Titolo: È così palese! [che sei innamorato
di lui]
Autore: Janelle
Categoria: Merlin
Pairing: Arthur/Merlin,
Morgana/Gwen
Generi: Romantico,
Commedia
Note: Slash,
Shoujo–ai
È così palese!
[che sei innamorato di
lui]
Arthur
Pendragon si avvicinò al suo servitore, con un mezzo sorriso irrisorio dipinto
sul volto perlaceo. – La vuoi smettere di fissare ossessivamente Morgana? Sembra
che tu non abbia mai visto una donna! – berciò, scontroso.
Il
giovane mago sbatté le ciglia. – Eh? – esclamò, cadendo dalle nuvole. Arrossì di
colpo. – Oh n–no! Io non la stavo guardando, davvero! –.
L’altro
alzò prepotentemente un sopracciglio. – Merlin, lascia perdere. Lo sappiamo tutti che hai un debole per Morgana; è così palese! – berciò, sorseggiando un
po’ di liquido rossastro da un calice dorato.
– Ma
no, davvero, non è ver... – ma ad interrompere i suoi imbarazzati balbettii fu
proprio Lady Morgana, che racchiusa in un abito blu pavone, scivolò di fianco al
principe nel suo accecante splendore.
–
Arthur – disse, rigida, a mo’ di saluto. – Merlin, quello che hai fatto oggi per
Gwen è stato un atto di enorme generosità. So benissimo che Arthur ti distrugge
con le sue stupide richieste, –
precisò, lanciando un’occhiata di diniego verso il principe. – E sei stato
davvero gentile ad aiutarla –.
Il
moro arrossì furiosamente e spostò immediatamente lo sguardo, sentendo gli occhi
blu di Arthur trapassarlo da parte a parte; ora si sarebbe di sicuro messo a ridere di lui.– G–grazie Lady Morgana, è
stato un p–piacere – biasciò, rosso.
La
ragazza si allontanò, con un sorriso stampato in volto, e raggiunse la sua serva
qualche tavolo più in là.
– E
così non provi nulla per Morgana, giusto? – cantilenò il principe, beffardo. –
L’evidente rossore sulle tue gote mostra il contrario. Non ti ho mai visto
balbettare così tanto –.
Merlin
serrò i pugni, infastidito. – Siete proprio un asino senza tatto! – sbottò,
cercando di tenere un tono di voce contenuto. – A me non... interessa Lady
Morgana. E poi... io sono un servo – ammise, flebile.
Arthur
alzò un sopracciglio. – Precisamente. Non ci sarebbe alcuna speranza che lei ti
degnasse di uno sguardo – sibilò.
Il
mago sbarrò gli occhi, colpito da tanta freddezza. Serrò i denti, trattenendo a
stento una serie di insulti che gli solleticavano le corde vocali, pronti a
zittire l’intera sala e a far ammutolire anche il Re, tanto sarebbero stati
offensivi. – Avete ragione – sussurrò. – È evidente il suo disgusto per le
persone di rango inferiore! – e con gesti tremolanti, poggiò il calice sul
tavolo e sparì fra la folla.
Arthur
scrollò le spalle, bevendo un sorso del suo liquore. Quant’era fastidioso e petulante il suo
servitore!
...
–
Merlin! – urlò la voce di Morgana, comparendo alla fine del corridoio. – È
successo, vero? Dire quelle cose... – sussurrò, posando una mano affusolata
sulla spalla del ragazzo.
– Non
mi interessa – sbottò il mago, infastidito. – Quell’asino può dire quel che
vuole, non mi interessa minimamente – disse, curvando la schiena e scivolando
contro il muro dietro di lui.
– I
tuoi occhi non sembrano dire questo... – mormorò Morgana, carezzandogli una
guancia pallida. – Sono tristi
–.
Il
moro sbarrò gli occhi, arrossendo talmente tanto da mimetizzarsi con la sua
maglia. – N–non è come pensate voi, Morgana! I vostri sogni non si avverano
sempre, è risaputo, e poi q–questo
sicuramente... è... è... –.
La
ragazza trattenne un risolino: era così
palese! – In effetti i miei sogni non si avverano sempre; ma devo ricordarti
che avevo già visto questa conversazione? – celò,
soddisfatta.
Il
mago divenne bordeaux, senza accennare un minimo ritorno al suo colore naturale.
– No, no, no, no... – biasciò,
sconvolto, le labbra tremolanti.
Lui
ed Arthur... che
si... Non riusciva neanche a pensarlo!
– Ma,
in fondo, cosa ci sarebbe di male? È evidente che tra di voi vi è comunque un
buon rapporto, e potreste semplicemente fare il passo success- – blaterò,
amorevole.
– Passo successivo? – gridò, acuto. – Ma
Lady Morgana, voi davvero credete... c–che... Per tutti i Re! –.
La
ragazza trattenne un risolino. – Questo l’hai pensato tu, Merlin – sussurrò,
maliziosa, lasciandolo a crogiolarsi nel mezzo del corridoio più paonazzo che
mai.
Non
appena mise piede nella sala, un Arthur alquanto scocciato le si parò davanti. –
Morgana! Dove diavolo ti eri cacciata? – esalò, furioso.
Lei
sorrise, più che soddisfatta. – Ero di là, nel corridoio... sai, stavo
conversando con Merlin. È proprio un
ragazzo da sposare – calcò, assumendo un’espressione
malandrina.
Il
principe serrò la mascella. – Ma che diavolo stai dicendo, Morgana?! È un servo!
–.
– Oh,
Arthur! Come sei quadrato! – esclamò,
sbuffando. – Lui è nobile, lui no, l’altro è buono, lui è cattivo... siamo tutti
persone, non lo ricordi? E lui è proprio il mio tipo –
aggiunse.
Gli
occhi blu del principe si spalancarono, traumatizzati. – Il tuo tipo? – ripeté,
incredulo.
–
Esatto. Forse tu non l’hai mai notato, – cominciò, sporgendosi verso di lui come
se stesse per fargli una confidenza. – Ma quando Merlin sorride, i suoi occhi
blu brillano come per magia, e sono
incantevoli. Adoro i suoi capelli scuri, così morbidi e setosi... e poi, le sue
orecchie... – continuò, con malizia.
Il
principe la scostò violentemente da sé, con rabbia malcelata. – Morgana! Ti è
per caso andato di volta il cervello?! –.
– Può
darsi... – disse, ridendo genuinamente. – Credo sia stato a causa di... Merlin. Sai, prima, eravamo... da soli, capisci? – continuò,
velata.
Arthur
non riuscì a trattenere un istintiva sensazione di rabbia repressa, facendo uno
scatto in avanti verso il corridoio da cui era giunta
Morgana.
Se
non fosse stato troppo impegnato a controllare la furia, avrebbe sentito i
risolini di Morgana poco dietro di lui.
...
Cielo!
Lui e
Arthur... lui e Arthur...
Oddio,
non riusciva proprio a concepirlo.
Che...
che... si...
Un
secco rumore di passi lo fece sobbalzare, e quando riconobbe la chioma color
grano del principe sbarrò gli occhi, arrossendo
furiosamente.
Lui e
Arthur che si rotolavano fra le coperte!
–
Merlin! Che cosa ci fai qui da solo?! – lo accusò Arthur, avvicinandosi a lui
quel tanto che bastava per osservando minuziosamente.
Il
mago cercò di concentrarsi e trovare una risposta, ma dalle sue labbra non
uscirono che suoni convulsi. Ma perché sentiva il profumo muschiato del principe
invadergli le narici, come un veleno? – A–ah, i–io... eh–eh... s–stavo... –
balbettò, frettoloso.
Arthur
serrò la mascella. Dunque era vero!
L’evidente imbarazzo di Merlin doveva essere per forza dovuto a quello che aveva
appena fatto con Morgana, in sua
assenza...!
Merlin
cercò di scacciare l’immagine di lui e Arthur che – non doveva pensarlo!, ma finì solo con
l’osservare bramosamente il corpo del principe, cinto nei suoi abiti più
suntuosi. – A–ah! Io d–devo andare! Sapete, ecco, io, ho... degli impegni, si!
Ricordate? I vostri compiti, devo- – esclamò istericamente, aggirando il corpo
del principe e sperando di superarlo senza tante
cerimonie.
Arthur
afferrò il braccio di Merlino appena in tempo, spingendolo inevitabile verso di
lui. Puntò i suoi occhi blu in quelli del servitore, determinato. – Cosa ci
facevi qui con Morgana, Merlin? – sussurrò, freddo.
Il
mago cercò di non guardare le labbra del principe, così carnose e morbide
all’aspetto, mentre una forte confusione gli dominava la mente. – Ah, noi, cioè, io... parlavamo! – echeggiò
alla fine, boccheggiando.
– Parlavate...? – disse, esule,
prendendolo per il bavero della maglia e spintonandolo contro di lui. – E di
cosa parlavate, si può sapere? Di come hai aiutato Gwen oggi...?
–.
Il
mago, imbarazzato, colse l’occasione al volo. – Ah, s–si! Si–si! – berciò,
cercando di guardare tutto tranne che il volto del principe ed annuendo
furiosamente. – Parlavamo proprio di quell-mghf! –.
Le
labbra del principe si erano spinte sulle sue con una tale veemenza da
spaventarlo, facendo pressione per entrare, mentre una mano ruvida spingeva
sulla sua schiena, sbattendolo contro il corpo muscoloso di
Arthur.
Sbarrò
gli occhi, rendendosi conto in quel momento di ciò che stava accadendo. E mentre
l’immagine di loro due che si rotolavano per le coperte si faceva più reale, socchiuse le labbra, accogliendo
quelle di Arthur con strana aspettativa.
Fu
spintonato all’indietro, finendo malamente sui suoi piedi mentre una folata
d’aria fredda gli metteva a tacere le membra. Alzò gli occhi, specchiandosi
negli iridi blu del principe, velate di desiderio. Si toccò immediatamente le
labbra, incredulo.
Lui e
Arthur... lui...
Arthur
si pulì con il dorso della mano la bocca, riservando al suo servo un’occhiata di
fuoco. Poi arretrò, scomparendo lungo il corridoio senza dire
nulla.
Per
tutti i Re!, pensò
il mago, sconvolto. Aveva appena baciato
Arthur Pendragon!
...
–
Visto, Gewn? – mormorò Morgana, elettrizzata. – Il piano ha funzionato alla
perfezione. La vostra idea di fingere di averli sognati insieme è stata
straordinaria... –.
–
Troppo gentile, Lady – blaterò, riconoscente. – Ma se non ci fosse già stata una
base, non saremmo mai riusciti a metterli insieme. Ricordate cos’era successo
con Marcus e Henry, vero? –.
Morgana
annuì, sospirando. – Già... uno si trova ancora in prigione, vero? Beh, poco
male! Finalmente Arthur e Merlin si sono resi conto dei reciproci sentimenti...
–.
La
serva annuì, emozionata. – Ma credete davvero che Arthur li accetterà? Avete
visto come ha reagito... –.
– Il
suo bacio è stato dettato dalla passione momentanea, ma non se ne è pentito, ne
sono certa – le assicurò, orgogliosa di sé stessa. – Chissà cosa succederà ora;
credi forse che dovremmo stare lontane dalla stanza di Arthur per un po’?
–.
– Ma
cosa dite Lady Morgana! – sbottò, arrossendo furiosamente. – Dite che... che...
Per tutti i Re!
–.
L’altra
alzò un sopracciglio, divertita. – Assomigli proprio a Merlin, lo sai? Mi ha
detto la stessa cosa quando gliene ho parlato... –
sussurrò.
– E
voi assomigliate troppo ad Arthur, per i miei gusti! Dire una cosa del genere...
– biasciò, bordeaux.
Il
volto della fratellastra del principe si puntò curiosamente su quello della
serva. – Hai ragione, in effetti... – cominciò. – Che ne dici di continuare
questo discorso nella mia stanza, Gwen? Trovo questa festa di una noia mortale –
profuse, allontanandosi.
Gwen
non si rese minimamente conto del secondo significato delle sue parole, e la
seguì gentilmente. Aveva proprio ragione; quella festa era di una noia
mortale!
Ed
eccomi di nuovo qui xD Sta cominciando a diventare un’abitudine, eh?
Allora,
allora... spero che questa shot/schifezza vi sia piaciuta, perché a me mi gusta
abbastanza (molto più delle precedenti). So che l’idea di un sogno premonitore
di Morgana è già stata usata, ma come avete visto la storia alla fine è un po’
diversa.
Mi
interrogavo su un quesito... forse dovrei continuarla? Vi piacerebbe avere un
seguito o vi sembra completa così? Non garantisco di farlo davvero, ma vorrei
sapere una vostra opinione. Non sarebbe comunque molto lunga, intendiamoci
<3
Grazie
a tutti i lettori, i futuri recensori, ecc! LOL
Bacioni, Janelle.