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Autore: ghostking    08/11/2015    1 recensioni
Newtmas. ThomasXNewt.
Mi rendo conto che non è un gran che ma dovevo omaggiare una delle mie coppie preferite e quindi è uscito fuori questo brano! Spero vi possa piacere.
Dal testo:
-Vuoi sapere cosa fare?- chiese Minho
-Più o meno-
-Fatti due domande-
-Che?-
-Sveglia Newty, prima ti sorride e poi ti parla. Si sarà accorto della tua presenza no?-
Newt scosse la testa, seriamente era solo questa la risposta che Minho aveva da dargli?
-Se non mi credi, perché non guardi dall'altro lato della strada?-
Newt fece come l'amico gli aveva detto e quasi non gli prese
un colpo: Thomas lo stava guardando.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Teresa, Thomas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Invisible..
Respirava semplicemente, un piede dopo l'altro mentre si concentrava sul proprio respiro. Qualcuno lo stava chiamando, si girò. 
Minho gli sorrise come al solito e lo affiancò, iniziò a parlare, inizialmente Newt ci stette attento, ci provò per lo meno, poi però tutto quello che il moro disse si assottigliò fino a diventare un brusio di sottofondo confuso. Gli occhi di Newt si fissarono su un ragazzo.
Era dalla parte opposta della strada e rideva, stava scambiando delle parole con una ragazza mora, Teresa, un altro ragazzo si aggiunse a loro; capelli radi e viso schiacciato, Gally.
Li guardò, Newt.
Li guardò con desiderio di essere li, al fianco del ragazzo che stava continuando ad osservare, Thomas.
Sentì qualcuno dargli uno scossone. Era Minho che probabilmente si era accorto della disattenzione dell'amico.
-Dovresti smetterla- gli disse solo, Newt capiva perfettamente, Newt sapeva di doverla smettere ma semplicemente non ce la faceva.
Strinse le mani e poi le mise nelle tasche del suo lungho ed elegante cappotto, qualcosa di non proprio adatto ad un diciannovenne, ma a lui piaceva e lo indossava comunque.
-Sta zitto Minho- gli disse prima di distogliere lo sguardo da Thomas e riportare l'attenzione sulle parole del moro. 
L'altro lo guardò di sbieco, tacque per un po', ma quando varcarono il cancello di scuola ricominciò a parlare come una macchinetta.
Newt e Minho presero posto ai soliti banchi, tirarono fuori le proprie cose e iniziarono a seguire svogliatamente la lezione.
Newt riuscì a tenere la concentrazione più dell'altro, che era già con la testa sul banco a sperare che la giornata finisse presto. Il biondo prese un paio di appunti, cercando di impegare la mente su altro che non sia Thomas. Ci riuscì per una; due; tre ore; alla quarta crollò e spostò lo sguardo fuori dalla finestra, si fermò ad osservare l'ondeggiare delle foglie scosse dal vento, prestò attenzione ad un paio di pettirossi che si erano appolliati su un ramo 
ben distante dalla finestra della classe. La voce gracchiante della professoressa svegliò di colpo Newt e un secondo dopo si ritrovò fuori dall'aula.
Era la quarta volta che capita in una settimana, avrebbe dovuto smetterla, proprio come aveva detto Minho, ma lui non aveva intenzione di farlo.
Con passo cadenzato arrivò davanti una macchinetta, inserì due monetine e pigiò qualcosa a caso sul tasierino, la spirale di metallo degli M&M si mosse, lasciandone cadere un pacchetto, Newt si accucciò e lo prese dalla fessura sotto la macchinetta, gli era andata bene, poteva capitargli un pacchetto di gomme.Lo aprì e se ne mise uno in bocca, buttò giu e si voltò quando sentì dei passi arrivare nella sua direzione.
Thomas passeggiava tranquillo e gli rivolse un sorriso quando lo vide, sempre di buon umore, Newt si chiedeva come facesse. Il ragazzo comunque non lo raggiunse e si bloccò davanti al distributore da dove erano caduti gli M&M del ragazzo biondo, schiacciò i pulsanti e si chinò, tirò fuori una bottiglia di Coca Cola e senza voltarsi verso di Newt se ne andò.
Intanto l'altro era rimasto fermo, paralizzato dall'imbarazzo, nella testa solo il sorriso del ragazzo, era la prima volta in due anni che Thomas si accorgeva di lui. Newt aveva voglia di saltare ma rimase fermo, con il pacchetto di plastica in mano.
Suonò la campanella, la giornata era finalmente finita e il desiderio di Minho si era finalmente avverato. Newt camminò veloce, tanto che sentì l'amico chiamarlo ancora e ancora. Si bloccò e si voltò, scuotendo la testa.
-Scusa- disse quando Minho lo raggiunse
-Ma che hai oggi?- chiese passandosi la mano tra i capelli, il biondo non sapeva come rispondere, e con lo sguardo fisso in avanti tirò fuori qualche parola biascicata
-Mi ha guardato- Minho si bloccò, facendo bloccare anche Newt, poi entrambi ripresero a camminare
-Capisco-
Non aggiunsero altro, non c'era nulla da aggiungere in effetti, Minho aveva capito, non serviva sprecare tempo a parlare.
Il resto del tragitto lo passarono in silenzio assoluto, poi si fermarono, si guardarono
-A domani Newt-
-A domani Minho-
Si lasciarono così, ognuno prense una strada diversa e si separarono.Newt cacciò fuori dalla sua tasca il telefono e un paio di cuffiette, le guardò per un attimo ma poi le rimise dentro, niente musica, voleva ascoltare il suono del vento.
Il suo cappotto iniziò a svolazzare a causa del suo passo svelto, il ciuffo biondo era tirato all'indietro e le mani stavano rigorosamente in tasca.
Mentre lo sguardo vagava davanti ai suoi piedi gli venne un'idea. Affrettò il passo ed arrivò a casa, salì in camera rapido e si tolse il cappotto, si cambiò in fretta, indossando un maglione largo e una tuta grigia (di quelle aderenti ma non troppo). Prese una sciarpa e se la avvolse intorno al collo, poi si infilò un giacchetto nero e in fretta tornò al piano inferiore, da una stanza tirò fuori la sua chitarra e se la mise in spalla urlando qualcosa
-Mamma esco, a dopo- non rimase tanto a lungo da sentire la risposta e quindi uscì, strofinando le mani tra di loro; per poi scaldarle con il fiato.
Dopo un po' arrivò davanti ad un parco, era quasi vuoto e quella desolazione lo fece quasi sorridere.
Non amava avere compagnia quando suonava lì.
Entrò nel parco aggiustando la chitarra in spalla, si guardò intorno e gli alberi pieni di foglie castane lo riempirono di qualcosa, qualcosa di bello che Newt non sapeva definire.Si sistemò su una panchina non visibile dall'entrata e tirò fuori la chitarra dal fodero, se la sistemò sulle gambe e iniziò a strimpellare qualcosa. Quando fu sicuro di aver scaldato le mani iniziò a suonare seriamente, una canzone sentita da YouTube in cui si rispecchiava molto.
 
Another day of painted walls and football on the TV
No one sees me
I fade away, lost inside a memory of someone's life
It wasn't mine

I was already missing before the night I left
Just me and my shadow and all of my regrets
Who am I? Who am I when I don't know myself?
Who am I? Who am I? Invisible

Wasted days, dreaming of the times I know I can't get 

back
It seems I just lost track
Looking on as all of life's colours seem to fade to grey
I just walked away

I was already missing before the night I left
Just me and your shadow and all of my regrets
Who am I? Who am I when I don't know myself?
Who am I? Who am I? Invisible
Who am I? Who am I when I don't know myself?
Who am I? Who am I? Invisible
Who am I? Who am I when I don't know myself?
Who am I? Who am I? Invisible

Another day, the walls are built to keep me safe
I can't escape, it's too late

Newt tenne gli occhi chiusi tutto il tempo e quando finì di suonare; quando la sua voce smise di cantare; sentì qualcuno battere le mani, sbarrò gli occhi e per poco non svenne.
-Sei bravo- asserì il ragazzo sfoderando un sorriso magnifico.
Newt lo guardò, incredulo. Pensava di aver dimenticato come si respirava o come si parlava.
Thomas era davanti a lui e gli stava parlando, sbatté le palpebre per esserne sicuro.
Si, era proprio li.
-Tutto bene?- chiese Thomas avvicinandosi poco al biondo, Newt sentì la gola farsi secca, le parole non volevano uscire e un fremito gli percorse la schiena facendogli venire la pelle d'oca. Newt abbassò lo sguardo incapace di proferire parola.
Sentì le foglie scrocchiare sotto i piedi di Thomas, che si avvicinava sempre di più, facendo sentire Newt come compresso in una scatola. Sentiva gli spazi attorno a lui restringersi e quasi gli mancava l'aria. 
Improvvisamente prese una boccata d'aria inarcando la schiena, non si sentiva bene, per niente.
-Qualcosa non va?- disse Thomas sedendosi affianco a lui e mettendogli una mano sulla schiena
-Stai peggiorando le cose- avrebbe voluto dirgli Newt, ma non uscì alcun suono dalle sue labbra.
Strizzò gli occhi e cercò di calmarsi.
Rimasero così per quasi cinque minuti, poi Newt aprì gli occhi e buttò fuori un lungo sospiro
-Scusa, non mi sentivo molto bene- sussurrò appena, imbarazzato dalla situazione
-Ora è tutto okay?- 
-Si, grazie-
Silenzio. 
-Da quanto suoni?- Newt rimase spiazzato. Thomas stava cercando di conversare? Dov'era stato per tutto quel tempo? Perché proprio ora?
Newt sospirò e scrollò le spalle
-Ho iniziato da piccolo- tagliò corto, non aveva voglia di dire la cosa sbagliata. Thomas levò la mano dalla sua schiena e il ragazzo la riaddrizzò, un po' sollevato e un po' dispiaciuto.
-Posso?- chiese guardando il biondo negli occhi, Newt annuì e gli passò la chitarra, infilò le mani in tasca e sprofondò con il viso nella sciarpa, aspettando una qualsiasi mossa da parte di Thomas.
L'altro si sistemò l'acustica sulle gambe e iniziò a suonare. Era una canzone che Newt aveva già sentito tante, troppe volte, però suonata da lui è diversa. Newt iniziò a sussurrare le parole, Thomas alzò lo sguardo, giusto il tempo di sorridergli. Il ragazzo perse un battito, stava forse sognando?
Thomas si bloccò, smettendo di suonare, ma Newt non se ne accorse e continuò a canticchiare sottovoce quella canzone. Thomas lo guardò con la coda dell'occhio, Newt aveva lo sguardo basso e socchiuso, le labbra si muovevano contro la sciarpa e quando il testo finì si rese finalmente conto che la musica era cessata ormai da tempo. 
Arrossì fino alla punta delle orecchie.
Si alzò di scatto e prese la chitarra dalle mani di Thomas.
-Stupido- si rimproverò stringendo il labbro inferiore tra i denti
-Che succede?- domandò ingenuamente Thomas
-E me lo chiedi pure?- avrebbe voluto dire Newt. Thomas inarcò le sopracciglia e tutto si fermò.
-E perché non dovrei chiedertelo?- 
Il cervello del biondo si ghiacciò, non lo aveva solo pensato, lo aveva detto, aveva mosso le labbra ed aveva dato voce hai suoi pensieri.
-Scusami, cancella ciò che ho detto- Newt afferrò il fodero della chitarra e tirò su la zip, chiudendola al suo interno.
-Allora rispondimi in altro modo- disse incalzante Thomas, sistemando le mani nelle tasche del giacchetto ed alzandosi
-Non succede nulla, devo andare- sputò Newt girandosi -Ci vediamo-
Sentì uno scalpiccio di piedi alle sue spalle e poi un leggero dolore al polso. Thomas lo fece girare, continuando a stringergli il braccio.
-Almeno dimmi come ti chiami-
-Newt- sussurrò, alzando lo sguardo dalla mano con cui Thomas lo stava stringendo ai suoi occhi. Erano così belli e profondi, scuri e color cioccolata.
Newt sentì le gambe farsi molli ma resistette. Si inumidì le labbra, notando che a quel movimento lo sguardo di Thomas era saettato sulla sua bocca. Un rossore evidente si fece spazio sul suo viso e un piacevole pizzicorio sul basso ventre lo fece rabbrividire.
Thomas accennò un sorriso, sembrava divertito. 
Newt ritrasse il braccio, liberandosi dalla stretta del ragazzo.
-Non vuoi sapere il mio nome?- domandò improvvisamente
-Lo so gia- si lasciò sfuggire Newt, un altro sorriso si fece strada sulle labbra di Thomas. "Dannato" pensò il biondo infilzando l'unghia del pollice nel polpastrello dell'indice.
-Come mai?- chiese
-Siamo nella stessa scuola, ti ho sentito nominare- inventò Newt
-Va bene- Thomas abbassò la testa -Allora ci vediamo a scuola, Newt- lo sorpassò dirigendosi verso l'uscita del parco. 
E questo cos'era? Che razza di situazione, pensò Newt mentre lo guardava allontanarsi.

Newt era tornato a casa, si era steso sul letto a guardare il soffitto, con i pensieri che vorticavano nella testa. Dovrebbe dormire.
Gia, dovrebbe.
Si infilò sotto le coperte e spense la luce, cercando di liberare la mente.
Dopo mezz'ora passata a rigirarsi nel letto finalmente si addormentò.

Sentì un suono insopportabile trapanargli le orecchie, fece scivolare un braccio fuori dalle coperte e afferrò la sveglia spegnendola, se la trascinò davanti agli occhi appannati dal sonno e lesse i numeretti scritti in rosso sul display "7:00". Sbuffò e la ripose sul comodino, non aveva voglia di alzarsi, soprattutto dopo quello che era successo il giorno prima, ma lo fece ugualmente.
Dopo mezz'ora era pronto, scese in cucina ed afferrò un cornetto dalla tavola. Non aveva voglia di fare colazione a casa, ma aveva stranamente voglia di parlare con Minho. Con lo zaino in spalla uscì di casa dirigendosi verso scuola. Arrivato al solito bivio si fermò ed aspettare l'amico. Appena finito il cornetto il ragazzo gli picchiettò la spalla
-'Giorno raggio di sole- scherzò Minho
-'Giorno Minho- rispose Newt arricciando il naso per il freddo -Ieri è successo qualcosa. Non so bene cosa però- si fermò un attimo prima di completare la frase -Riguarda Thomas- aggiunse alla fine, con tono atono.
Minho lo guardò sbigottito
-Spara- 
-Mi ha sentito cantare, mi ha visto mentre suonavo al parco- Minho non fiatò, aspettando pazientemente che tutto il racconto uscisse fuori -Mi ha detto che sono bravo- sospirò imbarazzato -Ad un certo punto ha preso la mia chitarra ed ha iniziato a suonare. Le parole mi sono venute fuori da sole ed ho iniziato a canticchiare. Se ci fossi stato mi avresti preso in giro per sempre- asserì sorridendo, Minho ridacchiò un po', ma non parlò, sapeva che c'era dell'altro
-Il fatto è che a metà canzone si è bloccato, ma ovviamente non me ne sono accorto ed ho continuato a cantare, facendo la figura dello stupido- una nota di sconforto accompagnò l'ultima frase -Sono scattato in piedi e ho fatto per andarmene, ma lui mi ha bloccato e mi ha fatto voltare, chiedendo come mi chiamassi. Io ho risposto e quando sarebbe dovuto essere il mio turno di chiedergli il suo di nome, sono stato zitto. Mi ha domandato perché non glielo avessi chiesto e ...- Newt voleva finire la frase tanto quanto voleva svegliarsi quella mattina, ma lo fece ugualmente -E ho pensato bene di dirgli che già lo sapevo- a quel punto Minho scoppiò in una risata che non infastidì troppo Newt, sapeva anche lui che era divertente da sentire.
-Vuoi sapere cosa fare?- chiese Minho
-Più o meno-
-Fatti due domande-
-Che?-
-Sveglia Newty, prima ti sorride e poi ti parla. Si sarà accorto della tua presenza no?-
Newt scosse la testa, seriamente era solo questa la risposta che Minho aveva da dargli?
-Se non mi credi, perché non guardi dall'altro lato della strada?-
Newt fece come l'amico gli aveva detto e quasi non gli prese un colpo: Thomas lo stava guardando. Appena Newt si voltò Thomas alzò la mano per salutarlo e gli sorrise, il biondo ricambiò alzando una mano, per poi voltarsi imbarazzato.
-Che ti avevo detto?- chiese l'asiatico con un'espressione vittoriosa in volto
-E taci- rispose Newt dandogli una botta dietro la nuca con la mano.La giornata passò lentamente ma fortunatamente Newt riuscì a non farsi sbattere fuori dall'aula.
All'uscita prense una strada alternativa, salutando Minho davanti al cancello di scuola. Non voleva tornare subito a casa, aveva voglia di prendersi del tempo per se.
Camminò piano sulla discesa della via principale e il chiacchericcio delle persone diventò un sottofondo stranamente piacevole quel giorno. Newt stava ben attento ad ogni rumore mentre cammina, stava attento a tutte le sensazioni che poteva provare: il freddo che gli consumava le ossa si posò anche sulle sue guance, facendole arrossare; le sue orecchie ascoltavano distrattamente i discorsi che chi era attorno a lui faceva; i piedi sbattevano contro l'asfalto, facendogli male e le mani penzolavano nelle tasche come al solito; infreddolite e bianchicce.
Dopo una lunga passeggiata senza meta, Newt si fermò davanti ad un caffé. Uno di quelli con l'insegna elegante e l'interno in vecchio stile,con gli sgabelli di legno scuro e i cuscini verdi e consumati. Il biondo spinse la porta a vetri ed entrò, sentendo un buon odore pizzicargli le narici.
Newt si sentì a casa, si sentì stranamente a suo agio e si chiese come aveva fatto a non notare prima quel locale.
Diede uno sguardo generale, c'erano poche persone e tutte erano silenziose. Una ragazza dell'aria tranquilla stava dietro al bancone, con in mano un bicchiere ed un panno bianco, quando lo vide entrare gli rivolse un sorriso cordiale ma sincero, Newt ricambiò e prese posto ad un tavolo interno al locale. Seguì con lo sguardo la barista muoversi da dov'era fino alla sua postazione, lo raggiunse e tirò fuori un taccuino
-Desidera?- chiese gentile
-Un cappuccino e un cornetto alla marmellata, grazie- disse Newt cercando di trasmetterle la stessa calma che la dipendente era in grado di trasmettere a lui
-Arrivano subito- concluse sistemandosi una ciocca di capelli sfuggita alla coda. Si allontanò dal tavolo tornando dietro al bancone, passando l'ordine ad una seconda ragazza spuntata probabilmente dal retrobottega.
Newt si tolse lo zaino dalle spalle e lo posò al suo fianco, posizionò le mani sopra il legno del tavolo e le iniziò a scrutare, le osservò così tanto attentamente che solo dopo un colpo di tosse si rese conto di non essere solo. Alzò lo sguardo e con suo stupore incontrò gli occhi di Thomas, che lo guardavano attenti
-Ehy- disse tranquillamente
-E-ehy- balbettò Newt imbarazzato -Che coincidenza-
-Già- 
-Sembra quasi che tu mi segua- azzardò Newt
-Forse è così- sorrise Thomas, spostando lo sguardo dal ragazzo alla cameriera che stava venendo verso il loro tavolo. Newt non sapendo cosa rispondere decise che forse era meglio non dire nulla, così si limitò a far cadere la conversazione.
-Ciao Tom, il solito?- chiese la ragazza posando il vassoio sul tavolo
-Si grazie- sorrise
-Vengo qui spesso sai?- disse rivolto a Newt
-Ho notato- risponse il biondo fingendo disinteresse
-E' la prima volta che vieni qui vero?- insistette Thomas, Newt annuì
-Non mi ero mai accorto di questo locale, è proprio il tipo di ambiente che cercavo- disse aprendo una bustina di zucchero per poterla versare nel cappuccino
-E' molto carino in effetti, strano che tu non lo abbia mai visto-
-Già- Newt lasciò cadere ancora una volta la conversazione. Stettero in silenzio per un po', poi fu proprio Newt a riprendere a parlare.
-Invece tu non vai spesso al parco vero?- Thomas sembrò spiazzato, non si aspettava evidentemente una qualsiasi interazione da parte di Newt
-Già, è da poco che mi sono interessato a quel posto. Ci vai abitualmente?-
-Si, da ormai tre anni, è perfetto per stare tranquilli.- avvicinò la tazza alle labbra e prese un sorso di latte bollente -Cosa ti ha spinto ad incuriosirti a quel parco?- domandò, Thomas non rispose, Newt pensò di non essere stato sentito
-Mi hai sentito?- chiese alzando gli occhi sul ragazzo
-Si, è che non voglio rispondere, per lo meno, non ora- Newt alzò un sopracciglio
-Okay-
-Non sei nemmeno un po' curioso?- chiede Thomas
-Si- ammise Newt -Ma se non vuoi dirmelo non posso farci nulla, non ci conosciamo nemmeno-
Thomas allungò la mano
-Piacere, Thomas Stilinski- Newt lo guardò stranito, poi afferrò la sua mano
-Newt Highmore- disse stringendogliela
-Ora che ci conosciamo puoi richiedermelo-
-Sei serio?-
-Serissimo-
-Oh ma dai! Non puoi esserlo davvero-
-Lo sono eccome- sorrise innocentemente
-Okay, non mi farò altre domande. Comunque, come mai frequenti il parco?-
-Perché ci va una persona che mi incuriosisce- Newt si fermò con la tazza a mezz'aria
-Ma ci vado solo io, non ho mai visto nessun altro, oltre ai bambini si intende-
-Appunto- Newt rischiò di sputare tutto il latte che stava mandando giù. Diventò rosso per l'imbarazzo e notò l'ennesimo sorriso soddisdfatto sulla faccia di Thomas
-Beh, io devo proprio andare- disse l'altro alzandosi
-No ehi aspetta, ma che stai dicendo?- Newt era sconvolto
-Devo andare, ci vediamo domani a scuola- sorrise e poi si affrettò a raggiungere il bancone. Newt non sapeva cosa fare, sentiva un nodo allo stomaco e il viso in fiamme. La testa non riusciva a fargli fare dei pensieri che avessero un filo logico. Nulla aveva senso.
Era rimasto a guardare Thomas, mentre afferrava un pacchetto bianco sopra al bancone e si dirigeva verso l'uscita.
-Wow- mormorò sbattendo le palpebre, non credeva a quello che aveva appena sentito.
Finì in fretta il suo cappuccino ed afferò il mezzo cornetto che gli era rimasto da mangiare, uscì di gran carriera dal locale e prese il telefono dalla tasca.
-Pronto?-
-Minho sono Newt. Dobbiamo parlare, ora- riattaccò senza pensarci, che idiota. Stava per richiamarlo quando lo schermo si illuminò, il biondo pigiò l'icona verde su touchscreen
-Genio dove ci vediamo?- chiese Minho con il suo solito tono di voce ironico
-A casa tua tra una ventina di minuti?-
-Andata- rispose e subito dopo riagganciò. Newt strizzò gli occhi e riprese a camminare a passo sostenuto verso casa dell'amico.

Arrivato li gli spiegò tutto quello che era successo, torturandosi le mani durante tutto il racconto ed evitando il suo sguardo ogni volta che poteva.
-Wow amico, non sembri messo bene- questo era stato il commento dell'asiato alle parole di Newt, un po' deludente in effetti.
-Quindi?- chiese grattandosi il sopracciglio
-Quindi cosa?- domandò il moro
-Un giudizio su quello che ti ho appena detto mi farebbe comodo- Newt fece sarcasmo, rivolgendogli un'occhiata annoiata 
-E' complicato, quel ragazzo è decisamente complicato- affermò sistemandosi il ciuffo -Sinceramente non saprei cosa dirti, è ovvio che sia tu la persona misteriosa del parco, ma non ho idea del perché sia spuntato ora con tutte queste cose ad incasinarti la mente- fece spallucce, Newt si gettò sul letto con il viso tra le mani, chiaro segno di disperazione. Stettero in silenzio, poi Minho parlò
-Vuoi un thè?- 
-Si, grazie-
-Scendo a prepararlo, tu pensa-
-Come se non l'avessi già fatto- sbuffò allargando le braccia. Aveva la testa in subbuglio, ed era tutta colpa di Thomas, come al solito.
Chiuse gli occhi e respirò profondamente, doveva pensare lucidamente e senza fretta. Perché quel ragazzo, dopo anni di attenzioni da parte di Newt, era uscito allo scoperto 
proprio ora? E cosa più importante, adesso era interessato a lui? Il biondo non sapeva cosa aveva fatto per scaturire il suo interesse, non che gli dispiacesse, anzi, finalmente l'unica persona che gli fosse mai piaciuta si era accorta della sua presenza, ma non riusciva a giungere ad un perché.
Forse gli erano arrivate delle voci, forse aveva intuito qualcosa dalle continue occhiate che Newt gli rivolgeva quando erano in giardino o per strada, o forse nulla di tutto quello a cui il biondo stava pensando.
Era confuso, confuso e anche arrabbiato. Dopo anni di silenzio appariva come se fosse stato lui ad averlo aspettato per tutto quel tempo. Il flusso dei suoi pensieri si interruppe quando Minho chiuse la porta dietro di se. 
Aveva un vassoio in mano e due tazze fumanti c'erano appoggiate sopra, quel thè aveva davvero un bell'aspetto.
-Tieni- gliene porse una, Newt accennò un sorriso -Sei riuscito a tirare fuori una possibile spiegazione?- chiese sistemandosi sulla sedia girevole affianco alla scrivania
-Forse, diciamo che ho solo un paio di ipotesi, ma non penso che siano plausibili- affermò con un tono di voce distaccato, quasi disinteressato -Tu c'hai pensato?-
-Ne ho pensate un paio anche io in effetti- portò la tazza alla bocca e bevve, poi continuò -Non potrebbe essere che stia sviluppando un interesse nei tuoi confronti senza un motivo apparente? Insomma, a scuola ci sono moltissime persone e neanche io le conosco tutte, alcune non le ho  mai viste, forse lui si è appena accorto che ci sei anche tu in tutta quella gente- Newt ascoltò ogni singola parola, inizialmente gettò subito quell'ipotesi nel cestino, ma poi la riprese e la esaminò, in effetti aveva un senso, anche lui come Minho non aveva mai visto alcuni volti nella scuola, perché non prendere in considerazione l'idea che Thomas l'avesse appena notato?
Newt annuì sorseggiando il thè
-Sai Minho, potrebbe essere- gli rivolse uno sguardo -Anche se accetto con riluttanza questa opzione, vorrei che ci fosse un valido motivo-
-A me non sembra poco valido, anzi. Significa che ti ha notato e si è iniziato ad informare su di te, hai fatto colpo insomma- sorrise stupidamente il moro, come per prenderlo in giro
-Sarà, potremmo anche sbagliarci, quindi lasceremo che il tempo ci dia delle risposte assieme a Thomas- sollevò le spalle finendo il suo thè in silenzio. Minho lo imitò e quando ebbe finito ripose la tazza sul vassoio
-Ora che vuoi fare?-
-Mi comporterò come ho sempre fatto, ne più ne meno. Sarà lui a dover fare le prossime mosse- disse alzandosi. Posò a sua volta la tazza sul vassoio e si mise la mani in tasca
-Penso che dovrei andare- sorrise dondolando sui talloni
-Va bene, qualsiasi cosa chiama- Newt annuì poco convinto
-Grazie, Minho. Per avermi ascoltato, sei un amico- il ragazzo sorrise e poi gli mise la mano stretta a pungno sulla testa, iniziando a sfregarla
-Sta zitto spilungone, gli amici servono a questo no?- il ragazzo si piegò portandosi le mani a protezione della nuca
-Si si okay ma ora sta fermo- rise brevemente scuotendo il capo -Ci vediamo a scuola-
-Ci si vede- rispose guardandolo sparire dietro la porta della sua cameretta.
Newt uscì da casa di Minho con le mani nelle tasche dei 
jeans scuri, affrettò il passo e si diresse verso la propria casa, frettoloso di arrivare sul suo divano per rilassarsi e smettere di pensare. 
Era ormai a metà strada, quando qualcuno gli urtò la spalla, Newt se la massaggiò e si girò per guardare chi lo aveva spinto, quando realizzò chi era il cuore gli schizzò in gola.
-Ehy Newt- sorrise
-Thomas?-
-Si beh, mi chiamo così. Qualcosa non va?- aggrottò le sopracciglia, notando l'espressione sorpresa dipinta sul volto del ragazzo che aveva davanti
-No niente, è solo strano vederti da queste parti- spiegò 
-Oh beh, sono qui per caso. Stavo passeggiando ma mi sono fatto prendere la mano ed eccomi qua, tu invece che ci fai qui?-
-Ci abito- 
-Ah, dove?- chiese curioso Thomas avvicinandosi, Newt prese un respiro, sperando di non svenire
-Poco più avanti- indicò la strada davanti a se, poi si rigirò verso di lui e con coraggio avanzò una strana proposta -Ti va se vengo con te? Non ho voglia di tornare a casa- mentì spudoratamente, l'unica cosa che realmente voleva in quel momento era di rincasare, ma il desiderio di ottenere delle risposte superava di gran lunga qualsiasi altra cosa, quindi decise di mettere da parte vergogna e stanchezza.
-Per me va bene- Thomas sorrise e piegò le labbra in qualcosa che al biondo sembrò un sorriso di sollievo, come quello che qualcuno assume quando sente che il pericolo è stato superato e la pace sta arrivando.
Newt ebbe un fremito e poi lo affiancò
-Andiamo?- chiese arrossendo leggermente e abbassando la testa, sperando che il suo corpo non lo tradisse ancora
-Andiamo- ripeté Thomas iniziando a camminare. 
Che il gioco abbia inizio, pensò il biondo leccandosi le labbra.

-Allora- disse con tono incalzante Newt -Ora puoi dirmi come mai vai al parco?- 
-Ci stai ancora pensando? Davvero non ci sei arrivato?- Newt scosse la testa scuotendo le spalle
-Ci vado solo io li- esordì allargando le braccia
-Ripeto ciò che ho già detto: appunto- Thomas sorrise beffardo - E poi perché ti interessa tanto?-
-Ehy amico, quello è il mio posto speciale, non posso permettere che venga contaminato- scherzò il biondo sorridendo, il moro si voltò verso di lui e sorrise
-Davvero?-
-Davvero cosa?-
-E' il tuo posto speciale?-
-Mi rendo conto che sembra una sciocchezza, ma si, lo è- sospirò e gli rivolse un'occhiata veloce
-Non penso sia stupido- disse calciando un sassolino
-Allora bene così- 
Tra i due cadde un silenzio quasi soprannaturale, poi Newt riprese a parlare
-Mi vuoi dare una risposta decente?-
-Non voglio credere al fatto che tu sia così stupido- scherzò Thomas arricciando il naso -Non è ovvio?-
-Non è ovvio per niente- Newt alzò le spalle con fare scocciato, si era stancato di girarci intorno
-Allora te lo dirò direttamente- il ragazzo rallentò il passo e a Newt il cuore si fermò in gola, il respiro gli mancava e sentiva il viso pronto a colorarglisi di un porpora intenso. Thomas prese una grande boccata d'aria e a quel punto si fermò, puntando i piedi a terra e aspettando che Newt facesse lo stesso, il biondo si voltò infilando una mano in tasca e strofinandosi il labbro superiore con l'altra
-Ci vado per te- Thomas pronunciò quelle quattro parole come se niente fosse, non preoccupandosi di quello che sarebbe potuto accadere nella testa di Newt. Il biondo lo guardò senza cambiare espressione, rimanendo impassibile. Non mostrò ne gioia ne stupore, solo perplessità. 
Pensava di non aver capito bene.
Thomas agitò la mano davanti al suo viso
-Tutto bene?- chiese abbassando un sopracciglio e alzando l'altro
-Si- balbettò Newt -Potresti ripetere?-
-Devo per forza?-
-Si-
-Okay- ritrasse la mano -Ci vado per te- repeté abbassando il capo nervosamente, chiaramente imbarazzato. Newt non poteva crederci, era davvero questa la sua risposta? Dopo così tanto tempo finalmente Thomas si era accorto di lui in 
quel senso? Si strofinò le mani sul viso, cercando di dare una spiegazione logica a quello che era appena accaduto, poi un pensiero gli attraversò la mente, fulmineo
-Mi stai prendendo in giro- Thomas inclinò la testa confuso
-Scusa?-
-E' uno stupido scherzo, ma certo! Chi te lo ha detto?- il moro assunse un'espressione perplessa
-Ma cosa dici?!-
-Vorresti dirmi che dovrei crederti? Chi te l'ha detto? Teresa? Gally? Probabilmente Teresa, è una ragazza, insomma le ragazze si accorgono di certe cose- si sistemò il ciuffo all'indietro e fece mezzo giro su se stesso, parlando velocemente
-Teresa? Perché la conosci?- Thomas era chiaramente disorientato, non capiva una sola parola di quello che stava dicendo Newt -E poi cosa avrebbe dovuto dirmi?- domandò riflettendo sulle sue parole
-Thomas non cadere dalle nuvole! Offendi la mia intelligenza. Che mi piaci ecco cosa! Vorresti dirmi che ora, tutto di un tratto ti sei accorto della mia inutile presenza?- Newt sbottò, alzando notevolmente il tono della voce, avanzò verso il ragazzo con lo stomaco che ribolliva, ma si arrestò immediatamente quando si rese conto di ciò che aveva detto: si era appena dichiarato.
Thomas spalancò di poco gli occhi, arrossendo vistosamente
-P-potresti ripetere?- domandò sussurrando, tanto che Newt fece fatica a capire cosa avesse detto
-Devo ripetertelo? Così che tu possa umiliarmi meglio? Bene!- alzò le braccia pieno di rabbia -Mi piaci stronzo!- urlò esausto. Le orecchie gli fischiavano e sentiva la testa girare, il suo sogno si era trasformato in un incubo.
-Wow- fu l'unico commento che Thomas riuscì a formulare, poi sorrise, lasciando comparire un'espressione di stupore sul viso del biondo
-Ora che hai da sorridere?-
-E' che non ti facevo così- rise il moro, dimezzando la distanza tra di loro
-Come mi facevi allora?- domandò irritato 
-Più timido- sorrise ancora Thomas, portando le mani sui fianchi -Quindi, ti piaccio?- domandò
-Si, vuoi che ti faccia una registrazione?-
-Forse- ridacchiò divertito, ma che aveva nel cervello?
-Ma smettila- Newt sbuffò e cominciò a camminare, sorpassandolo
-Ora dove vai?- chiese Thomas voltandosi verso di lui
-Ovunque tu non ci sia- 
-E se ti dicessi che anche a me piaci?- urlò quasi, facendo bloccare Newt
-E se ti dicessi che non ti credo?- chiese rimanendo di spalle. Non ebbe subito una risposta, sentì solo dei passi raggiungerlo
-E se ti dicessi che dovresti?- sussurrò Thomas facendolo girare lentamente
-Non penso che potrei- sputò Newt, deglutendo a vuoto per l'imbarazzo
-Io dico di si- il moro piegò le labbra in un sorriso e con un gesto le portò su quelle di Newt, facendolo rabbrividire.
Le mani di Thomas furono sulle sue guance fredde e candide, facendolo avvicinare a se sempre di più. Gli occhi del biondo si chiusero e tutto il nervosismo che fino a quel momento aveva occupato il suo corpo svanì, strisciando via dalla sua mente. Quando fu più tranquillo assecondò i movimenti di Thomas, sfiorandogli i fianchi con le mani. Le labbra di Newt si schiusero piano, senza fretta, mantenendo un certo livello di castità nel bacio, nel suo primo bacio, per l'esattezza. Per lui era un momento dolce, pieno di sentimento, che aveva aspettato per molto; forse troppo e quando finì, facendoli allontanare, sentì un nodo formarsi all'altezza del petto.
-Adesso potresti credermi?- bisbigliò Thomas spostando le mani sulle sue spalle
-Potrei- soffiò Newt, con il cuore che batteva forte e il respiro smezzato
-E' un inizio- sorrise l'altro carezzandogli l'attaccatura del collo con il pollice
-Già, lo è-  Newt rise timidamente, stringendolo in un abbraccio. Tutti i suoi pensieri si erano dissolti e non gli importava raggrupparli nuovamente, non in quel momento almeno, voleva solo assaporare l'attimo.
Sorrise a labbra chiuse, affondando il viso nell'incavo del colllo di Thomas, "E' qui che voglio stare", pensò stringendolo a se e continuando a sorridere. 





 

  
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