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Autore: Lullaby Candy    01/11/2015    0 recensioni
Fanfiction scritta per la Sterek Week.
Prendiamo il primo giorno delle vacanze di primavera, uniamoci il primo vero appuntamento per Stiles e Derek, ed ecco quello che si ottiene: una spensierata domenica al parco per un picnic.
Dal testo:
I tiepidi raggi del sole primaverile rischiararono la camera del giovane Stilinski, ancora placidamente immerso in un piacevole sonno. Ad animare i suoi sogni quella notte passata vi erano stati degli inconfondibili occhi verdi e quel sorriso lievemente accennato e misterioso, ma che Stiles si era sempre impegnato a decifrare al meglio, conscio delle infinite sfumature che esso celava. Il giovane si destò nel giro di qualche minuto, si rigirò nel letto e stiracchiò; quando ebbe la certezza che tutto il suo corpo fosse attivo aprì piano gli occhi, puntando subito lo sguardo sulla sveglia che troneggiava sul comodino. Subito un sorriso genuino si impossessò delle sue labbra. Il giorno, che aveva atteso dal famigerato momento in cui il suo bestie Scott era stato morso, era finalmente arrivato: un appuntamento con Derek – il lupo più sexy di Beacon Hills che fa svenire ogni essere umano e sovrannaturale ai suoi piedi – Hale.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sunday Funday

Sunday Funday – Parte 1


I tiepidi raggi del sole primaverile rischiararono la camera del giovane Stilinski, ancora placidamente immerso in un piacevole sonno. Ad animare i suoi sogni quella notte passata (e la maggior parte delle notti nelle ultime tre settimane) vi erano stati degli inconfondibili occhi verdi e quel sorriso lievemente accennato e misterioso, ma che Stiles si era sempre impegnato a decifrare al meglio, conscio delle infinite sfumature che esso celava. Il giovane si destò nel giro di qualche minuto, si rigirò nel letto e stiracchiò; quando ebbe la certezza che tutto il suo corpo fosse attivo aprì piano gli occhi, puntando subito lo sguardo sulla sveglia che troneggiava sul comodino. Subito un sorriso genuino si impossessò delle sue labbra. Il giorno, che aveva atteso dal famigerato momento in cui il suo bestie Scott era stato morso, era finalmente arrivato: un appuntamento con Derek – il lupo più sexy di Beacon Hills che fa svenire ogni essere umano e sovrannaturale ai suoi piedi – Hale.

Si alzò dal letto, sgattaiolò fuori dalla sua stanza e si diresse immediatamente in bagno, ignorando la voce di suo padre giungere dalla cucina. Si immerse sotto la doccia e si lasciò dolcemente cullare dall'acqua tiepida, mentre non poteva evitare di continuare a sorridere come un ebete per tutto il tempo. Non riusciva ancora a realizzare ciò che era successo con quel lupo scontroso, nonostante fossero passate tre settimane dal fatidico giorno in cui, preso coraggio o forse soltanto colpito da un attimo di follia, aveva dichiarato i propri sentimenti da lungo sopiti e creduti non corrisposti al lupo. Se già il mettersi a nudo di fronte all'oggetto del suo desiderio fosse imbarazzante e umiliante, sì perché si era aspettato di risposta una ilare presa in giro o qualche ringhio frustato come sempre; il fatto che Derek fosse stato fastidiosamente silenzioso per dieci minuti, lasciando le sue sopracciglia parlare per lui, alzandosi in una curva a dir poco stupita, e poi, fissandolo con sorprendentemente felicità (sì a Stiles parve intravedere in quelle iridi verdi una nota di felicità), gli avesse sussurrato un “va bene”, lo aveva trascinato completamente a fondo in una fossa di irritabile agitazione e nervosismo. Tutto il suo coraggio si spense in quel frangente, non ebbe più la forza di portare avanti la conversazione o esigere chiarimenti per quella frase, ovviamente così lunga e articolata da risultare difficile un'unica interpretazione universale. Era rimasto a fissarlo senza parole, veramente senza parole probabilmente per la prima volta in tutta la sua vita e Derek per tutta risposta gli regalò uno dei suoi più sensuali sorrisi–ghigni, sparandogli il colpo letale. Nei giorni successivi Stiles non si azzardò neanche per un momento a ritornare sull'argomento, temeva che, se avesse costretto il lupo ad esprimersi a parole, questi l'avrebbe completamente rifiutato, ma non si dava comunque per vinto. Per una settimana poteva dire di averlo assillato di messaggi e, più raramente, di chiamate e, con stupore che incrementava di giorno in giorno, aveva sempre ricevuto una risposta dal moro. Alla fine dopo gli svariati tentativi dell'adolescente di ottenere un'uscita in qualche modo romantica e intima con il suo lupo, questi aveva accettato abbastanza seccato, ma intenerito allo stesso tempo (ovviamente a Stiles aveva fatto credere di essere soltanto stufo di tutte quelle richieste e quindi l'aveva accontentato).

Quindi eccolo lì, il giovane Stilinski, il primo giorno delle vacanze di primavera che si accingeva a passare un'incredibile giornata solo in compagnia della sua palla di pelo preferita.
Conclusa la doccia, ritornò in camera, indossò i vestiti che aveva accuratamente scelto il giorno prima, ovvero dei jeans chiari e aderenti, una maglietta grigia e la sua inconfondibile felpa rossa col cappuccio. Scese in cucina, dove ad aspettarlo c'era un insospettito sceriffo che lo squadrava da testa a piedi.
–“Come siamo mattinieri oggi! Non so se esserne sorpreso o preoccupato...”– così dicendo, osservava il figlio, già psicologicamente preparato a una qualsiasi rivelazione shockante.
–“Buongiorno anche a te, papà!”– Stiles sorrise ed iniziò a preparasi la colazione. –“Ti avevo detto che oggi sarei uscito con Scott e gli altri, andiamo al parco a fare un picnic...”– iniziò tutto d'un fiato, vedendo il padre con uno sguardo perso si interruppe. –“O forse ero convinto di avertelo detto, ma mi è passato di mente!”– soffocò una risata, lo sceriffo sbuffò tirandogli un leggero scappellotto.
–“Per questo”– continuò indicando il frigorifero –”hai cucinato tutta quella roba? Ieri sera quando sono tornato e ho aperto il frigo ho pensato stessi progettando di fare un altro spericolato campeggio in qualche parte sperduta del mondo!”– una lieve nota di preoccupazione mista a tristezza trascendeva da quelle parole.
–“Tranquillo, pà. Niente più campeggio in Messico, niente più missioni suicide, niente più segreti...”– mettendo su il suo sorriso più sincero si avvicinò al padre per abbracciarlo. Ancora stretto nel calore delle braccia paterne si sentì in dovere di proseguire con il suo discorso.
–“A proposito di questo, pà...”– fece un respiro profondo. –“...in realtà oggi non ci saranno né Scott né tutti gli altri... Diciamo che l'uscita di oggi prevede solo una persona, oltre me ovviamente”– rise nervosamente e alla vista della faccia stupita del padre nell'atto di iniziare un vero e proprio interrogatorio, lo precedette. –“Sì papà ho un appuntamento e no, non sono tornato con Malia. Mi crederesti se ti dicessi che non c'è nulla di cui tu ti debba preoccupare, anche perché questa persona è la prima, in realtà la seconda se consideriamo Scott, su cui possiamo fare affidamento ciecamente? E sono perfettamente certo che sono al sicuro, fin tanto che sono al suo fianco...”– il volto dello sceriffo acquistò ogni sfumatura d'emozione: dapprima sbigottita, attonita, leggermente adirata e incredula, ma non appena Stiles ebbe pronunciato l'ultima frase, tutto fu chiaro e lampante, un'espressione rasserenata prevalse sulle altre. Un dolce sorriso accompagnò una tenera pacca sulla spalla.
–“Okay, ho capito. Non indagherò oltre. Allora aspetterò il giorno in cui mi farai incontrare questa fantomatica persona che è riuscita nell'ardua impresa di conquistare mio figlio.”– Così dicendo uscì dalla cucina, per permettere al figlio di fare colazione in pace. Ma questo appena fu nuovamente da solo riprese a ridacchiare senza apparente motivo, mentre cercava di portarsi una cucchiaiata alla bocca, ottenendo ovviamente di sbrodolare tutti i cereali nella tazza. Dopo un quarto d'ora bello e buono (e di solito concludeva la sua colazione nel giro di neanche tre minuti) riuscì a concludere il pasto e, riposte le stoviglie sporche, incominciò a preparare gli ultimi cibi che mancavano per il pranzo.

In un'ora aveva completato tutto, ogni pietanza era accuratamente sistemata in diversi tupperware i quali a loro volta avevano trovato posto in due deliziosi cestelli per i picnic. Erano le nove e mezza, aveva ancora mezz'ora per prepararsi all'arrivo del suo lupo e ripensandoci iniziò a sentirsi estremamente agitato, più di quanto fosse normale. Inconsciamente iniziò a scarrozzare per tutta casa, prima in cucina ripulendola dallo stato pietoso in cui l'aveva lasciata, poi in bagno guardandosi più volte allo specchio per sistemarsi al meglio.
Urlando un frettoloso saluto al padre, agguantando i cestelli, uscì di casa in anticipo di dieci minuti. Appena messo piedi fuori dalla porta restò senza fiato. Lungo il vialetto di fronte casa vi era parcheggiata l'inconfondibile Camaro nera del lupo e questi era in piedi appoggiato alla propria auto con le mani incrociate al petto, non appena si accorse del giovane si tirò in piedi accennando un sorriso. Col cuore che martellava in petto, gli andò in contro.


20 minuti prima fuori casa Stilinski

Derek era arrivato con largo anticipo e ora aspettava impaziente nella sua auto, tamburellando le dita sul volante. Riusciva a sentire distintamente i rumori dentro casa: Stiles era in cucina alle prese con pentole e fornelli, mentre il padre si trovava in garage probabilmente a svolgere qualche lavoretto fai da te. Era agitato e tanto anche! Come poteva quel ragazzino scombussolarlo così intensamente? Non che questo non gli dispiacesse, sia chiaro, però per una persona così abituata a una vita ordinaria e monotona (mostri soprannaturali a parte) era stato abbastanza destabilizzante scontrarsi con quella concentrazione di iperattività e quella bocca costantemente impegnata in un dialogo spropositatamente lungo e molto spesso senza apparente senso logico. Già, quell'umano faceva tremare tutte le fondamenta in cui Derek credeva e, più di una volta, si era sentito perso dentro la voragine intricata dei propri sentimenti, ma quando il piccolo Stilinski gli sorrideva come se vederlo fosse la cosa più bella del mondo doveva arrendersi all'evidenza: non c'era spettacolo più bello che vedere il suo volto raggiante di gioia. Sbuffò più per impazienza che per irritazione, aprì la portiera e uscì dall'auto, lo sguardo fisso su quella porta rossiccia che non vedeva l'ora s'aprisse.

Dopo interminabili minuti sentì una voce fin troppo familiare salutare il padre e la figura di Stiles si materializzò sulla porta. Quella visuale non poteva che metterlo ancora più di buon umore, se possibile; cercò di trattenere un sorriso, ma gli fu seriamente difficile. D'istinto si tirò in piedi e fece un passo verso di lui, notò fin da subito un leggero rossore imporporargli le guance. Era seriamente troppo adorabile.

–“Buongiorno Sourwolf!”– Stiles cercò di sfoderare il suo miglior sorriso, sperando non trasparisse agitazione.
–“Buongiorno Cappuccetto Rosso!”– quel sorrisino, dapprima accennato, si aprì in tutta la sua bellezza. Il cuore del castano perse un battito. Quel sorriso doveva essere assolutamente illegale! Illegale! Cercò di ribattere, nella sua testa una miriade di battute già pronte in risposta, ma nessuna parola varcò quelle labbra già dischiuse nell'atto di parlare.

Il moro vide colorarsi ancora più intensamente le guance del giovane, se ne rallegrò, adorava quando era in grado di metterlo un po' in soggezione, comunque intuì di aver un pochino esagerato e cercò un modo per far evadere Stiles da quello stato catatonico. Gli fu di fianco e afferrò sicuro ma delicato uno dei due cestelli che il giovane teneva in mano.
–“Ma quanto cibo hai preparato? Non ce n'era bisogno, sono solo due bocche da sfamare.” E intanto si avvicinava alla macchina, aprendo la portiera del guidatore, per posare il cestello sul sedile posteriore. Stiles si riprese un attimo, imitò Derek per posare anche il secondo cestello.
–“Saranno anche solo due bocche, ma dobbiamo tenere in conto che una è di un grande e grosso lupo che tra due ore potrebbe perfino divorare un cervo intero e....” – si bloccò per prendere aria, mentre apriva la portiera e si posizionava comodo sul sedile. –“...e non possiamo ignorare che Cappuccetto Rosso sia comunque un adolescente iperattivo e quindi costantemente affamato.”–
Il giovane sorrise divertito, imitato subito dopo dal moro; si stava prospettando una magnifica giornata.




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Note dell'autore

Ciaoooo a tutti!!! :D Grazie mille per aver letto questo primo capitolo! Spero davvero che vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate, se volete, lasciando un commentino piccino picciò *-*

A presto con la seconda e ultima parte!! :D

LullabyCandy:_

   
 
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