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Autore: Marenero05    03/11/2015    0 recensioni
E davvero, non so come hai fatto a stringermi in una morsa di emozioni in cosí poco tempo
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dopo l'ultima volta, che di soddisfacente aveva avuto ben poco, credevo di non voler avere piú nulla a che fare con te, Eros. Non ti reputavo necessario o indispensabile, come invece fanno molti. Eri una grande perdita di tempo, se vogliamo essere schietti. E continuavo a pensarlo anche quando lo vidi la prima volta. Un pó timido, sottomesso quasi succube...mi fece un pó pena. Ma presto si riveló per quello che era il suo status quo: il burlone simpatico e un pó introverso. Lo presi in simpatia ma non ne rimansi particolarmente affascinata. Neanche a dirlo tu mi giocasti un brutto scherzo, maletto ragazzino! Per un motivo, che ora definirei alquanto stupido, iniziammo a parlare. Che ironia la vita! Io, che piú di tutto prediligo il silenzio, iniziai a essere logorroica. Strana sensazione, devo dire. Parlavo non come se ci fossero silenzi da colmare, ma come se il flusso delle mie parole seguisse la corrente. Nulla di piú naturale. E dopo molto tempo non mi trovai a disagio. Non mi dispiaceva raccontargli piccoli dettagli, cosa a cui neanche io, alle volte, facevo caso, e viceversa ero tremendamente interessata a ció che lui aveva da dire. Altro che simpatico burlone! Il ragazzo si era rivelato un attento osservatore. Alcuni suoi pensieri erano cosí simili ai miei che parevano toccarsi. E parlavamo, parlavamo, parlavamo per ore, senza stancarci e con triste rammarico quando ci stancavamo. Parlavamo di tutto e di niente, ore passate al telefono, la sera, a volte senza aver effettivamente detto nulla, ma piú leggeri nel cuore. Amavo le sue piccole particolarità, come quando si toccava le punta delle dita a mo' di Mr. Burns o come mi guardava prima di baciarmi.Non m'importava di nulla se non di lui. Al diavolo tutti! Quando stavamo insieme, sembrava avessi trovato il compagno della vita che sempre mi è mancato, per tutto. Giocavamo, discutevamo, condividevamo. Cos'altro ci serviva? Avremmo potuto passare il tempo a non dirci nulla e sarebbe bastato. Prima tutto sarebbe bastato. Ma come un pallocino che vola troppo in alto, anche noi scoppiammo. Con la scuola, arrivarono molte preoccupazioni e non solo di tipo accademico. A casa le cose presero una brutta piega. E tu, Dio che colpisci sempre nel segno, non mi avvertisti di questo tuo lato. Non seppi star dietro le situazioni e anche lui si trovó sprovveduto. Qualcosa tra di noi si incrinó. Sará che dopo mesi ancora quelle due paroline, vasi di pandora per noi inesplorati, non erano state pronunciate. Sará il suo continuo malumore e il mio inutile intervento. E saranno stati piccoli gesti presi d'impulso, senza riflettere, come è nostra caratteristica. Ma qualcosa cambió.Le lunghissime telefonate si ridussero a qualche minuto. E lo scorrer naturale delle parole si tramutó in un'andatura forzata. Sembrava scocciato da ogni mia parola.Non sempre, chiariamoci. Ma le volte in cui succedeva io mi logoravo dentro. Non credevo che avrei sentito la tu mancanza, ma si sa, la vita è imprevedibile. O troppo prevedibile per essere ascoltata. Un giorno, a seguito di una discussione mi sentii male. Fisicamente parlando, rimisi tutta la cena, dando la colpa alla ricotta scaduta. Vomitai tutto quello che avevamo accumulato in mesi di duro scontro. E piansi. Lacrime nostalgiche di un passato troppo vicino per poter essere dimenticato. E davvero, non so come hai fatto a stringermi in una morsa di emozioni in cosí poco tempo. Come posso essere cosí presa da te. Non tu Eros, bensí tu, uomo maturato troppo presto che mi ghermisti l'animo cosí voracemente. Come? Come è possibile che io ti ami giá? Come è possibile che io ti ami ancora? Come puó tutto questo provacarmi una tale angoscia? E tu, Eros, bastardo figlio di puttana, perchè cambiare e mostrarmi il tuo lato peggiore? Amore mio, ti amo troppo per lasciarti andare ma soffro immensamente nel non poterti amare come vorrei per paura di sbagliare. E temo di morire. Moriró di tenerezza.
  
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