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Autore: FairLady    11/11/2015    2 recensioni
[Damon] "7x05"
“Mia cara Elena, forse quando ti sveglierai io non sarò lì a vedere i tuoi occhi aprirsi, perché sto per fare una delle cose più stupide che abbia mai fatto, e di idiozie, lo sai, ne ho fatte tante.
Attenderò qualche decennio con l’ansia di sentire finalmente un’altra delle tue sfuriate."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Cara Elena… qui la vita fa davvero schifo senza di te, ma devo andare avanti e sto cercando di farlo in tua vece, per renderti fiera di me…»
Così Damon avrebbe voluto cominciare la sua pagina di diario, così avrebbe dovuto, cercando di mantenere la tacita promessa che le aveva fatto, mentre con la morte nel cuore si preparava a dirle addio. Chiudere quella bara, sì, quel gesto era stato per lui come morire di nuovo, come quelle pallottole che lo avevano colpito nel 1864, ma molto più dolorose. Dilanianti.
Il fatto di averla ancora lì a portata di mano – addormentata, incosciente, ma presente –, però, non lo aiutava a sentire meno quel bruciore, quel grosso strappo che continuava a sanguinare, anzi… il pensiero di averla in carne e ossa e non poterla vedere sorridere mentre lo guardava era una tortura di proporzioni bibliche. Avrebbe dovuto pensarci, Dio – o chiunque ci fosse stato, da qualche parte –, a imporre quella pena come piaga per l’umanità. Con lui si stava divertendo parecchio, a quanto pareva.
Quella disperazione che covava dentro gli stava impedendo di andare oltre, di superare l’agonia, di rassegnarsi in qualche modo al fatto che la sua Elena non sarebbe tornata, non in quel decennio, e forse nemmeno in quelli successivi. Non avrebbe dovuto vivere nell’attesa, logorandosi e perdendosi quello che il mondo poteva ancora dargli.
“Ma cosa può darmi ancora questa Terra, dopo che ho toccato con mano la vera felicità?”
Eppure si era deciso a mandarla lontano, a nasconderla ai suoi occhi, al suo cuore, tenendola al sicuro, ma forse incapace di farlo restare in stallo, di togliergli il respiro aspettando il momento in cui avrebbero potuto stare insieme ancora. E così Tyler l’aveva portata via.
E Damon era tornato a prendersi cura dei suoi amici, o almeno ci stava provando, a risolvere i vari casini tipici di Mystic Falls e di quello strano triangolo delle Bermuda dove tutto poteva succedere – e immancabilmente riguardava anche lui.
“Continuo a provare a essere il Damon che ti merita e di cui ti sei innamorata, tesoro…”
 
***
 
«Indovina chi ha consigliato a Kai di lanciare l’incantesimo su Elena? È stata lei, Damon, la tua stessa madre…»
Bastava poco, così poco. Per perdere il lume della ragione, perdere tutto, perdere se stessi. Quel cassetto non era nemmeno stato sigillato. Damon, in quel dannato cassetto, non era nemmeno riuscito a chiudercela, Elena… ci stava lavorando, ma andare avanti era così maledettamente difficile.
Sentiva le mani tremare, in verità ogni sua cellula tremava, vibrava sotto l’impeto prorompente della rabbia, quella vera, che aspettava sotto alla superficie di avere un altro bersaglio da colpire dopo che si era tolto la soddisfazione di staccare la testa a Kai – quello che credeva l’unico responsabile.
Lily aveva architettato tutto fin dall’inizio, da quando lui e Bonnie avevano lasciato la sua inquietante famiglia nel mondo prigione, e Lily doveva pagare. Non si era fatta scrupoli a privare il suo stesso figlio dell’amore della sua vita, e lui non se ne sarebbe fatti a ripagarla del favore, come se non fosse già stato bravo a rovinarsi l’ultimo centennio da solo.
Stefan non era d’accordo, ma a lui non importava affatto il pensiero del fratello, che era tornato a galoppare unicorni insieme alla sua biondina.
Elena non era lì per colpa di Lily, ucciderla non avrebbe riportato indietro la sua fidanzata, ma lo avrebbe sicuramente fatto sentire meglio. Molto meglio.
 
“Mia cara Elena, forse quando ti sveglierai io non sarò lì a vedere i tuoi occhi aprirsi, perché sto per fare una delle cose più stupide che abbia mai fatto, e di idiozie, lo sai, ne ho fatte tante. Devo renderti giustizia, o almeno cercare di renderla a me stesso, che sono stato privato dell’anima nell’attimo in cui tu hai smesso di vivere.
Sono sicuro che non gradirai affatto tutto ciò che verrà da ora in poi; forse, quando ci rivedremo e saprai quello che ho fatto, sarai davvero incazzata con me. Attenderò qualche decennio con l’ansia di sentire finalmente un’altra delle tue sfuriate.
Ti amo, Elena.
Per sempre tuo, Damon.” 
   
 
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