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Autore: Morgan Greenlock    06/11/2015    0 recensioni
E se nell'hotel in cui Sherlock era stato legato al letto da Irene non fosse stata la cameriera a trovarlo, ma bensì John?
La chiave della sua liberazione giace sotto quel cuscino posto sulle sue natiche...Il dottore lo libererà?
Dal testo: -Madame, deve mantenere la calma.- Disse con tono del tutto calmo, facendo capolino con la testa sulla spalla di John.-Si fidi, sono un professionista. Sotto questo cuscino c'è la chiave della mia liberazione e quest'uomo la stava per prendere.-
Genere: Comico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questa FF è stata scritta per un drabble event del Gruppo WhoLindtLock_
*°*
-La Chiave Della Mia Liberazione-
 

Lo stava cercando da minuti e minuti in quel dannato Hotel. Era di certo di nuovo con Irene. “Quella...dannata.”Bisbigliò fra se e se.

Aveva di recente scoperto, difatti, che per Sherlock non provava semplicemente una profonda amicizia fra compagni d'avventura o coinquilini affiatati, ma ben più e il saperlo con una donna, ladra, doppiogiochista, capace di fregarlo e ammaliarlo con la propria bellezza lo faceva andare su tutte le furie!

Salì velocemente le scale, almeno per quanto la sua gamba gli permettesse di andare veloce, ma alla fine, arrivato al terzo piano dell'hotel in cui Mycroft gli aveva detto che c'era maggior possibilità di trovarlo, essendo stato avvistato nei pressi del tale edificio, vide una donna scappare via, da una stanza in fondo al corridoio, di fretta e furia. John non era solito ficcare il naso in affari privati di altra gente, ma non potè evitare di chiedersi il perché fosse scappata con così tanta fretta!
Il dottore camminò fino alla stanza ed entrò. La gamba lo aveva affaticato parecchio quel giorno, perciò il fiato era corto e il battito accelerato, ma sia il cuore, che saltò un battito, sia il fiato che gli si mozzò, rimasero di sasso.

Holmes era ammanettato alla spalliera dell'elegante letto, a gambe incrociate e con un cuscino a coprire il suo...

-Buon Dio Watson! Meno male che è arrivato lei! Su forza mi liberi, dobbiamo continuare le indagini- Disse veloce Sherlock, sedendosi meglio.

John lo guardò sgranando gli occhi. Era mai possibile un tale avvenimento?

Si sentì avvampare, le gote arrossire e il fuoco fluirgli nelle vene. Aveva Holmes legato, nudo e senza la possibilità alcuna di liberarsi da solo...doveva approfittarne?

Sarebbe stato egoistico da parte sua, se non di cattivo gusto, poiché Holmes non provava i suoi stessi sentimenti...per quanto ne sapeva ora. Sapeva solo che era dannatamente geloso!

-Mi sa dire come ci è finito così?

-Waston, si muova, non è momento per le spiegazioni. Dunque, la chiave della mia liberazione risiede sotto questo cuscino.-Disse calmo, guardando davanti a se, verso la bottiglia di vino stappata.

Il dottore scorse gli occhi fino al cuscino, afferrandolo, ma rimanendo fermo, a lato del letto.- Come è finito in questa situazione?!- Ripetè, preso da gelosia incontrollata...cosa che non era assolutamente da lui, ma Holmes aveva la rara capacità di farlo infervorare nei momenti più strani.

-Ho bevuto del vino con Irene, ma aveva aggiunto a tappo chiuso una leggerissima quantità di veleno e...eccomi qui.- Alzò finalmente lo sguardo su quello del dottore, capendo cose che fino ad ora gli erano completamente sfuggite, come fumo fra le mani, ma era meglio non azzardare troppo con le parole.
-Siete eccitato Watson?-

-Cosa?- Sbottò lasciando il cuscino, con voce un po' troppo acuta.- Si figuri!

Holmes sorrise.- Lei è evidentemente geloso della mia relazione con Irene.

-Non avete una relazione!

-Ecco dove vi volevo!

-Stia zitto Holmes!- Lo additò.- O giuro che non risponderò delle mie azioni.-

- Le piaccio per caso? Suvvia non deve nascondermi le..-

John lo baciò, salendogli a cavalcioni sul bacino, coperto dal cuscino. Fece scorrere le mani fra i capelli corvini dell'altro fino a che il bacio tanto anelato non gli richiese ossigeno. Holmes si fece scappare un gemito, tirando le manette, sorpreso.

Tutto questo era meglio del vino bevuto poco fa, di ogni uscita con Irene o di ogni volta che addestrava le mosche a suon di violino!

Decisamente meglio!

Non aveva mai capito realmente cosa provava per quel dottore, ex militare, congedato con onore per ferite di guerra. Era un rapporto molto strano. Da quando aveva trovato quella 'Mary' lo stava trascurando ed ora si ritrovò a pensare a tutte quelle volte che aveva cercato di fargliela lasciare, a ogni volta che lo aveva trascinato in qualche combattimento o a quando dimenticò la pistola a casa, facendosela portare dall'uomo, nonostante avesse un impegno con la ragazza.

Ma da canto suo John si era sempre fatto coinvolgere, attratto in qualche irrazionale modo dalla vita e dagli eventi che ruotavano intorno a Sherlock. Avrebbe potuto in qualsiasi momento lasciarlo perdere, lasciare la pistola sul tavolino o semplicemente non farsi coinvolgere...ma non ci era mai riuscito. Holmes lo attraeva come la calamita attrae il ferro e quando i due vengono a contatto, è difficile separarli.

Il cuore di entrambi batteva all'impazzata e il respiro caldo solleticava le loro labbra, respirando ambedue praticamente ad un soffio di bacio.

-Cosa ha appena fatto Watson? Lei ha una ragazza.

-E lei non ha una relazione con Irene Adler.-Sospirò stringendo il suo viso fra le mani. Chiuse gli occhi e poggiò la fronte sulla sua, facendosi cadere il cappello, che si adagiò per terra, scivolando sulle coperte.

-Mi ripete dove di trova la chiave della sua liberazione, Holmes?- Ansimò.

Sherlock sorrise sghembo avvicinandosi all'orecchio del dottore.- Non si ecciti troppo Watson. Infili la mano sotto il cuscino, in corrispondenza del rigonfiamento e afferri la chiave.- Sussurrò roco, lambendogli il lobo con la lingua.

Watson rabbrividì, preso del tutto dall'adrenalina e dall'eccitazione del momento e sorrise.-Siete un farabutto.-

Un urlò acuto alle loro spalle li distrasse, ma Holmes si affrettò a dire come stavano realmente le cose.

-Madame, deve mantenere la calma.- Disse con tono del tutto calmo, facendo capolino con la testa sulla spalla di John.-Si fidi, sono un professionista. Sotto questo cuscino c'è la chiave della mia liberazione e quest'uomo la stava per prendere.

Watson rise, sentendo sgambettare indignata anche la seconda cameriera entrata a raccogliere gli abiti.

-Ovviamente ha frainteso del tutto le sue intenzioni!- Corrugò la fronte.

-Le mie intenzioni!?

-Stia zitto una buona volta e mi baci!.

 

-Fine-
 

   
 
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