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Autore: Rota    11/11/2015    1 recensioni
Sousuke è un pirata maledetto, che naufraga su un'isola abitata dalle sirene. Haruka è una sirena piuttosto curiosa, che si prende cura di lui e lo aiuta a sopravvivere in quel posto isolato dal mondo
[PRIMA CLASSIFICATA al contest "Di AU, OTP, Future!Fic e tante belle cose" indetto da aturiel sul forum di EFP e SECONDA CLASSIFICATA al contest "Spokon in Au" indetto da nacchan e Shichan sul forum di EFP]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Sosuke Yamazaki, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Golden Heart'
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Titolo: You no longer fear (When your heart’s turned to gold)
Autore: Rota/Rota23
Fandom: Free! Eternal Summer
Coppia: SouHaru (leggeri cenni di KisuMako)
Personaggi: Sousuke Yamazaki, Haruka Nanase, Un po' tutti
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Romantico
Avvertimenti: Shonen ai, Au
Rating: Giallo
Credits: Gold, Imagine Dragons
Au scelta: Fantasy
Categorie: Categoria 1: Free! + Categoria 2: // + Categoria 3: Siren!AU
PRIMA CLASSIFICATA al contest "Di AU, OTP, Future!Fic e tante belle cose" indetto da aturiel sul forum di EFP e SECONDA CLASSIFICATA al contest "Spokon in Au" indetto da nacchan e Shichan sul forum di EFP
Gifter: manubibi
Link al gift: GIFT
Note e avvertimenti: Ho ricevuto l'illuminazione divina per questa fic ascoltando la canzone degli Imagine Dragons – che adoro incredibilmente e di cui tra l'altro consiglio l'ascolto nel mentre si legge la mia fic. È un miscuglio tra la Pirates!Au e la Mermaid!Au, anche se sarebbe più precisa la seconda dal momento che è quella preponderante xD
Non ho mai scritto dal punto di vista di Sousuke, spero davvero di non aver fatto pasticci. E tutto questo doveva essere molto più corto, ma ok.
Buona lettura!



















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You no longer fear

(When your heart’s turned to gold)









Prologo

Fast comes the blessing of all that you dreamed
Only at first did it have its appeal





Le spalle dell'uomo sbattono contro la parete rocciosa della grotta; le gambe non lo reggono più: scivola piano fino a terra con le gambe molli e tremanti, rimanendo seduto sulla sabbia bagnata e compatta che cosparge tutto l'altro umido. Ansima pesantemente, sfinito dalla lotta.
Il capitano della nave Samezuka ha sollevata in aria la propria arma da fuoco e ne punta il principio della canna contro il suo petto – al centro esatto, con la stessa precisione che lo ha reso un pirata famoso.
-Meglio arrendersi che morire, non ti pare?
L'avversario lo guarda con odio, oltre lo sporco e il sudore che gli imbrattala pelle del viso. Gli sputa vicino agli stivali in un gesto di sincero disprezzo, rimanendo ancorato alla parete verticale aspettando il colpo di grazia.
Sono stati sconfitti, ma hanno venduta cara la pelle.
Rin Matsuoka assottiglia lo sguardo. Dopo quella lunga battaglia, non ha propria voglia di provare ancora pietà; due delle sue navi sono state barbaramente fatte a pezzi e non ha ancora avuto modo di contare morti e feriti. Lo atterra quindi con un calcio al viso per lasciarlo lì disteso in mezzo alle pietre, con metà volto affondato nella sabbia, e per poi andare oltre.
Sente il richiamo dei suoi nelle loro urla, poco più avanti. Viene attirato dalla luce proveniente dal centro della grotta, lì dove si sono radunati gli altri pirati – a urlare di gioia, a piangere e a festeggiare la riuscita della loro sanguinosa impresa. Per quanto faticosa possa essere stata la contesa, evidentemente il premio è qualcosa che giustifica tanta vitalità estrema.
E lo stesso Rin lo vede quando emerge dall'ombra di quel corridoio di pietra lucida.
Si estende a vista d'occhio senza mai fermarsi. Brilla come una stella, luccicante di meraviglia incredibile. Risplendono tanti colori: blu, verde, bianco e rosso. Ma quello che più sfolgora e che più riempie la sua anima di soddisfazione è quel pieno colore d'oro, che si perde su ogni moneta rotonda, su mille e più collane, sui forzieri trasbordanti, su mille oggetti diversi che la mente confusa del capitano non riesce ormai più a catalogare.
Deve respirare a fondo diversi secondi per non rischiare di svenire davanti a tutto quello. Ha la testa che gli scoppia – e forse è anche colpa di quella pallottola che gli è strisciata sulla fronte, in un tiro sbagliato che avrebbe dovuto ucciderlo.
I suoi occhi sono ancora più rossi di sangue del solito.
Gli si avvicina piuttosto lesto uno dei suoi sottoposti e tra le braccia regge uno scrigno piuttosto massiccio, incastonato di pietre preziose della dimensione di un pugno. Il ragazzo non è intimorito dalla sua persona né dal suo aspetto: è vitale come sempre, forse un po' troppo alto nel tono della voce, con quegli occhi tanto spalancati da sembrare quelli di un ragazzo troppo giovane per fare il pirata.
-Capitano Rin! Capitano Rin! Guarda cosa ho trovato!
L'uomo apre il coperchio dello scrigno, valutandone il contenuto. Un diamante perfetto che brilla anche senza bisogno di una luce e una statuetta lucente d'oro lunga quasi quanto una spanna, giacciono su un letto di collane e pendenti di ogni tipo. Con ogni probabilità quello è il pezzo più prezioso di tutto l'intero tesoro.
Rin non manca di gratificare l'orgoglio del ragazzo.
-Bravissimo, Momo. Ottimo lavoro.
L'altro gli sorride, decisamente contento. Gli consegna il prezioso per poi allontanarsi alla ricerca di qualcosa che possa tenere per se stesso.
Rin stringe l'oggetto al fianco, guardando i propri uomini ubriacarsi del premio della vittoria. Sospira, lasciandosi finalmente andare: hanno vinto davvero.


Cibo: pesce appena pescato e gallette stantie portate dalla terra ferma. Tutta la ciurma della Samezuka si è riversata sulle spiagge della piccola isola prima nemica, accampata attorno a tre grandi fuochi vivi di rosso per sfogare, ancora e ancora, la propria felicità.
Si riempiono i boccali da bevuta del liquore trovato nelle stive nemiche, in uno dei mille anfratti della grotta segreta. Sembra, dopotutto, che non ci fosse soltanto un singolo tesoro in quel posto.
Rin si tiene come meglio può fermo sui propri piedi quando gli versano altro rhum nel piccolo contenitore che tiene tra le dita di una mano. Ride forte, Minami, e porta via sulla propria spalla il barile ormai mezzo vuoto, per altri tipi di bisogni.
Il capitano guarda i propri uomini mezzi malconci, con quei sorrisi che lo ripagano di ogni errore fatto e di ogni strategia formulata sul sacrificio altrui. Non può che ringraziarli e assistere in prima persona alla loro gioia.
Manca qualcuno e se ne accorge. Non gli serve guardarsi molto attorno: conosce abbastanza l'uomo per sapere che è distante abbastanza da poter essere definito sia partecipe sia non.
Rin fa qualche passo verso il mare e subito lo vede. Seduto dove il mare non arriva, nel completo buio di una notte di luna piena. Stringe il tesoro che non ha ancora lasciato nella mano che lo sorregge, decidendo quindi di raggiungerlo.
Si ferma a pochi passi da lui, a guardargli la schiena ampia scoperta di qualsiasi vestito.
-Sousuke.
Lui non sobbalza, non fa alcun gesto di sorpresa: lo ha sentito arrivare. Ma ancora prima che il suo capitano possa dirgli qualcosa, lo anticipa – e con questo insinua implicitamente il dubbio e il riserbo nell'altro, ottenendo l'effetto contrario a quello desiderato.
-Sto bene.
Con la mano coperta dal solito guanto si stringe la spalla che finalmente ha smesso di sanguinare, dopo tutto il lavoro di cucitura e pulizia che il medico della loro ciurma ha fatto sulla sua pelle; Nitori ha dovuto ammettere che è una sutura inguardabile, ma comunque gli ha permesso di sopravvivere.
Rin lo guarda male nel sedersi vicino a lui: beve un sorso di liquore, guardando altrove. Il mare è così calmo mentre si stende sulla banchina di sabbia.
Sousuke vede l'oggetto che il capitano tiene addosso a sé.
-Quello è il tuo premio per la vittoria?
-Già. Più altre tre casse piene d'oro.
-Sarai ben contento.
Rin grugnisce.
Non gli è mai davvero importato molto della ricchezza e Sousuke lo sa. Sousuke lo conosce dalla prima volta che è salito su un'imbarcazione, perché lui era presente. Così com'è stato presente a tutte le altre volte.
Rin quasi butta lo scrigno davanti a lui e lo apre con la punta dello scarpone di cuoio al piede – non ha molta voglia di sforzarsi. Quando scoperchia il contenuto, Sousuke trattiene il fiato di fronte a tanta bellezza e lui si sente in potere di sogghignare.
-Uno di quelli è per te.
-Sei sicuro? Non è troppo?
-Per il vice capitano, direi di no.
Gli da una spallata contro il fianco in salute. È un poco allegro e questo contagia anche l'altro uomo.
-Te lo sei guadagnato.
Sousuke ricambia il suo sorriso, alla fine, e alza il boccale mezzo sporco di sabbia bagnata, prima dimenticato al suo fianco. Lo porge verso di lui con occhi che ancora brillano.
-Brindiamo, capitano Matsuoka! Alla vittoria!
Rin, con quei denti da squalo che gli hanno fatto guadagnare fama e nomea – addirittura un nome che fa tremare tutti, da vero pirata – ride e sorride assieme mentre fa scontrare il vetro grezzo dei loro bicchieri.
-Alla vittoria!

   
 
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