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Autore: Edenloss    24/02/2009    0 recensioni
[Mobile Suit Gundam 00] Niel/Tieria
L'aveva visto nel suo letto, tra le candide lenzuola e con un’aria serena sul viso nonostante la ferita riportata all'occhio l’avesse costretto a un forzato riposo. Non aveva resisto nell'avvicinarsi, sedersi sul bordo del letto e osservarlo. Sentiva il suo respiro.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Perché il mondo non é mai cambiato.
Fandom: Mobile Suit Gundam 00
Personaggi: Lockon Stratos (Neil Dylandy)/Tieria Erde
Parte: 1/1
Rating: PG13
Conteggio Parole: 963 (word)
Note: 1. spoiler! sopratutto per chi non avesse finito la prima stagione della serie. Quindi la lettura é consigliata soprattutto per chi l'avesse vista.

L'indice sfiorò entrambe lentamente, con gentilezza. “Da nessuna parte. Sai, mi é difficile potermi muovere ridotto così. ” Un sorriso luminoso lo fece apparire molto più sereno degli altri giorni.
" Perché ti fa tanto ridere? A me pare tutto così stupido." Le mani si strinsero attorno ai lembi della tuta, tirandoli con forza esagerata, quasi estranea al suo corpo.
Si sentiva soffocare.
" E' colpa tua, tutta colpa tua, se non fosse stato per te...LUI, LUI sarebbe ancora qui... “.
E arrivò in pieno viso, e si sentii bruciare il volto come se stesse per andare fuoco.
Ora stava bruciando.
" I nemici sono ancora qui, non mi sembra il momento di colpevolizzare qualcuno! "

- - - -

Perché gli uomini sono così imperfetti?

" Lockon... "
L'aveva visto nel suo letto, tra le candide lenzuola e con un’aria serena sul viso nonostante la ferita riportata all'occhio l’avesse costretto ad un riposo forzato. Non aveva resisto alla tentazione di avvicinarsi, sedersi sul bordo del letto e osservarlo. Sentiva il suo respiro.
" Buonasera! " Fu un attimo, e si ritrovò sdraiato sul letto, circondato dalle braccia di Lockon.
" Ma che diamine stai facendo? Sei uno stupido! " In quel momento indossava una maschera gelida, tradita in sordina dall'incertezza del suo timbro vocale. I suoi occhi privi degli occhiali erano minacciosi mentre fulminavano quelli dell'altro Meister.
" Mi piace quando lo dici. " I brividi percorsero interamente il suo corpo.
" Cosa... " Il respiro divenne lento e modulato. Si trovava decisamente in una situazione imbarazzante.
Strategicamente Tieria era senza via d'uscita, il Meister lo teneva bloccato sotto di lui, senza sforzarsi troppo. Le mani si sfioravano appena.
" Lasc-... "
" Stupido. Mi piace quando mi chiami così. Sai, mentre lo dici hai un’espressione adorabile: ti mostra per quel che sei. " Sorrise, solo il tempo per sistemarsi le ciocche dei capelli.
" Dovresti farlo più spesso, Tieria. "
Per quei minuti, interminabili, si sentì come se la cassa toracica stesse per esplodere da un momento all'altro.
Eppure, non avrebbe desiderato altro.
" Scusami. "

Ci fu un attimo di silenzio, poi la mano di Lockon accarezzò la guancia destra con delicatezza.
" E ‘ passato un po’ di tempo da quel giorno, vero? " Rise con leggerezza, continuando ad accarezzare il volto di Tieria. " Che giorno? " Sbottò, senza tuttavia opporre alcuna resistenza alle effusioni del Meister.
" Sai, mi ricorda tanto uno di quei film d'amore, il nostro primo incontro. Lei e lui si incontrano, e lei odia lui ma lui non riesce a fare a meno di starle accanto... e poi lei si innamora. " Parlò tutto d'un fiato e alla fine rise divertito.
" Non capisco dove tu voglia arrivare, Lockon. “
La mano che prima accarezzava il suo volto si spostò sulle labbra.
L'indice sfiorò entrambe lentamente, con gentilezza. " Da nessuna parte. Sai, mi é difficile potermi muovere ridotto così. " Un sorriso luminoso lo fece apparire molto più sereno degli altri giorni.
" Perché ti fa tanto ridere? A me pare tutto così stupido. " Quasi due anni dal primo giorno che entrambi misero piede sulla Plontemaios. I loro sguardi, così diversi, si incrociarono creando involontariamente una strana empatia.
Con il passare del tempo però da un’intesa perfetta nacque una lotta continua, forse per la stupidità di entrambi, oppure per il suo timore che quel ragazzo potesse sorpassarlo, nonostante a suo tempo potesse contare sul potere di VEDA.
“ Neil Dylandy …“ Sussurrò scandendo lentamente quel nome, che solo ora, dopo due anni, conosceva come il reale nome di Lockon. Solo ora comprendeva la realtà, perché lui fosse li e avesse rischiato la tua vita su un Gundam. Perché tutti erano li, nello spazio, a combattere per il mondo.

“ Lockon, io... “
Le lenzuola si sollevarono sopra di loro. Due braccia strinsero il suo corpo con forza. Due labbra si posarono sulle sue.

Qualsiasi cosa sarebbe successa, tutti quanti sapevano che potevano cadere, la morte per quanto fosse l’ultimo dei pensieri, era inevitabile soprattutto per loro che ponevano la speranza di un nuovo mondo prima del proprio futuro. Cosa si sarebbe aspettato per il suo?
“ Non dovremmo. “ Rispose a quell’impeto con un filo di voce, udibile a stento.
“ Si, lo voglio ora. E penso che anche tu voglia. “ Non aspettò la sua risposta e continuò a baciarlo con passione. Le loro labbra si assaggiavano, diventando man mano un'unica cosa, liberandosi solo per riprendendo fiato per poi continuare con ancora più ardore.
Le mani si stavano insinuando sotto i suoi vestiti in un impeto prepotente, sollevandogli la maglia fin sopra le ascelle lasciando scoperto il ventre e il torace.
“ Sei bellissimo, lo sai? “ Con l’indice della mancina passò prima intorno all’aureola del capezzolo sinistro e poi lo strizzò, tra il pollice e l’indice per un attimo passandoci poi sopra la lingua, leccandolo con avidità. Il corpo era invaso dai brividi. Il caldo lo stava soffocando e il membro diventava sempre più rigido. Un lieve rossore indava il suo volto.
“ Lockon … io...” Tentò di parlare, ma pareva non ci fosse modo per distoglierlo da quel che stava facendo. “Sssh. Non vedi che sono impegnato? Su, non fare quella faccia, di che ti vergogni? “ Sul petto comparì un enorme e rosso succhiotto che colorava la sua pelle nivea.
“ Come se non l’avessimo mai fatto. “ Sbottò.
Il volto imbronciato era quello di un bambino al quale veniva negato il gioco più bello, eppure nascosto dietro a quell’espressione si scorgeva qualcosa di più che un bambino. “ Io ti amo, Tieria; e tu lo sai bene. “
No, nessun infante. Un uomo, fatto e maturo che estraniava i suoi sentimenti con ribalderia.
Non riusciva proprio ad essere come lui, non aveva la sua medesima indole né un’esperienza tale da poter affrontare ciò, lo vedeva dai suoi occhi.
Cambiare il mondo avrebbe cambiato anche lui.

“ Non cambierai mai eh! “ Strinse la sua mano con forza, avvicinandosi.
  
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