere alle sue orecchie: «Si può sapere perché vedi del negativo in ogni persona che si presenta in questo condominio?»

«Questa volta la questione è nettamente diversa: se vogliamo metterla sul piano del “sesto senso”. »

«Oh, andiamo, Sheldon! Cosa vuoi che ci lanci? Una maledizione?!» rise Howard, trovando l'affermazione del Fisico decisamente assurda – e alquanto esilarante –.

Di scatto, un occhio color del cielo andò a guardare il gruppo di ragazzi che si erano soffermati davanti alla dimora che adesso le apparteneva, emettendo un udibile mugugno.

Loro sussultarono e, a quel punto, le prestarono attenzione:

«Voi dovete essere Sheldon Lee Cooper, Leonard Leakey Hofstadter, Rajesh Ramayan Koothrappali, Howard Joel Wolowitz e...

Penny.»

Lo sguardo di tutti i presenti si spalancò, non aspettandosi per niente “quelle parole” da parte della nuova ragazza del secondo piano.

Ella aprì anche l'altro occhi e poi, girando il capo verso gli altri, spalancò un ampio sorriso.

«I blog dell'Università sono pubblici, se non sbaglio» affermò la giovane, con estrema tranquillità «e, Penny, noi due ci siam già presentate stamani.»

La bionda rise, con le mani ai fianchi «Sì, mi hai fatto pure una seduta gratis!»

Sheldon, che fino a quel momento – stranamente – era stato in silenzio ad ascoltare, pronunciò: «Oh, buon dio» chinando leggermente il capo, che poi scosse con lentezza ed evidente disappunto.

«Conto alla rovescia, signori. Conto alla rovescia...!» mormorò un ironico Howard, roteando gli occhi, seguito da dei mormorii emessi dall'indiano ragazzo accanto ad egli; mormorii che sfottevano Sheldon senza troppi giri di parole.

«Sentivo che c'era qualcosa che non andava: ma avere una cartomante nel condominio proprio non lo accetto. Ci basta già Penny con le sue stranezze da ragazza fieno e letame a completarci, seppur con un effimero velo, l'esistenza.»

Il Texano arrivò dritto al punto «Scriverò una lettera di lamentela al capo condominiale; oh, se mi sentirà!»

La pallida e nuova ragazza, che fino a poco prima era rimasta seduta ad ascoltare la conversazione andare avanti, decise d'alzarsi, sentendo finalmente il freddo pavimento solleticarle i nudi piedi.

«A dire la verità io sono una medium, non una cartomante. C'è un'evidente e chiara differenza tra i due ruoli; sebbene questo, per adesso, sia solo uno dei piccoli lavoretti che conduco part-time.»

Ella poi portò le mani dietro la schiena; il sorriso che incorniciava le sue labbra rosate irritavano alquanto il Fisico, e non poco «Questo è un dono

«Rettifico: bagianate al quadrato, vostro onore.» si permette di dire lui, sistemandosi la rossa maglietta di Flash «In entrambi i casi basta basarsi sulla stupidità delle persone per accaparrarsene i profitti: in questo caso, la nostra cara Penny ne è stata la prova vivente.»

«Ehi, guarda che io sarei sempre qui!» la bionda sbuffò, portandosi una mano sulla fronte imperlata di sudore.

Con Sheldon non ci si può rilassare neanche mezzo minuto: l'impresa non sarà mai possibile; le metaforiche statistiche parlano da sé.

«Non mi sembra giusto prendersela con una ragazza così carina e a modo: Sheldon, dovresti davvero vergognarti!» esclamò Howard, avvicinandosi alla ragazza.

Meno male che era sposato, altrimenti ci avrebbe provato spudoratamente. Ciononostante, lui era un uomo fedele alla sua consorte; di conseguenza non l'avrebbe mai e poi mai tradita.

«Scusalo, non sa quel che dice!» l'assicura l'ebreo, accennando un lieve sorriso «In verità, io e Bernadette stavamo giusto cercando un med...»

«Lutto fresco, riguarda un membro importante, la chiave massiccia e solida della tua famiglia; di sesso femminile.

Era tua madre?»

Howard sbatté le palpebre, ripetutamente, incredulo: non che lui credesse a queste cose, ma Bernie era stata piuttosto chiara e, quindi, ora che gli si era presentata l'occasione, voleva prendere la palla al balzo.

Ma mai e poi mai si sarebbe aspettato una risposta simile.

«Se per massiccia intendi l'ammasso di lardo che le ricopriva persino gli alluci, allora sì... lei era massiccia-ah...!» ecco che l'ingegnere scoppiò in lacrime, mentre la minuta e bassa ragazza s'alzò in punta di piedi, per dargli delle leggere pacche sulla schiena.

«So che è difficile, ma vedrai che queste brutte sensazione s'affievoliranno.» disse la corvina, con un tono di voce rassicurante – «È solo questione di tempo.»

Tutti rimasero colpiti da quel suo bel gesto, inteneriti soprattutto.

Tutti tranne Sheldon, ovviamente: il quale trovò la scena a dir poco patetica e noiosa.

«Non starò qui un minuto di più.»

Affermò il Fisico che, senza neanche salutare, girò i tacchi e se ne andò.

«Sheldon!» fece per richiamarlo Leonard, per poi sospirare esasperato:

«È sempre il solito!»

Sbottò, il secondo dei Fisici.


* * *


«Non capisco perché ti sei comportato in quel modo nei confronti di quella ragazza.»

Leonard, che precedentemente scriveva sul suo computer, si girò per incontrare lo sguardo dell'amico intento a sedersi sulla sua parte di divano, con una bella tazza fumante di thé verde poggiata sulle ginocchia.

Inizialmente, Sheldon rimase a guardare l'interlocutore con un'espressione perplessa, successivamente si sedette comodo comodo, rispondendo alla domanda dell'altro solo quando fu davvero certo di essere “okay”:

«In primo luogo, mi sono comportato in tal maniera solo perché era strettamente necessario.
Quella tipa crede di infinocchiare tutti; ma si sbaglia di grosso.

Oh, sì.» cominciò egli, certo di aver capito ogni cosa:

«In secondo luogo, può infinocchiare tutti. Ma non Sheldon Cooper; una persona con il QI senza dubbio superiore al suo, come anche al tuo e a quello di qualunque altro io conosca.»

A parte Stephen Hawkins.

«Quindi, la tua domanda poteva rispondersi anche da sola.»

Terminò tranquillamente.

«O forse ammettere di trovare qualcuno che potrebbe tenerti testa ti spaventa così tanto, che cerchi ogni scappatoia per startene alla larga.»

Sulle labbra del Fisico con gli occhiali si dipinse un piccolo ghigno divertito.

«Oh, per favore, Leonard. Risparmiati simili battute di spirito: è più che naturale che non esista nessuno in grado di tenermi testa.

Ora non scherziamo.»

A parte Stephen Hawkins.

Leonard rimase a fissarlo per qualche secondo, poi mormorò qualcosa – non avendo per niente voglia di litigare – continuando la sua tesi scientifica.


* * *


Il sabato stava soprattutto a significare Giorno del Bucato, il che portava l'intelletuale Sheldon a dirigersi in lavanderia, per mettere così a lavare i panni sporchi e piegare quelli puliti.

La perfezione e l'attenzione nel mettere l'ammorbidente era quasi maniacale e inquietante; ma a questo Penny ci era abituata.

Ma di Penny, al momento, neanche l'ombra; e gli sarebbe davvero piaciuto, in quel momento, trovare lei al posto della svampita con la corona di spine tra i capelli.

«Credo che tornerò tra mezz'ora. Vedi di sbrigarti: la lavanderia non è uno strip-club.»

La corvina ragazza che aveva appena poggiato la sua cesta azzurra sul tavolo accanto alle quattro lavatrici messe in fila una accanto all'altra, girò il capo per andare a guardare l'interlocutore appena entrato.

«Ma buonasera, Dr. Cooper.» salutò cordialmente ella, abbozzando un dolce sorriso sulle rosee labbra.

«Almeno sai riconoscere un grado superiore al tuo: è un inizio.» – : «In questo caso, io dovrei cominciare ad interloquire con te, perché è quello che la vita sociale ci impone, cercando di intrattenere un'inutile conversazione abbastanza solida, parlando del più e del meno; ascoltando le esigenze e i problemi che t'affliggono, dei quali non m'importa sinceramente un accidente.»

Egli decise di entrare, affiancando la ragazza e poggiando la propria, di cesta, sul tavolo:

«Se così stanno le cose: buonasera anche a te, ragazza S.A.F.N.V.»

La corvina, sbatté gli occhioni azzurri, un po' confusa da quella sigla improvvisa.

«Oh, pensavo fosse evidente» disse il Fisico, cominciando a prendere una maglietta da dentro la cesta «Ma dato che sembra che tu non c'arriva, te lo dico: ragazza Senza Alcun Futuro Nella Vita

La ragazza rimase a guardarlo per un po', poi rise di gusto:

«Sei parecchio divertente!» esclamò, infatti lei, portandosi una mano sullo stomaco.

Sheldon, che s'era piegato per infilare i panni dentro ad una delle lavatrici, s'alzò, girandosi alquanto confuso verso d'ella: - «Pare ch'io abbia scherzato? Perché ti assicuro che la mie parole erano fermamente serie e decise.»

Infatti, il suo tono di voce non tradiva affatto ciò ch'aveva appena proferito.

Altrimenti avrebbe usato il suo solito Bazinga, pronunziato dopo tre secondi esatti alla fine della conseguente frase.

«La tua persona è esilarante.» si corresse ella, dirigendosi verso la lavatrice accanto a quella dove Sheldon aveva messo a lavare gli indumenti.

«Perché mai dovrebbe esserlo?»

«Lascia perdere.»

«Non si può lasciare una frase in sospeso: in quel caso sarebbe un indovinello. E non mi pare che tu sia una grande fan del genere, perciò non vedo perché dovremmo lasciare stare

«Ti sei risposto da solo: che tipo davvero in gamba!»

Sheldon aggrottò la fronte, poi, subito dopo, si girò completamente verso l'altra:

«Invece di cercare di raggirarmi, cerca di arrivare al sodo: sebbene io sappia che per te potrebbe risultare difficile fare una cosa del genere.»

Dopo aver posto delle magliette all'interno dell'aggeggio, la corvina si alzò, portando le mani dietro la schiena.

«Oh, pensavo tu fossi abbastanza intelligente da arrivarci da solo.»

Per quanto Penny lo avesse fatto andare fuori dai gangheri in tutti quegli anni, mai si era ritrovato faccia a faccia con una persona talmente sfacciata e competitiva; fatto stava che nemmeno Leslie Winkle – e già questo è un tutto dire – avrebbe potuto competere.

E Sheldon se n'era accorto subito.

«Io pensavo tu avessi abbastanza amor proprio dal non inquinare la mia aria con le tue ovvietà.»

«Io pensavo tu avessi abbastanza cervello dal non infettare la mia, di aria, proferendo tali piccolezze.»

I due si guardarono a lungo: lei sorrideva, lui per niente; umiliato da quella ragazza con la corona di spina tra i capelli.

«Questa è guerra.» affermò il Fisico, arricciando il naso, alzando il mento verso l'alto; in segno di superiorità.

«E guerra sia!» la ragazza ampliò il proprio sorriso, facendo così vedere i denti bianchi e dritti. Successivamente, gli porse una mano: -

«Il mio nome è Molly.

Molly Moore.»

Sheldon rimase a guardarla per mezzo secondo, disgustato, dopodiché fece un piccolo cenno con la mano:

«Non crederai che io, dopo aver dichiarato guerra, stipuli un'alleanza.
Perché stai per ricevere un secco e marcato
no dritto in faccia


   
 
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