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Autore: Janelle    23/02/2009    4 recensioni
« Io... vi vorrò al mio fianco » sussurrò, a disagio. Gli occhi di Merlin brillavano talmente tanto, sormontando la sua pelle pallida, da scatenare in lui un putiferio di emozioni. [...]
« Io ci sarò » deglutì il servo, mentre una chiazza color sangue gli colorava gli zigomi pallidi « Sempre ».
Genere: Triste, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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fanfiction

 

Non oso anticipare nulla, ma credo che qualcuno potrebbe aver bisogno di un pacchetto di fazzoletti. Chiedo perdono, Janelle.

P.S. Ambientata in un futuro incerto.

 

 

 

 

Fra le nuvole più bianche

 

 

 

 

 

“ E l'immensità
si apre intorno a noi
al di là del limite degli occhi tuoi


Nasce il sentimento
nasce in mezzo al pianto
e s'innalza altissimo e va


e vola sulle accuse della gente
a tutti i suoi retaggi indifferente
sorretto da un anelito d'amore
di vero amore ”

 

Il Mio Canto Libero, Lucio Battisti

 

 

 

 

 

 

Arthur Pendragon rivolse i suoi occhi azzurri, stanchi, verso il ritaglio di pietra ai suoi piedi. Una fredda brezza gli smosse il mantello rosso, mentre la corona brillava fra i deboli raggi del sole.

 

In quella radura deserta nessuno osava parlare. Guinevere sedeva al suo fianco, rivolta a terra per la disperazione, avvolta da un pesante abito color porpora, alcune ciocche scomposte.

 

Il Re di Camelot alzò gli occhi, incapace di dire una sola parola di fronte a quello straziante avvenimento. Nella sua mente scorrevano solo i ricordi, torbidi e sublimi, mentre nelle orecchie echeggiavano i singhiozzi di Gwen.

 

 

...

 

 

« Lui è arrivato, vero? » esclamò con voce acuta il drago, ritto di fronte a lui in mezzo alla grotta.

 

Una frotta di raggi di luce si infrangevano sulle sue squame, brillanti come diamanti.

 

Arthur annuì, sentendo il proprio cuore arrendersi ad una verità impossibile da ignorare. « Si trova nella prigione. Mi ha insultato » profuse, offeso.

 

Al drago scappò una risata gutturale. « Sapevi che ti avrebbe eguagliato, che ti avrebbe completato, Arthur. Lo sapevi ».

 

Il Principe storse il capo, orgoglioso, rifiutando di guardare la realtà delle cose. « È solo un ragazzino coraggioso, niente di più. Come può essere lui? ».

 

« Lo è » rispose solo, serio «Il Destino ha disegnato per te un futuro insieme a questo giovane, Arthur Pendragon, e tu non puoi sfuggirgli ».

 

Cadde un breve silenzio, scandito solo da un soffio d’aria fredda che scuoteva i crini biondi del principe e la fiammella della torcia nella sua mano ruvida.

 

« Dimmi il suo nome, Arthur. Dimmelo » disse, mentre la sua voce si disperdeva nella grotta, in attesa.

 

Arthur tentennò, deglutendo. « Merlin ».

 

Il drago chiuse gli occhi, lasciando che quella parola fiorisse dentro di lui come un anelito di vita, il respiro tanto atteso. « Merlin » ripeté, a gran voce.

 

 

...

 

 

« Sarete alla sua altezza » mormorò Merlin, rivolgendogli un’occhiata penetrante « Io lo so ».

 

Arthur accolse quella gentile voce come un abbraccio, facendo scivolare le dita in quelle del suo servo, sorpreso. « E io... » tentennò. Lui sapeva, ecco.

 

« Voi... » continuò per lui il moro, le labbra semi aperte per poter respirare. Il sordido battito del suo cuore si espandeva in tutta la stanza, udibile perfino da Arthur.

 

« Io... vi vorrò al mio fianco » sussurrò, a disagio. Gli occhi di Merlin brillavano talmente tanto, sormontando la sua pelle pallida, da scatenare in lui un putiferio di emozioni.

 

Era successo.

 

« Io ci sarò » deglutì il servo, mentre una chiazza color sangue gli colorava gli zigomi pallidi « Sempre ».

 

 

...

 

 

« Sono certo che Gwen sarà la vostra fedele compagna. La sua... bontà e regalità d’animo è superiore a quella di qualsiasi altro nobile presente nel Regno » biasciò, taciturno, mentre una nota di amarezza gli divorava il volto perlaceo « Avete fatto... un’ ottima scelta ».

 

Il Re si rifiutò di credergli, e con gesto stizzito si tolse la corona dal capo, gettandola fra le coperte inamidate.

 

« Ma che– » cercò di dire, balbettando, prima che le mani di Arthur si attorcigliassero al suo viso, brandendolo violentemente e provocandogli uno schiocco di calore.

 

Le loro labbra si incontrarono, come fuochi scoppiettanti che si uniscono, in un unico, grande, falò. Il senso della vista si estinse, lasciando il posto alle sensazioni e emozioni che li travolgevano, attese e inattese, ma egualmente accettate.

 

Un tripudio di luci, colori e suoni si accese nelle loro menti, gettandoli nella nebbia più luminosa che avessero mai visto. Arthur sentì le sue membra rinvigorirsi, un flusso di magia bianca che lo investiva, rapendo i suoi sensi e facendosi una breccia nella sua armatura di pietra.

 

Quando riaprirono gli occhi, staccandosi pacatamente, Merlin sentì un briciolo di forza abbandonarlo, mentre rimaneva dentro di sé una gioia inusuale, una sensazione di pace inarrivabile da chiunque altro.

 

Si specchiarono negli occhi l’uno dell’altro, ormai consci.

Non si poteva tornare indietro.

 

 

...

 

 

« Non posso restare » celò Morgana, deglutendo « E tu, Merlin, lo sai bene » aggiunse, rivolgendo al mago un sorriso di amara comprensione.

 

« Io posso... non andate » biasciò, mentre un coro di sensi di colpa riaffiorava in lui, violento « Me ne andrò io! Non dovete– ».

 

« Se ve ne andaste Arthur ne morirebbe » lo interruppe, fredda « E... non è ciò che voglio. Non è ciò che volevo... Va bene così ».

 

« M–ma... Milady Morg– ».

 

« Non sono più Milady, per te, Merlin. Il legame che ci unisce è troppo forte per sopportare una tale referenza » esclamò, sospingendosi verso il giovane mago e stampandogli un delicato bacio sulla guancia. « Non osate rivolgere a nessun altro un tono del genere, mai più ».

 

Il mago arrossì lievemente, abbassando il capo imbarazzato. « Io, va bene ».

 

« E ditegli... » mormorò Morgana, mentre il suo mantello frusciava sul pavimento « ...che l’ho sempre odiato » disse, sorridendo apertamente.

 

 

...

 

 

La mano che premeva sul suo collo candido, stringeva. Faceva male, molto. Improvvisi ricordi, frastagliati e nebbiosi, ripresero vita nella sua mente, mentre gli schiocchi della battagli facevano da sottofondo.

 

« Che Camelot possa discendere negli Inferi » sibilò la voce, così fredda e spenta, mentre gli occhi neri oscillavano crudeli di fronte a lui.

 

« NO! ».

 

Un lancinante urlo distrusse il frastuono, elevandosi sopra tutto, trascendendo lo stridore delle spade. Nella sua anima brillava come luce, talmente luminosa da accecarlo.

 

Arthur Pendragon riaprì gli occhi di scatto, stravolto. « N–n–no... » esalò, mentre la stretta si faceva sempre più forte, e la sue forza rallentavano, giungendo a sorsi.

 

La testa gli ricadde sul lato, immobile, mentre quelle pozze azzurrine crollavano, lasciando spazio al vorticoso riflesso della sua vita, ormai sull’orlo di un precipizio.

 

 

...

 

 

Riaprì gli occhi, portandosi una mano al collo, su cui sentiva ancora quelle dita fredde che cercavano di ucciderlo.

 

Lui... lui...

 

Gwen sbarrò gli occhi, vedendo una scia salata solcare la guancia di suo marito. Non l’aveva mai visto piangere, neanche per la morte di suo padre.

 

Arthur serrò gli occhi, incapace di darsi una spiegazione per quel triste finale che aveva preso la storia. Non erano la stessa faccia di una medaglia? Come poteva essere ancora vivo lui, dunque?!

 

Una fitta lancinante di dolore gli squarciò il petto, e si lasciò cadere a terra, le ginocchia piegate sulla pietra. Il vento spirò più forte, mentre pesanti nuvole si addensavano sulla volta celeste.

 

Guinevere si alzò, prendendo un forte respiro. Non era suo compito consolare Arthur, né lo sarebbe mai stato.

 

Distese le labbra in un sorriso tanto amaro quanto orgoglioso. Merlin doveva essere felice di come, alla fine dei giochi, si era conclusa la sua battaglia.

 

In fondo in fondo, aveva sempre desiderato donare la vita per lui.

 

 

...

 

 

« A–Arhur... noi... non ci r–rivedremo più... » balbettò Merlin, trascinandosi fino al corpo del Re. « Il m–mio c–compito è finito q–qui ».

 

Un’inevitabile lacrima gli scivolò sulla guancia, mentre una smorfia soddisfatta gli ricoprì il volto. « H–ho concluso i–il mio l–lavoro... » biasciò, carezzando con le dita le labbra piena del suo signore e amante.

 

« Vi ho s–salvato... » disse, senza voce, mentre una risata spezzata si sprigionava dalla sua gola. « V–voi... r–regnerete ».

 

In un ultimo, stupido, istante, si chinò sul Re rubandogli un bacio che mai avrebbe dimenticato, nascosto fra le nuvole più bianche.

 

 

 

 

“La veste dei fantasmi del passato
cadendo lascia il quadro immacolato


e s'alza un vento tiepido d'amore
di vero amore


e riscopro te”

 

Il Mio Canto Libero, Lucio Battisti

 

 

 

 

 

 

°–° Si lo so, è... triste, ecco. Però... mi piace, abbastanza. L’idea sconvolgente che Arthur sapesse già tutto (maddai, nessuno ha mai notato un drago nei sotterranei? xD), mi è venuta per caso e volevo metterla in pratica. È un po’ inverosimile, lo so, ma facendo qualche calcolo: all'inizio l'avrebbe tenuto nascosto perchè non sopportava l'idea di avere un destino prestabilito, poi perchè voleva mettere Merlin alla prova (aka stare sulla difensiva) e alla fine... beh, il timore di perderlo. Dunque è PRESSOCHE’ possibile xD (Nella mia mente bacata senza dubbio XD).

 

Ne approfitto per ringraziare tutti i recensori di “E la tua diversità a te mi legherà [tintinnio]”; siete stati tutti gentilissimi, grazie! Ovviamente grazie anche a chi ha solo letto, la shot passata e anche questa! Un grazie in anticipo, ecco ;P

 

Bacioni, Janelle.

  
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