Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Ricorda la storia  |       
Autore: _Coki    24/02/2009    1 recensioni
E più cadevo, più il dolore scompariva...
Cadevo in un pozzo, un pozzo senza fondo, un pozzo che mi risucchiava sempre più...
Cadevo, e non c’era nulla a fermarmi...
Vedevo la luce, anzi la intravedevo e scompariva, sempre più velocemente, diventava più piccola, sempre di più, sempre più lontana...
Cadevo, ma non riuscivo a fermarmi.
Eppure lo volevo, volevo raggiungere quella luce, volevo sentire ancora, per l’ultima volta, il sapore e la dolcezza dell’aria.
Volevo sentirla ancora dentro di me...
Ma non solo nei polmoni, in tutto il corpo.
Volevo ancora viverla, ma ormai non ci speravo tanto...
Cadevo, anzi precipitavo, precipitavo nell’oscurità più immensa...
Poi la luce, quel piccolo barlume di luce, scomparve, portando via con se anche la mia ultima briciola di speranza...
Così, presa da quel tormento, non mi accorsi della calda lacrima solitaria che, scappata dai miei occhi chiusi, scendeva lungo la mia guancia rosea...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prima di tutto vorrei specificare che con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Jonas Brothers, nè offenderli in alcun modo.

E' la mia prima FF su celebrità e spero vi piaccia...

PERSONAGGI:

Damia

Hope

Faith

Jonas Brothers

ETà:

Damia: 16 anni

Hope: 16 anni

Faith: 18 anni

Joe: 19 anni

Nick: 17 anni

Kevin: 22 anni

LE ORIGINI:

Damia: australiane, persiane e irlandesi

Hope: americane e tedesche

Faith: americane e ispaniche

Fratelli Jonas: irlandesi, italiane, tedesche e nativo-americane

SPORT-PASSATEMPI:

Damia: Kick Boxing

Hope: Recitazione

Faith: Canto

Joe: Girare Video Divertenti

Nick: Sfide e Competizioni

Kevin: Comprare Chitarre

E ora... che la storia abbia inizio!!!

 

 

 

PLEASE BE MINE

 

...Prologo...

*Faith*

Le valigie erano già all'imbarco, i passaporti nelle tasche, la farfalle nello stomaco...

Stavamo per salire su un aereo per Orlando, in prima classe e, come se non bastasse, con un biglietto completamente gratuito!

A volte, accompagnare la propria migliore amica a farsi spaccare il naso su di un ring, porta i suoi vantaggi!

Piene di entusiasmo cercavamo di immaginare cosa avremmo fatto in quei due mesi. Ma nessuna di noi si sarebbe mai aspettata una storia simile, nessuna avrebbe mai immaginato che, una pugile, una cantante e un'attrice, quelle tre semplici ragazze, avrebbero trovato dei sentimenti così profondi...

A volte la vita riserva belle sorprese, sarebbe un peccato sprecarle!

 

...Capitolo 1...

*Damia*

Tutto era successo molto velocemente. Stavo procedendo ad 80 km/h su una strada secondaria. Perfettamente nel limite di velocità.

Guidavo la mia stupenda Mini Couper Rossa, me l'ero sudata quella macchina, l'avevo pagata tutta con i miei soldi...

Non l'avevo nemmeno vista la Porche 911 Turbo Blu che, non rispettando la precedenza, si lanciava a tutta velocità nell'incrocio.

Non l'avevo vista e me ne accorsi troppo tardi per fare qualcosa.

Provai ad accellerare, ma fu inutile...

Rumore di vetri rotti, una botta al collo, odore di rugine... I suoni erano ovattati, la vista offuscata. Feci in tempo a sentire il grido flebile di Hope prima di affogare nel più completo Nulla...

 

*Faith*

Aprii gli occhi, la vista era annebbiata. Avvertivo gli arti lievemente intorpiditi e un rivolo di un liquido caldo colarmi sulla guancia. Sentivo un gran dolore alla testa, un dolore insopportabile... Portai la mano sul punto dolente e la ritirai quando sentii anche lì lo stesso calore che avevo sulla guancia. Mi guardai la mano: sangue.

Voltai lentamente la testa verso il posto del guidatore. Damia era inerme, la testa poggiata sul volante, non dava segni di vita.

Hope era già uscita fuori, imprecando contro il proprietario dell'auto sportiva che aveva preso in pieno la nostra Mini Couper Rossa.

Appena cinque minuti prima, non avrei mai immaginato che la nostra vacanza da sogno si sarebbe trasformata in un tale incubo...

 

*Hope*

Non capivo come avevo fatto a rimanere illesa in quello schianto.

Poggiai la schiena contro i morbidi sedili in pelle, respirai profondamente. Mi sporsi in avanti e vidi Damia inerme sul volante e Faith, la testa poggiata al finestrino scheggiato, riprendere lentamente coscenza. Mi concentrai su Damia, la scossi cercando di rianimarla, ma niente, non accennava a muoversi. Presi in fretta il mio Nokia dalla tasca del pantaloncino e, con mano tremante, composi il numero dell'ambulanza...

 

"No, no, mi scusi! Ho prenotato una settimana fa... No, non mi interessa, se lei adesso non riprende la nostra prenotazione sporgo denuncia. Ah, bene, vedo che almeno un minimo di buon senso lo avete. Arrivederci tra due giorni!"

Chiusi il telefono, soddisfatta, volsi lo sguardo verso l'altro lato della palestra: Damia era sul ring ad allenarsi un'ultima volta prima della nostra partenza. Aveva legato i corti capelli biondi in una disordinata coda alta e gli occhioni azzurri guizzavano attenti ad ogni movimento dell'avversario.

Le gote erano arrossate dalla fatica, si impegnava sempre in quello che faceva, e la Kick era la sua passione.

Nonostante il fiatone, gli occhi le brillarono quando trovò una breccia nella difesa dell'avversario, il suo allenatore, un omone alto 1.97 m tutto muscoli. Le piaceva affrontare sfide impossibili, soprattutto prima di un torneo: aveva bisogno di tutta la preparazione possibile.

Un destro in pancia, una spazzata rapida e l'allenatore è K.O.

Un fischio prolungato: aveva vinto!

"Mi stupisci sempre di più, tesò! Sei riuscita a mettermi a tappeto. Che vergogna, battuto da un folletto alto 1.65 m!!!"

"Eh, Max caro, rosicare non è una bella cosa... Cosa c'è? Non sai perdere?"

Sulle sue labbra rosse comparve un sorriso sbarazzino e canzonatorio.

"Mi sei calato, non sei più tanto forte ormai..."

"Questo non dovevi proprio dirlo!" E le si fiondò addosso, caricandosela sulla spalla.

"Max, Max! Non ho più otto anni! Mettimi giù, mi sento un sacco di patate!" disse divertita, mentre le scappava una risata.

Si voltò verso noi due, che eravamo scoppiate a ridere vedendo la nostra amica agitare i piedi a vuoto, divincolarsi per cercare di scappare dalla stretta massiccia di Max.

"Ma tu sei un sacco di patate, amò, è inutile continuare a negarlo!"

"Ti giuro che, se non mi metti subito giù, dovrai pregare Iddio per raggiungere il tuo trentaseiesimo compleanno!"

Il suo tono era minaccioso, ma Max sapeva che stava solo scherzando.

"Maaaaax! Ti strappo il tuo adorato pearcing a morsi!"

Damia adorava il suo pearcing sul lato sinistro del labbro inferiore...

"Piccolè, lo so che sono un uomo affascinante e terribilmente sexy, ma ho una moglie e due figlie se non ti ricordi. Comunque terrò in considerazione la tua proposta, ma ad una condizione: baci bene, vero?"

"Mettimi immediatamente giù, potrei denunciarti per violenza su minore!"

"Ma come, tu mi metti K.O. e poi denunci me?!?"

"Dai ragazzi, dobbiamo cominciare ad organizzarci per il viaggio."

La voce di Faith li riportò al presente, invitando Max a lasciare Damia.

"Vabbè, tesò, fila a cambiarti e, mi raccomando, in questi due giorni prima del torneo devi stare attenta a cosa mangi, non devi affaticarti troppo e assolutamente non ti azzardare a prendere medicinali, che poi pensano che ti dopi e non ti fanno boxare... Non vorrei che il tuo sogno sciamasse via a causa della disattenzione. Sono anni che aspetti un'opportunità del genere ed ora vedi di non buttarla al vento!"

"Ok, papino!" rispose Damia con vocetta stridula, simulando una bambinetta. Scappò via, evitando di essere afferrata nuovamente come un sacco di patate. Adorava Max, era come un padre per lei.

Faith mi disse qualcosa, che non afferrai al volo. Mi voltai a guardarla.

Alta, slanciata e piuttosto aggraziata, mi fissava, gli occhi nocciola mi scrutavano interrogativi, l'espressione entusiasta le formava due tenere fossette sulla pelle color cioccolata, così morbida e delicata. Il suo fisico mozzafiato era fasciato da vestiti da Punk-Dark convinta, per lei completamente nella norma, prettamente neri. La maglia e la minigonna scura evidenziavano le sue forme, le calze a rete procuravano un effetto vedo-nonvedo sulle sue gambe lunghe e i piedi calzavano gli immancabili anfibi neri. Semplicemente deliziosa.

"Allora? Me la presti o no la tua borsa nuova?"

Il suo sorriso era abbagliante, il contrasto dei denti bianchissimi con la carnaggione scura era favoloso.

"Dipende... Cosa mi offri in cambio?"

Sorriso sbarazzino... Sapeva perfettamente cosa volevo.

"Ok, ti do libero accesso alla mia trousse per due settimane."

"Tre mesi."

"Uno."

"Un mese." dissi a trabocchetto...

"Due!"

"Ok, vada per i due mesi!"

Sorrisi soddisfatta, riuscivo sempre a raggiungere i miei scopi.

Damia ci raggiunse, i capelli ricci ancora bagnati, il borzone pesante in spalla, un sorriso smagliante dipinto sul volto roseo, i tratti dolci enfatizzati dai grandi occhi blu e dalle lunghe ciglia nere. I capelli le incorniciavano il viso, arrotondandolo. Le leggere lentiggini sul naso e sulle guance le davano l'aria d'essere un peperino.

Sembrava una bambola, una bambola di porcellana.

Di primo acchitto nessuno avrebbe mai immaginato che una ragazza dai lineamenti tanto delicati coltivasse una passione così... aggressiva. E con che grinta!

Ci incamminammo verso l'uscita e , con l'aria calda di Maggio sul viso, ci avviammo verso casa.

 

Un attimo di silenzio ed un altro scorcio di ricordi invase la mia mente.

 

Mi guardai attentamente allo specchio, una ragazza castana con gli occhi scuri e profondi ricambiava le mie occhiate con uno sguardo furbesco. Gli angoli delle labbra carnose erano lievemente tirati all'insù, le guance erano colorate dalle immancabili scocche rosse, che mi conferivano un'aria tenera e sensibile. Non mi ero mai messa al livello delle Top Model, ma, dovevo ammetterlo, non ero proprio niente male...

Mi distolsi dai miei pensieri, cominciando a prepararmi velocemente: come al solito ero in ritardo.

Mi tuffai nel guardaroba, tirandone fuori un pantaloncino nero e un top rosa, Converce rosa e calsini neri.

Appena concluso il primo incontro di Damia, avevamo deciso di andare in un negozio italiano a Miami, ce l'aveva consigliato Aurelie, la cugina di Max.

"MIAMI DAVVERO", nome alquanto stravagante, ma prometteva bene.

Mi misi un filo di matita e raggiunsi le altre in cortile. Salimmo sulla Mini Couper Rossa di Damia, che aveva pregato Faith di lasciarla guidare. Accese il motore e partimmo verso quella che sarebbe stata la nostra fine...

 

Controllai ancora una volta il battito di Damia, accertandomi che fosse ancora viva...

C'era. Debole, ma c'era.

Passata la paura ed il leggero shock, la collera di impadronì di me...

Avevo visto la mia amica sul ring ed avevo notato lo sbrilluccichio dei suoi occhi quando parlava del torneo al quale si era inscritta.

Voleva proprio vedere in faccia lo stronzo che aveva infranto il sogno di quella ragazza... Aveva sofferto tanto nella sua vita, si meritava un po' di soddisfazioni...

"Giuro che se ha riscontrato un danno del tipo ossa rotte o traumi celebrali potrei uccidere qualcuno..." bisbigliai sommessa...

Dopo tutto quello che Damia aveva fatto per me e per Faith, mi sentivo quasi in dovere di andare a spaccare il naso a quel topo di fogna...

Uscii dalla macchina sbattendo forte lo sportello e, rossa in viso, mi avviai verso la Porche 911 Turbo Blu accartocciata vicino alla nostra macchina.

"Chi è il pezzo di merda che ha preso la patente con i punti del latte?" gridai rabbiosa, non aspettandomi quello che mi si parò davanti.

"Io..."

Una voce profonda e calda giunse da poco lontano.

Mi voltai a destra e vidi, come un miraggio, tre ragazzi, alti, belli, mori ed impossibili... Li avevo già visti, ma mai dal vivo...

I Jonas Brothers.

Non mi serviva una specchio per sapere di essere impallidita tutto ad un tratto.

La rabbia sbollì e, tutto d'un botto, mi sentii debole e caddi a terra priva di sensi...

 

Questo è il primo capitolo, spero che vi sia piaciuto...

All'inizio, può sembrare un po' traumatico, o meglio, malinconico e triste, ma stimo che i prossimi capitoli saranno un po' più allegri!

Aspetto un  vostro commento!

Bacio,

Claky.

 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: _Coki