Lost
Ho scritto
questa fanfic qualche settimana fa, quando il mio
paese era letteralmente sommerso dalla neve. Spero che vi
piaccia.
Alla
prossima!
E’ l’aria
fredda a svegliarmi, colpendomi sul viso gonfio di sonno. Mi tiro a
sedere, guardando con orrore la porta della stanza socchiusa. Uno spruzzo di
neve imbianca il pavimento coperto dalla moquette, come una spolverata di
farina.
Mi giro
automaticamente verso il letto di Sammy, parallelo al mio.
E’ vuoto.
Allungo una mano e tocco ansiosamente le coperte.
Le lenzuola
sono fredde, anche la temperatura della stanza deve essersi abbassata di un paio
di gradi per quel maledetto spiffero gelido che proviene
dall’esterno.
Scaravento le
coperte di lato e scendo dal letto, l’intorpidimento causato dal sonno è stato
spazzato via da una paura profonda. Mi sono appena perso il mio fratello minore.
Le scarpe e il
giaccone di Sammy non ci sono.
Mi dico che sarà qui fuori a giocare, o che sarà andato a
prendersi qualcosa da mangiare per colazione. Lancio un’occhiata ai resti degli
hamburger e patatine di ieri sera.
Non hanno un aspetto invitante, freddi e
rinsecchiti.
Sì, sarà così…
cerco di convincermi, ma il cuore ha iniziato a
battermi più forte e il sapore metallico della paura mi chiude la
gola.
Il mio stomaco
è stretto in una morsa ferrea.
Non dovevo perderlo d’occhio, non dovevo lasciarlo solo nemmeno
un istante. E lui lo sapeva.
Sapeva
perfettamente che non doveva allontanarsi da me, o almeno doveva chiedere il
permesso – che comunque non gli avrei dato. Non doveva
sgattaiolare fuori dalla stanza come un ladro che sfugge al suo agente di custodia.
La nostra
famiglia funziona bene perché i ruoli sono stabiliti gerarchicamente. Papà è il
capo, io sono il secondo in comando e Sammy.. beh Sammy
ha l’ultimo grado.
Quindi deve
obbedirmi, senza discutere.
Questa è
un’insubordinazione bella e buona.
Espiro
profondamente, prendendo la pistola dal cassetto del
comodino. Non mi sono nemmeno vestito, indossando il giaccone e gli scarponi
sopra al pigiama.
Siamo in
Minnesota da tre settimane e qui gli inverni non scherzano per niente.
Le
previsioni hanno detto che nevicherà ancora,
aggiungendo altra neve ai sessanta centimetri caduti negli ultimi giorni. Mi
guardo intorno, il piazzale del motel è occupato solo
da un paio di macchine e da un furgone.
Non devi
perderlo d’occhio, Dean.. continuo a
sentire la voce di papà, che ha assunto un tono accusatorio nella mia
testa.
L’ho perso. Mi
sono perso Sammy.
Continuo a
ripetermelo, mentre individuo le sue impronte sulla neve. Non posso capire se
sono fresche o no, dato che non ha nevicato questa mattina. Potrebbero essere
vecchie di ore.
Il pensiero
riesce a farmi tremare dalla testa ai piedi, molto più efficacemente rispetto al
freddo intenso.
“Sam” grido,
senza riuscire ancora a vederlo. Le impronte scendono dal marciapiede e
scompaiono sull’asfalto privo di neve. “Sam… Sammy” ripeto più
forte.
Un camion passa
sulla strada davanti al motel, riempiendo l’aria di una puzza insopportabile. Si
allontana accompagnato dal suo basso rombo e da una nuvola di gas di scarico
nero.
Ho perso Sam.
Papà mi
ucciderà in un modo lento e doloroso. Era il mio compito, mi ha affidato una
cosa .. una sola, stupidissima cosa da fare: non
perdere d’occhio mio fratello. E invece io me lo sono
lasciato sfuggire da sotto il naso come un pivello.
Giro l’angolo,
respirando affannosamente. Sto per chiamarlo ancora, aggiungendo al suo nome un
paio di minacce, quando lo vedo.
E’ in mezzo al
prato sul retro del motel. Ha il giaccone slacciato e i pantaloni del pigiama
ficcati dentro agli scarponi. Accanto a lui c’è una
montagna di neve tutta sformata.
Sta facendo un
pupazzo di neve. Sta facendo un cazzo
di pupazzo di neve.
Mi passo la
lingua sulle labbra, avvicinandomi. Sento il peso della pistola nella tasca
della giacca. Ho avuto paura che gli fosse successo qualcosa. Magari qualcosa
di irreparabile. E invece lui
era qui fuori a giocare!
Maledetto
moccioso!
“Che stai facendo?” gli ringhio, quando sono ancora a qualche
metro di distanza.
Lui si volta a
guardarmi.
Lo sa che ha
sbagliato e che sarà sgridato aspramente. Glielo leggo in
faccia.
Lascia andare
la palla di neve che aveva in mano, stringendo forte le
labbra.
“volevo
solo..” dice a bassa voce,
mentre il suo sguardo corre al pupazzo di neve tutto
sghembo.
Volevi solo
cosa? Farti ammazzare? Farmi venire un colpo?
Lo sai che papà
ci ha proibito di uscire, lo sai che non devi allontanarti da me, nemmeno un
secondo!
Che diavolo
pensavi di fare qui fuori? Sarebbe pericoloso per un
bambino anche senza tutti quei cazzo di
mostri!
Sam abbassa lo sguardo, alcune ciocche di capelli gli cadono
davanti agli occhi, coprendoli quasi del tutto alla mia
vista.
“Scusa, Dean”
dice con voce stanca.
Anche lui è stanco
di star chiuso qui dentro tutto il giorno. Ma papà ha detto che tornerà presto e che poi si prenderà qualche giorno
di riposo. Lasceremo il Minnesota, magari ci porta in
un posto più caldo.
Guardo Sam
incamminarsi verso la nostra stanza. Ha le spalle leggermente
curve, strascica i piedi senza convinzione con le mani sprofondate nelle
tasche.
“Ehi” lo
richiamo.
Lui si volta a guardarmi, si aspetta ancora di essere sgridato. Lo
sa che non gliele faccio quasi mai passare lisce.
Lancio
un’occhiata in direzione della strada, quasi mi aspettassi di vedere l’Impala imboccare l’entrata del
parcheggio. Se papà ci becca qui fuori se la prenderà
con me.
Sto
deliberatamente ignorando un suo preciso ordine, posso allontanarmi
dalla camera solo per prendere da mangiare. E solo
nelle ore in cui la tavola calda qui di fianco non è molto affollata per non
metterci troppo tempo.
Sam sta ancora
aspettando la ramanzina. Non osa sperare che non lo punisca. Sa di meritarselo.
Mi abbasso e
prendo una manciata di neve, cominciando a formare una
palla. Mio fratello mi guarda, non sa se iniziare a
scappare o cosa. Arcua leggermente un angolo della bocca, senza osare sorridere
apertamente.
“Comincia a
correre, schiappa” gli grido, lanciandogli la prima palla di
neve.
In fondo, papà
non tornerà prima di stasera e posso proteggere Sam
anche per una mezz’ora qui fuori.
Non lascerò che
gli accada niente.