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Autore: Arya Tata Montrose    06/11/2015    3 recensioni
Piccola One-Shot ispirata dal prompt "Guarda, sono cresciuta!" di Flavia.
In pratica, parla dell'incontro di Levy e Gajeel al Concilio, ad un paio di mesi dallo scioglimento della gilda.

Aveva chiuso gli occhi per un secondo, volendosi figurare nella mente quei capelli corti, ribelli e di una particolare tonalità d’azzurro – “particolare” era uno degli aggettivi più leggeri per descrivere qualsiasi mago portasse il marchio di Fairy Tail, lui compreso. Gli parve fosse solo un miraggio che, quando riaprì gli occhi al suono della voce di Baker, una scia di quel particolare turchino si stesse estinguendo nella sua visuale.

[Gajeel/Levy][Fluff][1304 words]
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gajil, Redfox, Levy, McGarden
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Rivedersi



 
 
Sbuffò scocciato, battendo a terra il piede ritmando una delle sue canzoni. Per qualche motivo, il Colonnello Baker l’aveva fatto chiamare richiedendo urgentemente la presenza di Gajeel nel suo ufficio. Il ragazzo, da poco capitano dei soldati runici, non si era ancora abituato alla parte amministrativa – la burocrazia non sapeva nemmeno dove stava di casa – e prendeva quelle convocazioni delle inutili perdite di tempo; tempo che avrebbe volentieri investito in allenamenti e scazzottate con Panther Lily. Tra l’altro, i suoi uomini erano presi a decifrare un codice per trovare la banda a cui davano la caccia, ma da giorni non aveva riscontrato nessun progresso e Gajeel poteva definirsi in qualsiasi modo, fuorché rilassato o sereno. Non era stata messa a punto ancora nessuna strategia, e la cosa non faceva che peggiorare l’umore del neo capitano.
            Si fermò esattamente davanti alla porta del colonnello, scoccando un’occhiata alla segretaria seduta alla scrivania lì accanto. Lei gli fece segno con la testa di entrare e lui la salutò con un altro cenno, prima di varcare la porta e ritrovarsi davanti alla scrivania vuota del suo superiore. Riprese a battere il piede a ritmo di una canzone che ricordava perfettamente: era quella che aveva scritto per Phantasia. Anche se l’opinione generale era stata di totale rifiuto, una persona dopo lo spettacolo era andata a ringraziarlo per essersi esibito e, cosa che l’aveva sorpreso molto, dopo tutti quei fischi, gli aveva fatto i complimenti per la musica. 
            Aveva chiuso gli occhi per un secondo, volendosi figurare nella mente quei capelli corti, ribelli e di una particolare tonalità d’azzurro – “particolare” era uno degli aggettivi più leggeri per descrivere qualsiasi mago portasse il marchio di Fairy Tail, lui compreso. Gli parve fosse solo un miraggio che, quando riaprì gli occhi al suono della voce di Baker, una scia di quel particolare turchino si stesse estinguendo nella sua visuale.
            «Capitano Redfox, mi è giunta voce che le mancano analisti, strateghi e via dicendo, nella squadra. Sono vere?»
            «Non è certo facile trovare cervelloni che sappiano usare decentemente la magia e che non siano già parte di qualche Gilda, signore.» Oh, Gajeel detestava, a dir poco, tutta quella formalità e quel rispetto dovuto al superiore. Perfino ai tempi di Phantom si rivolgeva a Josè nei modi che più aggradavano il suo mutevole umore.
            «Allora, capitano, ho trovato la tua gallina dalle uova d’oro.» Disse il Colonnello, lisciandosi i baffi. 
            Da dietro la robusta figura di Baker, ne sbucò una più minuta, ma alta comunque quanto lui, dai capelli ribelli e turchini domati da una fascetta scura. Gajeel dovette far forza perché le sue mani restassero immobili lungo i suoi fianchi invece che salire a stropicciargli gli occhi increduli. Era proprio lei, non poteva crederci.
            La ragazza volse un’occhiata severa al colonnello: «Scusi, ma non mi piace essere definita “gallina dalle uova d’oro”. » disse, prima di accorgersi di colui che sarebbe stato il suo nuovo capo. Prima che potesse dire alcunché, Baker la anticipò con le presentazioni e, subito dopo, li invitò ad uscire in fretta dal suo ufficio, piccato dalla risposta di Levy. 
 
 
            Raggiunsero in fretta la sede dei soldati al comando di Gajeel e, non appena entrarono, furono accolti da occhiate cariche d’aspettativa. 
            «Gente, lei è Levy McGarden. Meglio che vi abituiate a lei, dato che è la nostra nuova stratega ed esperta di lingue morte, codici e quant’altro.» annunciò Gajeel, lasciando Levy con un timido sorriso e una mano sventolata a fare “ciao”. 
            La truppa non sembrò molto turbata dall’annuncio; l’accolse con un saluto all’unisono e la coinvolse subito nel lavoro, riempiendole la testa di pensieri, codici e strategie. 
            Gajeel la osservava lavorare poco distante. Un ghigno gli si dipinse sulla faccia, vedendo con quanto impegno e concentrazione stesse risolvendo quei rompicapi, vedendo come fosse felice di aiutare con la sua intelligenza e le sue doti di stratega. E poi, lui lo sapeva, lei si stava divertendo un mondo a decifrare tutti quei codici: l’ultima volta che l’aveva vista così felice era stata quando le aveva regalato un antico codice che aveva trovato in missione – Panther Lily aveva insinuato che fosse più per chi le aveva fatto il regalo, che non per l’oggetto, ma era stato liquidato con scetticismo – e che l’aveva tenuta impegnata per più di una settimana solo per comprendere in quale lingua fosse scritto. 
            
            Meno di un’ora dopo, un soldato si presentò in palestra con un plico di fogli. Gli riferì che quello era il risultato del lavoro della nuova arrivata e che conoscevano piani e posizione del bersaglio. «Signore, se mi posso permettere, da dove arriva la Signorina McGarden?»
            Gajeel si limitò a ghignare, questa volta soddisfatto. «Dall’ultimo posto che ti potresti immaginare.» fu la risposta evasiva del capitano. 
«Quindi immagino che la domanda sia come è arrivata al Concilio.» sussurrò il povero sottoposto.
 
Il giorno dopo la banda era stata sgominata. Un’irruzione al quartier generale aveva portato molte vittime tra i pesci piccoli e prigionieri che governavano la banda e la sua rete di scambi. 
Gajeel aveva chiamato Levy da parte, dopo che era uscita dall’ufficio di Baker per ricevere le sue congratulazioni per il prezioso aiuto. L’aveva portata nel bosco adiacente alla loro base operativa, un posto perfetto per qualsiasi cosa: dagli allenamenti alle passeggiate. 
«… dunque è stato semplice capire dove fossero nascosti.» finì di spiegare lei. Gajeel intanto la guardava, concentrato su ben altro che sulla recente missione. «Ma non è per questo che mi hai portata qui, no?» intuì Levy sedendosi poi su un masso lì vicino. Il suo sguardo era un’eloquente richiesta di spiegazioni che non tardarono ad arrivare.
«Come mai sei qui?» brusco e diretto, come era nel suo stile. Guardava però in tutt’altra direzione rispetto al volto della maga. Lei agitò le gambe, come a sgranchirsele, poi sospirò.
«Diciamo che alla libreria di Crocus mi annoiavo. Ho persino finito ogni volume di quel posto.» cominciò Levy, subito interrotta: «Sono passati solo due mesi!»
              «Lo so, ma non erano cose tanto complicate o interessanti. Poi un pomeriggio Baker è passato nel negozio, cercando un libro di cucina e, possibilmente, un bravo archivista; l’ho sentito borbottare come una pentola di fagioli, sai? Io mi sono proposta e dopo un paio di giorni, controllato il mio fascicolo, mi ha spostato alla tua unità.» raccontò. «Sinceramente ci speravo, era un po’ che sapevo del tuo ingresso al Concilio e mi era venuta voglia di rivederti.» 
             «Oh» fu l’unica risposta che ottenne da lui, ma non perse il sorriso. Levy cominciò a blaterare di che tipo di fascicoli il Consiglio disponesse su tutti loro e di come alcuni occupassero un’intera sezione dell’archivio. Era imbarazzata per quello che aveva detto e quindi aveva iniziato a dire cose inutili e a divagare. Pregò che qualche soldato giungesse da loro per spostare l’attenzione su uno dei casi, ma dato che ciò non avvenne, si trovò una scusa.
 
             «Credo che il fattorino si stia ammazzando con tutti i libri che gli ho fatto consegnare, mi sa che devo proprio andare!» disse recuperando in fretta la giacca. 
Quando fu lontana qualche passo, le parve di sentire Gajeel borbottare «Anche io», ma volle esserne sicura e chiedere conferma. Si voltò e, con un sorriso, gli chiese di ripetere.
Gajeel mise su una specie di broncio, subito sostituito dal suo abituale ghigno. «Se si sta ammazzando il fattorino, come puoi sollevarli tu, che sei un gamberetto, tutti quei libri?»
Levy gonfiò le guance, fintamente offesa, e gli diede un pugno sulla spalla. «Guarda che sono cresciuta!» e gli si affiancò, in modo che potesse constatare che oramai gli arrivava almeno alla spalla. 
             «Sì, certo.» le concesse. «Gamberetto.»
Levy gonfiò le guance un’altra volta. «Baka Gajeel.» poi sorrise, al pensiero che quello stupido drago le era mancato sul serio. E sì, anche a quello che aveva sentito benissimo la sua seconda risposta.

Tata's Corner
Buonsalve!
Allora, che dire? Innanzitutto, ringrazio Kore Flavia per il prompt, anche se l'ho fatta aspettare parecchio per questa... err, cosa, sì. E dire che a lei è piaciuta...
Anyway, spero sia piaciuta anche a voi e di tornare ad infestare questo fandom molto presto. Se poi vi piace come scrivo le mie boiate potreste mandarmi dei prompt o delle richieste particolari come mp o messaggio su Facebook qui o commentando nell'album apposta quiManco fossi una disperata.
Grazie a chi è giunto qui e a chi si spingerà fino a scrivere una recensione o a darmi su cui scrivere, in entrambi i casi verrete ringraziati pure dopo.
E...
Tata chiude.
   
 
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