Non oso anticipare
nulla, ma credo che qualcuno potrebbe aver bisogno di un pacchetto di
fazzoletti. Chiedo perdono, Janelle.
P.S. Ambientata in un
futuro incerto.
Fra le nuvole più
bianche
“ E
l'immensità
si apre intorno a noi
al di là del limite degli occhi tuoi
Nasce il
sentimento
nasce in mezzo al pianto
e s'innalza altissimo e va
e vola
sulle accuse della gente
a tutti i suoi retaggi indifferente
sorretto da
un anelito d'amore
di vero amore ”
Il Mio Canto Libero, Lucio
Battisti
Arthur
Pendragon rivolse i suoi occhi azzurri, stanchi, verso il ritaglio di pietra ai
suoi piedi. Una fredda brezza gli smosse il mantello rosso, mentre la corona
brillava fra i deboli raggi del sole.
In
quella radura deserta nessuno osava parlare. Guinevere sedeva al suo fianco,
rivolta a terra per la disperazione, avvolta da un pesante abito color porpora,
alcune ciocche scomposte.
Il Re
di Camelot alzò gli occhi, incapace di dire una sola parola di fronte a quello
straziante avvenimento. Nella sua mente scorrevano solo i ricordi, torbidi e
sublimi, mentre nelle orecchie echeggiavano i singhiozzi di
Gwen.
...
« Lui è arrivato,
vero? » esclamò con voce acuta il drago, ritto di fronte a lui in mezzo alla
grotta.
Una frotta di
raggi di luce si infrangevano sulle sue squame, brillanti come diamanti.
Arthur annuì,
sentendo il proprio cuore arrendersi ad una verità impossibile da ignorare. « Si
trova nella prigione. Mi ha insultato » profuse,
offeso.
Al drago scappò
una risata gutturale. « Sapevi che ti avrebbe eguagliato, che ti avrebbe
completato, Arthur. Lo sapevi
».
Il Principe
storse il capo, orgoglioso, rifiutando di guardare la realtà delle cose. « È
solo un ragazzino coraggioso, niente di più. Come può essere lui?
».
« Lo è » rispose
solo, serio «Il Destino ha disegnato per te un futuro insieme a questo giovane,
Arthur Pendragon, e tu non puoi sfuggirgli ».
Cadde un breve
silenzio, scandito solo da un soffio d’aria fredda che scuoteva i crini biondi
del principe e la fiammella della torcia nella sua mano ruvida.
« Dimmi il suo
nome, Arthur. Dimmelo » disse, mentre la sua voce si disperdeva nella grotta, in
attesa.
Arthur tentennò,
deglutendo. « Merlin
».
Il drago chiuse
gli occhi, lasciando che quella parola fiorisse dentro di lui come un anelito di
vita, il respiro tanto atteso. « Merlin » ripeté, a gran
voce.
...
« Sarete alla sua
altezza » mormorò Merlin, rivolgendogli un’occhiata penetrante « Io lo so
».
Arthur accolse
quella gentile voce come un abbraccio, facendo scivolare le dita in quelle del
suo servo, sorpreso. « E io... » tentennò. Lui sapeva, ecco.
« Voi... »
continuò per lui il moro, le labbra semi aperte per poter respirare. Il sordido
battito del suo cuore si espandeva in tutta la stanza, udibile perfino da
Arthur.
« Io... vi vorrò
al mio fianco » sussurrò, a disagio. Gli occhi di Merlin brillavano talmente
tanto, sormontando la sua pelle pallida, da scatenare in lui un putiferio di
emozioni.
Era successo.
« Io ci sarò »
deglutì il servo, mentre una chiazza color sangue gli colorava gli zigomi
pallidi « Sempre ».
...
« Sono certo che
Gwen sarà la vostra fedele compagna. La sua... bontà e regalità d’animo è
superiore a quella di qualsiasi altro nobile presente nel Regno » biasciò,
taciturno, mentre una nota di amarezza gli divorava il volto perlaceo « Avete
fatto... un’ ottima scelta ».
Il Re si rifiutò
di credergli, e con gesto stizzito si tolse la corona dal capo, gettandola fra
le coperte inamidate.
« Ma che– » cercò
di dire, balbettando, prima che le mani di Arthur si attorcigliassero al suo
viso, brandendolo violentemente e provocandogli uno schiocco di
calore.
Le loro labbra si
incontrarono, come fuochi scoppiettanti che si uniscono, in un unico, grande,
falò. Il senso della vista si estinse, lasciando il posto alle sensazioni e
emozioni che li travolgevano, attese e inattese, ma egualmente accettate.
Un tripudio di
luci, colori e suoni si accese nelle loro menti, gettandoli nella nebbia più
luminosa che avessero mai visto. Arthur sentì le sue membra rinvigorirsi, un
flusso di magia bianca che lo investiva, rapendo i suoi sensi e facendosi una
breccia nella sua armatura di pietra.
Quando riaprirono
gli occhi, staccandosi pacatamente, Merlin sentì un briciolo di forza
abbandonarlo, mentre rimaneva dentro di sé una gioia inusuale, una sensazione di
pace inarrivabile da chiunque altro.
Si specchiarono
negli occhi l’uno dell’altro, ormai consci.
Non si poteva
tornare indietro.
...
« Non posso
restare » celò Morgana, deglutendo « E tu, Merlin, lo sai bene » aggiunse,
rivolgendo al mago un sorriso di amara comprensione.
« Io posso... non
andate » biasciò, mentre un coro di sensi di colpa riaffiorava in lui, violento
« Me ne andrò io! Non dovete– ».
« Se ve ne
andaste Arthur ne morirebbe » lo interruppe, fredda « E... non è ciò che voglio.
Non è ciò che volevo... Va bene così ».
« M–ma... Milady
Morg– ».
« Non sono più
Milady, per te, Merlin. Il legame che ci unisce è troppo forte per sopportare
una tale referenza » esclamò, sospingendosi verso il giovane mago e stampandogli
un delicato bacio sulla guancia. « Non osate rivolgere a nessun altro un tono
del genere, mai più
».
Il mago arrossì
lievemente, abbassando il capo imbarazzato. « Io, va bene
».
« E ditegli... »
mormorò Morgana, mentre il suo mantello frusciava sul pavimento « ...che l’ho
sempre odiato » disse, sorridendo apertamente.
...
La mano che
premeva sul suo collo candido, stringeva. Faceva male, molto. Improvvisi
ricordi, frastagliati e nebbiosi, ripresero vita nella sua mente, mentre gli
schiocchi della battagli facevano da sottofondo.
« Che Camelot
possa discendere negli Inferi » sibilò la voce, così fredda e spenta, mentre gli
occhi neri oscillavano crudeli di fronte a lui.
« NO!
».
Un lancinante
urlo distrusse il frastuono, elevandosi sopra tutto, trascendendo lo stridore
delle spade. Nella sua anima brillava come luce, talmente luminosa da
accecarlo.
Arthur Pendragon
riaprì gli occhi di scatto, stravolto. « N–n–no... » esalò, mentre la stretta si
faceva sempre più forte, e la sue forza rallentavano, giungendo a
sorsi.
La testa gli
ricadde sul lato, immobile, mentre quelle pozze azzurrine crollavano, lasciando
spazio al vorticoso riflesso della sua vita, ormai sull’orlo di un
precipizio.
...
Riaprì
gli occhi, portandosi una mano al collo, su cui sentiva ancora quelle dita
fredde che cercavano di ucciderlo.
Lui...
lui...
Gwen
sbarrò gli occhi, vedendo una scia salata solcare la guancia di suo marito. Non
l’aveva mai visto piangere, neanche per la morte di suo padre.
Arthur
serrò gli occhi, incapace di darsi una spiegazione per quel triste finale che
aveva preso la storia. Non erano la stessa faccia di una medaglia? Come poteva
essere ancora vivo lui,
dunque?!
Una
fitta lancinante di dolore gli squarciò il petto, e si lasciò cadere a terra, le
ginocchia piegate sulla pietra. Il vento spirò più forte, mentre pesanti nuvole
si addensavano sulla volta celeste.
Guinevere si alzò, prendendo un forte respiro. Non era suo
compito consolare Arthur, né lo sarebbe mai stato.
Distese le labbra in un sorriso tanto amaro quanto
orgoglioso. Merlin doveva essere felice di come, alla fine dei giochi, si era
conclusa la sua
battaglia.
In
fondo in fondo, aveva sempre desiderato
donare la vita per lui.
...
« A–Arhur...
noi... non ci r–rivedremo più... » balbettò Merlin, trascinandosi fino al corpo
del Re. « Il m–mio c–compito è finito q–qui ».
Un’inevitabile
lacrima gli scivolò sulla guancia, mentre una smorfia soddisfatta gli ricoprì il
volto. « H–ho concluso i–il mio l–lavoro... » biasciò, carezzando con le dita le
labbra piena del suo signore e amante.
« Vi ho
s–salvato... » disse, senza voce, mentre una risata spezzata si sprigionava
dalla sua gola. « V–voi... r–regnerete ».
In un ultimo,
stupido, istante, si chinò sul Re rubandogli un bacio che mai avrebbe
dimenticato, nascosto fra le nuvole più bianche.
“La veste dei
fantasmi del passato
cadendo lascia il quadro immacolato
e s'alza
un vento tiepido d'amore
di vero amore
e riscopro
te”
Il Mio Canto Libero, Lucio
Battisti
°–° Si lo so, è...
triste, ecco. Però... mi piace, abbastanza. L’idea sconvolgente che Arthur
sapesse già tutto (maddai, nessuno ha mai notato un drago nei sotterranei? xD),
mi è venuta per caso e volevo metterla in pratica. È un po’ inverosimile, lo so,
ma facendo qualche calcolo: all'inizio l'avrebbe tenuto nascosto perchè non
sopportava l'idea di avere un destino prestabilito, poi perchè voleva mettere
Merlin alla prova (aka stare sulla difensiva) e alla fine... beh, il timore di
perderlo. Dunque è PRESSOCHE’ possibile xD (Nella mia mente bacata senza dubbio
XD).
Ne approfitto per
ringraziare tutti i recensori di “E la tua diversità a te mi legherà
[tintinnio]”; siete stati tutti gentilissimi, grazie! Ovviamente grazie anche a
chi ha solo letto, la shot passata e anche questa! Un grazie in anticipo, ecco
;P
Bacioni, Janelle.