Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Nicholas_    06/11/2015    0 recensioni
Oscar scrive, pensa, sfoglia le pagine. Non importa la cena, non importa Marco che è andato a dormire alle sua spalle. Solo quello che sta cercando importa, perché è per Marco.
Oscar ama Marco, ma a un tratto il desiderio di renderlo felice diventa un'ossessione che divora tutto il resto, perfino la loro relazione.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


H U N G R Y * F O R  * L O V E
 

“… perché con la scienza, tutto è possibile! Tutto!”

Oscar sorride all’ingenuità delle parole che dovrebbero motivare l’iscrizione alla prestigiosa università da cui si è laureato due anni prima. È chiaro che sia una matricola a pronunciarle, ora Oscar si affaccia e lo vede, diciotto anni e la cravatta orgogliosamente stretta attorno al collo.

“Immaginate la cosa più bella, la cosa più... “ La matricola è placata ora e a corto di aggettivi, ma in fondo non è un’università di lettere che è venuto a rappresentare. Dio, quando finisce questa giornata di orientamento?  “Prendete, ecco, la cosa più magica che riusciate a immaginare. Con la scienza potete farla.”

Oscar aspetta fuori dalla panetteria, il profumo dolce e caldo si perde nel freddo di novembre. Ha le braccia cariche dei depliant che hanno dato a suo fratello, lui è dentro che fa la coda per comprare un bombolone. È già grasso, non come Oscar, ma non gli importa. Nemmeno a Oscar importa, anzi, Oscar è innamorato di Marco che un po’ di pancetta l’ha sempre avuta.

Camminano sul marciapiede, fratello e fratello, il minore mangia il bombolone con calma perché la crema non coli fuori. Oscar decide che dopo averlo accompagnato a casa tornerà per la strada lunga, che passa davanti alla panetteria. Vuole comprare un bombolone per Marco.

Il sacchetto della panetteria è caldo, adagiato tra i palmi a coppa come un uccellino nel nido. Oscar lo regge da sotto perché non si raffreddi, chi lo guarda deve pensare che abbia freddo alle mani nonostante i guanti o che il sacchetto unto contenga qualcosa di più importante di quanto possano immaginare. Contiene solo il bombolone, che è importante perché è per Marco.

Qual è la cosa più bella che Oscar possa immaginare? Marco.
Qual è la cosa più magica che Oscar riesca a immaginare? Marco. No, il sorriso di Marco.

È difficile girare la chiave nella toppa con i guanti, scivola, ma Oscar non vuole suonare. Alla fine apre la porta, la televisione non è accesa come ogni pomeriggio, il suo “Sono a casa!” risuona più forte di quanto non avrebbe dovuto. Marco sta piangendo.
 
 
*

 
“Vieni a mangiare?”
Marco è sulla porta, rosso come una mela per il calore della cucina e col grembiule ancora indosso, ma questo Oscar non lo sa perché non lo sta guardando. Non alza gli occhi dal foglio, perché adesso esiste solo quello, e gli altri libri che costellano la scrivania aperti a metà.
Marco mangia da solo in cucina, perché Oscar ha chiesto di non essere disturbato. “Sono impegnato”, ha detto, “mangia tu, io vedo poi” e l’ha detto senza guardarlo.

Due settimane prima Oscar aveva bloccato Marco nel tragitto dalla credenza al fornello e gli aveva chiesto di spogliarsi e tenere solo il grembiule. Avevano fatto l’amore mentre la cena si bruciava.
Oscar scrive, pensa, sfoglia le pagine. Non importa la cena, non importa Marco che è andato a dormire alle sua spalle. Solo quello che sta cercando importa, perché è per Marco.

Come si crea la magia?
Oscar assorbe le parole dai libri, sul taccuino ne restano poche tracce: dopamina, adrenalina, ossitocina.
 
 
*

 
Oscar ha dimenticato di pensare, oggi, ha dimenticato le sue ossessioni. Ha baciato Marco.
Ora sono sul letto e Oscar si muove dentro Marco, si ricorda di pensare. Oscar pensa al pomeriggio in cui Marco piangeva, perché in ospedale, a lavoro, Giusy era morta.
L’amplesso volge al termine, Marco resta nell’abbraccio delle lenzuola. Oscar torna alla scrivania, ripensa alla sua impotenza di fronte a Giusy e a Katherine e a tutte le altre che non ci sono più.
Deve riscaldare la scienza tra le mani, scioglierla e riempire una fiala perché la scienza non c’è dolore a cui la scienza sia impotente.
Cosa può immaginare Oscar, più bello di una formula che garantisca il sorriso di Marco in ogni circostanza?
 
 
*

 
“Marco può venire a stare da me.”
Lo sputa fuori quella che era la sua coinquilina, come una pastiglia cattiva. Tiene un biscotto tra le dita nervose e lo immerge nel cappuccino, insieme alla manica del cappotto.
Oscar era distratto, da tre settimane prima di sedersi al tavolino del bar. Oscar non capisce perché Marco debba andare via, Oscar è di volontà forte e non gli permette di essere una distrazione. Ha pensato di fare una tabella di osservazione per aumentare la precisione del suo studio, ma non sarà possibile compilarla quotidianamente se Marco va da un’altra parte.

“Guarda, guarda la ragazza.”
Con le dita sporche di cappuccino indica a Oscar una con le treccine al di là della vetrina, abbraccia un uomo e sorride.
“Abbraccio. È ossitocina.”
Oscar lo guarda e non capisce, non subito. Poi sì.
 
 
*

 
Giusy si è privata di cibo per cercare la perfezione. Oscar mi ha privato d’amore per cercare la perfezione.
Marco lo scrive sul foglio che aveva destinato alla lista della spesa, lo sa perché gliel’ha spiegato la loro amica. Fa male lo stesso.

Giusy è morta. Io…
Marco non finisce la frase, perché Oscar è tornato. Oscar lo stringe. Marco vive.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Nicholas_