10.
Mantenere la calma
Dopo un week end e inizio settimana
abbastanza travagliato, presa da amiche e famiglie incasinate quel
venerdì pomeriggio finalmente mi stavo dando a uno pseudo
relax.
Viola viveva a casa sola con il padre, e non aveva da
giorni notizia della madre, mentre Ilenia stava vivendo la situazione
contraria trasferendosi temporaneamente a casa della madre, anche se
sapeva che entro il fine settimana sarebbe dovuta tornare da suo
padre, nonostante l'accaduto.
Io invece mi ero data alle pulizie
aiutata da Logan. Quella sera avrebbe mangiato per la prima volta a
casa mia, in presenza della mia bionda coinquilina, a cui avevo
promesso, di rendere la casa quanto meno presentabile, nonostante il
ragazzo avesse avuto più volte occasione di vederla nel suo amato
disordine
- Vicky spiegami la differenza tra il tuo solito buttare
oggetti e vestiti a caso in cassetti e armadi, e l'impuntarti invece
oggi di riordinare in maniera dettagliata tutto – mi domandò
perplesso il mio ragazzo.
- Sensi di colpa amore, semplicemente
quello. Povera mamma, già è in ansia nel conoscerti, almeno la
faccio rilassare facendole trovare la casa in perfetto e vero ordine
– li dissi con non chalance, senza accorgermi delle parole che
avevo usato.
- Scusa, come mi hai chiamato.??- mi fece notare
subito Logan abbracciandomi da dietro, mentre sistemavo dei vestiti
sopra l'armadio. Solo in quel momento riuscì a rendermi conto di ciò
che avevo detto. Arrossì leggermente e mi voltai vero il ragazzo.
-
Ehm... amore...cioè se ti da fastidio dimmelo, e che mi è venuto
naturale, e comunque, c'è alla fine chiamo... - cercai di
giustificarmi impacciata io.
- Ahahah frena scema.!! Amore va
benissimo, e anche tutti gli altri nomignoli che mi vorrai dare, solo
che...bhè era era la prima volta che me lo dicevi. È bello sentirsi
chiamare così sai.?? - confessò teneramente, e mi fece sciogliere
come un cioccolatino al sole.
- Allora continuerò a chiamarti
così – annunciai baciandolo dolcemente.
Ci staccammo qualche
secondo dopo, e ritornammo a sistemare la casa.
Per le 20,30
mamma tornò a casa. Presentai ufficialmente il mio ragazzo alla
donna, e in una mezz'oretta finalmente ci sedemmo tutti a tavola e
iniziammo a mangiare.
- E quindi la Lombardo come è uscita dal
bagno.?? - chiese sconvolta e divertita mia mamma, dopo aver
ascoltato curiosa il buffo episodio di quella mattina, che era
accaduto a scuola, alla povera prof di francese.
- Praticamente la
bidella, dopo un'ora e mezza da quando era scesa in segreteria è
tornata sul piano, e ha controllato per puro caso i bagni dei
professori, ha sentito la Lombardo che si disperava dentro, e ha
chiamato qualcuno perché l'aiutassero a tirarla fuori - le spiegò
ridendo Logan.
- Ma scusate in ora e mezza nessuno si è accorto
che era rimasta chiusa dentro.?? - domandò perplessa la donna.
-
E no perché è andata in bagno quando l'intervallo era già finito,
quindi nessuno la sentiva gridare aiuto dalle classi, e durante il
cambio d'ora invece c'era troppo casino – le feci notare.
-
Povera donna – Commentò lei alzandosi dal tavolo e iniziando a
sparecchiare – Comunque dove volete andare sta sera scusate.?? -
chiese infine.
- La porto a prendere uno yougurt in Marghera.
Tranquilla la porto a casa presto - le rispose Logan cercando di
darle un mano con i piatti.
- Fermo fermo, lascia perdere, sei mio
ospite sta sera, quindi pulisco io. Voi due piuttosto vestitevi e
andate – lo rimproverò mamma.
Il ragazzo scosse la testa
divertito e poggiò nuovamente i piatti sul tavolo. Allora mi alzai
anch'io, andai verso camera mia e alla svelta mi preparai per
uscire.
- È stato davvero un piacere conoscerti Logan. È bello
sapere che c'è qualcun altro al mondo con cui mia figlia possa
ascoltare i Muse – si congedò ridendo mia madre. Il ragazzo
ovviamente non capì la battuta, a differenza mia che sbraitai un
alterato – Mamma ti prego.!!-
- Immagino che sia riferito a dei
vostri discorsi – constatò Logan divertito. Lo
fulminai al volo con lo sguardo, diedi un bacio a mamma e uscimmo.
A
seguire, dieci minuti dopo stavamo già parcheggiando in De Angeli.
-
Mi piace tua madre. È stra simpatica sai.?? - mi disse uscendo dalla
macchina.
- Sono contenta. Era importante per me farvi conoscere.
Lei è la mia migliore amica praticamente – gli spiegai.
- Si
vede che siete unite. Mi avete ricordato un sacco Anne e nostra
madre. Loro erano come voi due. Si raccontavano sempre tutto,
uscivano e si divertivano insieme – iniziò a raccontarmi con
malinconia.
- Doveva esser una grande donna tua madre – riuscì
solo a commentare – Ma su parliamo di cose più allegre, non voglio
che passi la serata con il muso. Dopo che accompagnerai me medesima a
casa cosa hai intenzione di fare.?? - gli chiesi per cambiare
argomento.
- Mhmhm non credo tu voglia saperlo – ribatté il
ragazzo.
- Vai a gareggiare vero.?? - domandai scocciata. Sapevo
che era una sua esigenza, che come diceva lui c'era un motivo più
che valido per quello che faceva, ma ogni volta che faceva capolino
l'argomento mi veniva solamente in mente la scena di Logan
sanguinante nel bagno della scuola.
- Vicky, sai che...- iniziò a
giustificarsi lui.
- Si si, lo so. C'è un motivo per cui lo fai,
prima o poi questa cosa finirà, non devo preoccuparmi perché tanto
sei bravo, e bla bla bla queste cose le so, ma non puoi pretendere
che non mi preoccupi – lo rimproverai io.
- Guarda che smetto di
dirtelo quando gareggio come faccio con Anne, così smetterai di
farti le paranoie – mi minacciò subito.
- Non ci provare, giuro
che te ne pentiresti amaramente – constatai con i nervi a fior di
pelle.
- Ok ok scusa, vieni qua, non voglio litigare – disse
abbracciandomi. Odiavamo discutere di queste cose, ma a volte non
riuscivo a trattenermi dal sfasargli contro quando si parlava di
certi argomenti.
Passammo
il resto della serata non toccando più l'argomento, ma quando mi
riaccompagnò a casa non potei far altro che salutarlo nervosamente,
consapevole di cosa avrebbe fatto dopo.
I veri problemi
iniziarono però la mattina seguente, quando come prevedibile, ad
aspettarmi sotto casa fu la 500 di Anne.
- Ti prego dimmi che
almeno te sai qualcosa, e che sono io l'unica che ha tagliato fuori
come al solito – esordì la mia amica appena salì in macchina.
-
Di cosa stiamo parlando per l'esattezza.?? - chiesi perplessa. Non
era mica la prima volta che Anne passava a prendermi dopo una delle
notti brave di Logan.
- Ok, a sto giro mio fratello ha fatto le
cose in grande. Data la tua tranquillità, deduco che ha tenuto
all'oscuro anche te – iniziò a spiegarmi sfinita la ragazza,
passandomi un foglietto prima di metter in moto la macchina.
-
“Principato di Monaco. Torno presto giuro. Stai tranquilla e
tranquillizza anche Vicky. Con affetto L.”- lessi ad alta voce - È
uno scherzo.??- domandai sconvolta con tre toni di voce più alti del
solito. Anne rimase seria concentrata sulla strada, mentre io mi
fiondai a cercare il mio telefono in borsa. Appena lo ebbi in mano
feci partire la chiamata al mio ragazzo, ma senza neanche il segnale
acustico, scatto subito la segreteria telefonica. Chiusi la chiamata
e lanciai il telefono esattamente lì dove l'avevo appena ripescato.
Che fosse stata la mia sfuriata della sera prima al bloccarlo dal
dirmi qualcosa.?? Che fosse capitato qualcosa d'importante riguardo
alle “buone ragioni per cui gareggiava” che l'abbia portato a
Monaco.?? Ma la domanda sul per quale diamine di motivo non mi avesse
nemmeno avvisata rimaneva. Che non si fidasse.?? O magari si era
cacciato in qualche guaio, e meno persone sapevano, meglio era. Mille
cose mi giravano per la testa, e come a me così immaginavo alla
sorella, che come la sottoscritta, rimase in silenzio per tutto il
tragitto.
Una volta arrivate a scuola cercammo di sfoderare il
nostro sorriso migliore, ma ovviamente il nostro nervosismo era
palpabile, soprattutto sottolineato dalla non presenza di Logan.
-
Amore che succede.?? - mi domandò preoccupata Ilenia. La guardai con
il fare di chi avrebbe voluto inventarsi qualsiasi cosa, piuttosto
che ammettere che c'era un problema, ma la mia amica mi conosceva
troppo bene per mentirle.
- È proprio questo il punto. Non è ho
la più pallida idea – risposi sconsolata. La ragazza non chiese
altro, mi abbracciò furtivamente e tornammo a seguire la lezione di
tedesco.
- Giuro che se guardi ancora una volta il telefono te
lo sequestro – Mi minacciò Mariamarta comparendo in sala.
- Eri
in bagno, il film è in pausa, ne ho approfittato solo un attimo –
cercai di giustificarmi io, passandole il gelato in segno di pace. La
ragazza mi guardò male e tornò a sedersi accanto a me fiondandosi
nuovamente sulla vaschetta.
Tornando da scuola le avevo mandato
un semplice messaggio con scritto “G E L A T O” (che poi negli
anni si è trasformato in V I N O), che rappresentava nel nostro
codice personale “ho bisogno di sfogarmi” e per le 15,30 si era
presentata direttamente a casa mia.
- Finché non squilla vuol
dire che non ti ha scritto nessuno, lui compreso. E se anche ti
scrivesse, indifferenza cara. Leggi e non rispondi, così impara -
constatò lei duramente, e non poteva che avere ragione. Nonostante
tutto il bene che volevo a quel ragazzo, questa non glie l'avrei
fatta passare liscia. Era una questione di rispetto nei confronti
miei quanto in quelli di sua sorella. Non si sparisce lasciando un
solo bigliettino con scritto due righe in croce senza nessuna
spiegazione e preavviso. Qualunque fosse stata la motivazione.
-
Hai ragione Mary, e solo che questa situazione mi snerva – dissi
tra una cucchiaiata e un'altra di stracciatella – dimmi piuttosto
di te, alla fine hai deciso se uscire o meno con quell'amico della
Giuls.?? - domandai per passare su argomenti più leggeri, distrarmi
e non monopolizzare la conversazione.
- Uuhu giusto, mi ero
dimenticata di aggiornarti.!! Abbiamo parlato un po' su Facebook. Non
sembra male, e soprattutto anche lui come me ha una devozione per
Scrubs. Solo per questo li ho concesso un'uscita domenica pomeriggio
– disse tutta elettrizzata la mia amica – il che vuol dire che
lunedì pomeriggio, ti rapisco per una primaria lista dei pro e dei
contro – aggiunse infine fiera. Non commentai, le battei
semplicemente un cinque che rappresentava la mia approvazione.