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Autore: mughetto nella neve    07/11/2015    4 recensioni
"« Il tuo maestro » inizia con voce bassa, ricordando il viso rugoso di Dohko della Bilancia. « Il tuo maestro mi disse, una volta, che la morte è una porta - quando questa si chiude, un'altra si apre - e che la nostra vita si estende oltre i limiti del nostro corpo e prosegue in altre esistenze »"
[ Saint Seiya Ω | Genbu/Kiki | (accenni) Dohko/Shion ]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Altri, Aries Kiki, Aries Shion, Libra Dohko, Libra Genbu
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Autore: mughetto nella neve [ FB - AO3 ]
Fandom: Saint Seiya Ω
Personaggi: Aries Kiki, Libra Genbu; [citati] Aries Shion, Libra Dohko, Raki
Coppia: [accenni] Genbu/Kiki, Dohko/Shion
Generi: Malinconico, Sentimentale
avvertimenti generali: slash, spoiler!, what-if
avvertimento principale: missing-moment



 
Past lives couldn't ever hold me down
Lost love is sweeter when it's finally found


Kiki sta sdraiato sull’erba. Osserva i rami di olivo intrecciati fra loro a formare una raffinata maglia sopra la sua testa e respira profondamente. Pulisce la propria fronte dal sudore e chiude lentamente i proprio occhi.
 Fa caldo: è da poco passato mezzogiorno e forse avrebbe fatto meglio a seguire il buon senso e rimanere alla Prima Casa invece che riposare nel vecchio uliveto poco lontano dal Santuario. Genbu, però, aveva insistito particolarmente nel voler allontanarsi dal sacro luogo e, fattosi forza delle preghiere aggiuntive di Raki, era riuscito a dissuaderlo.
 La sua allieva va girovagando libera nel campo. Genbu le ha urlato di non allontanarsi troppo, mentendole circa la presenza di orchi nei dintorni; ma la bambina è scoppiata a ridere ed ha corso verso il muretto di mattoni essiccati al sole.
Kiki sente troppo caldo per provare a fare conversazione. I suoi indumenti vanno imbevendosi di sudore e aderiscono appiccicosi alla pelle. Passa per la seconda volta il proprio braccio sul viso e si trova improvvisamente a considerare come il colorito scuro delle foglie segni il lento deperimento della pianta secolare.
« Quest’albero sta morendo » parla d’improvviso. La sua voce è roca e stanca tanto da non sembrare neanche la sua. Passa la mano sulla gola e cerca di schiarirsela anche se è consapevole del fatto che l’altro lo abbia già compreso.
Genbu smette di seguire i movimenti di Raki sul muretto e si volta a guardare prima lui e poi l’albero. Sorride, quasi intenerito da simile constatazione: « Siamo tutti soggetti ad una lenta e fatale entropia »
Il cicalare degli insetti si fa più forte ed una brezza calda passa sull’oliveto accarezzando il torso nudo di Genbu, seduto a gambe incrociate sull’erba. Kiki chiude gli occhi e si bea di quell’attimo di comunione con la natura.
« Il tuo maestro » inizia con voce bassa, ricordando il viso rugoso di Dohko della Bilancia. « Il tuo maestro mi disse, una volta, che la morte è una porta - quando questa si chiude, un'altra si apre - e che la nostra vita si estende oltre i limiti del nostro corpo e prosegue in altre esistenze  »
D’improvviso apre gli occhi per osservare l’altro ed appare imbarazzato per ciò che ha detto. Teme che Genbu sia infastidito da simile argomento e vuole scusarsi quanto prima. Lo sguardo interessato che l’altro gli rivolge lo rassicura e lo spinge a rilassare i propri muscoli. Genbu fa schioccare le sue labbra: « Filosofia buddhista? »
Kiki scuote debolmente il capo e lentamente torna a sedere. La testa gira ma il suo sguardo si affretta ad individuare l’allieva d’improvviso arrampicata su un olivo di poco più lontano. Si rilassa un poco e resta ad osservarla.
« Credo fosse profondamente triste durante quell’occasione. Fu la prima ed unica volta in cui mi parlò del maestro del mio maestro » racconta con voce raddolcita traendo un lungo sospiro. « Mi disse che, per lui, immaginare il Paradiso consisteva nel configurare una porta che si apriva e - dietro di essa - trovare il Sommo Shion, ad attenderlo.»
Genbu chiude gli occhi ed il silenzio torna a regnare. Ascoltano entrambi il rumore del vento fra gli alberi ed entrambi vengono richiamati dal grido vittorioso di Raki, salita in cima all’olivo. Kiki le dedica un sorriso ma, contrariamente all’altro uomo, non ricambia il suo saluto.
Continua ad osservare la propria allieva e la perde di vista solo quando questa scende nella chioma dell’albero per tornare a toccare terra.
« Se questa porta dovesse esistere, io - » inizia con voce grave.
« Credo che non restiamo morti a lungo.» lo ferma l’altro, spingendo Kiki a prestargli attenzione. Gli occhi di Genbu brillano di un’improvvisa determinazione. « Credo che esista un altro mondo che ci attende, anche se non so dirti se questo sia migliore o peggiore di questo. »
Kiki alza debolmente il proprio sopracciglio, certo che ci sia altro che l’altro voglia dirti. Lo vede intrecciare le dita, alla ricerca delle giuste parole che possano ispirare il discorso che pare imbarazzarlo a tal punto da far diventare rosse le sue guance color caramello.
Genbu gli fa improvvisa tenerezza tanto che vorrebbe baciarlo e rotolarsi nell’erba come quando erano bambini. Kiki sorride e china la testa su un lato, imbarazzato da quei desideri così brucianti nel suo corpo.
« Io ti attenderò lì, Kiki. » parla ancora Genbu, passando la propria mano sulla guancia destra dell’altro uomo. Questi arrossisce un poco e non si nega a simile contatto. « Proprio come il Sommo Shion attendeva il mio maestro »
Le grida di Raki richiamano entrambi all’attenzione.
La bambina li raggiunge ansimante, sporca di terra e linfa degli alberi. Fra le mani regge ramoscelli d’ulivo legati assieme a formare delle semplici corone. Mostra orgogliosa il proprio lavoro ad entrambi gli uomini e immediatamente ne appoggia una sul capo del proprio maestro ridendo felice nel vederlo acconsentire a simile iniziativa. Genbu è il secondo a riceverla e anche lui, seppur con un po’ di goffaggine, accetta simile dono.
« Due principi! » dichiara felice e subito si ritira ridendo, tornando al muretto su cui dice di aver avvistato addirittura dei fiori ancora freschi. Kiki scuote la testa e torna ad osservare l’altro uomo che continua a toccarsi quel dono improvviso.
« Ha ragione, Genbu » scherza sistemandogli la corona di olivo con improvvisa cura. Scosta dal viso qualche ciuffo arancio e rimuove dai suoi capelli qualche foglia caduta. Torna a sorridergli: « Sembri proprio un principe »
Genbu prende le sue mani e le allontana dalla corona. Lo osserva in silenzio, preso da pensieri di cui Kiki non gli domanderà. Bacia delicatamente le sue dita pallide e le stringe un poco, intimorito dall’idea che possa sottrarsi d’improvviso e negargli quell’inspiegabile dolcezza. L’altro non gli domanda la motivazione di simile gesto: le sue orecchie vanno arrossandosi e, quando Genbu lo trascina giù, sul prato, non può negarsi un gemito sorpreso.
La brezza torna a soffiare tra i vecchi ed ormai abbandonati olivi del Santuario. Kiki bacia le labbra secche di Genbu mentre gli si stringe e Raki trova finalmente i fiori violetti che tanto andava cercando fra i mattoni seccati dal sole.
 
 
I've got the strangest feeling
This isn't our first time around

 

 
~Il Mughetto dice~
Grazie per letto questa piccola shot, assai delirante ed improvvisa che mi ha preso in tarda sera. Mi ero ripromessa di scrivere su altre coppie - magari più battute - ed invece mi trovo ancora a fantasticare su questa sfortunata coppia che tiene il mio cuore in un abisso di angst e malinconico fluff.
La Genbu/Kiki è una coppia che vive di congetture, in un iperuranio di scene mai sviluppate e di legami mai trattati. Mi piacciono tantissimo. Sono una delle mie OTP e spero che, leggendo questa shot, anche voi possiate valutare positivamente simile coppia. Ho voluto inserire leggeri riferimenti alla coppia Dohko/Shion perché si parlava di pecore e bilanciere … e come non citarli? Seriamente, parliamo di una coppia che io ritengo palese. Ciò che tiene assieme Dohko e Shion evade dai canoni di una comune amicizia. È un qualcosa di più sottile e fragile che, tuttavia, dura per duecento anni ed ha il suo drammatico epilogo nella Guerra Santa.
Questa canzone si ispira a “Past Lives” di BÖRNS. Ho adorato l’introduzione di questo brano ed immediatamente ho pensato al rapporto vita/morte che molto spesso corre in Saint Seiya. Credo che quella che Atena promuova con la sua Guerra Sacra sia, appunto, la reincarnazione - penso voglia dare agli esseri umani la possibilità di trovare la propria felicità in tutte le infinite vite che si mette loro a disposizione.
Questo non è il primo lavoro che pubblico circa il tema della reincarnazione. Prima di questo, c’è una breve shot di Haikyuu!! (
questa) in cui uno dei personaggi effettivamente ricordava cosa aveva fatto nella sua precedente vita e del suo legame con la persona con cui ha a che fare.
Forse perché sadicamente legata alla tradizione greca in cui Saint Seiya è imbevuta, né Kiki né Genbu ricorderanno di essere SEMPRE insieme - anche nelle loro future vite. Questo perché si diceva che le anime reincarnate bevessero dal fiume Lete e dimenticassero tutto ciò che hanno dimenticato.
A che senso dunque reincarnarsi se non ti ricordi un ciufolo della tua dolce metà e non sai dove cercarla? Beh, non lo so. Fatto sta che sia Shion che Genbu hanno atteso ( o attenderanno ) i loro amati oltre quella porta.
Grazie mille per aver letto questa shot e per aver prestato attenzione alle note!
Vi prego di lasciare una recensione se il tempo e la voglia vi sono favorevoli! Mi rendereste davvero felice! ~
  
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