Oh, tu, vipera gentile!
◆
Crescere forti, dice il loro motto.
E lo fanno – lo sanno i Sette.
Sono rose d'oro, ma hanno radici rampicanti, forti come acciaio di Valyria.
Perché occorre essere saldi, lì.
Per restare ben piantati ad Approdo del Re, così vicini al Trono di Spade; per sopravvivere al seme dei Lannister – domani sposerà quel mostro, ma grazie a lui concepirà un nuovo futuro per la famiglia.
«Ce la farai, bambina» le dice sua nonna, mentre le spazzola con calma i capelli, alla specchiera. «Ho totale fiducia in te».
Ha mandato a dormire le roselline, perché in ogni giardino che si rispetti, a calar del sole, le corolle si chiudono.
«Noi tutti ce l'abbiamo, Margaery» replica Loras – vino in mano, farsetto e camicia aperti, stivali posati sulla coperta immacolata del suo letto.
«Prendi l'aspetto del fiore innocente,» le ricorda sua nonna Olenna «ma sii il serpente sotto di esso.»[1]
Ogni solco sulla sua pelle raggrinzita è un inno alla saggezza.
«Oh, tu, vipera gentile![2]» scherza Loras, un po' meno saggiamente, mentre alza il calice e fa un cenno riverente col capo.
Lei, che lo ama troppo, lo punisce dolcemente. Con uno di quegli sguardi che riserba solo per lui – povero fratello, avvelenato dall'amore perduto: mai fiore ferì con spine più affilate, né serpente con la sua lingua.
«Tieni la bocca impegnata, caro nipote» lo punge invece sua nonna.
Allora, sbuffa in un'allegra risata.
Perché per questa notte, ancora, è Lady Margaery Tyrell.
E lo fanno – lo sanno i Sette.
Sono rose d'oro, ma hanno radici rampicanti, forti come acciaio di Valyria.
Perché occorre essere saldi, lì.
Per restare ben piantati ad Approdo del Re, così vicini al Trono di Spade; per sopravvivere al seme dei Lannister – domani sposerà quel mostro, ma grazie a lui concepirà un nuovo futuro per la famiglia.
«Ce la farai, bambina» le dice sua nonna, mentre le spazzola con calma i capelli, alla specchiera. «Ho totale fiducia in te».
Ha mandato a dormire le roselline, perché in ogni giardino che si rispetti, a calar del sole, le corolle si chiudono.
«Noi tutti ce l'abbiamo, Margaery» replica Loras – vino in mano, farsetto e camicia aperti, stivali posati sulla coperta immacolata del suo letto.
«Prendi l'aspetto del fiore innocente,» le ricorda sua nonna Olenna «ma sii il serpente sotto di esso.»[1]
Ogni solco sulla sua pelle raggrinzita è un inno alla saggezza.
«Oh, tu, vipera gentile![2]» scherza Loras, un po' meno saggiamente, mentre alza il calice e fa un cenno riverente col capo.
Lei, che lo ama troppo, lo punisce dolcemente. Con uno di quegli sguardi che riserba solo per lui – povero fratello, avvelenato dall'amore perduto: mai fiore ferì con spine più affilate, né serpente con la sua lingua.
«Tieni la bocca impegnata, caro nipote» lo punge invece sua nonna.
Allora, sbuffa in un'allegra risata.
Perché per questa notte, ancora, è Lady Margaery Tyrell.
Note:
[1] Splendida frase di William Shakespeare.
[2] Omaggio al quasi omonimo libro storico di Maria Bellonci.
[2] Omaggio al quasi omonimo libro storico di Maria Bellonci.