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Autore: ShiNear    09/11/2015    1 recensioni
Il mondo sembra lo stesso, dalla fine di Ashura. Ma l'arrivo di un nuovo ragazzo alla Shibusen, metterà in bilico vecchie e nuove alleanze, mentre vecchi e nuovi nemici tramano per riportare indietro il Signore dei Kishin. Il mondo è in pericolo e contano tutti sui maestri d'armi e le loro armi. Come si salverà la DWMA, in una battaglia fra entità... divine?
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blair, Medusa, Nuovo Personaggio, Tsugumi Harudori, Un po' tutti | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Soul Eater 2: I colori di un'Anima'
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32. 1. BATTAGLIA AL CASTELLO GORGON. RITORNO A MILANO?

 
C’erano tre cose che Liz sopportava a fatica ed erano: fantasmi, unghie logore e volare. La sua manicure s’era completamente rovinata, in quel letamaio di Brooklyn, che s’era ripromessa di non rivedere più; i fantasmi... beh, su quello potevano metterci una croce sopra; ma volare ad alta quota da un portale era all’ultimo dei suoi pensieri, in quel momento.
Probabilmente lo pensarono anche gli altri quando caddero insieme a lei, perché urlarono quasi tutti in acuto maggiore.
Stein, furioso, urlò alla volta di Odessei:- Cos’è questa dannata trappola per topi, moccioso?-
Lui esclamò, le labbra tremolanti per la caduta a provocargli un ancora più sinistro sorriso:- Medea! Deve aver cambiato la zona d’arrivo del portale!-
- Guardate giù!-
Il grido di Soul attirò l’attenzione di Manuel sul terreno crivellato di crateri di Milano: sparsi al suolo erano attaccati bulbi neri di diametro più lungo di un palo della luce.
Kid urlò:- Dev’essere una sua trappola! A questa velocità, se non morissimo per la botta ci penserebbero quelle bombe; Medea ha pensato a tutto.-
Manuel urlò, furioso:- Vi siete scordati che possiamo volare, ragazzi? Maka, Tsugumi, sfruttiamo le ali per planare e recuperiamo gli altri. Kid, usa Beelzebub anche tu!-
Manuel recuperò Lucy e si mise in sintonia con la sua anima; fu come uno spezzarsi di tessuto e membrana, oltre che stoffa, ma due ali nere spuntavano ora dalle sue spalle, mentre Maka e Anya cavalcavano in contemporanea le loro armi e Kid, recuperate le Thompson, si reggeva sul suo Skateboard Alato. Manuel si diresse verso Stein e lo afferrò appena in tempo. Lo stesso fecero Maka con Sid e il giovane Shinigami con Holmes.
Manuel, dopo aver appoggiato il dottore e Marie sul tetto di una casa con poca grazia, stava per recuperare in fretta Odessei, quando un esplosione lo costrinse a reggersi in equilibrio per non andare contro l’edificio. Il terreno ora era sostituito da una voragine immensa.
Maka, arrivata lì vicino, atterrò sul tetto a sua volta e sussurrò:- Ha... colpito le bombe...?-
- Vi prego, ditemi che non è uno scherzo! Sarebbe troppo bello sapere che il nanetto rompipalle è morto!-
Mentre il gelido commento di Soul veniva taciuto con un Maka-Chop (l’ennesimo di una lunga serata), Kid esclamò a sua volta:- Speriamo di no, invece! Senza di lui, non potremmo mai fermare Zodiaco e Medea.-
- Ah! E io che pensavo vi sarebbe mancato il mio senso dell’umorismo o il mio charme!-
Alzarono tutti la testa, mentre Odessei atterrava davanti a loro con grazia e strafottenza. Il suo cappello si era aperto all’insù, facendo spuntare come delle pale da elicottero, che lui riusciva a spostare grazie alle corde del cappello. Lucy si piazzò di fronte a lui, aspettò che il cappello si richiudesse, poi gli piantò un pugno tremendo sulla zucca, facendolo crollare al terreno.
Poi, gli urlò:- Si può sapere che ti è saltato in mente di fare? Volevi farci prendere uno spavento inutile?! Ora Zodiaco deve essere diventato sordo per non aver sentito il botto!-
Lui, mugugnando bestemmie e massaggiandosi il capo, si rialzò lentamente e disse:- A dire il vero, speravo che Zodiaco ci sentisse, cretina.-
- Eh? Ma sei scemo?-
Holmes s’intromise:- Quello che questo voltagabbana sta dicendo, è che ha causato l’esplosione per attirare Zodiaco qui con l’inganno, mentre noi cerchiamo il Castello Gorgon.-
Sid commentò:- Mi perdonerete se faccio il guastafeste, ma quelli non mi sembrano Zodiaco, né uno dei suoi.-
Manuel osservò nella sua direzione e vide centinaia di enormi folletti abnormi saltellare da un tetto all’altro, alla carica.
- Imp! Questa non ci voleva!-
Il ragazzo BREW commentò, sprezzante:- Ancora quella maledizione? E poi Medea diceva che ero io all’antica!-
Avanzò minacciosamente verso le figure muscolose, superando con uno spintone Soul.
Fissò per un lungo attimo tutti loro, aspettò che il primo si lanciasse su di lui, con i suoi occhietti maligni, poi urlò:- Taiho!-
E improvvisamente, con un colpo di vento, i demonietti verdi si fermarono come per...
- Magia!- sussurrò Kid; - Non ho mai sentito un utilizzo simile. Pazzesco! Nemmeno Noah era riuscito in tanto.-
Mira era spaventata:- Sembra come se avesse bloccato il tempo.-
Lui ridacchiò:- Sono pur sempre lo scrigno di Eibon, cosa credavate? Però non ho bloccato il tempo, quello era un potere a prerogativa di Jikan; la mia è pura telecinesi. Ora però dobbiamo muoverci. Non so dove si trova il Castello, ma Medea è megalomane oltre ogni dire e lo avrà portato quasi sicuramente nella piazza centrale, al Duomo. Inoltre, gli Imp non staranno fermi in eterno.-
Manuel stava per protestare, ma Maka lo fermò, esclamando:- Ha ragione, non troviamo Medea stando qui a litigare!-
Gli Spartoi annuirono, poi si rimisero in marcia saltando da un tetto all’altro.
Manuel, nel frattempo, che guidava il gruppo grazie alla sua conoscenza del paese, osservava i corpi e le carcasse ammonticchiate alle entrate delle abitazioni: l’odore era disgustoso, ma la vista anche peggiore.
Sussurrò:- Che senso aveva... uccidere tutti? Un regno di morti non ha alcun senso!-
- Un senso? Tu cerchi un senso nella follia? Il tuo discorso, non ha senso.- Odessei appariva scettico e seccato, più che inorridito;- La vita è solo un gioco in mano ai pazzi. Si divertono con essa come con i giocattoli.-
Lucy, in forma di Scettro Nero, commentò:- E tu? Sei un pazzo come loro o sei solo un cretino?-
Lui non rispose e lei proseguì:- Il tuo giochetto, se non avesse funzionato, ci sarebbe costato carissimo. Non siamo burattini, nelle tue mani, lo capisci e non siamo qui per farti divertire.-
Stavolta rispose, quasi laconico, saltando un comignolo:- Diciamo che l’utile si unisce al dilettevole.-
Manuel parlò una volta sola:- Lucy però non ha torto! Facci uno scherzetto come questo un’altra e te ne faccio pentire, parola! Ti lascio per una settimana in una stanza con Excalibur, capito?-
Stavolta il ragazzo sembrò spaventarsi sul serio e disse:- Manco un giorno! Starò tranquillo, promesso!!!-
Manuel diede un’occhiata a un cartello con la scritta Missori e disse agli altri:- Ci siamo quasi. Uno o due isolati e ci siamo.-
Arrivati al Duomo, Manuel non poté fare a meno di cadere in ginocchio, in lacrime: la bellissima costruzione, che aveva amato dall’infanzia, era stata come secata in due da un’enorme motosega e dove c’era la crociera era stato installato un grande orologio rosso, spaventoso e lugubre; la piazza era gremita di pali enormi, su cui la gente (donne, bambini e infermi) era stata impalata nel più turpe dei modi.
- La mia città... la mia gente... il Duomo... hanno preso tutto da me! Nim ha ucciso mia madre, Circe ha ucciso Crona, Medea ha distrutto la mia vita... Non ho più niente!-
Lucy serrò le labbramì, ma non disse nulla.
Soul, però, s’impettì, e avvicinatosi al Meister, gli mollò un manrovescio:- Niente?! Mi prendi in giro, cretino? Hai trovato una sorella, Maka, hai trovato degli amici, una ragazza... hai trovato Lucy, cacchio! A lei non pensi o sei semplicemente egoista?-
Le sue parole parvero scuotere il ragazzo, che fissò Lucy stralunato, dicendo:- Lucy... scusami, non volevo...-
Lei lo abbracciò, singhiozzando e dicendo:- Non è tempo di pensare alla vendetta; dobbiamo pensare a salvare il mondo ora.-
A lui sarebbe venuto da ridere, se non fosse stato per la situazione: erano le stesse identiche parole pronunciate da lui al Sant’Elena di fronte alla crudeltà di Shaula. Si vide costretto a ricacciare indietro le lacrime, per quella volta.
Una vocetta fastidiosa li riscosse:- L’eccessiva dolcezza caria i denti, piccioncini. Anche se questa scena mi sa di deja-vu.-
Fu Patty ad accorgersene per prima, con la mano sulla fronte:- Uooooh! Laggiù, sull’orologio!-
Sulla lancetta dei minuti, ferma sulle tre, era appoggiata una figura avvolta in un cappuccio rosa, mentre in mano teneva un bastone affilato da entrambi i lati. Aveva delle scarpe che ricordavano molto gli zoccoli rinforzati di Maka.
La ragazza, perché la voce squillante la tradiva anche troppo palesemente, sembrò rimuginare pensierosa, poi esclamò:- Ah, già! Era ad Atlanta, Lucy, ricordi? E io ti avevo proposto un nuovo... “trattamento di bellezza”! Ahahahahah!-
Lei parve ricordarsi e si abbarbicò a Manuel, sussurrando:- Lei! Non posso sbagliarmi, è lei!-
Tsugumi si fece avanti, dicendo:- Suppongo che questo sia il posto giusto, a questo punto.-
Kid era corrucciato, come se l’avesse già conosciuta:- E che sia improbabile che tu non conoscessi il nostro piano, vero?-
Lei non diede loro retta, solo si sbracciò come una bambina:- Ehi, Sherlockuccio! Ti sono mancata? Siete un po’ in ritardo, però, vi aspettavamo... uhm... un’oretta fa, circa!-
Lui si fece livido, stringendo Watson e digrignando i denti:- Credevo che Zodiaco non sapesse nulla...-
- Infatti il Sommo Zodiaco non sapeva, Holmes. Ma sei così prevedibile e infantile... affronti il nemico di fronte, sicuro di avere la scorta giusta a far trionfare la giustizia, mentre non sei altro che un fanfarone. Il mio signore si è stancato di giocare con te. E io, Dolcetto, sono qui per finire la sua partita, con Scacco Matto.-
Mentre l’assassina proseguiva dicendo cose senza senso, Odessei si avvicinò a Manuel e disse, in un sussurro:- Non so te, ma perché fissi un corpo senza anima?-
Lì per lì lo stregone non capì il senso, poi aguzzò lo sguardo e vide che di anima, in lei non c’era nemmeno l’ombra.
Urlò:- Attenti! Lei non è lì, ci sta ingannando con un’illusione!-
Fu allora che udirono un tonfo secco e si voltarono tutti all’istante: Mira aveva la punta del bastone che spuntava dal suo petto, mentre dal buco sgorgava sangue scuro.
La professoressa fissò Sid un’ultima volta, dicendo:- Sid...Senpai.-
E crollò a terra, davanti allo sguardo sconvolto delle ex-ragazze NOT.
Dolcetto, i capelli color cicca sulla fronte, osservò lo spettacolo e disse:- Che posso dire? Di tutte le donne innocenti che ho impalato, lei occuperà un posto speciale nel mio cuore.-
Il colpo di Falce sferrato con violenza da Maka tagliò il tetto in due e avrebbe tagliato anche l’assassina, se lei non avesse volato sul tetto vicino con un salto, dicendo:- Ehi, che permalosa! Eh?! Dov’è Desper?-
In effetti, Manuel era scomparso. Si udirono per tutta la piazza le note di “In the Hall of the Mountain King” mentre l’aria si faceva ancora più tetra. Un’ombra scivolò dietro Dolcetto e provò a colpirla con tutta la forza delle braccia, gridando furioso.
Lei, imperturbabile, afferrò fulminea il Majogari della Falce Nera, girandosi a vedere con occhi folli il ragazzo stregone e dicendo:- Niente male! Se mi avessi conosciuto due anni fa, quando mi ha affrontato Harudori, a quest’ora mi avresti affettato come un cocomero. Non male per un aspirante assassino!-
- Sta zitta!- Il pugno che accompagnò l’urlo del ragazzo scaraventò la rosa all’indietro, senza farla cadere per terra, tuttavia.
L’urto aveva causato una ferita profonda nel palmo della ragazza, e ora il suo sangue sgocciolava lentamente a terra, alla luce cupa dell’orologio.
Manuel urlò con forza, l’iride nera come la notte:- Non so se te l’hanno riferito, ma non sopporto che qualcuno colpisca i miei amici...-
Fu un attimo: la ragazza era di nuovo davanti a lui e il suo pugno gli spezzò lo zigomo destro, mentre lui caracollava al terreno, colpa della botta e dell’emicrania crescente.
Nel mentre che Manuel si rialzava a stento, la ragazza si leccò con fare lussurioso la ferita sulla mano, dicendo:- Peccato. A me piace un sacco, invece.-
Soul, dall’altra parte, sussultò e Maka gli chiese:- Che hai, Soul?-
- Quella voce... quelle parole... non può essere vero!-
I due cominciarono a lottare con un’energia estenuante, con tale forza da spezzare il cemento sui tetti delle abitazioni; i colpi di Manuel fluivano veloci, ma non abbastanza da prevalere con il bastone della ragazza, il quale veniva mosso ad una velocità tale da sembrare invisibile!
Kid, nel frattempo, cercava di prendere decentemente la mira su Dolcetto, ma i movimenti che i due assassini eseguivano nell’affrontarsi erano troppo veloci e stavano per mandarlo fuori di testa, anche per la mancanza di simmetria; dovette trattenersi per non farsi venire uno sbocco di sangue.
Sid era inginocchiato davanti a Mira e il suo sguardo ormai era vacuo e privo di certezze.
A un certo punto, stufo, Stein esclamò:- Marie, vai!- E lanciò il martello crepitante di energia con forza in un punto imprecisato, dove tre secondi dopo arrivò Dolcetto.
Visto il pericolo imminente, la ragazza parò con il piatto del bastone il colpo del dottore, ma nel farlo si ritrovò scoperta davanti a Manuel, il quale la prese per il collo e la bloccò al muro più vicino; per tenerla buona, le assestò una ginocchiata nelle reni, facendole mancare il respiro.
La fissò negli occhi furioso e sussurrò:- Cosa sei tu, esattamente?-
Poi, accadde qualcosa di strano: un attimo dopo la ragazza aveva il capo chino e quello dopo rialzandolo... i capelli, la faccia, era cambiato tutto! Era la copia di Maka, in quel momento!
Piagnucolò lievemente, con la voce troppo simile a quella di Maka per sembrare falsa:- Manu... ti prego... mi stai facendo male...-
- Oh, mio Shinigami!- sussurrò stupefatta Lucy.
In quel momento, un fischio penetrante fece voltare tutti di scatto verso l’Orologio, Manuel compreso (senza togliere la mano dal collo di Dolcetto). Una serie di steccate soffocate e di urletti stupiti lo fecero girare però verso gli altri. Una freccetta con un pennacchio spuntava dal loro collo.
Il ragazzo tolse la mano imprudentemente dall’assassina e si tastò il collo: ce l’aveva anche lui!
Fissò Dolcetto, gli occhi sempre più sfuocati, e la vide sorridere malignamente, dicendo:- Buonanotte, fringuello!-
E gli assestò un pugno in faccia.
 
Si risvegliò attaccato alla parete di una stanza illuminata da un abat-jour, con dei ceppi ai polsi e al collo. Dopo essersi risvegliato per bene, cercò di tirare le catene con forza, nel vano tentativo di romperle, ottenendo solo il risultato di sentire una scossa possente scuoterlo fino alla sua anima.
- Alla buon’ora! Ti sei svegliato, finalmente, piccolo!-
La voce fastidiosa di Dolcetto gli arrivò all’orecchio, ma non la vide da nessuna parte, pur girando la testa, per come poteva, a destra e a sinistra.
Fu allora che lei spuntò da dietro la parete, sussurrando suadente come un gattino:- Ti sei ripreso, giovanotto? Hai dormito almeno sei ore.-
Sei ore! Se avevano fatto qualcosa a Lucy o agli altri in sua assenza lui li avrebbe...
Dovette darsi un contegno iniziale e rispose con finta cortesia:- Dovete pensarci due volte, allora, prima di addormentare uno con l’emicrania.-
Lei rise tranquillamente, senza fretta:- Touché, piccolo. Hai centrato il bersaglio: era proprio sul tuo bell’indebolimento per mal di testa che puntavamo, oltre che sulla tua rabbia leggendaria.-
- A proposito di rabbia, che ne dici di dirmi che fine ha fatto Lucy, mh?-
- Oh, l’ho lasciata agli altri membri dello Zodiaco. Sai, avevano un piccolissimo conto in sospeso...-
- Intendi quando li ha maledetti due anni fa? Me ne ha parlato, ma se non sbaglio è stato dopo che l’avete quasi fatta morire dissanguata!-
- Roba vecchia! Se vuoi ringraziare qualcuno per questo pasticcio presente, ringraziate il vostro voltagabbana, Odessei! Lui ha fatto il fischio che vi ha distratti, mentre Choco vi addormentava.-
Manuel sbiancò:- Odessei... ci ha tradito? Ma come...?-
Lei fece spallucce, poi cominciò a canticchiare pigramente facendo danzare i piedi; fu allora che Manuel si rese conto di una cosa...
- La tua mano... come hai fatto?!-
La ferita si era già rimarginata e la pelle era immacolata come prima che la tagliasse.
Lei la fissò stupita, l’aprì, la richiuse, poi schioccò le dita esclamando:- Ah, per prima? Quello è un piccolo segreto, piccolino.-
- E prima? Eri la copia perfetta di Maka, a un certo punto.-
L’assassina sembrò rimuginarci sopra, poi sogghignò:- Ma sì, tanto ormai avete perso. Non fa più tanta differenza. Non sono propriamente umana. Io sono una kitsune, un demone mutaforma creato da Karkadoom stesso per servire Zodiaco-Sama. Posso assumere la faccia di una persona che ho toccato in passato... di qualunque sesso e tipo, Shinigami e umano. Figata, vero, caro?-
- Direi di sì... ma penso ci sia dell’altro. Cosa c’è nella tua... anima? Sembra quasi malvagità pura... non riesco a capire.-
- Aha. Nonnò. Questo non posso certo dirtelo, piccolo.-
Si alzò in piedi e posizionò le mani all’altezza del suo cavallo dei pantaloni, dicendo:- A meno che non si giunga ad un accordo...-
Fu proprio allora che si udì un segnale da un qualche strano altoparlante e lei sospirò, esclamando:- Cavolo, il mio signore ha fretta di presentarti alla Somma Medea! Che noia, cominciavo a divertirmi con te!-
A Manuel invece non dispiaceva affatto; preferiva mille Medea a quella situazione imbarazzante. Se li avesse visti Kim, di quel posto non sarebbe rimasta traccia! Oltre che delle sue ossa!
Lei lo prese per i ganci delle catene, tirandole a sé dopo averlo sganciato dalla parete e intimandogli:- Coraggio, vieni, se c’è una cosa che a Zodiaco-Sama non piace affatto, è aspettare.-
- Sama, eh? Un tantino pretenzioso, non trovi?-
- Se ci tieni alla tua vita, non dirlo ad alta voce davanti a lui. E non tentare scherzi: le catene legano anche la tua anima, quindi non puoi fare giochetti senza farti male.-
- Allegria! Come se me ne stessi tutto il giorno in panciolle.-
Lei ridacchiò, mentre lo scortava su per le scale. Dopo un quarto d’ora di salita, arrivati alla fine della scalinata, Manuel aveva il fiatone, mentre Dolcetto era ancora pimpante.
Lo stregone borbottò:- Se Medusa ha costruito il castello per la praticità, doveva essere un pessimo architetto.-
- Infatti l’ha creato Arachne, prima di rubare quello di Baba Yaga. Quella non aveva niente da fare e nelle segrete andavano solo i suoi scagnozzi dell’Arachnofobia.-
- Ah, comodo!-
Finito il percorso del corridoio, davanti a loro si stagliò un grosso portone di metallo, davanti al quale Manuel non poté non trattenere un sorrisino:- Ora voglio vederti, ad aprirla senza sudare.-
- Sei un po’ inquietante, sai? Prima cerchi di ammazzarmi, poi scherzi sul portone.- commentò lei avvicinandosi al portone, senza tuttavia mollare la presa sulle catene.
- Oh, non scherzarci troppo. Ti faccio passare la voglia di ridere, quando t’impalerò io.- sussurrò lui al suo orecchio, lo sguardo folle.
Dolcetto sogghignò, leccandosi le labbra:- Black*Star ti ha addestrato anche troppo bene! Cacchio, come avrei voluto conoscerti prima di quella cretina di Kimal. A quest’ora, saresti ai miei piedi!-
- Perché no? Magari a tagliarti entrambi i tendini!-
Non poterono proseguire, perché l’assassina s’innalzò con un salto fino a metà portone, sferrando un potente calcio al centro, che risuonò fino all’altra parte del corridoio.
La porta si aprì cigolando, molto più lentamente di quanto lui s’aspettasse. La vista gli gelò il sangue nelle vene. I suoi amici erano legati anche peggio di lui e sia Kid che Soul avevano le vene del collo bluastre da come erano state strette; probabilmente Sid più degli altri, ma lui era sempre blu. Ognuno di loro era sorvegliato da un tizio o una tizia strana, armati fino ai denti.
Ma nemmeno quella era la scena più raggelante: un tizio grosso e grasso, con delle grosse mannaie sulla schiena, stava prendendo a pugni Maka, proprio sulla faccia, davanti a Lucy, anche lei piena di lividi e contusioni.
Dolcetto urlò:- Pistacchio! La Albarn ci serve integra e senza graffi!-
Il tizio grosso rispose, assestando una ginocchiata alla platinata:- Infatti, i miei sono lividi, idiota!-
- Deficiente! Zodiaco-Sama ha dato un ordine!-
- E sennò, che fai, piccioncina? Lo spifferi al capo?-
Dolcetto indurì lo sguardo, poi sussurrò a Manuel:- Che sbadata! Ho perso presa sulle catene!-
Fu un attimo: Manuel aveva avvolto le catene intorno al flaccido collo di Pistacchio, stringendole fino allo spasmo. Per lo sforzo nello stringere si stracciò quasi la pelle dai polsi, ma le vertebre erano sempre più vicine e proseguì a stringere.
Pistacchio, tentando inutilmente di raggiungere le mannaie con le sue mani, gli facilitò semplicemente il compito. Si udì uno schiocco sonoro, poi il grasso assassino crollò a terra, mentre il suo corpo si liquefaceva lentamente.
Manuel osservò la scena per due secondi buoni, poi chiese:- Ma... è normale?-
Lucy ridacchiò lentamente:- Sì, Meister. Muoiono così tutti quelli che vengono maledetti da un Crow. “Dal collo viene la tua forza, e da esso la morte ti raggiungerà.” Se mi avesse ascoltato un anno fa, si sarebbe messo una protezione.-
Manuel mormorò, mentre Dolcetto lo raggiungeva:- Maka, loro sanno...?-
Lei scosse la testa lentamente, sorridendo come se nulla fosse successo: era quella la sua sorellina!
Lo stregone fissò l’assassina e i suoi compari, accigliato:- Credevo che ve la sareste presa, per la sua morte...-
Quella alta e biondina, intenta a fissare vacuamente Holmes, sbuffò con menefreghismo, affermando:- Quell’imbecille se l’è cercata. Gli avevamo detto che ne avrebbe pagato le conseguenze. Se non lo avessi fatto tu, lo avrebbe ucciso Zodiaco-Sama.-
Un ragazzo con un ciuffo molto strano ridacchiò:- Capo permaloso. Pericolo fregarsene.-
Dolcetto gli presentò il ragazzo, dicendo:- Il ragazzo che parla come un telegramma è Choco, il ragazzo che vi ha addormentati con la cerbottana.-
La bionda si presentò, sfoggiando la sua collana con una boccetta (veleno? Chissà!), dicendo:- Io sono Amarena, molto piacere.-
Manuel borbottò:- Vorremmo poter dire lo stesso.-
Si fece avanti un omone di colore grande e muscoloso, che strinse i pugni e disse:- Zenzero è il mio nome e dovreste essere grati di essere ancora vivi!-
Kid, furibondo e violaceo (nessuno capiva se per il sangue accumulato o per l’asimmetria dei macchinari), sbottò:- Mira-Sensei potrebbe non essere d’accordo!-
Un donnone lì vicino sferrò un pugno in faccia a Kid, facendo trasalire Liz e Tsugumi, legate a lui, mentre urlava:- Apri di nuovo la bocca, Shinigami, e t’ammazzo!-
Un tizio vestito da ninja le si parò davanti con la katana sguainata (Manuel osservò per un fugace momento il riflesso nero innaturale della lama), urlando:- Il figlio di Shinigami è un ostaggio, Vaniglia! Non devi ucciderlo!-
- Noi viviamo per uccidere, Candito! Credi forse che la vita sia più preziosa del nostro scopo?-
Una voce roca la interruppe:- Imbecille, Vaniglia! Candito ha ragione. Noi non uccidiamo senza motivo.- La voce apparteneva a un tizio con accento asiatico, coperto di pelli animali e un passamontagna.
- Ma se uccidi dei bambini; fammi il piacere, Ice Cream!- sbraitò Vaniglia!
- Lo faccio unicamente per evitare vendette. Cosa che tu non hai evitato, negli ultimi anni, nevvero?-
Una donna molto strana con i capelli verdi si alzò da un’amaca là vicino, sbadigliando sonoramente e dicendo:- Cos’è tutto questo baccano? Dormivo così bene, fino a che non mi avete svegliata...-
Tutti in coro, eccetto Choco, i membri dell’Associazione Zodiaco urlarono:- Menta, sta zitta!-
Manuel, non sapendo cosa dire, sussurrò a Dolcetto:- Non c’è che dire, siete molto uniti.-
Lei sporse le labbra, con fare sbarazzino:- Ci stiamo solo dicendo buonasera. Fidati, non vuoi sentirci litigare.-
- Lo capisco, ma sembrate più i fenomeni di un circo.-
Una vocetta antipatica gli sussurrò all’orecchio:- E io cosa sarei, Desper? L’equilibrista? L’illusionista?-
Manuel sussurrò rabbioso:- L’ammaestratore di Leoni, nella speranza che ti divorino!-
Odessei, sogghignò, dicendo:- Che posso dire... ho scelto il fossato meno ripido. Nessuno vuole morire, carissimo.-
Mentre ancora i membri stavano litigando, una voce si fece strada tra di loro, sebbene sottile:- Il Sommo Zodiaco ha il mal di testa, signori. Gradirebbe un po’ di silenzio.-
Tutti, Manuel compreso, si girarono a fissare il ragazzo appena arrivato: teneva un cappuccio nero a coprirgli il volto, mentre una tuta da ninja lo ricopriva da bocca a gambe. Il viso era pallido ed emaciato, ma con una voglia visibile di uccidere uno di loro. Aveva due sai appesi alla cintura, dello stesso colore della lama di quel tipo chiamato Candito. I suoi occhi... erano rossi, e uno aveva un bagliore che Manuel ben conosceva!
Infatti, provò a dire:- Ma tu... sei...-
- Tartufo. Faccio da assistente personale a Zodiaco. Spero che nessuno vi abbia fatto niente di male, siete nostri graditi ospiti.- Il suo sguardo voleva dire una sola cosa: “Non dire niente, o t’ammazzo.”
Manuel annuì lentamente, trasudando ironia:- Sì... se per essere trattati come ospiti intendi essere pestati a sangue, strangolati, impalati e cose simili, sì, siamo stati trattati con tutti i riguardi!-
Lui sembrò non sentire, solo indicò con un piede la pozza nera, chiedendo a Dolcetto:- Il cioccolato di ieri?-
- No, Pistacchio ha tirato le cuoia.-
Lui sospirò:- Non è mai piaciuto nemmeno lui, come Limone, ma perderne due in una serata farà arrabbiare Zodiaco.-
Sid, in un impeto di rabbia, si lanciò in avanti, bloccato dalle catene intorno al corpo e dai piedi di Anya:- Bastardi! Mira è morta e voi vi lamentate per un compagno che non vi piaceva?!-
Tartufo stette zitto per due secondi contati, poi chiese a Dolcetto:- Medea-Sama non aveva detto che TUTTI dovevano tornare vivi? Dovevi solo ferire la Neigus, Dolcetto!-
- Che palle, Tartufo! Lo so, lo so, doveva solo essere ferita, ma Limone s’era divertito, io no! Se poi avessi ucciso Mira, Desper si sarebbe arrabbiato ancora di più!-
- Ma adesso Zodiaco...-
- Me la prendo io la responsabilità, tranquillo.- disse lei in tono conciliante e annoiato allo stesso tempo.
Tartufo sospirò ancora, poi disse ad Ice Cream:- Staccate i prigionieri e assicuratevi che possano camminare, quantomeno. Ordini di Zodiaco.-
Mentre Ice Cream eseguiva gli ordini di malavoglia insieme agli altri, Manuel sussurrò a Dolcetto:- Cos’è che ha in mente, Zodiaco?-
- Da quel che ho capito, dovreste incontrare Medea. La nostra signora ha progetti su di voi, da quel capito.-
Lui agrottò la fronte, pensieroso, mentre l’emicrania tornava lentamente per la sua schiena:- Perché proprio Medea?-
Lei si leccò le labbra, guduriosa:- Oh, lei è la madre degli assassini. Uccise una sua sorella, sai? Credo fosse la moglie di Eibon.-
Una cosa era certa: gli Spartoi avrebbero voluto essere da qualsiasi altra parte, meno che davanti a Medea. Ma il piano, per quanto fragile, stava funzionando.
 

Angolo dell’Autore: Ebbene, ragazzi, non pensavo di dovermi fermare qui, ma sono successe anche abbastanza cose in questo capitolo, quindi possiamo procedere con altre spiegazioni anche al prossimo, ma vi prometto che al capitolo dopo ancora, comincierà la battaglia, promesso. E dopo la battaglia al castello Gorgon, arriverà la fine delle Fase 1.
Ringrazio anzitutto Teony-Sensei, che spero di rivedere presto, e BBola, mia fan più recente, e tutti quelli che, pur non recensendo, seguono le mie ff.

A tal proposito, volevo dirvi che, io non ho Facebook, ma se volete contattarmi, per chiedermi curiosità sulle mie ff, quando escono o cose simili, oltre alla mia e-mail (etb137@gmail.com) ho aperto un canale su Telegram. Per chi non sapesse cos’è, è un’applicazione per telefono gratis, simile a Whatsapp, con la differenza che puoi fare anche i canali pubblici. Se volete seguirmi anche lì, dovete cercarmi sotto https://telegram.me/ShiNear21, dove quasi sicuramente mi trovate tutti i giorni!
Bene, il mio l’ho detto, alla prossima! Joma joma dabarasa!
   
 
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