09/11/2015
4 recensioniGarou-chan, tu farai il mostro
Qual'è la distinzione tra uomini e mostri, se poi le similitudini tra loro sono così tante da rendere il confine tra i due nient'altro che una linea senza valore?
L'eroe diventa il carnefice e la vittima, un bambino delle elementari, finisce per essere sopraffatto da qualcosa di fin troppo grande per lui.
Ferite che rimangono impresse nella mente, lividi sulla pelle di un corpicino stanco di dover subire sempre la stessa sorte.
L'eroe vince sempre.
"Perché devo sempre perdere? Non voglio più fare il mostro!"
È solo un gioco, Garou-chan!
Qual'è la distinzione tra uomini e mostri, se poi le similitudini tra loro sono così tante da rendere il confine tra i due nient'altro che una linea senza valore?
L'eroe diventa il carnefice e la vittima, un bambino delle elementari, finisce per essere sopraffatto da qualcosa di fin troppo grande per lui.
Ferite che rimangono impresse nella mente, lividi sulla pelle di un corpicino stanco di dover subire sempre la stessa sorte.
L'eroe vince sempre.
"Perché devo sempre perdere? Non voglio più fare il mostro!"
È solo un gioco, Garou-chan!
[96 words]
Tacchan fa sempre l'eroe...
I mostri non hanno mai notorietà: per quanto vogliano ribellarsi, non otterranno mai lo stesso effetto. Chi è popolare può permettersi di sporcare le proprie nocche con il sangue fresco del "cattivo", perché verrà sempre acclamato da tutti.
"Giocare" secondo le regole dell'eroe è sempre ben accetto, ma chi è dall'altra parte non può aspettarsi di avere le stesse reazioni da parte della folla; il piccolo bambino mostro, ora, con la maglietta pregna di un liquido vermiglio non solo suo, con gli occhi inorriditi della gente puntati conto, si rende conto troppo tardi di quanto questo sistema fallimentare sia ingiusto.
Non sono un mostro
I mostri non hanno mai notorietà: per quanto vogliano ribellarsi, non otterranno mai lo stesso effetto. Chi è popolare può permettersi di sporcare le proprie nocche con il sangue fresco del "cattivo", perché verrà sempre acclamato da tutti.
"Giocare" secondo le regole dell'eroe è sempre ben accetto, ma chi è dall'altra parte non può aspettarsi di avere le stesse reazioni da parte della folla; il piccolo bambino mostro, ora, con la maglietta pregna di un liquido vermiglio non solo suo, con gli occhi inorriditi della gente puntati conto, si rende conto troppo tardi di quanto questo sistema fallimentare sia ingiusto.
Non sono un mostro
[109 words]
L'angolo dell'autrice:
Salve a tutti i temerari che sono arrivati fin qui senza morire malissimo e magari riuscendo a capire qualcosa, anche se non hanno letto gli sgorbi con la trama figa.
Se ve ne siete già dimenticati, vi ricordo che questo è S P O I L A H anche per chi segue le scan ridisegnate da Murata, sappiate che vi ho avvertito per ben due volte, non fate gli schizzinosi e leggetevi il webcomic di ONE (che è avanti più del doppio rispetto al disegnatore bravo).
Allora, ora che quelli che non hanno finito se ne sono andati via, possiamo parlare con chi sa di cosa sto parlando nella fic: come avrete capito, la figura dell'eroe nella double drabble è interpretata da Tacchan, mentre il mostro è, ovviamente Garou.
Ho trovato questo flashback tristissimo perché, effettivamente, nonostante Garou venisse picchiato con la scusa del "gioco" dal gruppetto di Tacchan, tutte le persone attorno sembravano essere tanto indifferenti alla cosa da dare la colpa sempre al primo, che anche per colpa loro comincia a nutrire odio verso gli eroi.
Sinceramente, credo che ONE abbia fatto un ottimo lavoro perché credo sia ovvio che un trauma infantile del genere possa cambiare le persone, quindi il fatto che Garou sia diventato quello che è ha anche senso.
Un abbraccio,
Angie 96