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Autore: Grinpow    08/11/2015    4 recensioni
Nessuna fanciulla, per quanto straordinaria può conoscere il proprio destino.
Non può prevedere che parte avrà nella grande storia che sta per essere narrata, come tutti deve vivere per imparare.
E così sarà per la giovane maga che sta arrivando alle porte di Camelot.
Una ragazza che nel tempo darà vita ad una leggenda.
Il suo nome….
Merlina.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Questo è il mio primo tentativo di fic dopo tanto tempo di silenzio siate clementi.

Ovviamente i personaggi non sono miei ma degli aventi dirito ovvero la bbc, io non traggo nessun guadagno da tutto ciò solo un gran divertimento.

 

MERLINA

 

 

Cap 1 La chiamata del drago

 

 

 

 

Nessuna fanciulla, per quanto straordinaria può conoscere il proprio destino.

Non può prevedere che parte avrà nella grande storia che sta per essere narrata, come tutti deve vivere per imparare.

E così sarà per la giovane maga che sta arrivando alle porte di Camelot.

Una ragazza che nel tempo darà vita ad una leggenda.

Il suo nome….

Merlina.

 

 

 

 

Una giovane contadina, avvolta da uno scuro mantello viaggiava tranquillamente verso le mura di Camelot.

Si era vestita con abiti maschili per evitare i rischi in cui una donna incorre nel dover viaggiare da sola.

Oltrepassate le bianche mura fortificate, si incammino per le viuzze strette seguendo lo sciame di gente che entrava ritrovandosi in fine all’interno della città bassa dove viveva la popolazione più povera.

Merlina – questo era il suo nome - guardò con occhi colmi di stupore e meraviglia, tutto ciò che le passava di fronte, lei veniva da Eldor, un villaggio di campagnoli che si trovava situato nelle periferie dei territori controllati da re Cendred, era partita da li per cercare fortuna, molte delle cose presenti a Camelot per lei erano una novità.

Le strade lastricate, le abitazioni enormi, il mercato che era tre volte quello di Eldor, la moltitudine di bancarelle fornite di ogni ben di dio, dalle stoffe pregiate di broccato e seta intessuti con fili d’oro, alle spezie, dall’ebano ai gioielli d’oro, d’argento e di bronzo, dal corallo agli smalti. l’intera città anche negli angoli più spogli era il ritratto della ricchezza e del benessere.

Sua madre le aveva parlato di un amico di famiglia, Gaius, il medico di corte del Re Uther che le avrebbe potuto dare una mano. Con la morte nel cuore, la ragazza era partita dopo aver salutato la madre e Will il suo unico amico, e si era messa in viaggio.

Non che le dispiacesse andarsene da Eldor, se bene vivesse da sempre li non l’aveva mai considerata veramente casa sua.

Li si sentiva un pesce fuor d’acqua, le uniche cose di quel posto che le sarebbero mancate erano le uniche due persone, Sua madre e Will appunto, che l’avessero mai accetata per quello che era, una maga.

Era incerta sul futuro che l’attendeva a Camelot, ma allo stesso tempo euforica per le migliaia di possibili strade che le si aprivano davanti.

Sapeva che a Camelot le persone come lei, che praticavano la magia erano fortemente osteggiate, ma stando attenta avrebbe potuto vivere tranquillamente, decise quindi di raggiungere Gaius il prima possibile.

Cercando di giungere alla parte alta della città, si ritrovò nella piazza principale di fronte all’ingresso del castello dove viveva il re, un grandissimo edificio bianco con i tetti rossi, da ogni parte si vedevano sventolare gli stendardi rossi con l’effige del drago d’oro lo stemma della casata dei Pendragon sovrani incontrastati di Camelot dalla sua fondazione a oggi .

Una grandissima folla vi si era radunata, proprio sotto ad una balconata da cui si affacciò un uomo riccamente vestito – probabilmente il re in persona – incuriosita.

Merlina si avvicinò ad un uomo e chiese “Cosa succede?”

L’uomo accortosi della sua presenza le rispose senza neanche voltarsi “Quell’uomo sta per essere giustiziato”.

Lei inquieta si azzardò a chiedere “Che crimine ha commesso per meritare una fine simile?”

L’uomo stava già per risponderle quando d’improvviso tutti taquero e rivolsero lo sguardo verso la balconata da dove il re con voce greve iniziò il suo discorso.

“Che questo serva a tutti da lezione. Quest’uomo, Thomas James Collins è stato giudicato colpevole per aver fatto uso d’incantesimi e di magia. In conformità con le leggi di Camelot, io, Uther Pendragon, ho decretato che queste pratiche siano bandite, pena la morte.”

A Merlina si gelò il sangue nelle vene, essere mal visti e insultati era una cosa, ma venir condannati a morte per come si era nati o come si era deciso di vivere era tutta un'altra cosa. A suo avviso era come uccidere una persona perché aveva gli occhi neri in un luogo dove tutti li avevano azzurri, era semplicemente assurdo.

Dal suo posto sulla balconata il re riprese a parlare con un tono più tranquillo “…mi vanto di essere un re giusto e imparziale…” poi di colpo il tono della sua voce si inasprì di nuovo.

“… ma per il reato di stregoneria posso pronunciare una sola sentenza.”

Il re fece un cenno e il suono dei tamburi iniziò a vibrare nell’aria mentre il boia si avvicinava con passo cadenzato verso il condannato, al ultimo rullo l’ascia calò sulla testa dell’uomo, poi tutto tacque e il re riprese tranquillamente a parlare come se nulla fosse “Quando ripresi il controllo di questa terra dalle mani degli usurpatori, questo regno era dominato dal caos, ma con l’aiuto del popolo la magia fu allontanata dal reame. Quindi è con grande gioia che dichiaro aperti i

festeggiamenti per i venti anni dalla cattura del grande drago e dalla sconfitta di questa piaga. Che i festeggiamenti abbiano inizio.”

D’improvviso si udì un orrido lamento provenire dal centro della folla, gli sguardi di tutti compreso quello di Merlina si concentrarono sulla fonte del lamento, una donna anziana con la pelle raggrinzita, i capelli bianche scompigliati e gli occhi rossi e gonfi per il pianto, che rivolgendosi al re disse “C’è soltanto un male in questa terra e non è la magia…” alzando un dito ossuto verso Uther aggiunse “… sei tu! Il tuo odio, e la tua ignoranza. Hai ucciso mio figlio, e telo prometto; prima che la celebrazione giunga al termine condividerai il mio dolore! Occhio per occhio, dente per dente, figlio per figlio!”

“Arrestatela!” gridò il re, ma le guardie non fecero in tempo, prima ancora che Uther finisse di dare l’ordine la donna era sparita in un turbine di magia.

Superato lo shock iniziale i presenti si dispersero, anche Merlina si allontanò dalla piazza per cercare l’abitazione dell’amico di sua madre.

 

 

 

Giunta ai piedi di una vecchia torre con i muri incrostati di muschi e licheni scorse due guardie in armatura accanto ad una porticina, si avvicinò a chiedere informazioni “Dove posso trovare Gaius, il medico di corte?”

L’uomo non la degno di uno sguardo, si limitò ad indicarle la porta davanti a cui si trovavano.

“Grazie.” Rispose la ragazza per poi entrare.

Appena varcata la soglia venne investita da un insieme di odori trasportati da un venticello fresco che andava sempre più intensificandosi man mano che saliva la scalinata.

Giunse in fine davanti ad una porta semi aperta sormontata da una targa con su scritto -medico di corte -.

La ragazza bussò ma nessuno rispose, così si fece coraggio e spinse la porta per entrare.

Chiamò a gran voce, ma nuovamente non ottenne risposta.

Varcò la porta che immetteva nella stanza illuminata dalla luce che entrava da due piccole finestre, la camera era più tosto spartana ma comunque ingombra di cianfrusaglie varie. Cerano tantissimi libri, la maggior parte sugli scaffali ma molti altri erano poggiati a terra o sul grande tavolo centrale accanto a recipienti di vetro pieni di stani liquidi e alcuni calderoni che sobbollivano, infondo stava un grande letto e di fianco delle scale che conducevano ad una porticina che probabilmente dava accesso ad un'altra stanza. Più piccola.

L’aria era carica di profumi che qui erano ancora più intensi rispetto a quanto non fossero dalle scale.

D’improvviso un rumore la costrinse ad alzare lo sguardo, sopra un ballatoio stava un vecchio intento a leggere un libro, la ragazza lo chiamò “Gaius!” e l’uomo messo un piede in fallo cadde dal ballatoio per andare a finire sul letto che si era misteriosamente spostato da solo.

Ripresosi dallo spavento Gaius si alzò, barcollando un poco si sistemò la lunga veste e disse “Ma come...?! Come hai fatto?”

Merlina balbetto cercando un qualcosa da dire ma con scarsi risultati “Io… ehm…”

Gaius la incalzò e avvicinandosi a lei disse “Dimmelo.”

Lei cercò di giustificarsi “No, io non ho fatto nulla, davvero”

“Se qualcun’altro ti avesse visto?” gridò Gaius esasperato

“Non avrebbe visto niente, perché è quello che è successo, niente.” Rispose lei

“So bene quello che ho visto” disse Gaius guardandola con lo sguardo contrariato di chi crede che tu gli stia dando del pazzo.

“Dove hai imparato?” Le domandò il cerusico.

“Da nessuna parte” rispose prontamente Merlina.

Gaius la incalzò di nuovo “Come fai a conoscere la magia?”

“io non la conosco” rispose Merlina seccata dal terzo grado che stava subendo.

“Dove hai studiato?” le chiese insistente Gaius.

“Allora” le gridò contro quando lei non gli rispose.

“Non ho mai studiato la magia” gridò a sua volta Merlina

“Mi stai mentendo?” domandò Gaius fissandola negli occhi.

“Cosa volete che vi dica?” chiese esasperata Merlina.

“La verità” rispose semplicemente il vecchio.

“Io sono nata così” rispose lei

“E’ impossibile” disse il medico per poi aggiungere “Chi sei?”

Merlina gli porse una lettera dicendo “Ho una lettera per voi.”

Gaius guardò la lettera poi disse “non ho i miei occhiali!”

Allora lei disse esasperata “Sono Merlina”

Il viso rugoso di Gaius si distese in un cordiale sorriso e disse “la figlia di Hunit?”

Merlina fece un cenno di assenso sorridendogli a sua volta, allora Giaus chiese “Ma non dovevi arrivare mercoledì’” e lei rispose “Oggi, è mercoledì”

“Ah!” rispose Gaius per poi aggiungere indicandole la porticina di lato a dove prima si trovava il letto “Puoi mettere le tue cose nella stanza di là”

Merlina si diresse verso la porta, ma prima di varcarla si girò e disse “non direte niente di…” Gaius capi subito a cosa si riferisse e le rispose “No.” Poi aggiunse “anche se, forse dovrei dirti grazie”

“Di niente” disse Merlina arrossendo un poco, era la prima volta che qualcuno al infuori di sua madre e di Will la ringraziava per qualcosa che aveva fatto con la magia. Poi entrò.

 

 

 

La camera che Gaius le aveva indicato era molto più piccola dell’altra ma infondo a lei non importava la grandezza non era una ragazza di grandi pretese.

Appena entrata alla sua destra vide un armadio che prendeva quasi tutto il muro, li avrebbe potuto riporre i suoi pochi averi.

Subito a canto un tavolino con una candela e due pietre focaie che avrebbe potuto usare per accenderla in caso di necessità, vicino c’era un letto, sul muro al altro lato della stanza una cassapanca, stava proprio sotto ad una finestra dalla quale si poteva godere di un panorama meraviglioso della città.

A Merlina che a Eldor aveva sempre dormito per terra l’idea di avere un letto sembrava davvero meravigliosa, finalmente avrebbe dormito bene.

 

Mio caro Gaius,

Mi rivolgo a voi perché mi sento sola e persa e non so di chi fidarmi.

E’ il fato di ogni madre pensare che il proprio figlio sia speciale, e tutta via darei la mia vita perché Merlina non lo fosse.

Il nostro è un piccolo villaggio e lei è così chiaramente in conflitto con tutti, che se dovesse restare temo per quello che potrebbe accaderle.

Ha bisogno di una mano da stringere, una voce che la guidi, qualcuno che possa aiutarla a trovare uno scopo ai suoi doni.

Vi supplico, se comprendete l’amore di una madre per sua figlia, tenetela al sicuro e che Dio possa salvaguardare entrambi.

Hunit.

 

 

 

Re Uther entrò a passo spedito nelle camere della sua figlioccia e disse “Morgana, perché non ti unisci al banchetto?”

“Non penso che tagliare la testa ad una persona sia motivo di festeggiamenti.” Rispose Morgana continuando a guardare fuori dalla finestra con la misera convinzione

che se lo avesse ignorato l’uomo alla fine sarebbe sparito o quanto meno avrebbe desistito.

“E’ stato punito per il male che ha fatto” rispose seccato il re.

“A chi? Ha solo usato un po’ di magia” sottolineò Morgana voltandosi verso di lui.

“Il popolo deve capire che nel mio regno non c’è posto per la magia.” Rispose Uther perentorio.

“Per quanto ancora continuerai a punire le persone?” chiese Morgana seccata.

“Finche non lo capiranno” rispose Uther troncando il discorso, poi aggiunse “Sarai con me al banchetto”

“Non verrò” disse Morgana forte delle sue convinzioni.

“Sono il tuo tutore, mi aspetto che tu faccia ciò che ti chiedo” rispose furente il re.

“No, non quello che mi chiedi, quello che mi ordini” rispose la ragazza in segno di sfida.

“Non osare dire una parola di più, o te ne pentirai” rispose il re voltandogli le spalle andandosene.

 

 

 

Poco lontano dalla città in una carovana accampata Lady Helen di Mora si apprestava ad andare a dormire, l’indomani sarebbe giunta a Camelot per prendere parte ai festeggiamenti.

Il re l’aveva convocata perché desiderava alietasse i festeggiamenti con il suo canto.

La zona dove si erano fermati era nota per le scorribande per questo la nota cantante era scortata da un folto gruppo di guardie, ma lo stesso temeva le minacce dei boschi bui e isolati.

Era sola nella sua tenda illuminata da qualche candela e se ne stava seduta su di una panca intenta spazzolarsi i lunghi capelli sobbalzando di tanto in tanto per i rumori improvvisi.

Un rumore molto più forte degli altri la fece sobbalzare sulla panca, si girò e disse “Chi è? Gregori?”

Un uomo comparve alla soglia e la rassicuro così la donna tornò a spazzolarsi i capelli, poco dopo una voce leggera quasi impercettibile alle sue spalle inizio a cantilenare “aqualasia adan…” le basto pronunciare quelle poche parole e Lady Helen cadde a terra morta, non un fiato ne un singulto le era uscito di bocca tutto si era svolto nel più totale silenzio.

“Ifranesh aratanai.” La vecchia che poche ore prima aveva minacciato il re pronunciate questo incantesimo lasciò il posto a una giovane donna in tutto e per tutto identica a Lady Helen.

“Ora inizia a tremare Uther Pendragon, la mia vendetta sarà implacabile” sibilò la donna mentre con un colpo deciso faceva cadere un bacile d’acqua.

 

 

 

“…erlina…Merlina...Merlina…” una voce cavernosa che la chiamava la fece destare di soprasalto.

“Chi è?” chiese la ragazza con la voce impastata dal sonno mentre si stropicciava gli occhi, quando nessuno le rispose credete di essersela sognata.

Le luci del sole entrarono dalla finestra annunciando l’inizio di un nuovo giorno, la ragazza si vesti in tutta fretta con gli stessi indumenti che aveva quando era giunta in città.

Quando Gaius la vide storse il naso, non le ci volle molto a capire il perché del suo sguardo contrariato e disse “i miei vestiti sono danneggiati e non ho ancora avuto modo di ripararli, ma ti assicuro che prima di stasera lo farò”

“Lo spero proprio, non sta bene che una donna vada in giro con abiti maschili” rispose Gaius sistemando i piatti per la colazione sul tavolo.

“vorrei parlare con te dei tuoi doni” disse Gaius facendole cenno di sedersi di fronte a lui

“cosa volete sapere?” chiese Merlina iniziando a mangiare

“Cosa ti ha detto tua madre?” chiese Gaius versandosi dell’acqua.

“Solo che sono… speciale” disse Merlina facendo spallucce.

“Oh, si lo sei… in un modo che non credevo possibile” disse Gaius.

“Che volete dire?” chiese curiosa Merlina.

“La magia richiede anni di studio e pratica, ma la tua è istintiva, lo dimostra anche il fatto che non usi incantesimi di nessun tipo” rispose Gaius cercando di essere più chiaro possibile.

“E questo è un male?” chiese Merlina preoccupata.

“No, in realtà è solo inusuale” rispose Gaius, poi proseguire “ma dovrai imparare a controllarli se non altro per non correre il rischio di usarla senza accorgertene e per questo posso aiutarti io”

Gaius si alzo da tavola per andare a prendere un involto di stoffa rossa da un mobile li accanto. “ questo mi fu dato quando avevo la tua età, a me non è stato molto utile ma forse a te…” disse il vecchio dandoglielo.

Merlina liberò l’oggetto dal telo e disse piena di gioia “E’ un libro di magia!

“Si, ma ora nascondilo in camera tua se non vuoi cacciarti nei guai” rispose Gaius felice di essere riuscito a farla sorridere.

“Subito” rispose Merlina andando subito a nasconderlo.

Una volta tornata Gaius le disse “se vuoi restare a Camelot devi trovarti un lavoro remunerato, ma per ora puoi darmi una mano facendomi da garzone.”

“Okay” rispose Merlina.

 

 

 

Dopo aver finito le consegne per Gaius la ragazza s’incammino per i vicoli della città quando d’improvviso la sua attenzione venne richiamata da rumori molto forti

che venivano da uno spiazzo polveroso di lato alla strada dove si trovava.

Sullo spiazzo stavano un gruppo di giovani ben vestiti - sicuramente dei nobili – uno di loro in particolare attiro la sua attenzione, era altro e robusto e aveva corti capelli biondi e dei meravigliosi occhi azzurri, da come si comportava con gli altri dava l’idea di essere il leader del gruppo.

“Dov’è il bersaglio?” chiese con voce autoritaria il biondo.

“Li signore” rispose un servo indicandoglielo.

“E’ in pieno sole, spostalo” gli ordinò il biondo.

Il servo fece quanto gli era stato ordinato, ma non ebbe nemmeno il tempo di posarlo che inizio a piovergli addosso una quantità spropositata di coltelli.

Il biondo lo incitava gridando “corri, corri se no non mi diverto” nel frattempo gli altri nobili ridevano sguaiatamente.

Merlina non poteva più sopportare in silenzio così si frappose fra il servo e l’ultimo coltello che gli era stato lanciato contro afferrandolo al volo prima che la colpisse.

Lanciò uno sguardo furioso al nobile poi disse “hai avuto il tuo divertimento amico, ma ora vedi di darti una calmata”

“Cosa?” chiese il biondo per poi proseguire “ti conosco?”

“Sono Merlin…” Merlina non fini nemmeno di presentarsi che quello le disse “quindi non ci conosciamo”

“No” rispose la ragazza contrariata di essere stata interrotta.

“Ma mi hai chiamato amico” disse il biondo squadrandoselo da capo a piedi.

“E’ stato un mio errore” ammise Merlina.

“Si, decisamente” disse il biondo incrociando le braccia.

“Già perché io non ho mai avuto un amico così asino” disse Merlina ghignando.

“Neanche io uno che fosse così stupido” disse il biondo,poi aggiunse “dimmi Merlin sai camminare sulle ginocchia?”

“No, ma sicuramente sarete così generoso da insegnarmelo” disse Merlina in tono canzonatorio.

“Certo” rispose il biondo deridendola.

“Ma siete sicuro di riuscire?” chiese Merlina mettendolo alla prova.

“Tu credi che non ci riuscirei? Pensi di mettermi in difficoltà?” chiese beffardamente il biondo.

“Dico solo che non dovreste mai sottovalutare un avversario, prima di averlo affrontato” disse Merlina iniziando ad innervosirsi.

“Dai mostrami di cosa sei capace” la sfidò il biondo allargando le braccia.

“L’avete voluto voi” rispose Merlina preparandosi a colpirlo con un pugno, ma mise il piede in fallo e lo liscio di poco, il giovane ebbe tutto il tempo per immobilizzarla.

“Andrai in prigione” le bisbiglio il biondo in un orecchio.

“Chi ti credi di essere, il re?” chiese Merlina con astio.

“No, sono suo figlio. Il principe Arthur” rispose il principe spintonandola.

“In tal caso mi auguro che vostro padre viva allungo” disse Merlina mentre le guardie la prendevano per portarla via.

La trascinarono in malo modo nelle segrete, sbattendola in cella.

 

 

 

Lady Helen appena giunta a Camelot venne condotta alla sala del trono.

“Lady Helen grazie per aver accettato di cantare ai nostri festeggiamenti” disse re Uther alzandosi dal trono e andandole incontro.

“Il piacere è tutto mio” rispose la donna inchinandosi.

“Come è stato il viaggio?” chiese il re più per cortesia che per reale interesse.

“Molto lungo sire” rispose la donna.

“Vale sempre la pena di aspettarvi” disse Uther baciandogli la mano.

“Grazie mio signore” rispose la donna.

 

 

 

Un nuovo giorno sorse su Camelot e nuovamente Merlina venne destata dalla misteriosa voce che la chiamava, non ebbe nemmeno il tempo di capire da dove provenisse che

senti le guardie arrivare seguite a ruota da Gaius.

Non appena le guardie si allontanarono il vecchi medico disse “Non ti avevo forse detto qualcosa, Marlina”

“Si, scusami” rispose la ragazza evitando il suo sguardo.

“Sei fortunata ho usato le mie conoscenze per farti rilasciare” disse Gaius seccato.

“Grazie Gaius” disse Merlina abbracciandolo.

“Aspetta a ringraziarmi, c’è un piccolo prezzo da pagare” disse Gaius ridendo di gusto.

“Cosa?” chiese Merlina preoccupata.

“Lo vedrai” rispose Gaius uscendo dalla prigione.

 

 

 

Era già una mezz’ora che Merlina era costretta alla gogna con la gente che si divertiva a lanciargli frutta e verdura marcia.

In quello stesso momento una persona dalla sua stanza osservava divertita la scena, quando gli avevano riferito della scarcerazione di quel Merlin il principe era andato su tutte le furie, ma ora vedendolo li alla gogna doveva ammettere che la cosa era piuttosto interessante soprattutto perché dalla sua stanza si godeva una visuale davvero invidiabile della gogna.

 

In un momento di pausa si avvicinò al marchingegno una ragazza più o meno della stessa età aveva la carnagione scura e i capelli e gli occhi marroni, indossava abiti molto semplici e le disse “Ciao, mi chiamo Gwenifer ma quasi tutti mi chiamano Gwen. Sono la serva di Lady Morgana”

“Piacere sono Merlina anche se tutti mi chiamano idiota” rispose Merlina porgendole la mano per quanto gli fosse possibile.

“No, no, no. Ho visto quello che hai fatto, è stato da impavidi” rispose Gwen.

“E’ stato da stupidi” la corresse Merlina.

“Per fortuna ti hanno arrestato, non lo avresti mai battuto” disse Gwen.

“Oh no, io potevo batterlo” disse seccata Merlina.

“Tu credi, perché non hai l’aria come dire molto muscolosa.” disse Gwen.

“Grazie tante” disse Merlina.

“No, sono sicura che sei più forte di quello che sembri. E’ solo che il principe Arthur è il classico uomo tutta forza e audacia che salva il mondo e invece…” disse Gwen lasciando il discorso in sospeso.

“Cosa?” chiese Merlina nervosa.

“Tu non sembri così” rispose lapidaria Gwen.

“Forse questo dipende dal fatto che non sono un uomo” bisbiglio Merlina.

“Sei una ragazza?” chiese stupita Gwen.

“Si” rispose Merlina.

“Perché sei vestita da uomo?” chiese incuriosita Gwen.

“E’ una storia lunga” si limitò a risponderle Merlina.

“Comunque sei stata fantastica” disse Gwen.

“Tu credi?” chiese incredula Merlina

“Il principe Arthur è un vero sbruffone e tutti i servi ti hanno considerato una vera eroina.” rispose Gwen.

All’improvviso i popolani tornarono con altra verdura da lanciare, Merlina saluto Gwen e tornò alla sua punizione.

 

 

Merlina era stata ormai liberata dalla gogna e se ne stava giusto tornando agli alloggi di Gaius per fare un bagno e cambiarsi, quando incrociò nuovamente il

principe con i suoi amici.

“Come vanno le tue ginocchia quando cammini?” chiese Arthur con tono derisorio.

Merlina decise di ignorarlo e continuo a camminare.

“Dai non andartene via” continuo a chiamarla il principe.

“Da voi?” chiese Merlina fermandosi.

“Grazie a Dio, temevo fossi sordo oltre che stupido” disse Arthur.

“Ve l’ho detto, voi siete un asino. Solo non sapevo che foste uno di quelli reali” disse Merlina girandosi verso il suo interlocutore.

Il principe la fissava ridacchiando.

“Oh vedo che girate sempre con i vostri cagnolini da guardia, avete forse paura che qualcuno vi faccia la bua” disse Merlina in tono sarcastico.

“Non ho bisogno di protezione, ti potrei distruggere con un soffio. Anzi l’ho già fatto” disse Arthur deridendola.

“E’ stato solo un colpo di fortuna” disse Merlina.

“Ne sei sicuro?” chiese il principe.

“Certo” rispose decisa Merlina.

“Prendi grand’uomo” disse Arthur lanciandogli una palla chiodata le lei afferrò al volo.

Uno degli uomini al seguito ne passò un'altra al principe che iniziò a farla ruotare sulla testa dicendo “Sono stato addestrato a uccidere sin da bambino”

“E da quanto vi addestrate per essere un babbeo?” chiese Merlina.

Arthur si fermo e ghignando disse “Non puoi rivolgerti a me così”

“Scusate, e da quanto vi addestrate per essere un babbeo, mio signore?” chiese nuovamente Merina facendo un profondo inchino.

Arthur iniziò ad attaccarla con forza, ma lei riusciva a schivare tutti i suoi attacchi e a portarne a sua volta anche se con scarsi risultati.

Man mano che lo scontro procedeva i due si spostarono dalla piazza fin dentro il mercato, poi alle stalle.

Approfittando della sua magia Merlina riusci a disarmare il principe e a farlo cadere su dei sacchi e già stava per dagli il colpo di grazia quando intravide fra la folla Gaius che la fulminò con lo sguardo si distrasse quel tempo che bastò al principe per rialzarsi e batterla.

Già i soldati stavano per portarla via per sbatterla di nuovo in cella quando il principe li fermò “Lasciatelo” Arthur si avvicinò la scruto da capo a piedi poi

aggiunse “Sarà anche un idiota, ma è un idiota coraggioso. C’è qualcosa in te Merlin, che ancora non riesco a cogliere”

“Merlina” disse la ragazza.

“Come?” chiese il principe non capendo.

“Il mio nome è Merlina” disse la ragazza.

“Che razza di nome è, non è adatto ad un uomo” disse il principe storcendo il naso.

“E in fatti sono una donna” rispose Merlina togliendosi la giacca per ripulirsi un po’ dalla povere e dalla verdura.

“Per quale motivo ti vesti da uomo” chiese irritato il principe non solo dal inusuale abbigliamento, ma soprattutto per aver scoperto di esseri quasi fatto mettere sotto da una donna.

“Sono venuta qui dal mio villaggio da sola e volevo evitare di essere rapita e magari venduta a qualche bordello” detto questo Merlina se ne andò lasciando il principe a rimuginare su quello che era appena successo.

 

 

 

Tornata a casa di Gaius Merlina si preparò un bagno e rammendò i suoi vestiti.

Merlina si stava asciugando i capelli quando giunse il cerusico “ Come hai potuto essere così sciocca” le gridò dietro facendola sobbalzare per lo spavento.

“Aveva bisogno di una lezione” disse Merlina ripresasi dallo spavento.

“La magia va usata per fini più nobili, non per fare stupidi scherzi” disse Gaius guardandola torvo. “Devi imparare a controllarti”.

“Io non voglio, se non posso usare liberamente la magia che cosa mi resta ditemelo” gridò Merlina esasperata, poi si calmò un poco e disse “Sono una nullità e lo sarò per sempre. Se non posso usare la magia posso anche morire”

Merlina si allontanò andando a rifugiarsi nella sua stanza, Gaius la raggiunse e si sedette vicino a lei.

“Voi non sapete perché sono nata così” chiese Merlina con un filo di voce.

“No” ripose Gaius.

“Non…non sono un mostro, vero?” chiese Merlina temendo la risposta.

“Questo non lo devi nemmeno pensare” rispose Gaius facendola voltare.

 

 

 

Ancora una volta Merlina venne svegliata da una voce che la chiamava, questa volta decise di seguirla per scoprire chi fosse e cosa volesse da lei.

Usci quatta quatta dalle camere di Gaius e giunse all’ingresso di una grotta.

Davanti all’ingresso cerano due guardie, con un incantesimo le fece allontanare e presa una torcia iniziò a scendere nelle viscere del castello.

Giunta in fondo si trovò su un dirupo che dava su una voragine profonda.

Illumino la caverna e poco più su di dove si trovava vide una grandissima lucertola che appena la notò planò giù e si posò su uno sperone che si trovava poco avanti

a lei e disse “quanto sei piccola per un destino tanto grande”

“quale destino?” chiese Merlina più incuriosita dalle sue parole che spaventata dalla creatura che si trovava davanti.

“il tuo dono, Merlina, ti è stato dato per una ragione” rispose il drago.

“quindi esiste una ragione?” chiese Merlina

“Arthur è l’unico e futuro re, che riuscirà ad unire tutta la terra di Albion” disse il drago con tono solenne.

“e con questo?” chiese Merlina spazientita.

“dovrà stare in guardia dai pericoli, dagli amici così come dai nemici” prosegui il drago.

“e con questo?” chiese di nuovo Merlina non capendo dove il lucertolone volesse andare a parare.

“senza di te, Arthur non potrà mai avere un futuro. Senza di te non ci sarà nessuna Albion” disse lapidario il drago.

“no, non può essere, ti sbagli di sicuro” disse Merlina.

“non c’è giusto o sbagliato, solo quello che è e quello che non è” rispose categorico il drago.

“non potrei avere un destino di riserva?” chiese speranzosa Merlina.

“no, nessuno di noi può scegliere il proprio destino o sfuggirgli” disse il drago aggiungendo poi “il tuo destino è proteggere Arthur fino a quando non diventerà re allora lui ripristinerà la magia a Camelot e tu sarai la sua regina e maga di corte”

“cosa la sua regina, ma io sono solo una contadina e poi lo odio anzi se qualcuno lo vuole uccidere che si accomodi, potrei anche decidere di dargli una mano” disse Merlina arrossendo in modo spropositato.

Il drago si limitò a soghigniare.

“No, deve pur esserci un altro Arthur perché quello che c’è è un vero idiota” disse Merlina disgustata da ciò che il draga gli aveva detto.

“temo che dovrai accontentarti del idiota” disse il drago volandosene via.

“ehi, lucertolone torna giù” gridò Merlinama il drago era ormai troppo lontano perché la sentisse, triste e sconsolata Merlina non poté fare altro che tornare alla casa di Gaius.

 

 

 

Il giorno dopo a colazione Gaius disse “oggi dovrai portare questo sonnifero a Lady Morgana, la poverina è tormentata dagli incubi.” Poi aggiunse “ricordati di stasera”

Merlina usci di casa di pessimo umore, Gaius l’aveva praticamente costretta a recarsi quella sera con lui al banchetto in cui Lady Helen avrebbe cantato, ma lei non aveva abbiti che andassero bene e si vergognava al idea di andarci con i suoi stracci.

Merlina giunse davanti alla porta della camera di Lady Morgana dove venne accolta da Gwen.

“ciao Merlina che ci fai qui?” chiese la serva vedendosela davanti.

“sono l’assistente di Gaius, ho portato il sonnifero per Lady Morgana” rispose mostrandole la boccetta.

“Gwen chi è alla porta?” chiese Lady Morgana uscendo da dietro il paravento.

“e’ la ragazza di cui vi ho parlato” rispose Gwen facendo cenno a Merlina di entrare.

“quella finita alla gogna per aver risposto per le rime a quello sbruffone di mio fratellastro” disse divertita Morgana avvicinandosi alle due.

“buon giorno Lady Morgana, vi ho portato la pozione” disse Merlina facendole un piccolo inchino e dandole la boccetta.

“grazie per avermela portata, ma soprattutto per avermi dato un valido motivo per sfottere quel mulo di Arthur” rispose la Lady tutta contenta.

“di niente, per entrambe le cose.” rispose Merlina divertita, e già stava per andarsene quando Morgana la fermò e disse “Aiutatemi a decidere cosa indossare questa sera”.

Le tre ragazze guardarono vari abiti uno più bello dell’altro e Merlina per un attimo provò un po’ d’invidia lei abiti simili non avrebbe mai potuto permetterseli.

Ad un certo puntò ne noto uno molto semplice di un bellissimo azzurro e disse “che ne dite di questo”.

“quello purtroppo non mi sta più, ma forse potrebbe andare a te Merlina” disse Morgana appoggiandole l’abito a dosso.

“cosa? o no non posso accettare un simile dono” disse Merlina indietreggiando.

“a no, non accetto un no come risposta. Consideralo un regalo di ben venuto.” le disse Morgana speranzosa.

“beh, se la mettete così allora accetto.” Rispose Merlina felicissima.

“Se sei l’assistente di Gaius allora sta sera sarai al banchetto immagino” disse Gwen.

“si” rispose Merlina

“benissimo allora dopo aver finito di preparare me cara Gwen andrai a dare una mano a Merlina a indossarlo” disse Morgana raggiante.

“come volete voi, sarà un vero piacere” disse Gwen.

Merlina salutò le due ragazze ed andò a portare il vestito che Lady Morgana le aveva donato in camera sua.

“almeno il problema del vestito è risolto” pensò Merlina rientrando.

 

 

 

Il principe Arthur se ne stava in un angolo della sala quando giunse al suo orecchio un coro di complimenti bisbigliati, incuriosito si volto verso la fonte di quei complimenti, e la vicino a Gaius vide una ragazza che doveva avere all’incirca la sua età. Aveva lunghi capelli neri decorati con fiori e perline, la carnagione chiarissima e indossava un semplice abito azzurro che metteva in risalto le sue forme delicate e l’azzurro magnetico dei suoi occhi.

“divina misericordia” disse Arthur sconvolto da tanta bellezza e allo stesso tempo semplicità.

Quella fanciulla era diversa da tutte le altre, non si agghindava e non si muoveva in modo eccessivo e pure attirava l’attenzione molto di più di quelle principesse d’alto lignaggio che lo circondavano sempre cercando di attirarsi la sua benevolenza.

Il suono dei corni che annunciavano l’ingresso del re lo costrinsero ad andare al suo posto perdendo così di vista il suo angelo in abito azzurro.

Tutti i commensali si sederono e i servi si posizionarono, Merlina si mise dietro un tendaggio vicino al tavolo centrale dove erano i posti del re, del principe e della sua figlioccia che avendola notata le fece un cenno di saluto che Merlina fu felice di ricambiare.

Giunto al proprio seggio il re iniziò a parlare “abbiamo tutti goduto di venti anni di pace e prosperità. Ne abbiamo tratto molte gratificazioni, ma ben poche possono reggere il confronto con l’onore di presentarvi Lady Helen di Mora”

Lady Helen si accostò al re che disse “dopo il banchetto e i balli Lady Helen ci delizierà con la sua voce”.

Il re fece un cenno ai musici di iniziare a suonare e a suo figlio di dare inizio alle danze.

Arthur riuscì al volo ad individuarla e avvicinandola le disse con voce suadente “mi concedete questo ballo”.

Merlina all’inizio era decisa a rifiutare ma alla fine accetto, divertita del fatto che il pomposo principe non l’avesse minimamente riconosciuta.

Morgana dalla sua postazione già pregustava le grasse risate che si sarebbe fatta quando il fratellastro avesse capito tutto.

Il principe la prese per mano e la portò al centro della sala, poi dopo un piccolo inchino iniziarono a ballare.

“e’ la prima volta che vi vedo a palazzo” disse Arthur deciso a intavolare una conversazione con il chiaro intento di scoprire il più possibile sulla bella dama.

“in realtà noi due ci siamo già incontrati, ma in effetti è la prima volta che vengo a palazzo” rispose Merlina.

“non lo credo possibile, ho una buona memoria per i visi soprattutto quelli delle belle donne. Credetemi se ci fossimo già incontrati me ne ricorderei” rispose Arthur facendo il galante.

“state dicendo che mi trovate bella?” chiese Merlina sorridendo.

“Siete sicuramente bellissima soprattutto se confrontata con tutte queste dame imbellettate, loro sono finte voi siete più vera.” rispose sinceramente colpito Arthur.

“non credo la pensaste così quando l’altro giorno mi avete messa alla gogna” rispose Merlina aspettando la reazione del principe.

“la gogna, ma allora tu sei Merlina” disse Arthur stupito continuando comunque a danzare.

“in carne e ossa” rispose Merlina divertita.

“che ci fai qui? Ai banchetti sono ammessi solo i dignitari” chiese Arthur stupito.

“sono qui come assistente del medico di corte è lui che ha insistito perché venissi. Credetemi io sarei rimasta volentieri nelle mie stanze” disse Merlina seccata.

Finita la musica tutti i ballerini tornarono ai loro posti, anche il principe e Merlina fecero altrettanto.

 

Quando il banchetto stava ormai per volgere al termine i musici iniziarono a suonare una dolce melodia e Lady Helen da un piccolo palco iniziò a cantare.

Man mano che cantava avanzava verso il tavolo dove sedevano il re e la sua famiglia.

Tutti iniziarono ad addormentarsi, non appena Melina si accorse di ciò che stava accadendo si tappò le orecchie e quando Lady Helen era ormai a pochi passi dal

tavolo con la sua magia le fece cadere il lampadario addosso, oramai priva di sensi la sua magia smise di fare effetto tutti i commensali si svegliarono e la donna

riprese le sue vere sembianze.

Il re già stava per dare ordine alle guardie di portare via il corpo quando la maga si sollevo un poco e con le ultime forze lanciò un coltello verso il principe.

Merlina uso di nuovo la magia questa volta per rallentare il pugnare e giungere in tempo per scansare il principe dalla sua traiettoria.

Il re si accostò ai due che si alzavano e disse “hai salvato la vita di mio figlio, i debiti vanno saldati”

“no, vostra maestà non serve” rispose Merlina inchinandosi.

“si, invece. Meriti un grande riconoscimento” disse il re.

“se credete” rispose timidamente Merlina.

“avrai il titolo di valetta reale, sarai la servitrice personale del principe Arthur” disse il re.

“padre” disse indispettito Arthur.

“questo è solo il primo passo mia giovane maga” disse la voce profonda del drago.

 

 

 

Fine 1 capitolo   

 

  
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