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Autore: nothingdrum    02/11/2015    0 recensioni
Il destino di Anor Londo, contesa tra due regioni, e il destino dei rispettivi sovrani.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando Gwyneviere si sedette finalmente sul giaciglio che il padre aveva preparato per lei nel suo maniero, le paure che l'avevano accompagnata durante il suo viaggio si placarono piuttosto velocemente. I colpi delle catapulte sembravano tuoni che si schiantavano contro le guglie della magione, e quasi coprivano le parole della sorella della principessa, Gwyndolin, la quale aveva ormai residenza stabile ad Anor Londo da molto tempo, ed aveva tenuto lontano la guerra il più possibile. Ma non poteva ignorare la parente alla quale voleva più bene.

"Non ti lascerò sola Gwyneviere. Mai. Così come tu non hai lasciato solo nostro padre venendo qui."

"Io so delle cose sorella. Delle cose che ho letto nei diari di nostro padre, a Lordran. Dirtele è il mio dovere, non posso negarti tali avvenimenti."

Gli occhi di Gwyndolin si chiusero ad indicare del sospetto.

"Nostro padre, la vecchiaia che lo sta mangiando, sempre più velocemente...Non è un caso. La prima fiamma, quella che ha generato tutto questo..." disse Gwyneviere indicando ciò che la circondava; "...Sta morendo, e la maledizione che sta contagiando il nostro popolo è il risultato. Gwyn si è vincolato alla fiamma stessa, sperando di ravvivarla. Porta con sè i pochi giorni di vita che gli restano, cercando di vincere questa stupida guerra, sperando che Anor Londo, nell'eventualità che la maledizione scompaia, non resti in mano di Vendrick, che causerebbe la sua distruzione. Sappiamo entrambe com'è la condizione a Drangleic. I giganti non avranno pietà di tutti i possedimenti del Re quando arriveranno."

Gwyndolin si sedette a terra. Le lacrime cominciarono a cadere solo dopo qualche istante di perfetto silenzio, che nemmeno le catapulte all'esterno avevano il coraggio di interrompere, e bagnarono le sue vesti. Guardò sua sorella come per giurare qualcosa, e nel fiume del pianto le uniche parole che riuscì a dire furono:
"Non posso salvarvi entrambi."

"Proteggi lui allora. Io me ne andrò, seguirò la mia strada. La magia scorre potente in te, potrai creare una mia illusione, e perfino un'illusione di questo sole quando tramonterà. Lo so. Proteggi lui."

Gwyndolin si rialzò e si ridiede contegno.

"Lo farò sorella. Vattene ora, e salvati, fai quello che nostro padre non riuscirà a fare, e fai quello che io avrei sempre voluto. Salvati."

 

 

 

Smough scagliò il suo martello in aria, proprio mentre Ornstein aveva fatto crollare sulle ginocchia Velstadt con una tremenda lancia del fulmine. Il martello non riuscì a rompere la testa della guardia reale, che lo bloccò con la fidata campana. Si rialzò molto velocemente, e la roteò attorno a sè, mentre dalla sua bocca uscivano le parole di un malocchio dopo l'altro. L'oscurità colpì molti degli uomini che facevano parte della folla di soldati che aveva lasciato spazio ai cavalieri che combattevano, e di loro non rimase traccia se non polvere. Velstadt cercò suo fratello che era impegnato con gli altri tre servitori di Gwyn, stupendosi non poco quando lo vide su una guglia della chiesa che capeggiava su quella piazza così tanto contesa. Gough non era riuscito ovviamente a causa della sua mole a seguire Artorias e Ciaran che si erano arrampicati assieme a Raime fin lassù, ma stava dando non pochi problemi al Cavaliere della Nebbia, come era stato rinominato alla corte del re di Ferro il fratello di Velstadt. Le frecce di Gough si incastonavano sul tetto del palazzo, impedendo molti movimenti al nemico, ma garantendo spiragli ad Artorias e Ciaran per arrampicarsi ed effettuare molti attacchi dall'alto.

Quando Raime infine si trovò sul ciglio del tetto, obbligato dagli attacchi dell'Occhio di Falco, Velstadt ignorò Ornstein e Smough e si lanciò su Gough, attaccandolo alle spalle. La campana lo colpì in piena faccia, incastrandosi nella sua carne, e portandogli via entrambi gli occhi. L'urlo del cavaliere risuonò in tutta Anor Londo, mentre cadeva a terra in un mare di sangue. Ma Smough non restò immobile, e mentre Velstadt si compiaceva del suo risultato con un colpo di martello lo sbattè a terra, proprio mentre Ornstein si arrampicava sulla cattedrale, dove nel frattempo Raime aveva rimesso l'incontro in parità.

"Uccidimi Giustiziere, forza!" urlò Velstadt. "E poi mangiami come hai fatto con tutte le tue vittime!"

Smough alzò il martello in alto, e lo lanciò lontano. Si abbassò lentamente verso il cavaliere riverso a terra, tolse l'elmo, e guardandolo disse:
"Mangio solo carne pregiata, bastardo."

E con un pugno lo fece svenire, accanto ad un altrettanto svenuto Gough.

"Medici, portate via l'Occhio di Falco!" gridò Smough "Un soprannome che forse non è più così adatto..."

 

Raime era rimasto solo,ma nella foga della battaglia neanche si era accorto della sorte toccata al fratello.

Fu così che quando Ornstein infilzò la sua gamba con la lancia, la sorpresa fu ancora peggiore.

"Tornatene nei tuoi domini, Cavaliere della Nebbia, e non far sì che la tua famiglia ti renda schiavo di un re che non servi." disse Ciaran puntandogli un pugnale alla gola. "Ornstein, gettalo dalla cattedrale."

La voce era scomparsa da Raime, ora regnava solo la paura dentro di lui.

I tre cavalieri lo portarono in cima alla guglia più alta, riportandolo alla visibilità della folla della piazza. E proprio quando il cavaliere del Leone lo stava per gettare verso la morte, una voce si levò dai soldati.

"BASTA!" Gwyn interruppe la tenzone in maniera decisa, come era solito fare. "Ornstein, non osare uccidere quel cavaliere!" e si girò verso Vendrick e il suo esercito. "Troppi sono morti per conto nostro Vendrick! Quindi farò si che i tuoi soldati portino via la tua guardia reale, così come i miei hanno fatto per Gough, e risolveremo questa questione io e te, proprio com'è cominciata. Non ne posso più di vedere sangue nella mia città, quindi ora decidiamo chi sarà a pulirlo."

Lord Gwyn estrasse la sua spada infuocata, sapendo che sarebbe stata molto probabilmente l'ultima volta, prima che la fiamma si prendesse tutto di lui, compreso il suo senno.

"E sia."

Vendrick si incamminò verso il centro della piazza, mentre nel frattempo i cavalieri riportavano verso terra il Cavaliere della Nebbia ormai sconfitto.

I due re erano ora faccia a faccia, pronti per lo scontro finale.

   
 
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