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Autore: Ubriacarsidiparole    08/11/2015    1 recensioni
"Mi dicevo che non ero pazza. Mi dicevo che non era stata colpa mia. Ma sapevo che non era così. Sapevo di sbagliarmi."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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Mi veniva da ridere, una di quelle risate isteriche, con i denti tutti in mostra e la gola aperta, per far uscire suoni striduli e acuti.
Mi veniva da piangere, perché iniziavo ad avere anche le allucinazioni, un’altra conferma della mia follia.
Ma continuai a fissarlo con gli occhi dilatati e la bocca serrata, per non permetterle di dire sciocchezze, che avrebbero compromesso la mia, già sottile, incolumità.
Non provai a fare nulla, finché non si fosse spiegato meglio o finché non fossero venuti a torturarci, perché ci eravamo permessi di considerare una ipotetica fuga, davanti ai loro occhi attenti.
Come se mi avesse letto nel pensiero, disse –“Prima di arrivare qui ho disattivato gli altoparlanti e sostituito le telecamere con video di qualche giorno fa. Per il momento solo in pochi sanno che sono qui. Ci vorrà del tempo prima che se ne accorgano e dobbiamo sfruttare al massimo queste ore.”- aspettò qualche secondo prima di continuare a parlare, illustrandomi le sue intenzioni di fuggire.
Mi sbagliavo. Se si trovava seduto poco distante da me, inginocchiato sulla pietra, era solo per un motivo, e sicuramente non era lì di sua spontanea volontà.
–“Sei pazzo, completamente pazzo.”- Era davvero sarcastica la situazione. Io che giudicavo un’altra persona folle. Così satirica quella situazione, che forse era giunto il momento di quella risata isterica, che aspettava di uscire da quando quel ragazzo era entrato in quella cella e nella mia vita.
-“Ti assicuro di esserci stato giorni, mesi a pensarci. Ho programmato ogni piccolo dettaglio.”-
-“Come puoi pensare anche lontanamente di riuscirci.”- Sussurrai più a me stessa, che a lui.
Mi odiavo. Odiavo il mio stupido cervello perché non riusciva a ragionare e permetteva al mio cuore di battere per una stupida ed inutile speranza.
Odiavo lui, perché aveva permesso tutto questo.
-“ Perché ci credo.”- mormorò piano, avvicinandosi.
   
 
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