Serie TV > Queer as Folk
Segui la storia  |       
Autore: Spensieratezza    05/11/2015    3 recensioni
Post finale 5 x 13
Sequel della fanfiction "Niente saluti "
Brian continua a pensare a Justin. Senza di lui non è più lo stesso Brian di sempre, Michael gli fa un discorsetto, invitandolo a riprendersi quello che vuole e cioè la persona che ama
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor, Michael Charles Novotny-Bruckner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Justin e Brian fino alla fine insieme'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Brian era partito per New York senza avvisare. Michael aveva cercato di convincerlo a telefonare a Justin per informarlo almeno che sarebbe venuto, ma Brian non volle sentire ragione.

“Potrei rovinargli il divertimento.” Si giustificò Brian.

Michael scosse la testa. Brian era chiaramente geloso e voleva vedere con i suoi occhi se Justin faceva sesso con altri. Sapere che Justin, avvisato della sua presenza, avrebbe potuto farsi trovare da solo, era forse troppo umiliante per lui.

Preferiva la limpidezza. Era chiaramente geloso, ma non lo avrebbe mai ammesso.

Ovviamente quando Brian suonò al suo appartamento, trovò chiuso.

“Justin, eddai, so che sei lì dentro. Apri! Sono ioooo. L’amore della tua vita!” cantilenò sarcastico.

Brian mise la testa appoggiata alla porta. “Sono quello che hai scelto di non sposareee.” Cantilenò ridendo.

Eppure mi hanno riferito che è qui che abita, pensò.

Stava per andare via, ma giusto per scarmanzia, provò a far girare la maniglia.

APERTO.

Gli ci volle circa dieci secondi per capire che era proprio l’appartamento di Justin, quello.

Disegni, ritratti, fogli e tele da disegni ovunque!

“Justin, dimmi che hai adottato dei marmocchi! Neanche io, con tutta la mia pigrizia, saprei fare di meglio!” disse, chiaramente riferendosi al disordine di quella stanza.

Un disegno in particolare lo attirò.

Si avvicinò e lo guardò. Lo riconobbe all’istante. Era lui.

Studiò il disegno in bianco e nero. Sembrava un’istantanea della sua faccia.

Il disegno era in bianco e nero, fatta eccezione per le labbra e gli occhi- fatto a matita. Era incredibilmente somigliante, ma allo stesso tempo sembrava come se Justin l’avesse…abbellito.

Le labbra rosse e carnose, gli occhi lucidi e verdi, quel qualcosa di malinconico, quella precisione nel disegnargli i ciuffi di capelli che gli pendevano sulla fronte, quel rimarcare il rosso sulle sue labbra.

Vederlo dall’esterno, non sapendo che si trattava di lui, dava l’impressione che il tizio ritratto era qualcuno molto caro all’autore. Si poteva notare una certa adorazione nelle movenze, nel modo in cui la matita aveva calcato su alcuni punti, senza esagerare, quasi con il timore di rovinargli i lineamenti.

Justin…..
 
 


*

Prima dell’arrivo di Brian….settimane fa….


Ho sempre amato disegnare, dipingere. Ho scoperto anche una cosa importante. Ciò che frustra principalmente alcuni artisti, quello a cui aspirano di più e che vorrebbero raggiungere, è la perfezione. Anche io ne sono diventato schiavo, soprattutto dopo aver conosciuto Brian. Per me lui è sempre stato la perfezione. Dio, quella faccia…quegli occhi e quella bocca…quelle mani…quel corpo!

Brian Kinney è la perfezione. È un Dio.

Avrei voluto chiedergli di poterlo ritrarre quando potevo ancora farlo. Quando ce l’avevo davanti ogni giorno, ma non lo feci. Troppo orgogliosi, troppo litigarelli e poi sinceramente, chi vorrebbe disegnare Brian Kinney, quando può farci sesso a tutte le ore del giorno e della notte?

Con quale coraggio puoi chiedere a Brian di stare fermo?

Mai.

Ora però mi manca e lo dipingo, perché in questo modo mi sembra di averlo ancora qui con me.

Per me è facile disegnarlo, anche se non ce l’ho davanti. Ho assorbito tutto di lui, il suo profumo, il suo odore, ho toccato e baciato così tante volte la sua pelle, l’ho guardata così tante volte, da sapere a memoria ogni neo, ogni voglia, in tutti i sensi.

Lui è la mia ispirazione. Sarà sempre così.
 
 
 
 
*

Justin era tornato a Pittsburgh. Era notte e non vedeva l’ora di fare una sorpresa a Brian.

Forse l’avrebbe trovato con qualcuno. Non avrebbe fatto scenate, ma un piccolo divertimento se lo sarebbe concesso. Avrebbe detto davanti al tizio, che era venuto a cercare il suo anello di fidanzamento, sai che scene!

Era sicuro che pure Brian si sarebbe divertito, probabilmente fingendo con il tizio, di essere arrabbiato per l’interruzione.

E poi una volta andato via lo sfigato, avrebbero fatto l’amore.

Forse con il suo anello indosso!
 
“Brian, apri!!” urlò, non riuscendo a farne a meno. Era impaziente.

Nessuno venne ad aprire.

“Mmmm…” disse Justin. Forse Brian dormiva. Aveva pensato a quella possibilità e quindi si era portato una copia delle sue chiavi, che teneva ancora.

Entrò, ma la casa era deserta.

Per Justin era un’emozione indescrivibile tornare lì.

Il posto dove aveva fatto l’amore con Brian per la prima volta, il posto dove si erano baciati per la prima volta! Il posto dove si erano innamorati e dove avevano convissuto!

E pensare che una volta Brian era stato sul punto di volersene disfare! Justin non gliel’avrebbe mai permesso, mai! Non solo perché significava così tanto per loro, ma anche per Brian, quella era la sua casa, oltre che la loro. Tutto quello che c’era dentro, era una rappresentazione di quello che lui, Brian Kinney, era. Se Justin pensava che Brian era andato a tanto così da disfarsene, gli tornava la rabbia ancora adesso!!

Justin mentre camminava in mezzo alla casa, prendeva un gran respiro per inalare a fondo l’odore dei mobili, delle pareti, quanto gli erano mancati. Quanto gli era mancato tutto di quella casa, compreso chi ci stava dentro.

“Brian!!” lo richiamò ancora, andando in camera da letto.

Trovò il letto ancora intatto e lo guardò con tono deluso.

Brian non c’era.

Forse era al Babylon.

Ok, sarebbe passato anche di lì, non si sarebbe rassegnato subito ad andarsene senza averlo prima almeno visto, ma non si dimenticò la ragione principale per cui era venuto, oltre che per vederlo.

L’anello.

Brian, nonostante il matrimonio saltato, aveva voluto tenere le fedi. Justin non aveva chiesto a Brian di dare a lui il suo, per ricordo. Non perché non ci aveva pensato, ma perché temeva che gli sarebbe venuto un pò di tristezza a tenerlo.

Ora però scoprì di volerlo invece.

In fondo Brian era un po’ egoista a volerli entrambi. Almeno doveva lasciargliene uno!

Cominciò a rovistare nei cassetti, alla rinfusa, ma non riusciva  a trovare gli anelli!

“ Justin? Si può sapere che diavolo stai facendo??”

Justin si bloccò, congelato, preso in flagrante.

“Michael? Che ci fai a casa di Brian?” gli chiese.

“Cosa ci fai tu casomai in casa di Brian.  Tornato dal Babylon, stavo venendo a controllare che fosse tutto a posto, prima di tornare a casa con Ben e ti becco  qui che frughi tra le sue cose, nei suoi cassetti, mentre lui non c’è. “

“Non è come sembra, non voglio rubare niente” disse Justin, alzando le mani. “Sono venuto qui per vedere Brian e anche per riprendermi…una cosa che mi appartiene..ma lui non c’è e…”

“Che cosa sei venuto a prendere?” chiese Michael.

Justin sembrava ora un po’ imbarazzato.

“ Quando il matrimonio è saltato, Brian si è tenuto le fedi. Ci ho riflettuto e ho deciso che..anch’io voglio il mio. Così, per ricordo.”

Michael lo guardava con una faccia stranita.

“Senti, lasciamo perdere questa sciocchezza. Sai dov’è Brian? Voglio vederlo!” disse all’improvviso Justin.

“Brian è a New York, Justin.” Disse Michael.

Il mondo di Brian crollò tutto in quell’istante e lui ci si trovava in mezzo.

“Come hai detto?” gli chiese.

“Dio, ho cercato di convincerlo ad avvisarti, ma lui evidentemente era troppo proiettato nel farti questo incontro a sorpresa e tu allo stesso tempo hai scelto proprio lo stesso giorno per fargli questa bell’improvvisata! Avete proprio un unico cervello, su cui vi siete concordati di fare il cambio per farlo funzionare, peccato che viaggia su binari diversi!” disse Michael.

“Grazie, Michael, mi era mancato anche farmi insultare da te. Non sai quanto.” Disse Justin.

“Non c’è di che. Se vuoi ho ancora una caterva di insulti da darti, ma penso che tu ora voglia fare altro, come raggiungere Brian a New York.”

“Esatto, ma prima…fammi bere solo una birra. Sono esausto per via del viaggio.” Disse Justin, ancora scioccato.. “Non posso credere che lui adesso è a New York!” aggiunse.

















Note dell'autrice: 

Rieccomi! ^^

Forse non vi aspettavate un capitolo così, ma a me piace stupire ^__^
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Queer as Folk / Vai alla pagina dell'autore: Spensieratezza