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Autore: Chiaroscura69    06/11/2015    0 recensioni
"E scappo, scappo e scappo ancora; tu mi fai paura con la verità che ti brilla negli occhi, mi hai scoperta e ormai non ho più scampo.
Io scappo e mi rincorri, mi stai dietro e per il cuore mi afferri, invano mi divincolo.
Ghermitore, dominatore di un'anima che ti desidera, concedimi pietà e ardore folle grande quasi quanto quello che brucia nel mio sguardo se incontro il tuo.
I miei sogni sono eburnei eppure tiziani per te che li varchi incurante delle mie barriere; amami e non erigerò più muri per allontanarti, conquistami col furore di chi sa che il tempo vola e che domani tutto potrebbe estinguersi.
Voglio specchiarmi nei tuoi occhi che troppo hanno sofferto l'amore crudele, che hanno conosciuto solo il lato oscuro di quel sentimento in grado di colmare qualsiasi universo individuale.
Voglio le tue mani sul mio viso che chiudono i miei occhi, accarezzano le mie gote, sfiorano le mie labbra e accendendoli spengono i miei languori.
Non essere geloso, se Amor mi ha posseduta, violata e violentata con la sua impetuosa violenza, egli aveva il tuo volto, la tua voce e le tue idee fuggenti e ladre..." ❤️
Genere: Poesia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto amando in silenzio,
di nascosto,
come se la consapevolezza potesse infrangere il sogno.
Sono un vaso di cristallo
illuminato mio malgrado da un raggio di sole,
terribilmente fragile che gli basta sfiorare il terreno per andare in frantumi,
terribilmente sfolgorante che i suoi riflessi arcobaleno accecano.
Sto amando sottovoce,
le mie parole sono appena un sussurro di vento,
ma ho il terrore che ti giungano e che non ti giungano.
E allora aspetto
con tanta trepidazione
che tu mi rapisca,
non mi chiedere un parere, non voglio pensare,
rubami e poi fuggi,
senza guardarti indietro.
E io vivrò di te, e tu vivrai di me
e tutto l'altro ci sarà alieno
perchè estraneo al nostro mondo.
La mia anima ti appartiene,
l'hai plagiata, corrotta
con la forza delle tue parole intrise d'amore;
con le note di una disperata canzone di Saudade,
con la dolcezza della tua comprensione,
con la tua enfasi trascinante,
che non mi lascia scampo,e
ora, caro, dipendo inesorabilmente da te.
Amor poetico, Amor platonico,
Amor disperato ed illuso,
fortemente confuso o contuso?
Timidezza esasperata
che mi strangola,
e le sue mani
le muovo io stessa.
Lo specchio mi spaventa,
ogni volta che mi ci rifletto vedo una me che non mi assomiglia.
Terrore glaciale
brivido verticale,
impetuosa passione,
sono innamorata di un ideale,
che è fin troppo reale.
E scappo,
scappo e
scappo ancora;
tu mi fai paura con la verità che ti brilla negli occhi,
mi hai scoperta e ormai non ho più scampo.
Io scappo e mi rincorri,
mi stai dietro
e per il cuore mi afferri,
invano mi divincolo.
Ghermitore, dominatore
di un'anima che ti desidera,
concedimi pietà
e ardore folle,
grande quasi quanto quello che brucia
il mio sguardo se incontro il tuo.
Tu sei acqua che piano scava e leviga le rocce,
creandosi un'eterna via
raggiunge i luoghi desiderati;
ma sei anche fuoco
che strepita e brucia
la mia pelle
delicata e candida
di fanciulla vergine, indifesa.
I miei sogni sono eburnei
eppure tiziani,
per te che li varchi incurante
delle mie fragili barriere.
Amami e non erigerò più muri
per allontanarti,
conquistami col furore di chi sa che il tempo vola
e che domani tutto potrebbe estinguersi.
Non lasciare intatta della mia debolezza
neppure una piccola piuma,
quella è una cornacchia lugubre,
un corvo che si mangia tutti i miei sentimenti.
Sono tuoi, prendili e cibatene,
tu che puoi
averli senza chiederli,
nè rubarli,
tanto l'hai già fatto.
La pioggia scroscia oggi,
e in ogni goccia
vedo te
che diviso in mille part
scivoli su di me,
ed è impossibile per me ripararmi.
D'altro canto, ne ho bisogno,
sono arida terra non più fertile che langue ogni girno di più,
e che presto diventerà steppa assetata.
Penetra in profondità
e cambiami,
cambia le mie paure appuntite,
smussale,
rendile adattabili alla vita crudele
che ora ingiustamente trascorro.
Allontana da me
la nube nera della melanconia,
riempi l'aria delle tue idee di libertà
giustizia e anarchia,
respirandole le renderò mie.
Sogno le tue braccia
come se fossi il mio forziere,
mi custodisci e mi tieni al sicuro.
Voglio specchiarmi
nei tuoi dolci occhi,
che troppo hanno sofferto l'amor crudele
che hanno conosciuto solo
il lato oscuro
di quel sentimento
in grado di colmare
qualunque universo individuale.
Mi accarezzano il cuore
le tue parole:
''Voglio averti mia''
sono le parole più ricolme d'affetto che mi siano mai state rivolte.
Ho i capelli di fuoco
e l'anima dolce di vergine
che ora tu hai infiammato
e rifulge di nuova luce,
che inonda i miei occhi
e che trasmetto al mondo
come raggi del sole in una gelida aurora invernale.
Voglio le tue mani sul mio viso
che chiudono i miei stanchi occhi,
accarezzano le mie gote,
sfiorano le labbra
e accendendoli spengono i miei languori.
Non essere geloso
, oh mio Cyrano,
se Amor m'ha posseduta, violata, violentata
con la sua impetuosa violenza;
egli aveva il tuo volto
la tua voce,
il tuo sguardo filosofo
e le tue idee fuggenti e ladre.
Sono stata d'altri,
non lo nego,
ma mai nessuno aveva colto
il fiore della mia illibata anima, Cyrano.
La poesia si era nascosta a me,
ma ora che mi hai parlato
hai fatto perdere anche lei nel tuo sguardo
e ora è tornata sulle mie pagine,
a condizione che io la intessa
con le tue lodi.
E io mi fido di lei,
si lega solo alla bellezza pura
e a ciò che le pare assomigliarle.
Nessuno mai prima di te
ha nutrito il piccolo seme
di speranza che ho piantato
quando ho cominciato a credere nell'amore.
E la mia fede è l'amore,
che mi trascina,
tutto crea e tutto distrugge,
forza propria senza padroni, proprio come te!
E non so perchè,
risvegli in me la paura
più angosciosa
solo con la consapevolezza della tua presenza.
Insicurezze e rabbia,
due fere, due Muse,
che mi suggellano e mi allontanano
da te.
Rapiscimi, Cyrano,
ora che solo con te
posso giacere,
ora che il mio cuore
sembra essere fecondo.
Rossana mi chiamasti,
la tua pura idealizzazione dell'amore
a me dedicasti il sommo inno alla bellezza,
una canzone d'amore che ancor
il mio cuore ricorda piangente,
e il mio piccolo animo si è rimpicciolito
ulteriormente
paragonato all'immensità profonda
dello straziante sublime.
Ho capito solo allora,
che ti ho amato fin da principio
da quando le idee platoniche si sono generate in me,
sono germogliate come rosei fiori di pesco,
allora ho capito di appartenerti
indissolubilmente.
Ma tu erravi cieco di folle passione
che ti ardeva in petto
per colei che Amor non conosce
e che mai conoscerà.
Ti ha attirato
proprio come fanno le sirene,
così hai naufragato
e sei finito sull'isola della passione
ancora una volta,
mentre a mia volta io venivo risucchiata
dal mio confuso e torbido sentire,
così ci siamo persi.
Ma con la tua insistenza tu mi hai sedotta,
mi hai conquistata
e la tua pazienza mi ha incollato
alla tua ombra.
E ora fuggo ma non vorrei,
non vorrei staccarmi da te nemmeno di un passo
ma il mio volere non vince la paura,
efferata strangolatrice d'animi;
fuggo ma vorrei abbracciarti
e fondermi con te in un'essenza extracorporea
impalpabile ed eterna.
Perchè ormai sei mio,
e lo sai,
lo sai che da me non ti staccherai mai,
ma devi agire.


 
   
 
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