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Autore: AnimeAly    05/11/2015    0 recensioni
"La fioca luce della luna filtrava attraverso i buchi della tapparella chiusa. La notte era calata silenziosa e umida, lentamente, dopo il calar del sole. Il miagolare di un gatto irrompe nel silenzio tombale della lugubre città, tra i viottoli pieni di spazzatura e un lampione la cui luce non funziona, e ad altri saltella tra l'accesso e spento."
Una notte di Death City, dove qualcuno dorme, qualcun'altro ascolta la musica... E qualcuno uccide...
Buona lettura
Genere: Generale, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Bleed under the moon

 
La fioca luce della luna filtrava attraverso i buchi della tapparella chiusa. La notte era calata silenziosa e umida, lentamente, dopo il calar del sole. Il miagolare di un gatto irrompe nel silenzio tombale della lugubre città, tra i viottoli pieni di spazzatura e un lampione la cui luce non funziona, e ad altri saltella tra l'accesso e spento. L'odore di sangue era ovunque, e non passava inosservato mentre scende dalla bocca ghignante della luna. Colava dalle labbra giallognole, il liquido rosso cremisi, rendendo tutto ancora più lugubre. Ad un tratto il gatto alza le orecchie e avverte dei passi avvicinarsi, correvano ed erano scalzi, ma era come se non se ne importasse. Niente urla, solo respiri affannati. Schivato l'ostacolo in movimento, il gatto si dilegua e lascia come ricordo un'orma rossa e la coda gocciolante. Dietro di esso una mano.
 
Un corpo fermo era disteso. Le coperte calde riuscivano a togliere ogni problema dal corpo e dalla mente, coccolando il sonno. La lampada rimasta accesa emetteva un tiepido calore e il libro che pendeva dalle sue mani era in embilico. Cadere o non cadere? 
I lunghi capelli chiari erano sparsi sul cuscino e la testa era ricurva verso destra, in direzione della lampada. I ciuffi della frangia minacciavano di coprire le guance paffute e le morbide labbra erano socchiuse. Le lunghe ciglia e gli occhi chiusi. Un po' russava ma non si riusciva a sentirne il rumore. Non sentiva, ed era meglio così, la notte era ancora lunga. 
Qualche stanza più in la, un ragazzo, intento ad ascolta un pezzo jazz, era seduto sul proprio letto con la schiena attaccata al muro gelido. I vestiti larghi facevano si che la sua figura sembrasse più magra, i capelli sbarazzini si mimetizzavano col colore della vernice chiara del muro, e gli occhi sanguinei erano spalancati, non volevano, si rifiutavano categoricamente di chiudersi.
Devo curarla...
Questo era il suo unico pensiero, ed ormai era il suo scopo. 
 
Nella notte, dei passi incerti si sentivano, delicati e dalla pelle morbida. Molto probabilmente barcollava nel buio, perché si appoggiava al muro pur di non cadere. Certe volte sembrava sussurrare qualcosa di insensato, e faceva qualche pausa rimanendo ferma al centro del corridoio. E così, per tutte le sere precedenti, lui si alzava e la bloccava per il polso dolcemente, poco prima che uscisse dalla porta d'ingresso per dirigersi in chissà quale luogo sconosciuto. Lei si girava e gli occhi socchiusi erano illuminati dalla luce dalla luna. Scuoteva la testa, lui, e la riportava nella sua camera, spingendola lentamente.
Erano le 3 ormai e si aspettava che aprisse la porta di mogano e si dirigesse alla uscita, ma non fu così. Il cigolio della porta tardava, i sussurri pure.
Cosa sta' facendo? 
Si chiese, poi aspettò, aspettò un segno, un rumore, qualunque cosa!  
Erano le 5 del mattino, e i suoi occhi minacciavano di chiudersi, e non sapeva per quanto avrebbe potuto ancora resistere. Erano vicine, le palpebre, anche in un solo secondo si sarebbero chiuse. La Notte lo stava trasportando nella sua culla scura, per adagiarlo in un materasso di calore e coprirlo con delle coperte che sapevano di sogni. La testa moscia appoggiata al muro scivolava lungo la parete, adagiandosi mollamente sulla spalla. Gli occhi erano chiusi, ormai, e nel suo lettore mp3 suonava una playlist infinita, piena di canzoni jazz mischiate  quelle pop di Maka. Maka... Sognava proprio quella ragazza, e il suo non era un sogno poco casto o qualcosa di simile. Erano in una stanza tutta nera, una luce illuminava il ragazzo al pianoforte, la bionda, invece, era in pieni. I vestiti erano quelli della Black Room, un lungo abito nero per Maka, abbinato a dei fiocchi e delle scarpe del medesimo colore, e per Soul una camicia rossa con un'abito elegante nero, con delle sottili linee bianche verticali. La cravatta tutta nera. Sognava che lo guardava mentre suonava una malinconica melodia, che di dolce non ne sapeva nulla, mentre si attorcigliava una ciocca del codino al dito, facendola girare. Ad un tratto, dopo che ebbe finito, lui si girò verso di lei, che si sedette affianco a lui. La sua testolina bionda si era lentamente appoggiata sul suo petto caldo, accomodandosi anche con il resto del corpo. Soul non diceva nulla, era... Rilassato. Il lento respiro di Maka era melodia per le sue orecchie...
"Suona..." Disse lei ad un certo punto "suona...per me
Non aveva fiatato fino a quel momento, lo aveva lasciato fare, e ora gli stava chiedendo di suonare... Per lei
Farei tutto per te, senza-tette...
Questo fu il suo pensiero, che di dolce non ne aveva la minima apparenza, ma, scavando in fondo al suo cuore, era la cosa più dolce che le avrebbe potuto dire. Ma si limito ad annuire con la testa, scricchiolarsi le dita, e iniziare a suonare. La melodia che aveva scelto era decisa, elaborata, ma qualche volta cadeva e diventava debole e insicura... Era la musica di Maka, stava suonando lei stessa... Solo per lei...
Quel calore umano lo percepì anche realmente, ma non ne fu sicuro. Il dolce  profumo di fragola che gli perforava le narici era troppo forte per essere solo un sogno, era troppo reale per essere un'immaginazione della mente umana.
Soul aprì lentamente gli occhi, il sole di mezzo giorno era più forte di quanto avrebbe immaginato proprio il giorno prima, che era rimasto  per un'ora intera sotto il sole ad aspettare la partner fuori dalla biblioteca, alla fine era tornata con due libri e dei gelati, uno alla fragola e cioccolato, l'altro menta e panna. Quel pomeriggio lo passarono al parco dove giocavano a spiaccicarsi il gelato in faccia all'avversario. Tornarono a casa con un muso marrone come quello di un'orso e i capelli verdi. Soul col cioccolato sulla bocca e Maka con i codini verdi. 
L'albino si alzò leggermente, notando il dolce peso che dormiva sul suo petto, la fissava incuriosito, la figura di Maka che dormiva serena rannicchiata a lui. Le manine tenevano strette il tessuto della maglietta alle labbra socchiuse. Le domande che gli piombarono in testa furono un milione, e certe anche ripetute. Cosa ci fa qui? Cos'è successo questa notte? Abbiamo fatto qualcosa?... Si mise una mano sulla fronte all'ultima domanda, era leggermente accaldato. Cercava di mettersi più comodo, ma la bionda riusciva ad abbatterlo e fargli appoggiare la schiena sul legno del letto. Alla fine, arreso, sbuffò e mise una mano sulla schiena di Maka, accarezzandogliela
"Soul..." Sussurrò arricciandosi ancora di più 
Il ragazzo sgranò gli occhi, poi sorrise dolcemente (come un'ebete) 
È proprio una bambina...
Pensò. Ormai non gli importava più come mai quella ragazza con meno sensualità di un'anziana fosse lì nel suo letto, e fu in quel momento, abbassandosi il più possibile, che appoggiò le sue labbra chiare su quelle di Maka. Era un bacio leggero, era un sospiro, e quasi non si poteva percepire il colare delle labbra altrui sulle proprie. La ragazza aprì gli occhi e si ritrovò in un sogno...
 
Notte... Buoio... Urla... Passi... Uova di kishin... 
Maka armeggiava con la falce nel cielo notturno. Le nuvole scure coprivano la luna e lasciavano che i pipistrelli volassero bassi. La bionda correva, inseguendo il nemico che tentava il ritirata. Sanguinava, molto, la coda lasciava una lunga striscia di sangue. Abilmente lanciò l'arma verso il nemico che si conficcò nella schiena. Un'acutissimo verso di dolore si udì nella oscura città dispersa nel deserto. Uno scatto
-Salamandra assassina... Mi prendo la tua anima!!!!!- ed ecco che le diede il colpo di grazie scaraventandola in aria con la lama della falce, tagliandola in due. Il suo sangue rosso cadeva sotto forma di piccole gocce, che cadevano sulle teste dei due ragazzi, tingendoli del medesimo colore. Si sorrisero e raccolsero l'anima
-È tutta tua Soul-
-Thanks you!- e in un secondo la mise in bocca masticandola, e poi facendola scivolare giù nella gola della falce. Senza un'apparente motivo il sangue continuava a gocciolare. Maka mise una mano sulla guancia di Soul, mentre lui l'attirava a se baciandola. Se qualcuno li guardasse in quel momento penserebbe "che stanno sanguinando". No, loro... Stanno sanguinando sotto la luna...
 
Angolo autrice:
 
Ciao belli!!!!! Sono tornata per una storia very very no sense XD
Ovviamente è una... SOMA!!!!! Soul e Maka sono i miei personaggi preferiti, in assoluto!!!! 
La storia si divide in un certo senso, prima narra che sta' succedendo di notte, orario molto amato dalle uova di Kishin per uccidere, nella nostra amata Death City, poi che succede nell'appartamento di Soul e Maka. Alla fine si torna all'uccisione dell'uovo di kishin da parte della Schyte Meister. Li adoro!!!!!!! *^*  *u*
Ringrazio tutti quelli che hanno letto le mie storie e chi le ha recensite.
Saluto BBola, manu20 you e Meredithcastle3 che mi hanno fatto le mie ultime recensioni!!! Grazie di cuore. Poche recensioni ma belle ;)
ALLA PROSSIMA!!
Kiss, kiss
   
 
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